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La Signora del Mare ad Otranto e Tricase

La goletta Oloferne nel Salento: sarà ad Otranto venerdì 2 febbraio e nel Porto Museo di Tricase sabato 3 e domenica 4 febbraio: visite guidate e laboratori didattici

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La goletta Oloferne nel Salento: sarà ad Otranto venerdì 2 febbraio e nel Porto Museo di Tricase sabato 3 e domenica 4 febbraio.


Lunga 23 metri ft, larga 4, 50 metri con opera viva a fasciame tradizionale in quercia,opera morta in quercia e teak, ponte in teak. Dislocamento: 40 tonnellate. Velatura: 2 rande auriche, trinchetta e fiocco per circa 200 mq. è una barca da lavoro costruita a Messina nel 1944  dal maestro d’ascia Nicola Russo. Dalla metà degli anni Quaranta fino agli inizi dei Sessanta la barca fa la spola tra la Sicilia e le isole minori, Ustica, le Eolie, trasportando merci e persone. Negli anni Sessanta passa a un professionista parlermitano che la trasforma in barca da diporto. Viene rifattoil piano velico, ampliata la sezione di deriva. Alla fine degli anni Sessanta un comandante spezzino la rileva e la porta nel golfo dei Poeti e la utilizza per attività varie: brevi crociere turistiche lungo costa, abitazione galleggiante e persino location cinematografica. Negli anni Settanta diventa infatti per qualche giorno il set de Il conte di Montecristo, film di David Greene con un cast di primordine, Tony Curtis, Richard Chamberlain e Taryn Power.


La bella goletta attira l’attenzione di Albino Buticchi, imprenditore del petrolio e per tre anni presidente del Milan, che l’acquista per utilizzarla come barca da crociera. Albino Buticchi è il padre del famosco scrittore Marco Buticchi, autore di bei romanzi di avventura e di mare. La barca passa ancora di mano da un privato all’altro. viene restaurata in Sardegna e poi lasciata in disarmo nel porto di Genova fino a quando alla fine degli anni Ottanta viene acquistata da un’associazione sportiva di Como che la utilizza per corsi di vela tradizionale. Nel 1995/96 viene utilizzata dal WWF per il monitoraggio dell’ambiente marino e delle coste italiane.


Alla fine degli Novanta il Museo della Scienza e della tecnologia di Milano la individua come possibile barca-scuola nell’ambito del progetto di sviluppo del padiglione del mare e ne affida la gestione alla Nave di Carta, associazione costituita nel 1998 da un gruppo di appassionati di marineria tradizionale che promuovono progetti di diffusione della cultura del mare e della navigazione come strumento educativo e di inclusione sociale. Il progetto del Museo milanese segna una battuta d’arresto e viene ridimensionato ma ormai la goletta è diventata il simbolo della Nave di Carta. I soci decidono di continuare le attività direttamente destinandola alle attività educative e di vela solidale e nel 2001 la barca diventa ufficialmente l’ammiraglia della Nave di Carta.


Per la vecchia signora del mare è l’inizio di una nuova vita: dal 1998 a oggi sono oltre seimila le persone che hanno navigato su Oloferne. Ragazzi, diversamente abili, carcerati, minori affidati alla Giustizia, malati psichici, tossicodipendenti, o semplicemente persone che per la prima volta si sono avvicinate al mare.


Nel 2006, nella Base Navale della Marina Militare della Spezia viene sottoposta a un radicale restauro sotto la guida del maestro d’ascia Aurelio Martuscelli.


Rappresenta un prezioso reperto della tradizione marinara italiana ed oggi è attrezzata a barca-scuola: un ampio quadrato per le lezioni, una camerata aperta con 10 posti letto per gli allievi.


AD OTRANTO


Venerdì 2 al Pontile dell’Assonautica dalle 10, dopo il saluto delle autorità le Visite guidate e laboratori didattici a bordo della goletta.


Al Museo su Ecologia degli ecosistemi mediterranei di Punta Palascia, dalle 11 alle 17, “Immergiamoci nel blu alla scoperta della costa Otranto-Leuca. Ascoltiamo i suoni della natura”; visione di filmati ed installazione di sound-recorder.






A TRICASE


Presso la Banchina Ovest, dalle 9 alle 13 di sabato 3, le scuole della città potranno salire a bordo e visitare le due mostre fotografiche che viaggiano sulla goletta: una sulla storia della marineria italiana dall’antichità a oggi e l’altra sui menu della Regia Marina dal 1892 al 1942 (curata da A.N.M.I Associazione Nazionale Marinai d’Italia).


Inoltre, potranno partecipare alle attività giornaliere organizzate dall’equipaggio (prenotazione obbligatoria).


Alle 15 visite guidate della goletta Oloferne e laboratori didattici (per adulti e ragazzi) a cura dell’equipaggio di Oloferne e del veliero della Città di Tricase, Portus Veneris.


Alle 19 alle  presso l’Avamposto Mare, presentazione del programma di cooperazione territoriale tra la Grecia e l’Italia Muse, co-finanziato dall’Unione Europea. Il Porto Museo di Tricase continua ad investire in cultura e natura avvalendosi del contributo delle mitologiche figlie di Zeus, preposte all’Arte in ogni campo, rappresentanti l’eterna magnificenza del divino.


Prenotazioni e info: 347 781 0605 e 392 974 7982


Domenica 4, dalle 10 alle 13, ancora presso la Banchina Ovest, visite guidate della goletta Oloferne e laboratori didattici (per adulti e ragazzi) a cura dell’equipaggio di Oloferne e del veliero della Città di Tricase, Portus Ventris.


Alle 16 (La Rena e Le Sette Bocche), presentazione del libroNodi, intrichi comprensibili” di Monica Martella e Andrea Maggiori (Marco Valerio Editore). La grande passione per i nodi e le cime in generale ha spinto il ligure Andrea Maggiori e la pugliese Monica Martella, notissimi esperti riconosciuti a livello internazionale, a porsi la domanda se vi fosse ancora spazio per la pubblicazione di un ulteriore libro sull’argomento. In “Nodi, intrichi comprensibili”, si mettono in chiaro i concetti basilari relativi ai materiali e alle varie tecniche di commettitura delle cime e confezionamento dei nodi.


Alle 16 (La Rena e Le Sette Bocche), Pupiddhata: i pescatori del Porto Museo di Tricase vogliono salutare l’equipaggio della goletta Oloferne con una grande frittura di zerri (pupiddhi), accompagnata da altre  provvidenze  e da  ottimo vino  del  Salento, augurando Buon Vento al Museo Navigante. In collaborazione con il Cantiere del Gusto (prenotazione obbligatoria).


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Master in gastronomie territoriali sostenibili a Melpignano

Lo scopo è quello di formare figure professionali capaci di affrontare le grandi sfide del nostro tempo. Inaugurazione domani (ore 17,30), presso l’Auditorium di Palazzo Marchesale

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Tradizione come rigenerazione.

Si è soliti associare, anche nel settore agroalimentare, la tradizione al passato, l’innovazione al futuro.

Ma è un errore.

In realtà, la tradizione è proprio ciò che sostiene la vita e il suo impulso ad andare avanti, rigenerandosi continuamente.

Proprio per evitare di alimentare una retorica vuota del concetto di tradizione, è necessario non vederla come un passato da conservare ma, piuttosto, come il presente da cui sempre sgorga il futuro.

Questo il tema del dibattito che, nel pomeriggio di domani, venerdì 9 maggio, accompagnerà l’inaugurazione ufficiale del Master universitario di primo livello in “Gastronomie territoriali sostenibili e food policies” di Melpignano. 

Un percorso unico sul territorio che forma i protagonisti del cambiamento nel mondo dell’alimentazione e della sostenibilità, nato da un’idea dell’amministrazione comunale di Melpignano e realizzato in collaborazione con l’Università del Salento, l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Slow Food Italia e l’associazione Està.

Un’opportunità importante per i 25 partecipanti (laureati di ogni disciplina) che potranno partecipare alla seconda edizione del Master, senza alcun costo, grazie ai finanziamenti ottenuti con il bando Borghi vinto dal Comune di Melpignano insieme ai partner di progetto e si specializzeranno nel settore agroalimentare con un approccio sostenibile, acquisendo le competenze essenziali nella pianificazione e nel management dei sistemi alimentari, utilizzando strumenti di regolamentazione e gestione per creare attività di ristorazione pubblica a filiera corta e promuovendo la cultura gastronomica come leva per una ristorazione di qualità e un turismo sostenibile.

A partire dalle 17,30, presso l’Auditorium del Palazzo Marchesale di Melpignano, dopo i saluti della sindaca Valentina Avantaggiato, seguiranno quelli del rettore di Unisalento, prof. Fabio Pollice e del rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, prof. Nicola Perullo.

A partire dalle 18, poi, si alterneranno gli interventi del direttore del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali di Unisalento, prof. Mariano Longo, del direttore del Master, prof. Angelo Salento, del rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Prof. Nicola Perullo: «Il concetto di ‘tradizione’ viene oggi spesso equivocato. Da una parte, la si intende come mera conservazione nostalgica, passatismo ideologico e immobilismo; dall’altra, la si intende come l’opposto dell’innovazione, della spinta all’evoluzione e al cambiamento. Entrambe queste concezioni della tradizione sono sbagliate, perché la tradizione è un processo dinamico. La tradizione è ciò che è stato trasmesso a noi dai predecessori, ma come in una staffetta: noi prendiamo da loro il testimone e lo portiamo avanti, e questo è il meccanismo alla base di ogni ricerca e di ogni innovazione».

Un’impostazione didattica di 296 ore che prevede attività in presenza il venerdì e il sabato. Il programma si articola in tre moduli fondamentali: il primo “Storia, Cultura e Paesaggi dell’Identità Gastronomica Italiana; il secondo su “Prodotti e Filiere di Qualità e il terzo sulla “Progettazione Territoriale e Food Policies, con focus sulla sociologia del turismo sostenibile, i sistemi alimentari urbani e territoriali.

Offre 60 CFU e 1500 ore di formazione, alternando lezioni frontali, laboratori e seminari all’interno del Palazzo Marchesale di Melpignano, stage e viaggi didattici sul territorio con un project work finale. Un’opportunità formativa che garantisce un doppio riconoscimento accademico da parte di UniSalento e UNISG di Pollenzo.

«Si rafforza la collaborazione tra profondo Sud e profondo Nord per investire sulla formazione, sul cibo che è politica, trasformazione del territorio, costruzione di benessere diffuso, di tutela del paesaggio, di pianificazione e governance territoriale e lo si fa creando le migliori alleanze tra comuni ai margini del territorio con università di eccellenza sulla materia», afferma la sindaca di Melpignano Valentina Avantaggiato.

Ed è proprio questa la missione del Master: formare figure professionali capaci di affrontare le grandi sfide del nostro tempo.

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Appuntamenti

Attraversare i confini. Dialoghi sulla contemporaneità a Marina Serra

Dal 10 maggio, ogni sabato, dalle 18 alle 20, al Celacanto, cinque appuntamenti con esperti e docenti universitari per esplorare i nodi della contemporaneità

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Attraversare i confini per superare i recinti di carattere individuale e culturale e riconoscersi appartenenti a un’unica “comunità di destino”: la comunità umana.

È questo il senso profondo e la finalità del percorso “dialoghi sulla contemporaneità“: fornire ai partecipanti una comprensione delle dinamiche e delle implicazioni culturali, socio-economiche e politico-istituzionali che contraddistinguono il contesto globale, nazionale e locale.

Allo stesso tempo si vuole favorire la conoscenza, il dialogo e il confronto tra i partecipanti per educarsi a immaginare insieme soluzioni condivise alle dinamiche sociali e politiche.

E si vuole incoraggiare l’impegno nelle pratiche di cittadinanza del territorio.

Dal 10 maggio al 7 giugno, cinque appuntamenti con esperti e docenti universitari per esplorare i nodi della contemporaneità: Mediterraneo e identità culturali, nuovi nazionalismi, razzismo e suprematismo, l’impatto dell’Intelligenza Artificiale sulla percezione della realtà, fino al linguaggio bellico e alle guerre reali.

Un percorso aperto a tutti, volto a rafforzare la consapevolezza democratica e la capacità di leggere la complessità del presente con spirito critico e passione civile.

«Viviamo un momento storico in cui avvertiamo che il mondo può diventare qualcosa di diverso dalla realtà fin qui conosciuta, ma quello che ci domina è l’incertezza rispetto alla direzione che prenderà e l’impotenza ad agire su di essa» ha dichiarato Carmine Zocco, ideatore della rassegna.

Dalla sua esperienza come professore di tante giovani generazioni, è proprio ai giovani che guarda: «La sensazione di sentirci impreparati e disarmati non riguarda soltanto le grandi minacce epocali come le pandemie e l’irruzione prepotente di scenari di guerra nel cuore e alle porte dell’Europa. Si riscontra in modo sempre più diffuso tra i giovani un nuovo elemento di tormento: “l’angoscia climatica”. Gli stessi attivisti di Nuova Generazione ammettono di essere “angosciati per il futuro”. E l’angoscia li priva del futuro, avvertito come “una minaccia e non come una promessa” (M. Benasayag)».

Angoscia e democrazia sono incompatibili.

La democrazia può progredire in modo sano e forte all’interno di un’atmosfera di riconciliazione e di dialogo. Chi assolutizza la propria opinione e non porge ascolto agli altri apre la strada al fanatismo e ai fondamentalismi.

L’angoscia è uno strumento di dominio molto diffuso. Rende ubbidienti e ricattabili.

In un clima dominato dall’angoscia le persone non si fidano più di esprimere liberamente la loro opinione, e questo avviene proprio per il timore di essere repressi.

Perché, come scrive Byung-Chul Han, 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐮𝐧𝐚 𝐝𝐞𝐦𝐨𝐜𝐫𝐚𝐳𝐢𝐚 𝐚𝐛𝐢𝐭𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐩𝐞𝐫𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐩𝐮𝐨̀ 𝐫𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐫𝐢𝐯𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐧𝐠𝐨𝐬𝐜𝐢𝐚 𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐨𝐝𝐢𝐨.

CALENDARIO DEGLI INCONTRI

Mediterraneo, crocevia di culture

10 maggioProf. Franco Chiarello già Docente dell’Università di Bari su La scomparsa della realtà nell’era dei social media e dell’AI

17 maggioProf. Luigi Spedicato di Unisalento su Diversi/Uguali: razzismo e suprematismo

24 maggioProf. Fabio Ciracì di Unisalento su

L’Europa e i nuovi nazionalismi

17 maggioProf. Daniele Stasi dell’Università di Foggia su “Parole armatee guerre reali

7 giugnoProf.ssa Alessandra Beccarisi dell’Università di Foggia

Per tutti gli incontri l’ingresso è libero.

Organizzazione a cura di Cantiere Civico e Liquilab, con la collaborazione di Osservatorio Civico.

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Appuntamenti

Lavoro, formazione, territorio: a Gallipoli il cantiere delle opportunità per il Salento

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Il cambiamento non si attende: si costruisce. È con questa convinzione che prende il via “Opportunit@’ in Movimento”, un percorso di co-progettazione nato per affrontare con strumenti concreti le sfide sociali ed economiche del Salento. Una terra ricca di potenzialità, ma segnata da un’elevata disoccupazione giovanile, dalla frammentazione delle politiche di sviluppo e da un’economia troppo dipendente dalla stagionalità turistica.

Promossa da Mediterranea – Associazione per lo Sviluppo Locale apsin collaborazione con Destinazione Salento – Associazione di Operatori Turistici, con il patrocinio della Provincia di Lecce, l’iniziativa si inserisce nel progetto “Opportunit@’ – Interconnessioni per lo sviluppo di una comunità educante”. Il primo appuntamento si terrà venerdì 9 maggio 2025 alle ore 15:00, presso l’I.I.S.S. “A. Vespucci” di Gallipoli: un tavolo di co-progettazione aperto a enti pubblici, imprese, scuole, università, associazioni di categoria e realtà del terzo settore. L’obiettivo è quello di attivare una collaborazione strutturata tra i diversi attori del territorio per dar vita a politiche del lavoro realmente generative, capaci di trattenere i giovani, innovare l’economia e costruire sviluppo a partire dalla partecipazione.

Interverranno: Sebastiano Leo, assessore regionale alla Formazione e al Lavoro; Stefano Minerva, presidente della Provincia di Lecce; Paola Apollonio, dirigente scolastico I.I.S.S. “A. Vespucci”.

Nel corso dell’incontro saranno presentati i risultati preliminari dell’Indagine sull’inserimento lavorativo dei giovani nel settore turistico e sulla destagionalizzazione del lavoro in Salento, realizzata in collaborazione con le imprese locali. Uno strumento essenziale per leggere il presente e progettare il futuro con consapevolezza. Il tavolo si chiuderà con la redazione di un documento di sintesi e la prima bozza del “Patto per il Lavoro – Area Metropolitana Salento”, da proporre a decisori pubblici e istituzioni. Un patto che vuole essere più di un documento: un impegno collettivo a creare nuove opportunità di lavoro, a promuovere l’equità sociale e a costruire un futuro più giusto e sostenibile per il territorio

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