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Andrano

Castiglione, “Zona non avvelenata”

Parte domani la campagna di sensibilizzazione contro l’utilizzo di pesticidi

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Diciotto Comuni, un Parco regionale, la Fondazione dell’Orto botanico dell’Università del Salento, 26 aziende bio, 30 associazioni, tra cui l’Isde nazionale (Associazione medici per l’Ambiente). Sono loro a promuovere la campagna di sensibilizzazione “Zona Non Avvelenata”, contro l’utilizzo di pesticidi. Sarà lanciata ufficialmente domani, giovedì 23 giugno, da Castiglione d’Otranto, a partire dalle ore 18.30.


La campagna


Capovolgere il linguaggio comune e sfidare i più restii direttamente sul loro terreno, nei campi. Nasce per questo “Zona Non Avvelenata”, fase due di un percorso avviato già tre anni fa con la prima petizione italiana contro l’impiego di chimica in agricoltura. Dopo le migliaia di firme allora raccolte e poi consegnate alle istituzioni, ora si torna ad alimentare in maniera corale la consapevolezza sui danni derivanti dall’uso di fitofarmaci. Tra gli orti e gli alberi, stanno già spuntando i cartelli “Zona Non Avvelenata”, in antitesi ai tanti di “Zona avvelenata” da sempre apposti dai contadini per indicare i terreni trattati chimicamente. Su Facebook, poi, da giorni è alimentata la versione social con hashtag #zonanonavvelenata, tramite foto di contadini, gruppi e amministratori pubblici. È un problema, innanzitutto di conoscenze e cultura: ancora oggi, i pesticidi sono comunemente definiti “medicina” dagli agricoltori, impiegati in massicce quantità anche da chi coltiva in proprio, senza alcuna informazione sulle conseguenze per la salute e l’ambiente.


L’appuntamento


La campagna, ideata dall’associazione Casa delle Agriculture Tullia e Gino, sarà ufficialmente lanciata domani, giovedì 23 giugno, nella sede del primo vivaio della biodiversità di Puglia, in via Vecchia Lecce, a Castiglione d’Otranto. Lì, alle ore 18.30, si terrà un laboratorio pratico delle alternative, a cura di Spazi Popolari, per l’autoproduzione della soluzione calce-zolfo-cenere. Poi, a partire dalle ore 20, spazio al dibattito nell’oliveto: interverranno Luigi Russo, presidente Csv Salento; Paola De Paolis, assessore alla Salute del Comune di Andrano; Maria Grazia Serra, referente nazionale Isde. Verranno presentati in anteprima i dati Arpa Puglia sui residui chimici in frutta e verdura coltivata sul territorio regionale; si discuterà delle politiche possibili nei comuni e dei modelli di ordinanze sindacali adottabili; verranno illustrati gli effetti nocivi dell’impiego di fitofarmaci.


In campo l’Isde nazionale


Punto di riferimento imprescindibile in tutta Italia, Isde, Associazione medici per l’Ambiente, ha deciso di scendere in campo al fianco del Salento. «Isde Italia – spiega il presidente nazionale, dott. Roberto Romizi – ha apprezzato molto il lavoro portato avanti dalla Casa delle Agriculture, importante oltre che per promuovere la biodiversità, per rilanciare la lotta ai pesticidi, battaglia che la nostra associazione porta avanti ormai da diverso tempo.

La produzione e il rilascio in ambiente aperto di composti di sintesi ad azione antiparassitaria ha rappresentato un passo fondamentale della cosiddetta Rivoluzione verde. Questa radicale trasformazione dell’agricoltura in un settore produttivo come tanti altri viene presentata comunemente come una tappa indiscussa del progresso delle società avanzate. Tuttavia, gli effetti negativi della Rivoluzione sono stati documentati in modo sempre più esteso, anche grazie alla ricerca scientifica.

I danni provocati dai pesticidi sono sempre più estesi e riconosciuti tanto che il risultato di questa contaminazione ha largamente superato le concrete possibilità di monitoraggio dei suoi effetti e di valutazione dei rischi che ne derivano. Nel frattempo, le legittime inquietudini espresse dai cittadini vengono minimizzate dall’industria chimica e dai suoi rappresentanti nelle sedi istituzionali, facendo uso di argomentazioni basate su una presunta “insufficienza di prove” della tossicità ambientale e sanitaria dei pesticidi».


I promotori


A promuovere la campagna è un network di realtà impegnate in molti comuni della provincia di Lecce. Sono 30 le associazioni in prima linea: Casa delle Agriculture Tullia e Gino (Castiglione d’Otranto), Csv Salento, Isde, Lilt Lecce, Salento Km0 (Galatina), Spazi Popolari (Sannicola), Diritti a Sud (Nardò), Lua (Lecce), Abitare i Paduli (San Cassiano), Staiterraterra (Felline), PresentèFuturo (Spongano), Lab. Omar Moheissi (Villa Baldassarri-Guagnano), Coppula Tisa (Tricase), Legambiente Capo di Leuca, Legambiente Castro, Sos Costa Salento (Corsano), Comitato Terra e Salute (Galatina), Salento Sostenibile (Ugento), Gas Zollino, Terra Archeorete del Mediterraneo (Giurdignano-Patù), Millepiedi (Giuggianello), Banca dei Semi salentina, Zig (Tricase), Masseria didattica Tumeddi (Morciano di Leuca), Pollicini Verdi Agriludoterra (Lecce), Tregiridité (Tricase), Terrarossa (Tricase), Salento bici Tour (Lecce), Città fertile (Lecce), Athena Onlus (Carmiano). A loro si affianca il Comitato Sos Salviamo ora il Salento, che riunisce 26 aziende bio. A farsi parte attiva è anche un nutrito gruppo di 18 Comuni: Alliste, Andrano, Calimera, Carmiano, Castrignano de’ Greci, Corigliano d’Otranto, Corsano, Cursi, Galatina, Martano, Melpignano, Montesano Salentino, Morciano di Leuca, Salve, Specchia, Tiggiano, Tricase, Zollino. I loro sindaci e assessori hanno preso l’impegno di farsi megafono della necessità di un cambio di rotta, molti stanno adottando apposite ordinanze per vietare l’uso di fitofarmaci o ne hanno già limitato l’impiego nelle aree pubbliche. Anche il Parco regionale Otranto-S.M.di Leuca ha deciso di essere in trincea: il presidente Nicola Panico ha per l’occasione annunciato che «sarà deliberato un atto d’indirizzo per proporre ai Comuni del consorzio il passaggio da coltivazioni trattate a coltivazioni interamente biologiche». Ha scelto di sostenere la campagna, inoltre, la Fondazione per la gestione dell’Orto botanico dell’Università del Salento, con un formale atto di adesione votato in cda.


I dati in pillole


Ci sono i dati noti e non più aggiornati, quelli della Relazione sullo Stato di Salute del 2011 redatta da Arpa Puglia: la nostra regione, con 155.555 quintali di prodotto distribuito nel 2010, è al quarto posto in Italia, dopo Veneto, Emilia Romagna e Sicilia, per quantità utilizzate. Nel Leccese, nello stesso anno, sono stati impiegati 2.032.691 kg, il 15 per cento in più rispetto all’anno precedente. Poi, ci sono i dati choc, recentissimi, derivanti dal Rapporto Attività 2013-2014 sui residui di prodotti fitosanitari in alimenti di origine vegetale, elaborato da Arpa Puglia: i pesticidi sono presenti nel 49,3 per cento dei 2.231 campioni esaminati nel biennio 2013-2014. Cioè, in un alimento su due coltivato qui ci sono tracce di chimica che riportiamo nel piatto: presenti soprattutto il Chlorpyrifos, insetticida ritenuto da diversi studi cancerogeno, e molti fungicidi (Boscalid, Metalaxyl, Dimethomorph, Fludioxonil, Cyprodinil, Fenehexamid, Spiroxamine, Fluopyram, Imidacloprid). Tra la frutta maggiormente trattata ci sono le pere, le fragole e l’uva (residui presenti in oltre il 90 per cento dei campioni). Per gli ortaggi, i valori più alti sono stati riscontrati in peperoni (quasi il 70%) pomodori (71% ), sedano (100%), spinaci (100%), zucchine e fagiolini (73%).





Andrano

Impianto eolico off-shore: il Parco boccia il progetto

I 12 comuni (Otranto,  Castro,  Santa Cesarea Terme, Andrano, Tricase, Tiggiano, Corsano, Gagliano del Capo, Patù, Morciano di Leuca, Castrignano del Capo e Alessano) sono pienamente allineati. Il presidente del Parco Naturale Regionale “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”, Michele Tenore: «Siamo di fronte al rischio concreto di un’aggressione intollerabile a un paesaggio protetto da vincoli naturalistici di straordinaria importanza e mette a rischio l’equilibrio ambientale». I sindaci sottolineano anche il grave rischio per la foca monaca

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Il Parco Naturale RegionaleCosta Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”, in forte sintonia con i 12 comuni che ne costituiscono il territorio, ribadisce, attraverso la deliberazione del proprio comitato esecutivo, la ferma opposizione al progetto di impianto eolico off-shore, proposto dalla società Odra Energia S.r.l., previsto nello specchio di mare tra Santa Cesarea Terme e Santa Maria di Leuca.

«È certo il rischio concreto», spiega Michele Tenore, presidente del Parco, «di un’aggressione intollerabile a un paesaggio protetto da vincoli naturalistici di straordinaria importanza. Il nostro territorio, tutelato da vincoli ambientali e paesaggistici, non può essere sacrificato per un progetto che non tiene in considerazione la straordinaria biodiversità e il valore ecologico delle nostre coste»

I 12 comuni del Parco (Otranto, Castro, Santa Cesarea Terme, Andrano, Tricase, Tiggiano, CorsanoGagliano del CapoPatùMorciano di LeucaCastrignano del Capo e Alessano) sono pienamente allineati con tale posizione, e attraverso il presidente Tenore si fanno portavoce di una ferma opposizione a un «progetto che minaccia l’integrità ecologica e paesaggistica della zona».

Seppur modificato nel numero di aerogeneratori (da 90 a 73), il progetto «rimane problematico, soprattutto a causa dell’aumento delle dimensioni delle turbine, che raggiungeranno i 315 metri, un impatto troppo significativo per una zona di tale valore ecologico. Inoltre, il corridoio di posa dei cavi marini continua a interferire gravemente con l’area destinata a diventare una riserva marina protetta, procedimento già consolidato dalle 11 delibere dei consigli comunali delle aree interessate e dall’istruttoria avviata formalmente da ISPRA il 15 luglio 2024».

La prima proposta di zonizzazione è attesa a breve, e questo intervento «minerebbe i delicati equilibri ecologici dell’area. Inoltre, il luogo di approdo a terra non è stato modificato, interessando un’area di elevatissimo valore naturalistico; l’intervento si pone, infatti, in forte contrasto con quanto stabilito dalla legge istitutiva del Parco, ricadendo in un’aera oggetto di numerosi vincoli a tutela del paesaggio e della biodiversità. La localizzazione della “buca giunti”, seppur spostata di pochi metri, continua a interferire direttamente con la Zona Speciale di Conservazione (ZSC) IT150002, aumentando ulteriormente i rischi per l’ambiente».

«La tecnologia TOC (Turbine Offshore Construction) proposta per il progetto», conclude Tenore, «non offre sufficienti garanzie riguardo ai suoi impatti ambientali, soprattutto in una zona carsica come la nostra, con un elevato valore storico, culturale, archeologico ed ambientale. ISPRA, nel parere del 19 aprile 2024, ha sollevato preoccupazioni che noi condividiamo integralmente».

Il Parco, sostenuto dai 12 comuni, si impegnerà a garantire, da un lato, «una rigorosa verifica degli impatti di questa opera e il rispetto stringente della normativa e dei vincoli, nei limiti delle proprie competenze», e, dall’altro, «a svolgere un ruolo attivo nella sensibilizzazione degli enti coinvolti nel processo decisionale, promuovendo una valutazione approfondita e accurata degli effetti ambientali e una protezione rigorosa delle risorse naturali che rendono questa area del Salento unica. La salvaguardia del nostro territorio, della sua biodiversità e dei suoi valori culturali e storici rappresenta e continuerà a rappresentare una priorità assoluta per questo Ente».

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Andrano

Tartufo nero del Salento: al via la nuova stagione della raccolta

L’iniziativa: mappare le aree per valorizzare la tartuficoltura nei terreni degradati dalla Xylella. Tenore: «Obiettivo è sensibilizzare le nuove generazioni, educandole alla responsabilità ambientale»

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Il Parco Naturale Regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase annuncia la riapertura dei termini per la presentazione delle richieste di autorizzazione alla raccolta dei tartufi per la stagione 2024-2025.

La decisione è stata presa con deliberazione del Comitato Esecutivo, con l’obiettivo di assegnare le ultime otto autorizzazioni disponibili, garantendo il rispetto delle normative nazionali e regionali.

Nel Parco si possono trovare due varietà dei pregiati tuberi: il tartufo nero, noto anche come scorzone (foto in alto), e il tartufo bianco, chiamato bianchetto o marzuolo (foto in fondo all’articolo).

AVVISO PUBBLICO

Le richieste possono essere inviate esclusivamente tramite mail pec all’indirizzo parcootrantoleuca@pec.it, entro e non oltre, le ore 12.00 del 12 dicembre 2024.

Le domande dovranno includere la documentazione completa, come dettagliato nell’avviso pubblico consultabile sul sito ufficiale del Parco.

Nel caso in cui le richieste superino il numero di autorizzazioni disponibili, si procederà con un sorteggio pubblico il giorno 12 dicembre, alle ore 17, presso la sede dell’Ente Parco.

TURISMO INTERNAZIONALE

«La rimodulazione del progetto di valorizzazione del Parco», spiega Michele Tenore, presidente dell’Ente, «mette al centro il ruolo strategico dei giovani, il turismo internazionale e la fruibilità del territorio durante i mesi estivi e oltre, consolidando il Parco come motore di sviluppo per l’economia locale. La raccolta dei tartufi non è solo una tradizione consolidata, ma rappresenta anche uno strumento potente di promozione territoriale, che intreccia economia, sostenibilità ambientale e gastronomia di eccellenza. Il tartufo, infatti, è non solo un prodotto gastronomico pregiato, ma anche un volano che sostiene le filiere agroalimentari locali, attrarre visitatori e valorizzare il patrimonio enogastronomico del nostro territorio».

RECUPERO TERRENI NEL POST XYLELLA

La riapertura dei termini per la gestione della raccolta ha l’obiettivo di regolamentare e tutelare tale risorsa preziosa, promuovendo una gestione sostenibile che preservi la biodiversità e gli ecosistemi.

«Il Parco», spiega ancora Tenore, «intende sviluppare specifiche attività per valorizzare il tartufo, non solo come prodotto di alta qualità gastronomica, ma anche come possibile fonte di reddito per le comunità locali. A tal fine, è in programma uno studio con il coinvolgimento di università ed esperti per individuare le aree più adatte alla tartuficoltura, utilizzando essenze micorrizzate, che, oltre a produrre i pregiati tuberi, possano contribuire al recupero di terreni ora degradati dalla Xylella, diventando un investimento paesaggistico e naturalistico di valore».

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Il tartufo bianchetto

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Andrano

Progetto Simona: immersione e inclusione per le persone con diverse abilità

Il convegno alle 18 in biblioteca. Il progetto si prefigge di creare un ponte tra mare e accessibilità, dimostrando come l’ambiente subacqueo possa rappresentare una nuova frontiera di integrazione per chi vive condizioni di disabilità

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Il comune di Andrano presenta il convegno “Progetto Simona: Immersione e Inclusione per le Persone con Diverse Abilità”, un’iniziativa nata dalla collaborazione con la Fondazione “Noi Siamo Paola” e l’Associazione Gruppo A-Mare.

Il progetto, che sarà illustrato quest’oggi presso la Biblioteca Comunale “Don Giacomo Pantaleo”, rappresenta una straordinaria evoluzione dell’evento teatrale “Ho Amato Tutto” tenutosi questa estate presso l’Abbazia del Mito.

Durante lo spettacolo, dedicato alla vita di Donna Paola Menesini Brunelli, erano stati raccolti fondi destinati a supportare progetti di inclusione per persone con disabilità, in particolare con l’obiettivo di avvicinarle al mondo subacqueo.

Grazie ai fondi raccolti e alla partecipazione di organizzazioni specializzate, “Progetto Simona” si propone di formare istruttori esperti per consentire a persone con disabilità fisiche e motorie di vivere l’esperienza dell’immersione subacquea in sicurezza.

Durante il convegno, che inizierà alle ore 18, saranno presenti Alberto Brunelli, presidente della Fondazione “Noi Siamo Paola”; Salvatore Accogli, presidente dell’Associazione Gruppo A-Mare; Angela Pinto, presidente dell’Associazione Albatros, specializzata in immersioni per disabili non vedenti; e Salvatore Colazzo, garante dei diritti delle persone con disabilità dell’Unione dei Comuni Terre a Levante.

L’evento vedrà inoltre l’intervento dei sindaci di Tricase e Andrano, Antonio De Donno e Salvatore Musarò che ribadiranno l’impegno delle amministrazioni locali verso iniziative di inclusione sociale innovative.

“Progetto Simona” si prefigge di creare un ponte tra mare e accessibilità, dimostrando come l’ambiente subacqueo possa rappresentare una nuova frontiera di integrazione per chi vive condizioni di disabilità.

Il Comune di Andrano invita tutti i cittadini, le associazioni e le istituzioni a partecipare a questo importante momento di confronto e presentazione.

Il convegno vuole essere non solo un’occasione per approfondire i dettagli di “Progetto Simona”, ma anche per sensibilizzare la comunità sui temi dell’inclusione e della solidarietà.

L’ingresso è libero e aperto a tutti.

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