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Approfondimenti

La Natività paese per paese

In giro per Presepi: la guida delle rappresentazioni della Natività nel Salento

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Vademecum per conoscere tutti Presepi nel Salento: paese per paese la guida delle rappresentazioni sceniche con giorni di apertura ed orari utili per chi volesse visitarli






ACQUARICA DEL CAPO: Chiesetta San Donato, Presepe Artistico di Antonio Occhilupo; inaugurazione e benedizione parroco sabato 20 alle 18; aperto fino al 6 gennaio dalle 17 alle 20 (nei giorni festivi dalle 16 alle 21)


ALLISTE: Presepe Vivente, inaugurazione Notte di Natale, aperto nei giorni 25,26 e 28 dicembre, 1, 4 e 6 gennaio dalle 18 alle 21,30; Presepe Rupestre dei Pupi Bianchi sulla Serra, aperto tutti i giorni del periodo natalizio


CALIMERA: Museo di Storia Naturale, Presepe Vivente con gli animali, apertura la domenica dalle 10,30 alle 16


CASTRO: Borgo Medievale, Natale Medievale, Natale in Contea, rievocazione storica 25 e 26 dicembre, 1° e 6 gennaio (in caso di maltempo il 25 o il 26 dicembre si svolgerà il 28; in caso di pioggia il 1° gennaio si svolgerà il 4)


CAPRARICA DI LECCE: Serra Galugnano,terza edizione Presepe Vivente all’interno della sezione naturalistica e della civiltà contadina di Kalòs, l’archeodromo del Salento; giorni di apertura 25, 26, 27, 28 dicembre, 1, 4, 6 gennaio dalle 17 alle  21,30


CASARANO: Palazzo D’Elia, Mostra Concorso Natale è Presepe, apertura 25 e 26 dicembre e 1 e 6 gennaio; premiazione domenica 11 gennaio


CERFIGNANO (S. Cesarea T.): Presepe Vivente, apertura 25 e 26 dicembre, 1° e 6 gennaio, dalle 17 alle 20,30.


CORSANO: Località Pozze, Il Presepe Vissuto, giorni di apertura il 23 (l’attesa), il 25, 28 dicembre e il 1° e 6 gennaio dalle 17 alle 20,30


CURSI: Presepilandia, nelle chiese del paese saranno allestite le rappresentazioni della Natività e, nel Convento Agostiniano, mostra di Presepi; il pubblico potrà visitare le quattro chiese dal 25 al 28 dicembre, a Capodanno e dal 4 al 6 gennaio, tra le 17 alle 21,30


DISO: Presepe Artistico in miniatura, mercoledì 24 dicembre, inaugurazione con messa e benedizione del parroco don Adelino Martella; il Presepe si potrà visitare tutti i giorni dalle 8 alle 24


GEMINI (Ugento): Nel centro abitato la nona edizione Presepe Vivente Geminiano; è aperto dalle 17,30 alle 21 del 25, 26 e 28 dicembre e dell’1 e 6 gennaio


MAGLIE: Presepe Vivente in via Orfanotrofio, aperto il 25, 26 e 28 dicembre e il 1°, 4 e 6 gennaio, dalle 17,30 alle 21,30


MARTANO: Presepe Artistico nel Monastero di Santa Maria della Consolazione si può visitare tutti i giorni, dalle 8,15 alle 12 e dalle 15 alle 18,15 (la domenica e i giorni di Natale e dell’Epifania dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19)


MATINO: Centro storico, Presepe Vivente, aperto nei giorni 26 e 28 dicembre e 1° e 6 gennaio dalle 18,30 alle 21,30


NARDÒ: Centro storico, Presepe Vivente, aperto nei giorni 25, 26 e 28 dicembre e 1° e 6 gennaio dalle 18 alle 21


NEVIANO: Centro storico, Presepe Vivente, aperto nei giorni 25, 26 e 28 dicembre e 1° e 6 gennaio


NOHA (Galatina): Presepe Vivente, aperto nei giorni 25, 26 e 28 dicembre e 1°, 4 e 6 gennaio, dalle 16 alle 22,30


NOVOLI: Presso la chiesetta dell’ex Asilo Tarantini di via Lecce, Presepe artistico in movimento, di Raffaele e Massimiliano Vetrugno, visitabile ogni giorno fino al 3 febbraio, dalle 17 alle 20,30 (nei festivi dalle 16,30 alle 21)


ORTELLE: In Piazza San Giorgio ed a Vignacastrisi, in Piazza Umberto I, Torre dell’Orologio, i Presepi disegnati dai bambini della Scuola elementare media (fino al 6 gennaio)


PALMARIGGI: Insenatura naturale di Porto Badisco “Tajate”, domenica 21 dicembre, alle 16,30, quinta rappresentazione della Natività Subacquea organizzata dal Gruppo Sommozzatori dell’A.V. Protezione Civile Palmariggi.


RUFFANO: Centro storico, Presepe Vivente, aperto nei giorni 26 e 28 dicembre e 4 e 6 gennaio, dalle 16 alle 19


SANARICA: Conce Sant’Angelo, Presepe Vivente, aperto nei giorni 25, 26 e 28 dicembre e 1°, 4 e 6 gennaio, dalle 17,15 alle 20,15


SOLETO: Antico giardino convenutale, Presepe di San Francesco, visitabile nei giorni 21, 25, 26 e 28 dicembre e l’1, 4 e 6 gennaio, sempre dalle 16 alle 21


SPECCHIA: Centro storico, settima edizione del Presepe Vivente nel Borgo Antico; giorni d’apertura 25, 26 e 28 dicembre e il 1° e 6 gennaio dalle 17,30 alle 21,30


SPONGANO: Palazzo Bacile, Presepe Vivente, aperto nei giorni 25 dicembre e 1° e 4 gennaio, dalle 17,30 alle 21 e il giorno dell’Epifania dalle 16 alle 21


TAURISANO: Ex Manifattura Palazzo Ponzi, Presepe Vivente dei giovani, aperto nei giorni 25 e 28 dicembre e 1° e 6 gennai


TORREPADULI (Ruffano): Palazzo Pasanisi, XII edizione del Presepe Vivente dell’Associazione Anziani “Ettore Pasanisi”, aperto nei giorni 25, 26 e 28 dicembre e 1, 4 e 6 gennaio, dalle 17 alle 20,30


TRICASE: Monte Orco, Presepe Vivente aperto nei giorni 25, 28 e 30 dicembre e 1, 3, 5 e 6 gennaio, dalle 17 alle 20,30


VASTE (Poggiardo): Borgo Antico, sabato 27 dicembre, dalle 17, Natale in Porta Terra, Presepe Vivente e Mercatino


VIGNACASTRISI (Ortelle): Presepe Vivente, inaugurazione mercoledì 24, aperto nei giorni 25 e 26 dicembre e 1° e 6 gennaio dalle 17,30 alle 21


Approfondimenti

Mesciu Pippi, custode dell’arte edilizia

Al secolo Raimondo Giuseppe Marra, nato nel 1943 a Montesano Salentino, considerato un custode della lavorazione tradizionale e un vero e proprio maestro delle volte a stella, a squadro e a botte

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In nostro approfondimento sulla tradizione del costruire salentino si chiude con una figura storica dell’edilizia salentina.

I più attempati si ricorderanno certamente di Mesciu Pippi.

Al secolo Raimondo Giuseppe Marra, nato nel 1943 a Montesano Salentino, anche se all’anagrafe risulta Miggiano, di cui il suo paese, all’epoca, era ancora frazione. A 15 anni iniziò a lavorare in cantiere e, da allora, l’arte edile è diventata la sua vita.

Tanto da essere considerato un custode della lavorazione tradizionale e un vero e proprio maestro delle volte a stella, a squadro e a botte.

La sua storia è riportata nel libro “Il cantiere edile come biografia e memoria”, scritto dall’architetto Venanzio Marra, figlio di Raimondo Giuseppe.

Mesciu Pippi cita il suo maestro: «È stato Donato De Matteis, un abile costruttore di Montesano. Poi ho avuto tanti altri maestri, tra cui Ippazio Morciano, mesciu Pati, di Tiggiano. Dopo aver lavorato con lui, nel 1973, ho dato vita alla mia attività».

Nonostante sul finire degli anni 70 stesse cambiando il modo di costruire passando dalle strutture interamente in muratura, con copertura a volta, ai sistemi in cemento armato, con le strutture puntiformi e i solai, Mesciu Pippi è rimasto legato alla tradizione: «Il passaggio dalle costruzioni tradizionali a quelle moderne non è stato indolore. Il cantiere tradizionale veniva sostituito da un cantiere in cui l’esecuzione delle opere diveniva più veloce, aumentava la standardizzazione della componentistica edile. Ma spesso si perdeva parte della sapienza costruttiva e le maestranze diventavano sempre più dequalificate. Sin dal 1975, quando capitava di demolire una volta (per esempio a stella) per costruire una struttura moderna con i solai piani, pensavo che i nuovi edifici non sarebbero durati così a lungo. Insomma, si demolivano strutture fatte ad arte per sostituirle con altre che non davano la stessa garanzia».

PER L’INTERVENTO DEL CONSERVATORE – RESTAURATORE GIUSEPPE MARIA COSTANTINI CLICCA QUI

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PER APPROFONDIRE SU MURETTI A SECCO E PAJARE CLICCA QUI

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Muretti a Secco e Pajare

Costruire salentino: Dario Damiano Profico di Gagliano del Capo “riporta in vita” le pietre

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Con Dario Damiano Profico di Gagliano del Capo siamo al quarto capitolo del nostro approfondimento sulla tradizione dell’edilizia salentina (dopo l’intervento del Conservatore-Restauratore Giuseppe Maria Costantini, il Coccio Pesto e le Cementine e le Volte a Stella)

Dario ha fatto della sua passione un lavoro.

Da quasi 25 anni la sua mission è restaurare muretti a secco e pajare che, ipse dixit, «ricostruisco com’erano all’origine».

Anche Dario conferma che la «richiesta di lavori tradizionali è alta sia perché il risultato è indubbiamente bello da vedere sia perché, per questo tipo di lavori, ci sono possibilità di accedere a specifici finanziamenti. Il ripristino dei muretti a secco, in modo particolare, è molto richiesto».

Qual è in particolare il tuo lavoro?

«Riportare il tutto com’era un tempo con lo stesso tipo di lavorazione. Da non confondere con ciò che fanno taluni, utilizzando metodi non indigeni che danno un risultato finale diverso rispetto a quello che erano i muretti a secco originali del Salento, rovinandone peraltro l’estetica».

In particolare, a cosa ti riferisci?

«All’utilizzo del calcestruzzo e al mancato utilizzo della terracotta. Sia per le pajare che per i muretti ci tengo farli “a secco”, proprio come si faceva una volta. Per questo chiedo che le pietre non mi arrivino spaccate, ma esattamente come sono state scavate. In modo che io possa dare consistenza al tutto con le pietre grosse, senza utilizzare il cemento».

Il cemento non lo utilizzi affatto?

«Tendo a farne a meno. In qualche occasione sono costretto a farlo perché il committente vuol farci passare la corrente elettrica. Così, per evitare i crolli e cautelare i tubi, uso il calcestruzzo in tre strati: base, centrale e superiore perché ci metto il cordone finale a forma di “A”, per scaricare il peso al centro del muro e dare solidità a tutta la struttura».

Veniamo ai costi. Per un muretto a secco qual è il costo medio?

«Si parte da 35 euro fino ad arrivare a 90 euro a metro lineare. Dipende dalla richiesta. C’è chi vuole un muretto praticamente liscio, a fuga chiusa: in questo caso, la lavorazione richiede maggiori tempi e maggiori costi. Se uno vuole un muro che sia “uno specchio”, senza fughe, vuol dire che la pietra andrà lavorata nel minimo dettaglio e quindi il prezzo sarà più alto. Se, invece, si preferisce il metodo originale, con il minimo utilizzo del martello sulla pietra grezza locale, il costo scende».

E per le pajare? Se, ad esempio, dovessi rimetterne in piedi una di 50 metri quadri?

«Per una pajara di 50 mq, compresi gli esterni (si calcola così, NdR), occorreranno in media 8mila euro, sempre ricostruendola esattamente come era una volta, ovviamente tutta a secco».

Pajare riportate all’origine tranne che per un particolare: «Nel ricostruirla alzo l’apertura fino a due metri, due metri e 15 centimetri, perché in origine l’ingresso alla pajara era molto basso e quindi scomodo»

Qualche tempo fa Dario Profico ha fatto capolino su Rai 3:

«Erano affascinati dalla nostra storia, anche abitativa. Qualche volta è necessario che arrivino da fuori Salento per ricordarci ciò che abbiamo. Non sarebbe male stessimo più attenti a quelle che sono le nostre tradizioni».

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Volte a Stella

Costruire salentino: Donato Marra di Tricase specialista del sistema di copertura a volta

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Dopo l’introduzione storica del Conservatore-Restauratore Giuseppe Maria Costantini e il capitolo dedicato a Coccio Pesto e Cementine, (seguirà quello sul Muretti a Secco e Pajare) il nostro approfondimento prosegue con Donato Marra, imprenditore edile, 59 anni di Tricase, specialista in Volte a Stella.

Da quanti anni fa questo mestiere?

«L’azienda personale esiste da circa trent’anni, ma la prima esperienza risale a quando, adolescente, ho iniziato a lavorare con mio padre, presso la sua impresa di costruzioni.  Mio padre è stato il mio mentore e maestro, un gran maestro. È lui che mi ha “iniziato” e insegnato a creare l’arte delle antiche costruzioni, delle volte antiche, quelle storiche che si possono ammirare in Salento in tante costruzioni nobiliari».

È un dato di fatto: lo stile “salentino”, volte a stella, muretti, ecc.. è sempre più richiesto. Le risulta?

«È vero, le volte, le costruzioni tipiche salentine sono sempre più richieste. Per parte mia, una volta appresa la bellezza dell’arte salentina, ho voluto metterla a frutto: tutto quello che mi avevano insegnato l’ho restituito creando e consegnando bellezza nelle mani dei clienti. Vorrei aggiungere, però, che spesso l’eccessivo costo di queste costruzioni non è alla portata e per la tasca di tutti. Inoltre, la terra del Capo di Leuca è piena di vincoli e questo non permette di costruire molte case tipiche in campagna».

Considerata la sua esperienza, cosa le chiede maggiormente la sua clientela?

«Devo dire che sono tante le ristrutturazioni che effettuiamo, anche grazie all’arrivo dei tanti stranieri che comprano in Salento. Loro, per fortuna, sono molto attenti al recupero ed alla ristrutturazione di case, masserie o ville antiche: desiderano soprattutto che i lavori vengano eseguiti con una fedeltà all’antico maniacale e che sempre sia più vicina alla costruzione che è stata, e, aggiungo, questo è un bene per noi e per il nostro Salento».

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