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Porto di Otranto: “Pontili anche d’inverno”
Organizzata manifestazione pubblica (domenica 7 ottobre) per chiedere alle istituzioni il mantenimento dei pontili dell’approdo turistico anche di inverno
Il Comitato per il Mantenimento dei Pontili organizza per domenica 7 ottobre, presso piazza dell’Unità Migrante una manifestazione pubblica per chiedere alle istituzioni il mantenimento dei pontili dell’approdo turistico anche nella stagione invernale. Appuntamento alle ore 11; in caso di avverse condizioni meteo, l’incontro si svolgerà nella Sala Triangolare del Castello.
La vicenda del porto turistico di Otranto rappresenta un caso emblematico dell’assurdità burocratica che imperversa ormai nel Paese, e che tende a bloccare ogni iniziativa, anche le più utili ed urgenti.
Una località turistica come la nostra città, che con la sua particolare localizzazione geografica sul canale d’Otranto, rappresenta da sempre il naturale approdo per quanti navigano nell’Adriatico, non può non dotarsi di un’infrastrutturazione portuale adeguata alle esigenze di una nautica da diporto moderna.
Per rispondere alle numerose sollecitazioni provenienti dal territorio e dal flusso turistico costituito dai numerosissimi natanti che durante l’arco dell’anno chiedono ormeggio sulla nostra costa, l’Amministrazione Comunale dal 2007 ha avviato una politica di riqualificazione dei servizi portuali, prevedendo la realizzazione di un nuovo marina esterno (da realizzarsi con intervento di privati investitori) e la realizzazione di un approdo turistico comunale all’interno della baia attuale.
Troppi anni sono stati necessari per acquisire le autorizzazioni dei due suddetti progetti, che alla fine sono arrivate. Ma in entrambe le procedure amministrative si è assistito, sin dall’inizio, ad un contrasto aperto della Soprintendenza locale che ha cercato in ogni modo di boicottare le aspettative della Comunità, non solo otrantina, di poter vedere il porto vivere tutto l’anno ed offrire quei servizi utili a quanti amano il mare.
Per superare il parere negativo della Soprintendenza al progetto del nuovo porto esterno si è dovuti ricorrere addirittura ad una deliberazione del Consiglio dei Ministri che ha censurato l’operato del proprio Ministero dei beni culturali.
In sede di conferenza dei servizi del porto esterno, la Soprintendenza per esprimere il proprio parere negativo aveva proposto di puntare sull’ampliamento degli ormeggi all’interno, dichiarando: “nello spirito di collaborazione, si suggerisce di valutare, quale possibile alternativa, un intervento progettuale di riqualificazione del porto esistente”
È stata, quindi, la stessa Soprintendenza a perorare l’ampliamento dei banchinamenti di ormeggio all’interno dell’attuale bacino portuale. Salvo, però, rimangiarsi tutto subito dopo nel momento in cui il Comune ha presentato il progetto dell’approdo turistico interno, al quale la Soprintendenza rispondeva imponendo una prescrizione di stagionalità con obbligo di smontaggio e rimontaggio ogni sei mesi.
La stessa ha stabilito che le opere di banchinamento previste in ampliamento all’attuale bacino portuale sarebbero sì compatibili con il contesto paesaggistico in cui collocate, ma solo in estate, mentre d’inverno diventerebbero, non si comprende il perché, incompatibili.
Una simile conclusione è platealmente affetta da illogicità ed irragionevolezza.
Invero un’opera o è sempre compatibile con il contesto paesaggistico, o non lo è mai, soprattutto visto che in questo caso del nostro porto, il quadro paesaggistico d’insieme resta immutato durante le stagioni.
E’ evidente che tale pretesa di stagionalità stride fortemente con le politiche di destagionalizzazione che, invece, il territorio regionale tutto cerca di porre in essere per incrementare i flussi turistici. Ma anche con la natura delle attività portuali in genere (il diportismo, la pesca, il commercio) per nulla stagionali, e che anzi, per certi versi, si incrementano proprio durante la stagione invernale in cui si ha più libertà di navigazione senza le limitazioni a tutela dei bagnanti che insistono d’estate.
Tutto ciò provocherebbe un irreparabile danno all’economia di un settore rappresentato da centinaia di piccole imprese e da numerosa forza lavoro occupata.
Ma a parte la contraddittorietà evidenziata sopra, entrando nel merito delle valutazioni si può, senza dubbio di smentita, affermare che le opere realizzate dei pontili galleggianti non interferiscono affatto con la visuale dei monumenti storici tutelai da vincolo. Pertanto, è evidentemente escluso che i pontili progettati possano comportare “alterazione permanente dell’integrità visiva e della cornice ambientale dei beni tutelati”, come sostenuto dal Soprintendente nel proprio parere. Si aggiunga che la Soprintendenza non ha mai avuto nulla da obbiettare su tutti gli altri pontili che pure insistono nella stessa baia da anni, quasi tutti su pali, e neanche per il pontile galleggiante ultimo realizzato da un privato nel nostro porto, dopo quello del Comune, che non hanno mai vista imposta la prescrizione di smontaggio e rimontaggio.
In ogni caso il Comune, nel cercare di adempiere alla prescrizione imposta, ha valutato la fattibilità dello smontaggio/rimontaggio, elaborando un progetto specifico. Da tale analisi è scaturita la consapevolezza che le aspettative della Soprintendenza, con l’attività di sgombero dei pontili galleggianti, e cioè di “mitigare l’impatto paesaggistico” e “restituire l’integrità panoramica” nei sei mesi non estivi, paradossalmente verrebbero non solo disattese ma maggiormente compromesse dalla presenza di un cantiere che sarebbe pressoché permanente.
I pontili galleggianti hanno ingombro e peso notevoli e richiedono, per essere rimossi dallo specchio acqueo, mezzi di sollevamento e di trasporto di grandi dimensioni per poter poi essere posizionati nell’unica area possibile rappresentata dal molo S. Nicola, cioè il braccio di protezione del porto destinato all’attracco delle grandi navi turistiche e mercantili.
Conseguenza di ciò sarebbe la complicata e rischiosa, per la sicurezza della navigazione dei natanti nel porto, attività di trasporto in acqua dei cassoni, e il non poco impattante, dal punto di vista paesaggistico, stoccaggio degli stessi in banchina che realizzerebbe un ingombro visivo pari ad un edificio di circa 400 mq per un’altezza di circa tre piani.
Dalle relazioni dei tecnici incaricati si legge che molti componenti dei pontili, una volta smontati subirebbero danni irreversibili, per cui non si tratterebbe semplicemente di smontaggio e rimontaggio dell’opera, ma di vera e propria demolizione e ricostruzione del porto ogni sei mesi.
Tutto ciò comporta una insostenibilità anche economica di tali operazioni richieste, in quanto si è stimato un computo metrico di circa 800mila euro di costi a carico della collettività da sostenere ogni anno.
Dal punto di vista ambientale si avrebbero serissime conseguenze legate alle attività dei mezzi che è necessario impiegare in tali operazioni, con particolare riferimento all’inquinamento dell’aria, acustico, e ai danni sulla flora, sulla fauna e sull’ecosistema marino.
Inoltre, si è stimato che i lavori eseguiti in mare e durante la stagione invernale, con costanti mareggiate nel canale d’Otranto, richiederebbero una presenza del cantiere, fra smontaggio e rimontaggio ragionevolmente non inferiore a cinque mesi all’anno, con un paradossale effetto:
– che i lavori periodici di rimontaggio dovrebbero essere avviati pressoché in coincidenza con l’ultimazione delle operazioni di smontaggio, quasi senza soluzione di continuità;
– che quello specchio acqueo sarebbe comunque ingombrato anche nei sei mesi in cui non possono utilizzarsi i pontili e per di più da ben più impattanti motonavi di cantiere.
Quindi, la mitigazione dell’impatto paesaggistico ed il ripristino dell’integrità panoramica, ossia di quei valori che la Soprintendenza dice di voler preservare, verrebbero così, invece, gravemente lesi.
Comitato Mantenimento Pontili Otranto
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Parità di genere nel lavoro: donne, lavoro e inclusione
Parità di genere nel lavoro: giovedì a Palazzo dei Celestini la firma del protocollo d’intesa promosso dalla consigliera di parità Antonella Pappadà e la presentazione del primo progetto
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Nella sala consiliare di Palazzo dei Celestini, a Lecce, si terrà la sottoscrizione del “Protocollo d’intesa per la promozione di progetti e percorsi rivolti a favorire l’occupazione femminile nel territorio provinciale, ridurre il divario di genere e favorire l’inclusione delle persone con disabilità”, proposto e condiviso nell’ambito del Tavolo Tecnico Permanente costituito dalla consigliera di Parità della Provincia di Lecce Antonella Pappadà.
Nell’incontro, in programma giovedì 14 novembre, dalle ore 10,30, prenderà parte il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva e sarà presentato il Progetto di orientamento integrato “Parità di genere nel lavoro: donne, lavoro e inclusione”, prima iniziativa in cantiere prevista dallo stesso accordo.
Insieme alla consigliera di Parità Antonella Pappadà firmeranno il Protocollo d’intesa i rappresentanti dei soggetti aderenti al Tavolo: Arpal Puglia, Camera di commercio, Università del Salento, Confindustria, Confartigianato, CNA, ConfimpreseSalento, Confesercenti, Cgil, Cisl, Uil, Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Lecce, CPO dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti contabili, Ordine dei Consulenti del lavoro, Aforisma, Creis (Centro ricerca europea per l’innovazione sostenibile – ETS), Associazione Next EU.
Saranno presenti all’incontro le consigliere provinciali Loredana Tundo e Ines Cagnazzo, il direttore generale della Provincia di Lecce Andrea Romano con il segretario generale Angelo Caretto, il dirigente del Servizio Risorse umane e Pari opportunità provinciale Pantaleo Isceri, il presidente del Cug della Provincia di Lecce Carmelo Calamia, la presidente della Commissione pari opportunità della Provincia di Lecce Anna Toma con le componenti, i rappresentanti di Sviluppo Lavoro Italia e gli esperti che fanno parte del Tavolo tecnico permanente. Sono state invitate a partecipare, inoltre, le Cpo degli Ordini professionali del territorio provinciale.
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Cambiare il mondo con un incontro, lo Speed Date del Volontariato
Tutto il “buono” del Salento: “Cambiare il mondo con un incontro”. Mercoledì 3 dicembre, a Lecce, un’occasione per conoscere le eccellenze del Terzo Settore Salentino, e scoprire che insieme si può fare la differenza. È organizzato dal CSV Br Le in collaborazione con l’Università del Salento. Ecco di cosa si tratta e come partecipare
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Per cambiare il mondo con un incontro, nasce lo Speed Date del Volontariato.
Lo Speed Date non è solo il classico incontro al buio per chi cerca l’anima gemella ma, letteralmente, un “incontro veloce”.
Nel nostro caso si si tratta di una modalità informale e colloquiale utile a conoscere le eccellenze del Terzo Settore sul nostro territorio e scoprire nuovi progetti in ambito sanitario, sociale, ambientale e molto altro.
Tutto il “buono” del Salento si potrà incontrare mercoledì 3 dicembre, presso l’ex-convitto Palmieri, a Lecce, a partire dalle ore 17,30. Sarà un’occasione per conoscere le eccellenze del Terzo Settore Salentino, e scoprire che insieme si può fare la differenza.
Questo momento di “nuove conoscenze” ha degli ingredienti preziosi: l’incisività del Volontariato, l’entusiasmo delle nuove generazioni e l’esperienza dei meno giovani. In un lasso di tempo di cinque minuti le associazioni del territorio saranno a disposizione di quanti hanno voglia di conoscere meglio la comunità in cui vivono e mettere a disposizione un po’ del proprio tempo per generare “valore sociale”.
«Se anche tu vuoi cambiare il mondo, con un incontro», l’appello degli organizzatori, «che aspetti? Iscriviti subito»!
Per le iscrizioni basta cliccare qui oppure inquadrare con lo smartphone il Qr Code sulla locandina in basso. 👇
Lo Speed Date del Volontariato “Cambiare il mondo con incontro” è organizzato e promosso dal CSV Brindisi Lecce Volontariato nel Salento assieme all’Università del Salento e si realizza nell’ambito della VI edizione di Strade Volontarie “Nidi di Pace”, il programma di promozione del volontariato che vede coinvolte centinaia di volontari e decine di associazioni nelle Province di Lecce e Brindisi, con una vasta rete di partenariato pubblico.
La partecipazione a tutto il cartellone di eventi e agli incontri del programma Strade Volontarie, è totalmente gratuita (www.csvbrindisilecce.it).
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Gallipoli: Obiettivi DI-VERSI per il 2030
Dai ragazzi dell’Istituto Comprensivo Polo 2 “Borgo” di Gallipoli, un’opera polisensoriale dedicata ai temi dell’Agenda ONU che è un vero e proprio piano d’azione per le persone, il Pianeta e la prosperità. Presentazione al Teatro Schipa mercoledì 13 novembre
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“Obiettivi DI-VERSI per il 2030” è il titolo del libro frutto del lavoro degli alunni dell’Istituto Comprensivo Polo 2 “Borgo” di Gallipoli.
Si tratta di un’opera polisensoriale dedicata ai temi dell’Agenda ONU che è un vero e proprio piano d’azione per le persone, il Pianeta e la prosperità.
Questo libro di poesie, che sarà presentato mercoledì 13 novembre, alle 10, presso il Teatro Schipa di Gallipoli, intreccia parole e immagini, arricchite dalla possibilità di vivere un’esperienza immersiva grazie a QR code che permettono di accedere ai video delle azioni concrete realizzate sul campo dagli alunni stessi, in un approccio innovativo di service learning.
Il percorso nasce nell’ambito della progettazione Scuole Associate Unesco ASPnet, di cui il Comprensivo Polo 2 fa parte da molti anni, e che, coerentemente alle strategie della rete, ha come obiettivo prioritario quello di rendere gli studenti capaci di affrontare le sfide del mondo contemporaneo in modo costruttivo e creativo, attraverso uno sguardo orientato verso un futuro, immaginato e possibile.
L’evento vedrà la partecipazione oltre che dei piccoli protagonisti, dei docenti e della dirigente Lucilla Vaglio, di figure istituzionali impegnate attivamente nel raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 in ambito educativo, che contribuiranno con le loro esperienze e prospettive a valorizzare il percorso di crescita intrapreso dagli alunni, nella convinzione che solo attraverso la cultura e la conoscenza sia possibile generare un cambiamento.
In un mondo spesso segnato da divisioni e conflitti, sfida dei giovani allievi è quella di essere costruttori di pace, promuovendo dialogo, rispetto e comprensione reciproca, attraverso una costante dedizione ai principi di equità e giustizia.
«La Rete delle Scuole Associate all’Unesco riunisce istituzioni educative da tutto il mondo per un obiettivo comune: costruire le difese della pace nella mente degli studenti e dei giovani e noi siamo orgogliosi di farne parte», dichiara la dirigente, Lucilla Vaglio.
«Circa 11.500 scuole associate in oltre 180 paesi lavorano a sostegno della comprensione internazionale, della pace, del dialogo interculturale, dello sviluppo sostenibile e dell’educazione di qualità e anche noi», continua la dirigente scolastica, «ci impegniamo ad essere promotori dei valori Unesco, cercando di fornire contenuti educativi innovativi, intraprendendo progetti multidisciplinari che trattino tematiche quali la pace, i diritti umani, lo sviluppo sostenibile, la cittadinanza globale e l’apprendimento interculturale».
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