Appuntamenti
Calimera: Soundlook MusicVideoFest
Il primo festival pugliese dedicato ai videoclip musicali

Da giovedì 7 a sabato 9 dicembre al Cinema Elio di Calimera, in provincia di Lecce, appuntamento con Soundlook MusicVideoFest. Organizzato dalla CooperativaPassoUno Produzioni, in collaborazione con Regione Puglia, Apulia Film Commission, Comune di Calimera e Coolclub, è il primo festival pugliese dedicato ai videoclip musicali con la partecipazione dei registi Tiziano Russo, Gianni De Blasi e Fernando Luceri, la proiezione dei videoclip di affermati cineasti (Tim Pope, Steve Barron eMichel Gondry) e dei partecipanti alla prima edizione del Premio Soundlook, una tavola rotonda, la sonorizzazione dal vivo a cura di Larssen del film La stregoneria attraverso i secoli (Häxan) diretto nel 1922 dal regista Benjamin Christensen, la visione del recentissimo Nico, 1988 diretto da Susanna Nicchiarelli, dedicato alla musa di Warhol e cantante dei Velvet Underground, e la mostra Photoclip a cura di Daniele Coricciati, con scatti dai set dei videoclip di Negramaro, Carmen Consoli, Daniele Silvestri, Paolo Conte, Mondo Marcio e molti altri.
La Puglia, negli ultimi anni, è stata il palcoscenico di concerti e prime nazionali, meta di un nuovo turismo culturale ma anche e sempre di più set ideale delle grandi produzioni cinematografiche. Cinema e musica sono due settori trainanti dell’economia legata al mondo della cultura e rappresentano allo stesso tempo una nuova attrazione per i turisti che scelgono la Puglia per le loro vacanze. Uno dei punti di incontro tra musica e cinema è il videoclip: nato con uno scopo semplicemente promozionale si è poi sviluppato negli anni affinando tecnica e linguaggio, coinvolgendo registi e attori affermati, distaccandosi dalla funzione di commento alla musica e diventando forma d’arte a sé. Il videoclip con il tempo è diventato il contenuto principale dei nuovi media, nuova frontiera della promozione grazie all’evoluzione e alla proliferazione dei nuovi canali di comunicazione che ne hanno moltiplicato in modo esponenziale le possibilità di fruizione e condivisione. Passo Uno è tra le prime realtà che hanno portato questa forma d’arte a livello professionale in Puglia. La casa di produzione vanta in soli due anni la realizzazione di videoclip per affermati artisti (Paolo Conte, Daniele Silvestri, Eros Ramazzotti, Negramaro, Clementino), importanti etichette (Warner Music, Sony e Universal) e numerosi artisti locali (Rachele Andrioli e Rocco Nigro, Crifiu, Bandadriatica, Antonio Castrignanò, Mino De Santis e altri).
Il festival prenderà il via giovedì 7 dicembre alle 18 con l’apertura ufficiale e la proiezione dei videoclip in concorso alla prima edizione del Premio Soundlook. Dalle 20, dopo un’introduzione del regista Gianni De Blasi, sullo schermo una selezione dei videoclip firmati da Tim Pope, uno dei più importanti e famosi registi di videoclip che collaborato, tra gli altri, con The Cure, David Bowie, Queen, Iggy Pop, Talk Talk, Paul Weller, Siouxsie and the Banshees, Neil Young, Paul McCartney. Dalle 21, infine, spazio al recente film Nico, 1988 diretto da Susanna Nicchiarelli con Trine Dyrholm e John Gordon Sinclair, presentato nella sezione Orizzonti dell’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Ambientato tra Parigi, Praga, Norimberga, Manchester, nella campagna polacca e il litorale romano, Nico, 1988 è un road-movie dedicato agli ultimi anni di Christa Päffgen, in arte Nico. Musa di Warhol, cantante dei Velvet Underground e donna dalla bellezza leggendaria, Nico vive una seconda vita dopo la storia che tutti conoscono, quando inizia la sua carriera da solista. La sua musica è tra le più originali degli anni 70 e 80 ed ha influenzato tutta la produzione musicale successiva. La “sacerdotessa delle tenebre”, così veniva chiamata, ritrova veramente se stessa dopo i quarant’anni, quando si libera del peso della sua bellezza e riesce a ricostruire un rapporto con il suo unico figlio dimenticato. Nico, 1988 racconta degli ultimi tour di Nico e della band che l’accompagnava in giro per l’Europa degli anni ‘80. È la storia di una rinascita, di un’artista, di una madre, di una donna oltre la sua icona.
Venerdì 8 dicembre si parte alle 17 con una Tavola rotonda sul sostegno alla produzione dei videoclip musicali in Puglia con la partecipazione dei rappresentanti diChiara Idrusa Scrimieri (Distretto Puglia Creativa), Luciano Schito (Apulia Film Commission – Cineporto di Lecce), Paolo Del Vitto (La Rivolta Records) e Salvatore Caracuta (PassoUno Produzioni). Dalle 19 Osvaldo Piliego dialogherà con il regista Tiziano Russo. Molti sono gli artisti per i quali dirige videoclip, Negramaro, Gabbani, Mina, Chiara, Boosta, Dear Jack e Dardust. Nel 2009 è regista e sceneggiatore del corto “Le tegole sul cielo” con Corrado Fortuna, premiato con una menzione speciale dall’Istituto Roberto Rossellini. Il suo primo documentario è “Habemus Mister” presentato in anteprima al Bif&st 2014. Attivo nel mondo degli spot pubblicitari, realizza il docucorto “Un Giorno”, prodotto da Apulia Film Commission per il progetto Generation. Ha diretto la regia di 8 puntate per “Sei in un paese meraviglioso”, serie tv in onda su Sky Arte, con Dario Vergassola. Nel settembre 2017 è ospite con Violante Placido e Boosta del Milano Film Festival, dove omaggia Michelangelo Antonioni con lo spettacolo da lui diretto “Attraverso il Deserto, Il Deserto Rosso”. Dalle 21 proiezione del fim La stregoneria attraverso i secoli (Häxan) è un film del 1922 diretto dal regista Benjamin Christensen con sonorizzazione del musicista e compositore Larssen. A seguire aperitivo con la proiezione dei videoclip di Steve Barron che ha collaborato, tra gli altri, conBryan Adams, A-Ha, Culture Club, Def Leppard, Dire Straits, Michael Jackson, Madonna, Paul McCartney, Secret Affair, Tears for Fears.
Sabato 9 dicembre dalle 18 la cerimonia di consegna del Premio “Soundlook 2017”. A seguire incontro con i registi Gianni De Blasi e Fernando Luceri che dialogheranno in merito ai loro ultimi videoclip con particolare riferimento al linguaggio del Lyrics video, con proiezione e case histories dei video “Quali Alibi” di Daniele Silvestri, “Maracas” di Paolo Conte, “Solo Parole” di Mondo Marcio e “Teste di Modì” di Caparezza. A seguire, aperitivo di chiusura con una selezione di videoclip del franceseMichel Gondry, regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e attore di film, pubblicità televisive, noto per il suo stile visuale innovativo che ha collaborato, tra gli altri, con Lenny Kravitz, Terence Trent D’Arby, Rachid Taha, Björk, Sinéad O’Connor, The Rolling Stones, Massive Attack, Beck, Daft Punk, Foo Fighters, The Chemical Brothers, Queens of the stone age, The White Stripes, Devendra Banhart.
Nel foyer del Cinema Elio sarà allestita la mostra Photoclip a cura di Daniele Coricciati con scatti dai set dei videoclip di Negramaro, Carmen Consoli, Daniele Silvestri, Paolo Conte, Mondo Marcio e molti altri.
Appuntamenti
Squarci Expo, dalle ferite all’apertura verso il mondo
Al Circolo cittadino la mostra di Sara Sgrò per ricordare la forza delle donne

Intitolata emblematicamente Squarci, la mostra dell’artista Sara Sgrò, promossa e organizzata dalla consigliera di Parità Antonella Pappadà, con il patrocinio e la collaborazione della Provincia di Lecce, in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle donne.
L’esposizione artistica sarà inaugurata sabato 22 marzo alle ore 19, presso il Circolo Cittadino, in via Rubichi a Lecce e resterà aperta al pubblico, con ingresso gratuito, fino a sabato 29 marzo (dalle 10 alle 13; dalle 16 alle 19).
“Ho voluto ricordare l’8 marzo promuovendo e organizzando questa mostra di Sara Sgrò, per rendere omaggio alle donne che vivono intensamente e che, quando cadono, sono capaci di trovare dentro di sé la forza di ricomporsi, di far uscire fuori tutta l’angoscia e ricominciare ad amarsi. Si rimane catturati dalla bellezza e dal messaggio delle donne rappresentate di questa bravissima artista. Invito tutte e tutti a venire a vedere le sue emozionanti opere”, dichiara Antonella Pappadà, consigliera di Parità della Provincia di Lecce.
PERCHÉ SQUARCI?
Nel dizionario della lingua italiana, questo termine significa letteralmente «larga e profonda fenditura, provocata da un urto o da una recisione, o prodotta sì per separazione o per moto divergente di parti», oppure, in senso figurato, «brano o passo particolarmente interessante di un’opera letteraria o musicale; breve spazio o intervallo di tempo in mezzo ad altre occupazioni».
“Spiegare come nascono i gesti artistici è praticamente impossibile. Meno male. Sia perché questa impossibilità mantiene la magia, o l’illusione di una magia che ti attraversa, sia perché è una buona scusa per non spifferare i propri segreti agli altri. E per mille altre ragioni che non dirò”, afferma Sara Sgrò, pittrice e disegnatrice di origini toscane e calabresi.
“Squarci è venuto un giorno che ero in strada. Si è fatto strada, a sua volta, entrando nel mio foglio, sorgendo dalla mia matita, spuntando dai disegni che componevo. È saltato fuori come una sorpresa. Di cosa parli, squarci, però posso dirlo, o accennarlo. Di quelle fessure dove sono entrate e uscite presenze e mancanze, luoghi, disfunzioni, patologie, ossessioni, pensieri. Delle aperture per mostrarsi e liberarsi. Delle ferite che gettano fuori tutto, per richiudersi in pace. Degli affacci sul nuovo. Dei solchi che restano. Dei varchi nel chissà. Dello stare né dentro né fuori, o dentro e fuori, ma sempre insieme. Di aria che circola, di vento e di fresco, di luce che gioca con l’ombra, della forza a cui cedi ma a cui regali la forma”, aggiunge ancora l’artista.
“Sbucano gli uccelli, dai miei squarci, scodinzolano pesci, si innalzano piantine, si arrampicano fiori, si elevano canti e urla, si avvertono i sussurri degli amanti, si imbiancano pareti, si infilano foglietti e con un colpo sono di là, brulicano vite, avanzano nugoli di foglie e farfalle, grappoli di coriandoli, schiere di bolle evanescenti, soffiano musiche tiepide, i sorrisi lanciano l’assedio, si sgretolano muri, i colori si raccolgono; si fa la conta dei danni per ripartire”, conclude Sara Sgrò che, fin da piccola, ha sviluppato la passione per il disegno, in forma privata, come una sorta di mondo dove rifugiarsi.
L’ARTISTA
Nata nel 1983, Sara Sgrò si è diplomata in grafica pubblicitaria e ha seguito poi una formazione in illustrazione e fumetto.
Nel 2013 decide di trasferirsi in Francia dove rimarrà 6 anni: qui lavora come fotografa di palco per alcuni concerti e segue corsi di pittura dal vivo presso l’accademia della Grande Chaumiere di Parigi.
Comincia a organizzare diverse mostre personali tra la Francia e l’Italia.
LE OPERE
Il primo progetto è Tratti & Tratte, pensieri emigrati a nord, fotografie e disegni che parlano della giovane emigrazione dal Sud Italia, esposto a Parigi nel 2015.
Seguito poi da La MaDonna oggi, dal sacro al mondano, che vuole riportare l’immagine della Madonna in chiave moderna; lo presenta tra Parigi e l’Italia nel 2017.
Un anno dopo nasce Malincromia, una collezione di opere che, come suggerisce il titolo, rappresentano i colori e gli strascichi della malinconia.
A fine 2018 decide di trasferirsi a Napoli, dove lavora come artista di strada.
Sviluppa qui il progetto Orgasmicosmo, trasferendo con l’acquerello le sensazioni, i bisogni e gli stati che l’essere umano ha a contatto con la natura.
Nel 2023 espone a Roma Anni d’amore alla follia, una mostra di acquerelli.
Dopo #statodamore, diventato un hashtag, un lavoro sulle sensazioni, dall’euforia ai silenzi, dell’innamoramento, il suo ultimo progetto è Squarci, sulle lacerazioni in ogni risvolto del termine, dalle ferite all’apertura verso il mondo.
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Continua la rassegna Eventi 2025 organizzata dall’Associazione Culturale Jazz Bud Powell di Maglie, con un ricco calendario di concerti e spettacoli teatrali che porteranno sul palco artisti straordinari e proposte culturali di altissimo livello.
Dal 16 febbraio al 27 aprile, Maglie diventerà il centro della cultura e della musica dal vivo, grazie a un programma che intreccia le atmosfere del jazz contemporaneo con narrazioni teatrali suggestive.
La rassegna si svolgerà presso la sede dell’Associazione Jazz Bud Powell, situata in Largo Stazione 5, una location che da anni si distingue come punto di riferimento per gli amanti della musica e delle arti performative.
Prossimo appuntamento della sezione Teatro sarà domenica 23 marzo, con sipario alle ore 19, con spettacolo BLUE STORIES Storie di Fumo e Sogni Bugiardi con Salvatore Della Villa, voce Serena Serra, chitarre Franco Chirivì, pianoforte Francesco Negro, contrabasso Mattia Marchello.
“Viaggiare deve comportare il sacrificio di un programma ordinario a favore del caso, la rinuncia del quotidiano per lo straordinario“, scriveva Hermann Hesse; quindi, non ci sarà un luogo preciso dal quale salpare, né tantomeno un itinerario prestabilito o una meta.
Spettacoli per abbandonarsi allo straordinario, dimenticare lo spazio ed il tempo, e per magia ritrovarsi al Blue Note, al Cotton Club, forse per qualche istante anche a Woodstock, e ascoltare delle storie molto, molto insolite.
Insetti di kafkiana memoria che si interrogano sulla vita, chitarre con una loro morale ben precisa, musicisti tenaci e coraggiosi, anche di fronte alle minacce dei gangster.
Nel programma della rassegna, i prossimi appuntamenti prevedono: due concerti per domenica 13 aprile, con Gabriele di Franco, Francesco Negro feat. Vanesa Diaz Gil, un trio che fonde voce, piano e chitarra per un viaggio emozionale unico, e per domenica 11 maggio, con Diario di un viaggiatore solitario, un progetto che intreccia sax, loops e voce narrante con Marcello Allulli e Salvatore Della Villa; uno spettacolo di teatro per domenica 27 aprile con Uno, Nessuno e Pirandello, un viaggio tra teatro e novelle di Luigi Pirandello.
Info e prenotazioni: 3780825277 | 3899768558
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- Salvatore Della Villa
- Francesco Negro
- Franco Chirivi
Appuntamenti
Cattedrali, opere di Gino De Rinaldis
La mostra, una selezione di una quarantina di opere, è curata da Massimo Guastella al Castello Aragonese di Otranto, visitabile da sabato 22 marzo

Il Castello Aragonese di Otranto ospiterà la mostra Cattedrali di Gino De Rinaldis, curata da Massimo Guastalla.
L’allestimento, che comprende un’accurata selezione di una quarantina di opere, sarà visitabile fino a tutto il mese di aprile, a seguito dell’inaugurazione prevista per sabato 22 marzo alle 17,30.
Fonte di prima ispirazione per l’artista è la Cattedrale di Otranto, da dove è partito tutto.
La scorsa estate la mostra è stata esposta alla Off Gallery del MUST, Museo Storico della Città di Lecce.
Le Cattedrali sono identificabili attraverso le forme costituite dai fili verticali svettanti verso il cielo nella ricerca di avvicinarsi al Divino.
Altre forme sono riconducibili a particolari architettonici delle stesse, come le aperture verticali quali le finestre a bifora o trifora, o anche ai rosoni, ossia le finestre circolari poste solitamente nella facciata principale delle chiese.
A colpire l’attenzione è la tecnica di realizzazione: il colore appare materico, privo di lucentezza, quasi secco e la trama della tela è sapientemente privata di alcune porzioni dei fili posti in orizzontale, che danno forma e forza all’immagine caratterizzata solo da quelli posti in verticale e dal contrasto ottenuto dalla sistemazione di un tessuto nero dietro la tela.
Gino De Rinaldis è nato a Lecce nel 1954 dove attualmente vive e lavora.
Parallelamente alla professione di medico, sua prima attività, coltiva da oltre quarant’anni la propria indole artistica in modo autodidatta.
La prima produzione segue, seppur per un tempo limitato, la via tradizionale della figurazione.
“Dipingo sul retro, con un lavoro che richiede molta energia”, dice Gino De Rinaldis. “Il ritmo della pennellata dipende molto dal mio stato d’animo, dal livello di concentrazione, che deve essere molto intenso. Devo essere rapidissimo. Non dipingo mai sul fronte della tela, sempre da dietro”.
Gli anni Ottanta sono scanditi da sperimentazioni atte a ricercare un linguaggio tanto originale quanto autentico, dalle “essudazioni”, opere generate dall’interazione dello stesso artista con il colore e il supporto ora di carta ora di tela, e sino alle “carte fossili” degli anni Novanta.
Gino De Rinaldis conduce una doppia carriera e, come ricorda Massimo Guastella nel suo contributo critico, “sin dagli inizi espone gli esiti delle sue indagini estetiche alla Galleria Osanna prima e al Telamone poi, gli accreditati spazi salentini diretti da Riccardo Leuzzi”.
Agli inizi del Nuovo Millennio fa proprio il procedimento essudativo, che assume valore semantico, e approda alle “sfilature”.
Con minuzia quasi chirurgica, che rende evidente ai più la sua propensione alla continua ricerca, detesse il supporto, perdendo così la consistenza originaria della tela.
Ottiene lavori che risentono dell’ormai storicizzato legame arti e medicina, opere “che non somigliano ad altre ricerche coeve, come sovente accade ai neofiti”.
Inedito è il trattamento che De Rinaldis riserva al colore, raccontato nel volume Cattedrali edito da Mario Congedo di Galatina.
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