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Bach is Back: Redi Hasa anche a Patù

Incontro di frontiera tra musica classica e polifonia albanese. In prima assoluta in quattro chiese pugliesi, due salentine: venerdì 22 presso la Chiesa di San Giovanni Battista a Patù e sabato 30 presso la Chiesa di San Matteo a Lecce

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Le armonie celestiali di Johann Sebastian Bach e il patrimonio antico del canto polifonico albanese: “Bach is Back” è l’esperimento di un incontro di frontiera fra tradizioni musicali, quella colta occidentale e quella popolare del Mediterraneo, due colossi della storia culturale profondamente estranei l’uno all’altro, eppure sorprendentemente vicini, entrambi custodi del misterioso e incantevole prodigio della polifonia.


Quattro concerti in quattro chiese pugliesi per un omaggio inedito al genio di Bach ideato dal musicista Redi Hasa, con uno spettacolo che riporta nei luoghi originariamente deputati alla loro esecuzione alcune delle composizioni di musica sacra più note di tutti i tempi.


“Bach is Back” è un progetto di Ponderosa Music & Art sostenuto dalla Regione Puglia nell’ambito del Programma straordinario 2018 in materia di cultura e spettacolo, realizzato in partnership con Polo Bibliomuseale di Lecce, SAC Terre di LupiaeDelegazione Fai Andria Barletta Trani, associazione culturale Le 3 C e con il patrocinio del Comune di Bisceglie.


Protagonista della scena Redi Hasa, violoncellista dell’ensemble di Ludovico Einaudi, albanese di base in Puglia da oltre vent’anni, che ha fatto dell’ibridazione tra generi musicali la propria cifra d’artista, fondendo il rigore della formazione classica con l’immediatezza delle tradizioni popolari in un rapporto liquido e meticcio con il suono, che lo caratterizza negli anni. A Bach e all’influenza che ha avuto sulla propria musica Hasa dedica uno speciale tributo nel live che unisce senza soluzione di continuità l’esecuzione di alcune Suite a brani ispirati al Maestro e firmati dal violoncellista albanese, in un approccio contemporaneo ed eclettico che collega passato e presente, omaggio e sperimentazione.


Un esperimento che si fa radicale grazie alle voci femminili di “Jehona” (Irini Qirjako, Fiqirete Kapaj, Sabahet Vishnja, Irena Saraci, Nevila Hasa Matjà), coro polifonico albanese di tradizione popolare diretto dalla maestra Irini Qirjako, una delle cantanti folk più popolari dell’Albania.


Gli arrangiamenti inediti sono composti da Ekland Hasa, già pianista solista al Teatro dell’Opera di Tirana, che sarà anche sul palco insieme al percussionista Vito De Lorenzi.


Un’inedita e audace intersezione di codici dal potente impatto è la sfida di questo progetto che viene presentato per la propria volta assoluta in quattro tra le più pregevoli chiese pugliesi: la Chiesa di San Giovanni Battista a Patù, la Chiesa di Santa Margherita a Bisceglie (Bt), l’Auditorium Vallisa a Bari e la Chiesa di San Matteo a Lecce.


Giovedì 21 novembre, alle 18,30, presso il Museo Sigismondo Castromediano di Lecce è in programmaBach is back. Tutta un’altra musica per i luoghi della cultura in Puglia”, incontro pubblico di presentazione del progetto a cui partecipano l’assessore all’Industria turistica e culturale della Regione Puglia Loredana Capone, il direttore del Polo bibliomuseale di Lecce Luigi De Luca, Redi Hasa ed Ekland Hasa. Modera l’incontro Giorgia Salicandro, giornalista, curatrice del progetto.


Le date di Bach is Back


I quattro concerti sono in programma negli ultimi due weekend di novembre.


Venerdì 22 novembre, alle ore 20,30, presso la Chiesa di San Giovanni Battista di Patù e sabato 23, alle ore 20,30, presso la Chiesa di Santa Margherita di Bisceglie (Bt) è in programma l’omaggio in solo firmato da Redi Hasa.


Venerdì 29, alle ore 20,30, presso l’Auditorium Vallisa di Bari e sabato 30 novembre, alle ore 20,30, presso la Chiesa di San Matteo a Lecce va in scena il live show con Redi Hasa, Ekland Hasa, Vito De Lorenzi e il coro “Jehona”.


Dal live show verrà tratto un documentario breve di Meditfilm, che verrà accompagnato dal booklet con lo storytelling del progetto firmato da Giorgia Salicandro.


Bach is Back – i protagonisti


Redi Hasa. Nei primi anni duemila contribuisce a portare nel Salento i ritmi della musica balcanica.


Nel 2012 incontra Ludovico Einaudi, maestro concertatore della Notte della Taranta, che lo include stabilmente nella sua ensemble con cui si esibisce sui palchi di centinaia di città in tutto il mondo.


Parallelamente porta avanti il progetto in duo Hasa-Mazzotta con la cantante Maria Mazzotta. Nel 2017 Robert Plant, fondatore dei Led Zeppelin, lo invita a incidere tre tracce del suo ultimo disco, Carry fire. Nello stesso anno registra una traccia dell’ultimo disco dei Blonde Redhead. Nel corso di un carriera ventennale ha suonato tra gli altri con l’Orchestra popolare italiana, King Naat Veliov, Kocani Orkestra, Ambrogio Sparagna, Mauro Pagani, Rita Marcotulli, Pacifico. È in uscita il suo primo disco in solo.


Ekland Hasa. Si diploma in pianoforte classico a Tirana nel 1989, quindi inizia un’intensissima carriera internazionale.


Ekland Hasa


Ha suonato per la prima volta in assoluto in Albania la Rapsodia in blue e il Concerto in FA  di Gershwin, è stato diretto da grandi direttori come David Andre,Vittorio Parisi,Vito Clemente, Ermir Krantia, Francesco Ledda, Andrea Morricone, con il quale ha eseguito la colonna sonora del film La leggenda del pianista sull’Oceano al Palazzo dei Congressi di Tirana.


Ha partecipato più volte al festival internazionale Pianocity a Milano. In Giappone ha partecipato a Kitakyiusciu Oper Haus come concert maestro nelle opere Gianni Schicchi e Cavalleria Rusticana.


Ha accompagnato cantanti lirici di fama come Leo Nucci, Giuseppe Gipali, Monserat Cabalet, e inoltre Albano Carrisi per venticinque anni.


È stato direttore artistico dell’Accademia lirico pop presso la Tenuta Albano Carrisi Produksion.


In Italia ha suonato tra gli altri per 11/8 records con Cesare Dell’Anna, Raffaele Casarano, Marco Bardoscia.

Irini Qirjako. Irini Qirjako è una delle più note e apprezzate cantanti tradizionali dell’Albania.


Con alle spalle una carriera ultradecennale, attualmente con il coro “Jehona” interpreta e custodisce il repertorio del canto iso-polifonico albanese, riconosciuto dall’Unesco Patrimonio orale e intangibile dell’umanità nel 2005.


La musica iso-polifonica è una forma sofisticata di canto di canto a cappella, fa parte del repertorio musicale di un’area che copre quasi tutto il meridione dell’Albania e dal punto di vista etno-culturale, è tipico di due grandi aree, quella di  Toskëria e quella di Labëria.


Chiesa di San Giovanni Battista a Patù


La deliziosa cittadina di Patù e la sua frazione di Torre di San Gregorio si trovano in uno splendido territorio caratterizzato dalla macchia mediterranea con i cespugli di mirto e timo e delimitato dallo stupendo mare Ionio.


Nei tempi antichi il mare però costituì il lato più pericoloso a causa delle frequenti incursioni Saracene sempre alla ricerca di estendere il proprio controllo nella penisola salentina e un esempio è proprio la Chiesa di San Giovanni Battista che risale al X secolo.


Di fronte al monumento delle Centropietre, la chiesa venne realizzata in ricordo della famosa e cruenta battaglia del Campo Re tra i Saraceni e l’esercito del re di Francia Carlo il Calvo nel 24 giugno 877 proprio ai piedi della città messapica di Vereto, oggi Area Archeologica di Vereto.


La chiesa è a pianta rettangolare a tre navate ed è uno degli esempi più caratteristici dell’arte romanica-bizantina pugliese dove però purtroppo degli affreschi all’interno rimangono solo poche tracce, mentre molto bello è l’ampio rosone nell’abside, e la facciata principale esprime il carattere di essenzialità tipico dell’arte romanica con la bifora situata al di sopra del portale d’ingresso.


Chiesa di San Matteo a Lecce


La chiesa di San Matteo è particolarmente importante nel panorama leccese per la sua facciata, che, con la linea curva del prospetto, in parte concavo, in parte convesso, si differenzia dai canoni del Barocco leccese, richiamando invece il barocco romano del Borromini ed in particolare la chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane.

Progettista del tempio fu Achille Larducci, architetto proveniente dall’ambiente lombardo, al quale il vescovo Pappacoda commissionò la fabbrica che fu realizzata tra il 1667 e il 1700, nell’area di un preesistente convento di Terziare Francescane (XV secolo).


Probabilmente i lavori furono ultimati da Giuseppe Zimbalo a causa della morte dell’architetto lombardo.

Il prospetto è convesso al piano inferiore, concavo al secondo, il fastigio, in mezzo a pinnacoli, si innalza verso il cielo. Non si ritrovano qui le ridondanze decorative delle facciate della gran parte delle chiese cittadine: un portale piuttosto ampio sul quale è posta una trabeazione con sopra una nicchia vuota e, più in alto, lo stemma dell’Ordine dei Francescani.


Il secondo ordine, convesso, ha al centro una trifora, sulla quale corrono decorazioni con pigne e fiori.

L’interno è a pianta unica ellittica, con le pareti laterali scandite da brevi cappelle con altari, generalmente attribuiti al Cino e alla sua bottega.


Al piano superiore si aprono 10 bifore una volta protette da grate, dietro le quali le religiose assistevano alle funzioni. Quello maggiore è sicuramente opera di Giuseppe Cino (1684), con al centro la statua lignea di San Matteo realizzata alla fine del Seicento da Gaetano Patalano (1691).


Intorno alla navata si ergono, su un piedistallo, le dodici statue degli apostoli, opere di Placido Buffelli di Alessano (1691-1692).


Di non poco conto le numerose tele, alcune di Serafino Elmo, che sono inserite su diversi altari.


Una Pietà in legno, lavoro veneto databile fra il XV e il XVI secolo, orna il 5° altare a sinistra.

Due coppie di santi scolpiti in pietra locale forse da Mauro Manieri nei riquadri degli altari.

La chiesa presentava un soffitto ligneo rimosso ai primi del secolo per far posto a quello attuale in cemento. La Chiesa è conosciuta dai locali anche come Santa Maria della Luce.


Questo titolo parrocchiale fu qui trasferito nel 1812, insieme ad un bellissimo affresco raffigurante la Vergine col Bambino, proveniente da una chiesa diroccata fuori dalle mura e oggi collocato nella cappella alla sinistra dell’altare maggiore.


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Torna Erbe da Bere a Melpignano

Un viaggio tra fioriture nobili, storie archeobotaniche e cocktail selvatici presso il Giardino Marchesale, che si svela tra aromi, storia e gusto

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Il profumo intenso delle erbe aromatiche, il fascino senza tempo del giardino di un palazzo nobiliare e il gusto sorprendente di drink ispirati alla natura: sabato 29 marzo, dalle 16 alle 18,30, Melpignano apre le porte del suo Palazzo Marchesale per un’esperienza sensoriale unica.

Erbe da Bere nel Giardino Marchesale è molto più di una passeggiata, è un’immersione nella storia, nella botanica e nell’arte della miscelazione, un percorso emozionale capace di risvegliare i sensi e riconnettere alla natura più autentica.

L’evento a cura dell’Associazione di Promozione Sociale Pugliese Vivarch APS è parte del progetto Melpignano promuove cultura voluto dall’Amministrazione Comunale per valorizzare in ogni stagione il piccolo paese della Grecìa Salentina attraverso itinerari alla scoperta di arte, natura e tradizioni.

Si svolge nello splendido giardino del barone Giorgio Castriota, un’oasi di cinquemila metri quadrati, dove il tempo sembra essersi fermato.

Qui, tra viali ortogonali, colonnati, pergolati e una fontana rinascimentale, si snoda un itinerario che intreccia storia, archeobotanica e sapori in un racconto suggestivo.

A guidare i partecipanti sarà l’archeologa Eda Kulja, che svelerà i segreti nascosti del “giardino prima del giardino”: un viaggio attraverso le trasformazioni di questo spazio dalle sue origini medievali, di cui restano alcune evidenze che fanno capire come fosse parte di un impianto difensivo con torrette, mura e camminamenti di ronda, fino alla sua evoluzione nel corso del XVII secolo in un raffinato giardino all’italiana.

Le indagini archeologiche effettuate tra il 2016 e il 2017 hanno fatto emergere testimonianze dall’età bizantina a quella tardo medioevale con tracciati stradali, fosse granarie, silos e vari ipogei.

Durante il percorso si scopriranno le antiche varietà di alberi da frutto come il pero di San Giovanni e i nespoli, gli agrumi profumati, il rigoglioso roseto, le erbe aromatiche e le fioriture spontanee, che hanno attraversato i secoli.

Dopo la passeggiata storica, il percorso culminerà in un’esperienza sensoriale straordinaria: il rinomato bartender Elia Calò e l’animatrice ambientale Betty Locane, ideatori de Il Giardino sotto il Naso e Mita Spirits, accompagneranno i visitatori alla scoperta delle erbe spontanee e del loro utilizzo in mixology.

Con la loro postazione mobile Bar Mita Volante, racconteranno miti e leggende legati alle piante e mostreranno come trasformarle in infusi, sciroppi e distillati unici.

Tra le proposte in degustazione, il Menta Fresh con rhum bianco e sciroppo alle tre mente, il Dry Fennel con distillato al finocchietto selvatico e il Negroni Salentino, arricchito da vermouth artigianale e amaro di Santoreggia.

Erbe da Bere nel Giardino Marchesale è un invito a rallentare, a respirare la bellezza di un luogo senza tempo e a lasciarsi avvolgere da aromi e sapori che raccontano storie antiche. Un’esperienza da vivere con tutti i sensi, in un angolo di Puglia dove la natura si fa memoria e ispirazione.

Passeggiata con racconti e visita del giardino del Palazzo Marchesale con l’archeologa ed esperienza con Il Giardino sotto il Naso e i loro drink selvatici. Costo intero 15 €; costo ridotto 10 € per minori di 14 anni, gratuito sotto i 6 anni.

Info & Prenotazione: Info Point Melpignano, via Roma 16, Melpignano, tel. 3277128024, melpignanoinfopoint@gmail.com.

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Tricase: AIL, Insieme è più bello!

Primo incontro settimanale dedicato a pazienti onco-ematologici, caregivers, volontari e personale sanitario

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Nuova esperienza organizzata dall’Associazione Italiana contro leucemie, linfomi e mieloma di Lecce prevista per giovedì 13 marzo alle ore 19,30.

L’evento rappresenterà un’esperienza corale dedicata ai pazienti onco-ematologici, ai caregivers, ai volontari e al personale sanitario.

Il primo appuntamento settimanale si svolgerà presso la sede AIL LECCE di Tricase in via Umberto Giordano, 5.

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Le Giornate FAI di Primavera in Salento

Evento nazionale di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico che quest’anno prevede l’apertura a contributo libero di 750 luoghi speciali in 400 città

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Torna il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese con l’apertura di 750 luoghi speciali in 400 città.

Un’edizione speciale, in occasione dei 50 anni della fondazione, che si svolgerà sabato 22 e domenica 23 marzo.

Si tratta delle Giornate FAI di Primavera, un evento nazionale giunto alla 33ª edizione di partecipazione attiva e di raccolta pubblica di fondi organizzato dal FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano ETS grazie all’impegno e all’entusiasmo di migliaia di volontari.

Le destinazioni d’interesse saranno visitabili a contributo libero, grazie ai volontari di 350 delegazioni e gruppi FAI attivi in tutte le regioni.

Le Giornate FAI rappresentano un momento di crescita educativa e culturale e di condivisione, strumenti essenziali per affrontare un mondo libero.

Il FAI fu fondato nel 1975 da Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni, con Alberto Predieri e Franco Russoli e si impegna a ribadire la missione culturale che la Fondazione svolge a fianco delle istituzioni, con i cittadini e per il Paese, e che si realizza nella cura e nella scoperta di tanti luoghi speciali – oltre 13 milioni visitatori, 16.290 luoghi aperti in oltre 7.000 città in 32 edizioni – con lo scopo di educare la collettività alla conoscenza, alla frequentazione e alla tutela del patrimonio di storia, arte e natura italiano.

Un percorso di cittadinanza che coinvolge istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati, che in numero sempre maggiore vi collaborano grazie a una vasta e capillare rete territoriale, con un unico obiettivo: riconoscere il valore del nostro patrimonio culturale e con esso la nostra identità di cittadini europei.

“A questa edizione delle Giornate FAI del cinquantennale e alle 750 piazze italiane – che esse virtualmente rappresentano – l’auspicio che la nostra festosa, concreta e appassionata manifestazione del 22 e 23 marzo possa essere proposta, vissuta e percepita in questa ottica più ampia, più civile, più militante. Il mondo, e non solo noi europei, ne ha un immenso e drammatico bisogno. Viva l’Europa!” ha dichiarato Marco Magnifico, presidente FAI.

Le Giornate, anche in questa edizione, attraverseranno il Salento aprendo luoghi insoliti e normalmente inaccessibili oppure poco noti e valorizzati – per continuare assieme a meravigliarsi di fronte alla sorprendente vastità del patrimonio italiano, una festa con le persone e per le persone.

L’evento sarà preceduto dalle Anteprime di sabato 15 e domenica 16 marzo.

La Delegazione FAI di Lecce, il Gruppo Fai Ponte tra Culture, il Gruppo Finibus Terrae e la Delegazione del Salento Jonico consentiranno la visita al pubblico di 22 Luoghi, toccando ben 14 località salentine e coinvolgendo gli studenti di 26 Istituti scolastici oltre agli studenti della Facoltà di Beni Culturali di Lecce.

A questo fitto programma, si aggiunge, naturalmente, l’apertura del Bene FAI dell’Abbazia di Santa Maria di Cerrate e i suoi eventi speciali organizzati per l’occasione e la visita alla Chiesa dei S.S. Niccolò e Cataldo, Bene aperto tutto l’anno grazie al lavoro dei Volontari FAI.

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