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Insalata grika e salsiccia a Martignano

Ritorna la proposta della comunità martignanese di specialità gastronomiche tipiche, sempre più gradite da gente del posto e turisti

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Fresca, colorata, sana, e più ecologica che mai, torna, con l’entusiasmo di sempre, la Sagra dell’Insalata Grika e della Salsiccia, la manifestazione culinaria che mette al centro la qualità dei prodotti agricoli con la scoperta delle tradizioni culturali del territorio.


La comunità martignanese, attraverso l’encomiabile lavoro delle associazioni e dei volontari, continua il suo percorso nella proposta di specialità gastronomiche tipiche, rafforzando il legame con il territorio che le produce ed offrendo ai propri utenti, turisti e non, qualità e simpatia.

Il 2016 regalerà non solo la possibilità di degustare prodotti straordinari quanto semplici e genuini, con un approccio eco-sostenibile al territorio, ma guarderà con più attenzione all’accessibilità, con particolari servizi rivolti ai diversamente abili.


La Sagra offre al visitatore uno straordinario paniere di prodotti agroalimentari tradizionali al suo interno, a cominciare dalla salsiccia salentina, co-protagonista principale del menu della Sagra, fino alla pasta fatta in casa (maccarruni e orecchiette), alla puccia, alle friselle di orzo e di grano, al pasticciotto, allo spumone salentino, alla ricotta forte; e la stessa ricetta dell’insalata grika vede l’utilizzo di prodotti agroalimentari tradizionali quali la meloncella, i capperi sotto aceto, le olive Celline di Nardò, il pomodoro di Morciano.


Ufficializzata intanto l’ammissione dell’insalata grika nell’elenco ministeriale dei PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) “È motivo di orgoglio” dichiarano gli organizzatori, “aver ottenuto il riconoscimento della storicità e della tradizionale e tipica lavorazione dell’insalata grika quale straordinario esempio di cucina povera, oggi sinonimo di alimentazione sana ed equilibrata, ma anche di caratterizzazione territoriale”.


L’edizione numero venticinque si terrà per 4 giorni, da venerdì 8 a lunedì 11 luglio, tra Piazza e Via Calvario, passando per i beni storico artistici del Parco Turistico Palmieri.


Tutto pronto anche per l’allestimento della grande area dedicata alla proposta gastronomica, con le ricette tipiche proposte dalle associazioni aderenti. Ci sarà anche un percorso di visita e di esperienza tra gli spazi del Parco Turistico Palmieri, che aprirà gli ambienti del frantoio semi-ipogeo, della Cappella affrescata di San Giovanni, il giardino di Palazzo Palmieri, l’ufficio turistico; durante le quattro giornate della sagra sarà possibile prendere parte a laboratori, presentazioni, proiezioni, visite guidate, percorsi tematici, e vivere i temi della produzione agroalimentare, della storia locale, della sana alimentazione, dell’accessibilità, della progettazione culturale, turistica, urbana, con lo sguardo al futuro, verso modelli di comunità eco-sostenibile.


L’area palco di Largo Calvario ospiterà un ricco programma musicale che punterà in partcolare sulle tradizioni musicali salentine. Ospiti delle serate della Sagra saranno artisti salentini di grande spessore musicale, a cominciare dai Briganti di Terra d’Otranto (venerdì 8 luglio), i Ta Koràssia e Stella Grande (sabato 9), gli Alla Bua (domenica 10), Io, Te e Puccia (lunedì 11).


La “Sagra della salsiccia e insalata grika” è organizzata dalla Pro Loco “A. Martano” con il patrocinio dell’amministrazione comunale e dell’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina, la collaborazione del Gruppo Donatori di Sangue Fratres, del Club Salento Giallorosso, dell’Associazione Salento Griko e del Parco Turistico Culturale Palmieri.


Sua maestà l’ insalata grika 


L’insalata Grika è un piatto fresco e tipico della tradizione culinaria popolare grica, che oggi può accompagnare egregiamente tutte le carni alla brace. Per i vegetariani, in particolare, l’Insalata Grika, con l’aggiunta di formaggio fresco locale, preferibilmente primo sale, e una fetta di puccia (pane casereccio), rappresenta un piatto completo ed equilibrato tipico della così detta “dieta mediterranea”.

Gli ingredienti di cui è composta, nel giusto dosaggio che gli “esperti dell’insalata” conoscono, emanano una varietà di profumi e di sapori mediterranei che riconducono la memoria ai pasti frugali dei contadini a termine di una lunga e faticosa giornata di lavoro nei campi, dopo la mietitura o dopo la raccolta del tabacco che, a Martignano, un tempo era un’importante fonte di reddito.


Gli ingredienti di una tipica Insalata Grika: pomodori per insalate (preferibilmente il Morciano di Leuca); minunceddhe (meloncelle, preferibilmente quelle di San Donato); peperoni cornetti; cipolla bianca; peperoncino piccante; rucola selvatica; olive nere alla capasa (preferibilmente Celline di Nardò); capperi sott’aceto; origano; formaggio primo sale; olio d’oliva extravergine.

L’insalata grika rappresenta un mix di sostanze preziose per la nostra salute, un completo piatto unico che garantisce un apporto equilibrato di carboidrati, proteine, vitamine, sali minerali, sostanze antiossidanti e anticolesterolo che mettono al riparo dal rischio di carenze o eccessi nutritivi. Ha capacità antitumorale, previene infarti e malattie cardiovascolari, tiene sotto controllo la pressione, rafforza arterie e cuore, è un antimicrobico e favorisce la secrezione di succhi gastrici e la digestione.



Il menu della sagra


Accanto alla regina della Sagra, le associazioni proporranno le seguenti pietanze: la Salsiccia alla salentina cotta alla brace, i pezzetti di carne di cavallo al sugo di pomodoro, le costate di maiale alla brace, le purpette allu sugu russu, preparate dai volontari della pro Loco di Martignano; i maccheroni (pasta fatta in casa) al sugo di pomodoro fresco, le frise di grano ed orzo, le bruschette, condite in modo semplice con pomodoro fresco, olio e sale, o in modo completo con l’aggiunta di ricotta forte, acciughe, rucola, proposte dai volontari del Gruppo Gli Amici te lu Pauninu;

le classiche “pittule”, le servole, gli spumoni e i pasticciotti, proposti dai volontari del Gruppo Donatori di Sangue Fratres di Martignano; patatine fritte, i panzerotti di patate, la “mussakà” (specie di parmigiana a base di patate, carne tritata), la “pitta” (tipico sfornato di patate farcito con ingredienti poveri), preparate dalle mani esperte dei volontari del Club Salento Giallorosso.


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I Percorsi del Sacro a Melpignano

Un viaggio emozionante tra arte, fede e folklore, per riscoprire il senso profondo della tradizione pasquale

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Risuonano ancora una volta i canti di passione nella quiete senza tempo di Melpignano, scrigno d’arte e di storia nel cuore della Grecìa Salentina.

Un richiamo antico, un’eco di devozione che attraversa i secoli e torna a vibrare nei vicoli silenziosi del borgo, tra la pietra leccese e le memorie di un tempo in cui il sacro era linfa vitale della comunità.

Il 19 aprile, alla vigilia della Santa Pasqua, prende vita un nuovo capitolo de I Percorsi del Sacro, un viaggio emozionante tra arte, fede e folklore, per riscoprire il senso profondo della tradizione pasquale.

Un’esperienza che trascina indietro nel tempo, tra riti e racconti, aprendo le porte di antiche cappelle che custodiscono storie di devozione e speranza.

Un cammino guidato da Paola Russo, con partenza alle ore 16 dall’Info Point di via Roma 16 (prenotazione obbligatoria al 3277128024), che si snoda tra la Cappella dell’Assunzione della Vergine (la cui facciata del 1678 occulta in parte l’originaria cinquecentesca); la Cappella di San Rocco del 1760 con all’interno una tela che raffigura San Rocco, San Sebastiano, San Michele Arcangelo e S. Andrea d’Avellino; la Cappella di San Michele Arcangelo, che risale al 1741 e ha un altare sormontato dalla statua del Santo che uccide il drago e la Cappella della Madonna di Costantinopoli del 1735 con altare in pietra leccese e sopra la tela della Vergine invocata a protezione dall’invasione dei Turchi.

Piccoli scrigni di arte sacra che, per un giorno, si svelano agli occhi dei visitatori, illuminati dalla luce calda del pomeriggio salentino.

Ad accompagnare il cammino, le struggenti note del Centro di Cultura Popolare di Melpignano, con i cantori Salvatore Gervasi, Mariella Salierno e Letizia Gervasi.

Il viaggio musicale inizia con il toccante “Lamento di Maria”, prosegue con una serenata e il suggestivo “Tu Passiuna”in lingua grika, per poi culminare con una tarantella devozionale che celebra la fusione tra sacro e popolare.L’ultima tappa è nel suggestivo Palazzo Marchesale, dove la tradizione incontra il gusto: qui si racconta la preparazione della cuddhura, il dolce pasquale della rinascita, a base di farina, zucchero e uova sode preparato per il Sabato Santo, come fine del digiuno della Quaresima, realizzato dal forno Fior di Pane e offerto ai partecipanti. Un gesto simbolico che suggella un pomeriggio fatto di emozioni autentiche, di suoni e di sapori che parlano di un Salento profondo, custode di un’eredità culturale inestimabile.

I Percorsi del Sacro rientrano nel progetto “Melpignano promuove cultura”, voluto dall’Amministrazione Comunale guidata dalla sindaca Valentina Avantaggiato e realizzato in collaborazione con Vivarch, Associazione di Promozione Sociale pugliese, per valorizzare il borgo in ogni stagione dell’anno. Una Melpignano che, oltre il celebre Concertone della Notte della Taranta, si rivela nella sua essenza più intima e spirituale, conquistando il cuore di chi la vive e la scopre.

Un invito a perdersi tra pietre antiche e canti senza tempo, a lasciarsi avvolgere dalla magia di un rito che si rinnova, a riscoprire la bellezza della lentezza e della memoria.

I Percorsi del Sacro (19/4, h.16-19): passeggiata con guida e musicisti e una cuddhura da portare a casa. Costo 15 €; costo ridotto 10 € per minori di 14 anni, gratuito sotto i 6 anni.

Info Point Melpignano, via Roma 16, Melpignano (Le), tel. 3277128024, melpignanoinfopoint@gmail.com

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Tutto pronto per la Cuccagna della tradizione di Pasquale

Parteciperanno al torneo anche le compagini della squadra “I Matti” di Gubbio e “I Ghétt” di Colloro…

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Oggi a Lecce, si terrà la presentazione della IV edizione del torneo “Salento in Cima alla Cuccagna”, organizzato dalle Associazioni “Madonna di San Fili” di Monteroni, Pro Loco San Donato e Galugnano, “Rioni Collepassesi A.P.S.” di Collepasso, “Associazione Genitori Insieme” di Cocumola e Parrocchia Maria SS. Assunta di Sternatia. 

Interverranno ad illustrare i dettagli dell’iniziativa, che ripropone un antico rito tipico della tradizione pasquale, il presidente della Provincia, Stefano Minerva, il sindaco di Monteroni, Mariolina Pizzuto con il presidente dell’Associazione “Madonna di San Fili”, Antonio Quarta, il sindaco di Collepasso Laura Manta con Luigi Piscopo dell’Associazione “Rioni Collepassesi”, il sindaco di Minervino Antonio Marte con il rappresentante dell’Associazione “Genitori Insieme” di Cocumola Roberto Pagliaro, il sindaco di San Donato, Alessandro Quarta con il presidente della locale Pro Loco, Tommaso Grande ed il parroco della Chiesa Maria SS. Assunta di Sternatia, Don Vito Mangia.

Proposta per la prima volta nel 2019, la manifestazione “Salento in Cima alla Cuccagna” quest’anno vedrà il coinvolgimento di cinque Comuni. 

La tappa inaugurale del tour si terrà a San Donato lunedì 21 aprile, cui seguirà l’appuntamento con la festa della Madonna di San Fili, che si celebra martedì 22 aprile a Monteroni. Quindi, spazio agli altri appuntamenti di Sternatia (giovedì 24 aprile), Collepasso (venerdì 25 aprile) e Cocumola (sabato 26 aprile).

Parteciperanno al torneo anche le compagini della squadra “I Matti” di Gubbio e “I Ghétt” di Colloro. 

Infine, prevista la partecipazione dei più piccoli, che potranno cimentarsi con la scalata del “Palo della cuccagna per bambini e ragazzi”.

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A Ruffano aprile è devozione

Dal secolare Coro delle Pie Donne per il Venerdì Santo alle celebrazioni per la Madonna del Buon Consiglio, passando per l’attesissima Fiera di San Marco

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Aria di primavera, aria di festa. Ogni anno a Ruffano aprile fa rima con grande devozione. Nell’arco di pochi giorni si susseguono infatti le celebrazioni per San Marco, per la Madonna del Buon Consiglio anticipate quest’anno di appena pochi giorni, con la Santa Pasqua che ricorre ad aprile, da una ricorrenza speciale e secolare, quella del Coro delle Pie Donne del Venerdì Santo.

San Marco

Frutti di stagione, strumenti da lavoro, prodotti d’artigianato locale, bestiame e tanto altro. Questi i prodotti storicamente associati alla secolare Fiera di San Marco a Ruffano. Una delle più datate (probabilmente la più antica) fiere primaverili del basso Salento.

Venerdì 25 aprile anche quest’anno sarà il tanto atteso giorno della Fiera, che da sempre convoglia da tutta la provincia migliaia di fedeli, mossi anche dalla forte devozione verso il santo protettore dell’udito.

Il pellegrinaggio alla cripta ed al Santuario di San Marco, nel centro storico di Ruffano, è un passaggio imprescindibile prima di lasciarsi cullare da colori, odori e sapori dei numerosissimi stand che abbracciano per centinaia e centinaia di metri il centro abitato ruffanese.

Ma la festa di San Marco non è solo nella fiera. L’Arciconfraternita SS. Trinità e Carmine della Parrocchia di San Francesco d’Assisi cura il programma religioso che si apre con il triduo di preparazione, martedì 22 aprile, presso la chiesa di San Francesco. Gli orari: alle 18 il Rosario, alle 18e30 la santa messa e la preghiera al Santo.

Il giorno della vigilia, giovedì 24, a margine del Rosario e della funzione, la traslazione dell’immagine del Santo martire ed evangelista in processione dalla chiesa di San Francesco alla chiesa del Carmine. Per l’occasione, la chiesa del Carmine (che si colloca sulla cripta di San Marco) sarà aperta ai visitatori: ricordiamo che nel 2023, nel corso di lavori di restauro tuttora in fase di realizzazione, vi sono stati scoperti degli affreschi secolari, di cui si era persa memoria.

Le celebrazioni religiose prevedono poi per il giorno del santo, venerdì 25, le messe all’aperto (meteo permettendo) nell’area antistante il Santuario di San Marco. Gli orari: alle 8, alle 9, alle 10, alle 11, alle 17e30. Chiude la solenne celebrazione con predicazione alle 19.

La Madonna del Buon Consiglio

Il legame di Ruffano alla Madonna del Buon Consiglio è frutto di un miracolo, ed anche delle celebrazioni in onore di San Marco. Era il 1467 quando, durante il vespro in onore proprio del Santo Evangelista, su una parete della chiesa all’epoca in via di costruzione, apparve la Madonna conosciuta anche come la Signora di Scutari, o Signora degli Albanesi, che aveva lasciato la sua terra invasa dai Turchi. La tela presente oggi nella chiesa del Buon Consiglio raffigura proprio il prodigio del viaggio, compiuto dall’icona della Madonna portata in volo dagli Angeli.

La Confraternita della Madonna del Buon Consiglio e SS. Sacramento, della Parrocchia Natività Beata Maria Vergine, ha previsto anche quest’anno celebrazioni sia di natura religiosa che civile.

Da martedì 22 a giovedì 24 aprile triduo e solenni quarantore eucaristiche. Alle 7e30 lodi, santa messa ed esposizione del SS. Sacramento. Alle 12 ora media e reposizione. Alle 15 nuova esposizione e alle 18e15 santo rosario. Alle 18e45 vespri e benedizione eucaristica. Alle 19 la santa messa.

Sabato 26 giorno della festa si apre alle 7e30 con la prima della messe in Confraternita. La successiva è alle 9. Alle 18e30 la solenne processione accompagnata dal concerto bandistico “Città di Francavilla Fontana”. Al rientro, celebrazione eucaristica in Chiesa Madre presieduta da Mons. Bruno Musarò, emerito Nunzio Apostolico. Lunedì 28 la traslazione del Simulacro (sin qui rimasto in Chiesa Madre) presso la Confraternita, con santa messa di ringraziamento.

Il programma civile invece si concentra in due giornate.

Venerdì 25 alle ore 21, in piazza del Popolo, il concerto dei “Black out”. Sabato 26 dopo la santa messa spettacolo pirotecnico e, alle 21, in piazza del Popolo, il concerto musicale municipale “Città di Francavilla Fontana”, diretto da Ermir Krantja, Maestro cittadino onorario francavillese e originario di Tirana (a suggellare il ponte tra Italia e Albania aperto dalla Vergine).

Il Coro delle Pie Donne

A Ruffano i riti della Settimana Santa hanno origini antichissime e rappresentano un intreccio di fede, storia e tradizione che raggiunge il suo apice nel Venerdì Santo, con la Solenne Processione. I confratelli incappucciati, coronati di spine, scalzi e con i simboli della penitenza: le discipline e le pisare. Lungo le strade del paese risuonano gli antichi inni, composti per le Confraternite ruffanesi. Il più struggente e solenne è “O genti che passate”, un lamento che accompagna la processione di Gesù Morto e che scuote gli animi di chi lo ascolta.
A intonarlo insieme alla banda è il grande “
Coro delle Pie Donne”, oltre 100 voci femminili che custodiscono e tramandano una tradizione secolare. Vestite di nero, con il capo velato in segno di lutto, non solo narrano la Passione di Cristo, ma si fanno eco di un dolore universale, dando voce alle sofferenze del mondo. In origine, ogni Confraternita aveva il proprio coro, poi unificato per rendere questa esecuzione ancora più potente e corale.
Per molti anni, queste donne non hanno avuto piena consapevolezza di essere le
custodi di un’antichissima tradizione orale. Cantavano perché così si era sempre fatto, incoscienti di tramandare un patrimonio culturale unico. È un’usanza antica, autentica, che ha resistito ai cambiamenti e oggi si rinnova grazie alla partecipazione sempre più sentita delle nuove generazioni. Ancora oggi, infatti, il coro è un simbolo identitario di Ruffano, unico nella sua storicità e profondamente radicato nella comunità. Non si tratta di una semplice esecuzione, ma di un canto dell’anima, tramandato di madre in figlia, che continua a rendere il Venerdì Santo un momento di intensa e irripetibile suggestione.
Il coro delle donne è il protagonista soprattutto dell’inizio e della conclusione della processione, quando l’Addolorata ritrova il figlio morto e quando dovrà darne l’ultimo saluto. Un momento struggente e di grande preghiera grazie al canto eseguito insieme alla banda.

Venerdì 18 aprile alle 21:30 ci sarà la partenza dell’Addolorata dalla Chiesa di San Francesco, in Piazza Libertà.
In Piazza Nazario Sauro l’accoglienza del Cristo Morto, con esecuzione dell’Inno dalle Pie Donne e inizio della Solenne Processione.
Al rientro (attorno alla mezzanotte), sosta in Chiesa Madre con predicazione e Benedizione Solenne. Segue il tradizionale “Saluto” tra il Cristo e la Vergine e rientro dei simulacri nelle proprie Confraternite.

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