Appuntamenti
Otranto per Maria Corti
Il 15 e 16 giugno il Festival. Letteratura e racconto dei luoghi insieme per preservare e promuovere il legame tra una delle intellettuali più importanti del Novecento ed il territorio
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Il Festival Maria Corti arriva quest’anno alla terza edizione, che avrà luogo ad Otranto il 15 e il 16 giugno.
Ideato dalla giornalista Paola Moscardino, che ne cura la direzione artistica, è dedicato a una delle intellettuali più importanti del Novecento, figura poliedrica di filologa e storica della lingua, studiosa dantista, semiologa, consulente editoriale, critica militante e narratrice: Maria Corti.
Promosso da Otranto Culture Aps, in collaborazione con il comune di Otranto, la Fondazione Maria Corti, e con il patrocinio del Centro Manoscritti dell’Università di Pavia, è nato nel 2022 in occasione nel ventennale della morte di Maria Corti, e a sessant’anni dalla pubblicazione de L’Ora di tutti, il romanzo sulla presa di Otranto da parte dei turchi, la sua opera letteraria più famosa.
Otranto è stata fonte d’ispirazione continua per la Corti, fino a diventare non semplice paesaggio ma personaggio stesso. Il Festival unisce dunque letteratura e racconto dei luoghi in un format ibrido e originale, con l’obiettivo di preservare e promuovere il legame tra la straordinaria autrice, il territorio e la sua cultura.
«Il valore del Festival è la sua originalità», sottolinea il sindaco di Otranto Francesco Bruni, «il fatto di non essere una semplice rassegna di libri, ma un momento letterario che sperimenta le nuove frontiere del legame tra letteratura e città. Nutrendosi di luoghi, la letteratura rappresenta una risorsa per il territorio: è un modo altro di viverlo, raccontarlo e dunque valorizzarlo».
TEMI E RELATORI
La rassegna trae ispirazione dai lavori – di saggistica e di narrativa – di Maria Corti, riconducendo i temi delle opere al presente, per un confronto approfondito sulla contemporaneità.
Ogni edizione prende avvio da una parola-chiave. Quella scelta per l’edizione 2024 è Incantamento.
«Maria Corti ci ha insegnato l’avventura di fronte a un testo», afferma la direttrice artistica Paola Moscardino, «non necessariamente per offrirci delle regole da applicare, ma un esempio vivente di come incantarci di fronte alle parole. Incantamento è sinonimo di seduzione intellettuale ma, come tutto ciò che seduce, ha un carico d’insidie. Oggi, che le parole possono essere manipolate dalla rete e dai social network, amplificate dall’intelligenza artificiale, è più che mai necessario conoscerle e usarle con maggiore cura e consapevolezza».
Tra gli ospiti, Giuseppe Antonelli, linguista, professore ordinario di Storia della Lingua italiana all’Università di Pavia e presidente del Centro Manoscritti fondato da Maria Corti a Pavia; Veronica Raimo, scrittrice, che terrà anche un workshop di scrittura; Maria Vittoria Dell’Anna, docente di Linguistica italiana all’Università del Salento.
Sabato 15 giugno nel Castello ci sarà un focus sulle riviste culturali e il loro ruolo ieri e oggi.
Relatori: Brizia Minerva, storica dell’arte; Flavio Santi, scrittore e traduttore; Marzio Porro, storico della lingua; Roberto Vetrugno, storico della lingua e scrittore.
Sempre nella fortezza otrantina, un approfondimento sarà dedicato domenica 16 giugno al tema del Mediterraneo e le parole per declinarlo.
Relatori: Rita Auriemma, docente di Archeologia subacquea dell’Università del Salento; Stefano Cristante, docente in Sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’Università del Salento; Luigi De Luca, coordinatore Poli biblio-museali della Regione Puglia; Mons. Francesco Neri, Arcivescovo della Diocesi di Otranto.
I LUOGHI
Nei due giorni del Festival la Città di Otranto prende vita grazie a numerose iniziative coordinate da Otranto Culture aps, tra cui gli inediti e originali tour letterari I luoghi di Maria Corti e I luoghi di Maria Corti – edizione speciale alla Torre del Serpe, che raccontano, attraverso le pagine dei suoi scritti, il passaggio della Corti in questa terra.
Percorsi che legano letteratura, libri, cultura locale e turismo.
E altri appuntamenti che coinvolgono le associazioni e le imprese di produzione artigianale ed enogastronomica d’eccellenza locali.
Le iniziative sono innumerevoli: laboratori creativi, visite teatralizzate, city escape, reading all’aria aperta, degustazioni.
«Il Festival Maria Corti, grazie alla sua formula innovativa, punta ad avvicinare il pubblico al tema della letteratura, legandola al territorio», commenta Laura Carone, presidente di Otranto Culture Aps, «il ricco programma prevede incontri con importanti esponenti del panorama culturale nazionale e internazionale, ma anche tante iniziative ispirate alle opere di Maria Corti, realizzate dalle realtà del territorio. Tali iniziative rappresentano una parte viva e fondamentale del Festival, che si apre al pubblico offrendo eventi che ben si adattano ai gusti e alle esigenze di tutti».
LE SCUOLE E L’UNIVERSITÀ
L’impegno del Festival Maria Corti non si esaurisce nei giorni della rassegna, ma dura tutto l’anno con il coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado, dall’Università del Salento, ai Licei “Francesca Capece” e “Leonardo da Vinci” di Maglie, fino ad alcune classi della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo di Uggiano La Chiesa “Karol Wojtyla”.
L’obiettivo è far conoscere la vita, le opere, il genio di Maria Corti alle nuove generazioni, e allo stesso tempo rafforzare il legame dei più giovani con la tradizione letteraria e con il proprio territorio.
Il nuovissimo logo e la grafica del Festival sono stati realizzati da Alessandro Panigada di Lb Factory.
PROGRAMMA
Sabato 15 giugno 2024
Ore 10, Community Library Le Fabbriche, Parlarne tra sconosciuti, workshop di scrittura condotto da Veronica Raimo. Partecipazione gratuita su prenotazione 328.2918418 (posti limitati).
Ore 11, Torre del Serpe, I luoghi di Maria Corti – Edizione speciale, parole, suoni, danza, leggende e suggestioni nel luogo più amato da Maria Corti. Performance della ballerina Ambra Berni Canani e del musicista Cristian Palano. A cura di Otranto Culture aps, in collaborazione con l’Associazione Hydro. Partecipazione libera.
Ore 12, L’Ortale (via Cenobio Basiliano, 14), Aperi – Corti, reading poetico di Marco Alemanno e aperitivo in un tipico ortale salentino. A cura di AnimaMundi e L’Ortale. Partecipazione 10€ su prenotazione 0836.307413.
Ore 17, giardini pubblici, Idrusa, city escape ispirato al romanzo “L’ora di tutti”. A cura di ArtEscape. Partecipazione gratuita su prenotazione 339.4912816.
Ore 18 via Lopez, L’Ora di tutti, un’ora dedicata ai romanzi di Maria Corti scritti tra il primo dopoguerra e il ’68. Letture dell’attore Daniele Panarese e intervento del prof. Andrea Scardicchio. A cura del Club per l’Unesco di Otranto. Partecipazione libera.
Ore 19, Castello Aragonese, Il Salotto delle Sirene, talk sul tema: La cultura come attualità: le riviste intellettuali ieri e oggi. Partecipazione libera.
Ore 20, Castello Aragonese, Dialogo in pubblico con Veronica Raimo. Partecipazione libera.
Domenica 16 giugno 2024
Ore 10, Community Library Le Fabbriche, Libro d’artista, laboratorio di legatoria artistica a cura di Valeria Puzzovio. Partecipazione gratuita su prenotazione 328.2918418.
Ore 11, Porta Terra, I luoghi di Maria Corti, tour letterario alla scoperta dei luoghi amati da Maria Corti. A cura di Otranto Culture aps. Partecipazione libera.
Ore 17, piazzale dell’Umanità Migrante, Otranto 1480, visita teatralizzata con i personaggi dei romanzi di Maria Corti. A cura di Salentomnibus. Partecipazione gratuita su prenotazione 324.7452762.
Ore 18, Palazzo de Mori, incontro con Giuseppe Antonelli. Partecipazione gratuita su prenotazione. otrantoculture@gmail.com
Ore 20, Castello Aragonese, Il Salotto delle Sirene, talk sul tema: Il Mediterraneo e le parole. Partecipazione libera.
Ore 21, Castello Aragonese, dialogo in pubblico con Giuseppe Antonelli. Partecipazione libera.
Appuntamenti
Violenza di genere: Beatrice Petrella in Salento
La vincitrice del premio Morrione al giornalismo investigativo ed il suo studio sull’universo incel, da cui ha dato vita al premiato podcast “Oltre”
Sarà dedicato al tema della violenza di genere e, in particolare, al cosiddetto fenomeno “incel”, il doppio incontro a Gallipoli e Lecce con Beatrice Petrella, giornalista classe 1996, vincitrice del premio Morrione 2024, riconoscimento dedicato al giornalismo investigativo.
Il primo appuntamento, in programma martedì 21 gennaio, alle 18.30, nella Biblioteca Sant’Angelo a Gallipoli, è organizzato in collaborazione con il Comune di Gallipoli, nell’ambito del progetto per il contrasto della povertà educativa minorile “Accademia del Sociale”, promosso da Mediterranea Associazione per lo Sviluppo Locale in partenariato, tra gli altri, con la Commissione Pari opportunità della Provincia di Lecce.
Anna Toma, presidente della Cpo provinciale evidenzia: “Coinvolgere Beatrice Petrella, giovanissima giornalista d’inchiesta, nelle attività di sensibilizzazione ed informazione messe in atto dalla Cpo provinciale, sui temi della violenza di genere, in collaborazione con enti del terzo settore e scuola, risponde all’esigenza di far capire, con sistemi di comunicazione in uso fra i giovanissimi, come la misoginia non sia un’esclusiva dei cd. Incel, ma un fenomeno culturale che pervade spesso il nostro modo di pensare. Per contrastare questa cultura occorre capire in che modo nasce e si sviluppa e soprattutto cosa possiamo fare tutti insieme come società per sconfiggerla”.
“Le vie d’uscita dall’universo incel” è il titolo dell’incontro pubblico che sarà aperto dal saluto del presidente della Provincia di Lecce e sindaco di Gallipoli Stefano Minerva e dell’assessora alle Pari Opportunità di Gallipoli Tonia Fattizzo. Dialogheranno con Beatrice Petrella, Anna Toma, presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Lecce, ed Andrea Marzo, psicologo ed operatore del Centro uomini autori di violenza (Cuav) – provincia di Lecce. L’ingresso è libero.
Al centro del confronto ci sarà l’universo incel, quello dei “celibi involontari”, un mondo digitale composto da uomini che odiano le donne, ritenendole artefici del loro insuccesso sentimentale e del loro mancato raggiungimento della felicità.
La giovane giornalista Beatrice Petrella, infatti, si è aggiudicata la tredicesima edizione del premio Morrione con un podcast dal titolo “Oltre”, realizzato con RaiRadio1. “Oltre” è un lavoro che indaga l’universo “incel” italiano, una vera e propria comunità misogina digitale, che fomenta l’odio verso il genere femminile su piattaforme chiuse, elevando a propri modelli autori di stragi e massacri di donne finiti alla ribalta della cronaca mondiale.
Nel podcast “Oltre” Beatrice Petrella studia dall’interno le radici di questo fenomeno: da infiltrata, ne approfondisce dinamiche e forme, e spiega come quell’odio, che viene alimentato digitalmente, si possa trasferire vertiginosamente alla realtà, dando vita a gesti di violenza anche estrema. Il podcast, grazie anche alla voce di chi è entrato in contatto con questa comunità, apre ad una riflessione sulle possibili vie d’uscita dall’universo “incel”, attraverso l’educazione all’affettività ed il sostegno psicologico.
Il secondo appuntamento, promosso e patrocinato dalla Cpo della Provincia di Lecce, in collaborazione con l’Associazione culturale Pari di Ruffano, coinvolgerà gli studenti e le studentesse dell’Istituto Fermi di Lecce, che incontreranno Beatrice Petrella, mercoledì 22 gennaio alle 9.30.
Dopo il saluto della dirigente del Fermi Biagina Vergari, dialogheranno con la giornalista la presidente della Cpo provinciale Anna Toma e Andrea Marzo, psicologo ed operatore del Cuav – provincia di Lecce. L’iniziativa è stata organizzata con il supporto della docente referente del Bullismo e della legalità dell’Istituto Fermi di Lecce Teresa Pascali.
Appuntamenti
Santu Pati a Tiggiano, il Capodanno contadino
Da venerdì 17 a domenica 19 gennaio la Festa di Sant’Ippazio, patrono del piccolo borgo medievale del Capo di Leuca, protettore della virilità e della fertilità maschile simboleggiate dall’ortaggio locale del periodo, la pestanaca
È il vero capodanno contadino del Salento, la festa di “Santu Pati”, nel Capo di Leuca, rito celebrato il 19 gennaio e intriso di tradizioni antiche, di saggezza arcaica e di quelle consuetudini contadine che, tra fede e goliardia, rendevano meno duro il lavoro nei campi.
Sant’Ippazio – protettore della virilità e della fertilità maschile, simboleggiate dall’ortaggio locale del periodo, la pestanaca – si festeggia a Tiggiano.
Il piccolo comune salentino è l’unico d’Italia a celebrare Sant’Ippazio e anche quest’anno lo fa dedicandogli ben tre giornate, con un intenso programma di riti religiosi e civili, organizzato dal Comitato Festa Patronale e dalla Parrocchia di Tiggiano, con il Patrocinio del Comune di Tiggiano e della Provincia di Lecce, in collaborazione con PugliArmonica, in programma nel centro del paese, tra la Chiesa Madre Sant’Ippazio, Piazza Olivieri, Via Sant’Ippazio e Piazza Mario De Francesco.
Si parte venerdì 17 gennaio. Dopo i riti religiosi in Chiesa Madre (ore 18), alle 19, l’apertura dei festeggiamenti con l’accensione dei bracieri monumentali e, a seguire, il concerto della Banda di Aradeo.
GRANDE FESTA SABATO 18 E DOMENICA 19
Si entra nel vivo della grande festa dal giorno successivo, sabato 18, con la celebrazione del Capodanno contadino, a cura del Comitato Feste (dalle ore 19), con prodotti tipici e piatti tradizionali, come la paparotta, la “merenda contadina” di una volta, una minestra povera ma molto sostanziosa fatta di rape, piselli, pezzi di pane soffritto.
Dalle 21 la musica diventa colonna sonora di questa grande celebrazione del patrono, con Shocchezze in concerto, allo stesso orario il via alla Sagra della Pestanaca a cura della Pro Loco di Tiggiano.
La carota giallo-violacea, coltivata esclusivamente nel territorio locale, è ormai prezioso simbolo di Tiggiano, inserita dal 2004 nell’elenco nazionale PAT-prodotto agroalimentare tradizionale.
Grande festa di chiusura domenica 19 gennaio, giorno del santo, con un ricco programma di appuntamenti civili e religiosi tra cui, dalle ore 6 alle 13, la Fiera Mercato tradizionale, arricchita tra l’altro dalla musica del Concerto Bandistico Municipale Città di Taviano (dalle ore 9).
Alle 15 uno dei momenti più simbolici e caratteristici di questa festa, il pittoresco innalzamento dello stendardo di 6 metri, legato a un drappo rosso, portato in processione con la statua del santo. L’appuntamento con le diverse squadre di portatori è sul sagrato della chiesa, per contendersi l’onore di portare la statua e lo stendardo.
Una vera e propria contrattazione, che si conclude con un pittoresco rullo di tamburi e l’uscita dello stendardo, mantenuto in posizione parallela al suolo per tutto il tragitto, dalla chiesa del santo patrono fino alla chiesetta dell’Assunta, dove poi sarà issato con un solo e deciso gesto dal portatore, che assicura così al paese ai cittadini un’annata prospera e un raccolto generoso.
Una prova fisica, salutata dalle campane e dagli applausi dei presenti, assiepati ai lati delle strade, che culmina nella processione accompagnata dalla banda e dai fuochi d’artificio.
Per la prima volta quest’anno è stata introdotta la prova “du stannardu”, in programma domenica 12 gennaio (alle 15) presso la chiesa di Sant’Ippazio (in caso di pioggia, la prova sarà rinviata in uno dei giorni che precedono la festa patronale).
Sarà simulato l’innalzamento dello stendardo: l’invito è rivolto a tutti e in modo particolare a coloro che sono intenzionati a portare avanti questa tradizione.
Alle ore 18 di domenica 19 gennaio la Solenne Concelebrazione Eucaristica Presieduta da Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Vito Angiuli, Vescovo di Ugento-S.Maria di Leuca.
Salle 19, la continuazione del Capodanno Contadino e, alle 20,30, il concerto di Antonio Castrignanò e Taranta Sound, con la partecipazione di Don Rico (Sud Sound System) e Puccia.
Finale con lo spettacolo di fuochi d’artificio.
LA SAGRA DELLA PESTANACA
Tiggiano è incastonato in un paradiso naturale, tra distese di grano e terra rossa, antiche pagghiare e masserie cinquecentesche, che ha incantato anche l’attrice premio Oscar Helen Mirren che, con suo marito, il regista Taylor Hackford, qui ha messo su casa, un buen retiro italiano, dove vivono circa sei mesi l’anno.
In questo piccolo comune a dettare il tempo è ancora il ritmo del calendario agricolo, della vita contadina di una volta e anche la devozione per il santo patrono è legata a un rito rimasto immutato da sempre e che si accompagna, ormai da più di vent’anni, alla Sagra della “pestanaca”, la carota giallo-violacea, coltivata esclusivamente nel territorio locale. D’altronde, non è un caso se la festa di Santu Pati è anche un vero e proprio punto di riferimento temporale, come testimoniano i proverbi di una volta, come “te Santu Pati, e fave chiantati”, un consiglio dei contadini più esperti, che esortava a mettere a dimora le piantine di fave nel mese di gennaio.
Cara al santo, invece, la gustosa “pestanaca”, sempre presente a pranzo e a cena, insieme a finocchi, carote, sedano, per un colorato miscuglio di “subbrataula”, è l’ortaggio simbolo del patrono della virilità e della fertilità maschile, taumaturgo, invocato contro l’ernia inguinale degli uomini.
La tradizione vuole che, ambasciatrici e intermediarie per vocazione, siano le donne a farsi da tramite perché il santo interceda e guarisca i mali degli uomini: con discrezione, strofinano la statua di Sant’Ippazio con un fazzoletto, lo stesso che passeranno poi sulla parte da guarire dell’uomo di casa interessato.
Per le mamme, invece, è consuetudine raccogliersi in preghiera insieme al piccolo maschietto di casa, nella chiesa di Sant’Ippazio, per evocarne la benedizione.
Fede, tradizione culinaria e rituali quasi pagani, si mescolano nei giorni della ricorrenza.
La cerimonia del santo patrono è anche un’importante vetrina commerciale, anche questa una consuetudine ereditata dalle “fere” di una volta, le fiere mercantili, appuntamenti importanti per i produttori locali.
Durante i due giorni di festa, infatti, ci si ritrova anche ai banchetti della sagra, dove si espongono le “pestanache” in originali composizioni, nelle caratteristiche ceste di vimini.
Un campionario di colori e genuinità, che punta alla salvaguardia della biodiversità alimentare, con la partecipazione degli agricoltori locali, fieri di fare sfoggio delle proprie produzioni.
Un ortaggio locale, quindi, per un santo mediorientale. Il culto di Sant’Ippazio, d’origine turca, è infatti giunto insieme ai monaci basiliani nel Salento, dove è per tutti semplicemente “Santu Pati”, quasi un amico, un vicino di casa, ma soprattutto un confidente, un orecchio discreto al quale confessare le preoccupazioni più intime, i timori più nascosti, certi di trovare sempre ascolto e comprensione.
IL PROGRAMMA
Ogni sera alle 18, fino al 18 gennaio Novena e Celebrazione eucaristica presso la chiesa di Sant’Ippazio.
Venerdì 17, alle 19, apertura dei festeggiamenti con accensione dei bracieri monumentali. Segue l’esibizione della Banda di Aradeo
Sabato 18, alle 18, Novena e Celebrazione eucaristica vigiliare (Chiesa Sant’Ippazio); a seguire, esibizione dell’orchestra di fiati Artistica Inclusione, diretta dal M° Antonio Mastria, a cura di Associazione di Alta Cultura Musicale “W. A. Mozart” – Aps. Alle 19 apertura del Capodanno Contadino con prodotti tipici e buon vino a cura del Comitato Feste; alle 21, Shocchezze in concerto e Sagra della Pestanaca, a cura della Pro Loco di Tiggiano.
Domenica 19, Festa di Sant’Ippazio, dalle 6 del mattino la tradizionale Fiera Mercato.
Sante messe presso la chiesa di Sant’Ippazio alle 8, 9,30 e 11.
Dalle 9, il Concerto Bandistico Municipale Città di Taviano. Alle 15 l’Asta del Santo e dello Stendardo. Alle 15,30 prenderà il via la Processione con partenza e arrivo alla chiesa di Sant’Ippazio.
Al rientro il lancio dei palloni aerostatici devozionali. Alle 18, concelebrazione eucaristica presieduta da Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Vito Angiuli, Vescovo di Ugento- S. Maria di Leuca. Alle 19, continuazione del Capodanno Contadino. Dalle 20,30, il concerto di Antonio Castrignanò e Taranta Sound, con la partecipazione di Don Rico (Sud Sound System) e Puccia.
Alle 22,30, circa, degna conclusione della festa con lo spettacolo di fuochi d’artificio.
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Alessano
Fondazione De Francesco, borse di studio con Galimberti
Domani, dalle 16, all’Auditorium Benedetto XVI di Alessano, cerimonia di consegna delle Borse di Studio intitolate a Pietro De Francesco con la partecipazione del professor Umberto Galimberti
La Fondazione Pietro De Francesco, impegnata fin dalla sua nascita, nella promozione e nel sostegno della cultura d’impresa, ha scelto di dimostrare la propria vicinanza ai giovani del Capo di Leuca attraverso l’assegnazione di 16 borse di studio, ciascuna del valore di 3mila euro.
I vincitori, selezionati tramite bando, saranno premiati durante una cerimonia ufficiale in programma domani, sabato 18 gennaio, a partire dalle ore 16, presso l’Auditorium Benedetto XVI di Alessano.
L’evento è patrocinato dalla Provincia di Lecce e dall’Unione dei Comuni “Terra di Leuca” con la partecipazione della diocesi di Ugento Santa Maria di Leuca.
LA CERIMONIA DI CONSEGNA
L’evento, aperto al pubblico con ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, vedrà la partecipazione di autorevoli esponenti del panorama istituzionale e culturale pugliese.
Interverranno Tina De Francesco, presidente della Fondazione Pietro De Francesco, insieme a Luciano e Franco De Francesco, membri della fondazione e soci DFV Group.
Saranno presenti, inoltre: Alessandro Delli Noci, assessore regionale allo Sviluppo Economico e Politiche Giovanili; Valentino Nicolì, presidente di Confindustria Lecce; Mario Vadrucci, presidente della Camera di Commercio di Lecce; Fabio Pollice, Rettore dell’Università del Salento; Monsignor Vito Angiuli, Vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca.
La cerimonia sarà moderata e coordinata dalla giornalista Luana Prontera (Nuovo Quotidiano di Puglia).
Firmacopie a cura di libreria Idrusa di Alessano.
L’OSPITE D’ECCEZIONE
Dopo il dibattito pubblico e la consegna dei riconoscimenti ai giovani beneficiari della borsa di Studio, l’auditorium si preparerà ad accogliere il professor Umberto Galimberti, che terrà una conferenza sul tema: “Educare le nuove generazioni nell’era digitale”, offrendo un’importante occasione di riflessione.
Galimberti è filosofo, psicoanalista e saggista italiano tra gli studiosi più apprezzati e stimati a livello nazionale.
Ha esplorato temi come il nichilismo, la tecnica, le emozioni e il rapporto tra filosofia e psicologia, influenzando il dibattito culturale contemporaneo.
«LA DIREZIONE È QUELLA GIUSTA»
La presidente della Fondazione, Tina De Francesco: «Questa è la prima edizione delle Borse di studio intitolate a nostro padre Pietro De Francesco, fondatore di DFV. Un’occasione per ispirare i giovani a dare il massimo e trasformare la loro preparazione in un valore concreto per il territorio. Papà ha sempre creduto nello sviluppo personale come strumento per contribuire al progresso e al benessere della comunità. La sua lezione? Studiare, imparare, progredire e farlo bene. C’è una circostanza che voglio condividere. Quando abbiamo scelto di invitare il professor Umberto Galimberti, ci siamo adattati alla sua disponibilità. La data proposta? Il 18 gennaio 2025.
Quel giorno, esattamente quattro anni fa, nostro padre ci ha lasciato. Una coincidenza che abbiamo accolto come un segno. Il segno che la direzione è quella giusta».
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