Alessano
Qui non c’è lavoro, cartoline dal Sud Salento
Festival del lavoro: da oggi ei fino al 7 ottobre, trenta appuntamenti diffusi in 13 comuni del Capo di Leuca per promuovere l’orientamento e le politiche attive per il lavoro. Il festival – organizzato nell’ambito di “Punti cardinali” – è affiancato da una campagna di comunicazione sociale per rovesciare il refrain “Qui non c’è lavoro”.
Più che una serie di eventi, è un modo originale per far emergere le potenzialità occupazionali di un territorio ai margini orientando al meglio i cittadini: “Qui non c’è lavoro. Festival del lavoro del Sud Salento” è ai nastri di partenza e vede come protagonista l’intero Capo di Leuca.
Da oggi e fino al 7 ottobre, dalle 8,30 del mattino fino a tarda sera, si susseguiranno incontri, confronti, visite guidate, laboratori, in maniera diffusa a Taurisano, Tricase e nell’Unione dei Comuni “Terra di Leuca”, che comprende Alessano, Castrignano del Capo, Corsano, Gagliano del Capo, Miggiano, Montesano Salentino, Morciano di Leuca, Patù, Salve, Specchia e Tiggiano.
Il festival è stato organizzato da Consorzio Mestieri Puglia e Ambito territoriale di Lecce di ARPAL Puglia, con in prima linea, in particolare, i centri per l’impiego di Tricase e Casarano.
Ampio e variegato il partenariato coinvolto: Fondazione Mons. Vito De Grisantis, Form.Ami, Fondazione Pietro De Francesco, Gal Capo di Leuca, Confindustria Lecce, Ispa, IIS “F.Bottazzi”, Liceo Statale “G.Comi”, IISS “G.Salvemini”, Liceo “G.Stampacchia”, Fattoria Pugliese Diffusa, Ce.F.A.S., Nemesi-A.C.E.S., Ass. Tina Lambrini Casa Comi, Polo Biblio-museale di Lecce, Comune di Melissano, Ic Taurisano Polo I.
Concepito come spin-off dell’avviso pubblico “Punti Cardinali. Punti di orientamento per la formazione e il lavoro” della Regione Puglia, il festival ha l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale e migliorare l’efficacia e la qualità dei servizi per il lavoro in loco.
Una sfida che vede riconoscere in premessa il ruolo strategico dei centri per l’impiego.
«Questa iniziativa», commenta Pierpaolo Miglietta, P.O. Rete dei Servizi per il lavoro nel Dipartimento Politiche del Lavoro, Istruzione e Formazione della Regione Puglia, «costituisce una ulteriore riprova dei buoni risultati raggiunti e dell’interesse e apprezzamento da parte delle comunità locali per la misura regionale “Punti cardinali”. Tra le tante azioni messe in campo dalla Regione sul tema, introduce un nuovo modello di governance territoriale partendo dal basso, con l’obiettivo di intensificare la collaborazione tra i diversi attori, pubblico-privati, impegnati nello sviluppo sociale, culturale ed economico. Si mira così ad una diffusione capillare dei servizi per il lavoro e dell’azione di orientamento in particolare, per far emergere e stimolare le tante energie positive e creative determinanti per la ricerca del lavoro che c’è, ma anche e soprattutto per la creazione di nuove opportunità, del lavoro che (ancora) non c’è; azione capillare che, in questo caso, coinvolge e raggiunge anche le aree più interne del territorio salentino».
LA RETE PER IL LAVORO NEL SUD SALENTO, UNICA AREA INTERNA DELLA PUGLIA MERIDIONALE
Come già accaduto con ExpoJob, che si è svolta a Miggiano nel mese di maggio, anche questo festival vuole fungere da presupposto alla creazione di una rete più strutturata e plurale, per rendere i servizi per il lavoro in grado di intercettare le particolari esigenze di quel territorio e dare risposte adeguate. Il Capo di Leuca, infatti, è l’unica “area interna” della Puglia meridionale: è quella che più soffre il fenomeno dello spopolamento e dell’invecchiamento della popolazione ed è anche quella più distante dai principali centri di offerta dei servizi essenziali. Questo ha portato negli anni ad una progressiva riduzione dell’occupazione e del grado di utilizzo del capitale territoriale, spingendo molti giovani a trasferirsi a Lecce e nel suo hinterland o in altre province e a cercare una realizzazione professionale altrove.
«Proprio alla luce di ciò», spiega Luigi Mazzei, dirigente dell’U.O.Coordinamento Servizi per l’Impiego dell’Ambito di Lecce ARPAL Puglia, «in questo contesto, fragile ma dalle inedite potenzialità, l’orientamento al lavoro non può che partire dalla valorizzazione di ciò che il territorio offre e potrà offrire a livello occupazionale; dall’analisi delle competenze necessarie nel futuro prossimo; dalla rivalutazione del cooperativismo e della multifunzionalità in diversi settori; da un approccio nuovo e creativo ai temi del lavoro e ai servizi. Ma soprattutto dal convincimento che il Sud Salento è una terra che può farcela a vincere la sfida con se stessa: la vivacità professionale e imprenditoriale degli ultimi anni fa ben sperare».
«Il festival provocatoriamente denominato “Qui non c’è lavoro», aggiunge Vito Genco, presidente del Consorzio Mestieri Puglia, «offre almeno due aspetti di particolare interesse. Innanzitutto, la collaborazione tra sistema pubblico e sistema privato su un tema così importante. Per la nostra agenzia è davvero un privilegio poter sperimentare questo tipo di partenariato con Regione Puglia e ARPAL. In più, ritengo che il programma “Punti Cardinali”, su cui si incardina questa iniziativa, abbia avuto, tra mille difficoltà, il merito di portare il tema dei servizi per il lavoro nei luoghi più vicini ai cittadini ovvero i Comuni. L’auspicio è che si possa insistere in questa direzione, unendo forze ed esperienze nell’interesse prioritario delle comunità alle quali ci rivolgiamo”.
25 TESTIMONIAL: IL RITRATTO DI UNA GENERAZIONE CHE CI CREDE
Al festival è associata una campagna di comunicazione sociale ideata e coordinata dall’Ufficio comunicazione dell’Ambito di Lecce di ARPAL Puglia con la collaborazione di Mestieri Puglia.
Venticinque speciali “testimonial” sono stati immortalati magistralmente da Daniele Met, fotografo professionista salentino specializzato in ritrattistica e reportage.
Con le loro storie, rovesciano il refrain “Qui non c’è lavoro”: ne emerge il ritratto corale di una generazione, quella degli under45, che, nonostante le difficoltà, con caparbietà sta provando a investire professionalmente sul proprio territorio.
Quella di restare, così, diventa non una soluzione di comodo o un modo per accontentarsi, bensì una scelta di lavoro e di vita.
La campagna, che ha toccato tutti i comuni coinvolti, valorizza vissuti professionali che possono fungere da esempio e stimolo per gli altri: la tessitrice di canapa che produce manufatti di pregio a Salve; l’educatrice cinofila a domicilio di Taurisano; l’imprenditrice agricola che ha aperto una “lattoria” nella minuscola San Dana e il ristoratore nell’altrettanto piccola Giuliano di Lecce; i due artisti che hanno avviato uno studio di legatoria e stampa sperimentale a Gagliano del Capo; la libraia indipendente di Alessano; il produttore di birre artigianali a Montesano Salentino; la 25enne pianista e musicoterapeuta di Corsano; la giornalista di Patù; il graphic designer di Montesardo; la nutrizionista di Castrignano del Capo; il pasticciere di Lucugnano; la laureata in lingue orientali che ha aperto un bar “lento” a Morciano; il giovane pescatore, che fa anche pescaturismo, a Leuca; l’educatrice di un micronido a Taurisano; l’olivicoltore che ha avviato l’azienda a Specchia con il microcredito della Fondazione De Grisantis; l’imprenditrice che a Corsano produce cravatte vendendole su Amazon; il gestore di un centro fitness a Tiggiano; le banconiste di un supermercato ad Alessano.
Ci sono poi le esperienze di ritorno: il falegname rientrato dalla Lombardia per “inventarsi” una segheria da legno d’ulivo a Miggiano; la ricercatrice che ha lasciato Roma per avviare un agriturismo tra Salve e Morciano; il commerciante tornato da Pisa per inaugurare un negozio in franchising automotive a Tricase; il barista che ha salutato Milano per aprire due locali a Taurisano. Tra i testimonial anche due antesignani sessantenni: una parrucchiera che da trent’anni gestisce un salone a Corsano e il direttore di una storica radio di Tricase.
IL PROGRAMMA DEL FESTIVAL TRA CAMPER, INCONTRI, WORKSHOP E VISITE
Ottanta relatori – tra orientatori, formatori, imprenditori, addetti ai lavori, accademici, docenti – animeranno trenta appuntamenti, dieci dei quali in corrispondenza delle tappe di “Next Stop Job”, il camper che toccherà vari Comuni per incontri presso i mercati settimanali e altri luoghi di ritrovo. “Questo festival – dice don Lucio Ciardo, direttore Caritas diocesana Ugento-Santa Maria di Leuca – pone attenzione a quei giovani e meno giovani che faticano a trovare un lavoro. Non ci sia scoraggiamento per loro, ma stimolo: abbiamo voluto promuovere l’approfondimento di alcune figure professionali, quali il pescatore, lo scrittore, il contadino, l’artigiano, il creativo, l’operatore sociale, ben aderenti al territorio del Sud Salento ma non sempre proposte come opportunità per ridare dignità ad una persona e aiutarla a realizzarsi all’interno della società”.
Visto l’elevato tasso di abbandono scolastico («Il 18,5% degli studenti, in prevalenza maschi, si ritira dagli istituti scolastici. Di questi, la percentuale che non lavorano è al 33,3% rispetto alla media italiana di 24,1%», dal documento Strategia Area Interna Sud Salento), si è deciso di anticipare l’orientamento al lavoro già nella fase della scuola secondaria di primo grado, attraverso “La bussola per i genitori“, incontri con le famiglie presso gli istituti comprensivi di Miggiano-Montesano, Taurisano e Tricase. “Atlante del futuro lavoro” è filo conduttore di tre incontri presso scuole superiori di secondo grado, con focus sui servizi sociosanitari presso l’IIS Bottazzi a Taurisano, sul digitale presso il liceo Stampacchia di Tricase e su economia sociale e silver economy presso il liceo “Comi” di Tricase.
Questo pomeriggio, inoltre, a Taurisano, presso la parrocchia Maria Ausiliatrice, si terrà alle 15.30 L’inclusione lavorativa di persone con disabilità e a seguire La rosa dei venti, orientamento rivolto a migranti. Alle 18, a Corsano, il convegno inaugurale Ripensare il sistema lavoro nell’area interna Sud Salento, presso la sala consiliare. Tra gli altri ospiti, Mons. Vito Angiuli, il direttore di Confindustria Antonio Martella, il docente di Sociologia dei processi economici e del lavoro Franco Chiarello e Serafino Celano, valutatore esperto in sviluppo locale ed esponente dell’associazione nazionale Riabitare l’Italia.
Domani, venerdì 6 ottobre, presso lo “Spazio per le idee” a Taurisano, alle 18, si terrà l’incontro con gli imprenditori su Incentivi all’assunzione e politiche attive per il lavoro.
A Palazzo Comi di Lucugnano, invece, alle ore 16 nell’ambito di Professione scrittore la giornalista e scrittrice Anna Puricella terrà il workshop Scrivere per lavorare (per prenotazioni: 348/5649772), a cui seguirà alle 18 l’incontro Il mestiere della scrittura. Editoria, storytelling, comunicazione e, alle 20, la
camminata immersiva con incursioni poetiche nel centro di Lucugnano a cura dell’associazione Tina Lambrini.
Nello stesso giorno, a Salve, si terrà Professione contadino, alle 15.30 con visita presso l’agriturismo “Sante Le Muse” e incontro con imprenditori agricoli del posto.
Si prosegue alle 18, presso il municipio, con la tavola rotonda Multifunzionalità, cooperativismo e nuovi contadini, le cui conclusioni sono affidate a Silvia Sivini, docente di Metodi di progettazione dello Sviluppo Territoriale e ricercatrice del Centro studi rurali dell’Università della Calabria.
Sabato 7 ottobre, l’intera mattinata si svolgerà a Tricase Porto e sarà dedicata alle Professioni del mare, con la collaborazione di Ciheam, Parco Otranto-Leuca e diverse realtà del posto.
Nel pomeriggio, alle 16 a Taurisano, presso Casa Vanini, l’incontro su Professione creativo con artisti, archeologi, ITS Apulia Digital Maker, Fondazione Pietro De Francesco e Fondazione Città del Libro.
A seguire, alle 19, da Casa Vanini partirà l’orientamento in cammino nel centro di Taurisano con letture su Giulio Cesare Vanini a cura di A.Lib.I e la presentazione di “Dischi Spranti” del dj producer Max Nocco.
A Patù, invece, alle 15,30 inizierà Nuova generazione artigiani, con laboratori in presa diretta e dialoghi tra giovani artigiani presso la Vineria “Alla rinfusa”.
Alle 18, a Palazzo Romano, convegno di chiusura su “Capo di Leuca: il futuro prossimo di turismo, artigianato e industria” con Carlo Merchich, vicepresidente CNA Lecce, gli imprenditori Luciano De Francesco e Rocco Cazzato, la coordinatrice nazionale di “Turismo delle radici” Marina Gabrieli e il docente di Sociologia economia e del lavoro Angelo Salento.
ARPAL Puglia – Agenzia Regionale Politiche Attive del Lavoro Puglia
L’Agenzia Regionale per le Politiche Attive del Lavoro della Puglia nasce con la Legge regionale n. 29 del 29 giugno 2018 e ha come obiettivo prioritario la piùampia inclusione nel mondo del lavoro. Gestisce i Centri per l’impiego; favorisce l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, in sinergia con imprese e privati accreditati; promuove l’integrazione delle persone con disabilità e fragilità; supporta l’osservatorio del mercato del lavoro; collabora alla programmazione dell’offerta formativa rispetto alle dinamiche del mercato del lavoro e dei fabbisogni professionali.
www.arpal.regione.puglia.it
Alessano
“Vi voglio bene”, un libro essenziale per raccontare don Tonino e la sua storia
Monsignor Vito Angiuli: “Scritti e documenti inediti per scoprire l’intera vocazione pastorale da sacerdote e da vescovo. Guardate con simpatia alle persone e agli avvenimenti della storia, per testimoniare a tutti la gioia del Vangelo”
di Luca De Santis
Vi voglio bene, Continuità e sviluppo nel ministero sacerdotale ed episcopale di don Tonino Bello è l’ultima fatica data alle stampe dal vescovo di Ugento – Santa Maria di Leuca, mons. Vito Angiuli. Il nuovo libro ha visto la luce nel mese di ottobre 2024, per le edizioni Il pozzo di Giacobbe. Quest’ultima si colloca in continuità con le precedenti pubblicazioni frutto di interessanti studi che Angiuli ha compiuto sul sacerdote della diocesi ugentina divenuto vescovo di Molfetta.
Il sottotitolo dell’opera ci fornisce le giuste delucidazioni riguardo a quelle che sono le intenzioni dell’autore: Continuità e sviluppo nel ministero sacerdotale ed episcopale di don Tonino Bello. Il testo è composto da una corposa introduzione dove l’autore pone e spiega la sua tesi riguardo a un’inscindibile armonia e continuità presente tra il ministero sacerdotale ed episcopale di don Tonino.
Nel primo capitolo, Ordinazione episcopale, sono stati curati una serie di scritti in cui il futuro vescovo di Molfetta mette in evidenza un forte attaccamento alla sua terra natia e le motivazioni che lo hanno condotto ad accettare l’ordinazione episcopale. Il secondo capitolo, Don Tonino saluta la Chiesa ugentina, raccoglie alcune omelie di saluto che don Tonino ha pronunciato prima della sua partenza per Molfetta, dove traspare in modo palpabile il suo amore per la Diocesi di Ugento che ha servito per 25 anni.
All’interno dell’ultimo capitolo troveremo invece degli scritti inediti da datarsi secondo Angiuli tra il 1960 e il 1980. La gran parte di essi pur non avendo una data o la firma, possono tranquillamente essere definiti autentici, tenendo conto della calligrafia di don Tonino. L’ordine cronologico è dato dal Curatore sulla base delle tematiche che in questi scritti vengono a essere trattate.
La maggior parte di questi risale al periodo in cui don Tonino svolgeva il suo ministero presso la Diocesi di Ugento.
Questi scritti contengono in modo germinale quelle tematiche che durante gli anni di episcopato don Tonino tratterà in modo più approfondito, in base alle sollecitazioni di quel contesto storico. Tenendo conto di quanto abbiamo rilevato è possibile dire che il libro si lascia leggere in modo molto scorrevole dimostrandosi adatto persino per coloro che non hanno avuto una conoscenza dettagliata di colui che la Chiesa Cattolica ha dichiarato Venerabile.
Il vescovo Angiuli ha deciso di intitolare questo suo ultimo libro con un’espressione che don Tonino lungo il suo ministero sacerdotale ed episcopale ha utilizzato spesso: Vi voglio bene.
Quest’ultima non ha solo la funzione di comunicare i suoi sentimenti, quanto la simpatia con cui si poneva nei confronti di quella porzione di popolo che era stata affidata alle sue cure pastorali, ma anche nei confronti della storia a lui contemporanea in cui l’umanità era immersa.
Il vi voglio bene di don Tonino
Il vi voglio bene di don Tonino – ci aiuta a comprendere l’autore – trova significato in una delle più belle espressioni da lui spesso utilizzate e contenute nella Costituzione Conciliare Gaudium et spes al n. 1: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore».
Le motivazioni ministeriali di don Tonino nelle varie fasi dei suoi incarichi sia nella diocesi ugentina che in quella di pastore della Chiesa di Molfetta hanno mantenuto le medesime fondamenta che hanno da sempre configurato la sua fede: coltivare la preghiera, meditare la Parola, adorare Gesù eucarestia. Prendiamo atto che gli anni del ministero episcopale hanno oscurato il periodo sacerdotale, ma quegli aspetti che hanno reso il vescovo Bello conosciuto in campo nazionale e oltre, ciò per cui è stato amato nella Diocesi a lui affidata, erano già presenti nel ministero svolto nell’estremo lembo d’Italia, in quel Capo di Leuca, durante il suo lungo ministero sacerdotale come professore e vice-rettore presso il Seminario vescovile, come parroco a Ugento e Tricase, nei vari incarichi pastorali.
Cade in grave errore chi sostiene che l’episcopato, in particolar modo la presidenza di Pax Christi, abbia segnato una svolta ministeriale in don Tonino, una conversione verso le tematiche sociali, in particolar modo quella della pace e della non violenza. A tal proposito Angiuli nell’Introduzione del libro è perentorio nel sostenere il fatto che non vi è nessuna discontinuità di pensiero tra il don Tonino sacerdote e vescovo, e che pensare il contrario significherebbe mistificare la realtà.
Quest’ultimo durante il suo percorso di studio ha consolidato un ottimo utilizzo del metodo deduttivo tramite la sua formazione filosofica e teologica, così come una padronanza del metodo induttivo nel confrontarsi e padroneggiare le scienze moderne: sociologia, psicologia, diritto del lavoro, legislazione sociale, all’interno delle quali venne introdotto durante gli anni seminariali a Bologna presso l’ONARMO.
La cultura sessantottina
Accanto a coloro che sostengono una discontinuità ministeriale di don Tonino, vi sono quelli che manifestano una certa antipatia nei confronti del suo ministero, sostenendo come quest’ultimo sia il prodotto di quella cultura sessantottina che ha avuto i suoi risvolti più nefasti all’interno degli anni ’70 del secolo scorso. A costoro risponde il decreto che sancisce la Venerabilità di don Tonino, definendolo come un ottimo interprete delle istanze conciliari.
L’aspetto, forse il più deleterio, è rappresentato da coloro che del ministero di mons. Bello prendono in considerazione e ne propagano solo i temi sociali (pace, giustizia e salvaguardia del creato), dandone una lettura ideologica.
Costoro affrontano i temi sociali senza tener conto di quelli etici (divorzio, aborto, eutanasia), quest’ultimi aspetti non possono essere separati dai primi ed è chiaro come don Tonino gli abbia mantenuti sempre insieme. Proseguire su questa linea – sostiene Angiuli – significa trovarsi dinanzi a un Giano Bifronte dove diviene molto difficile cogliere, per esempio, la profondità teologica di alcune immagini eloquenti che don Tonino ci ha lasciato come quella della Convivialità delle differenze e della Chiesa del grembiule.
Ciò che mons. Bello esprime nel periodo molfettese, affonda le sue radici nel basso Salento e nella formazione bolognese. Nello specifico va considerata l’impronta ministeriale di mons. Ruotolo, il vescovo di Ugento che ha ordinato presbitero don Tonino e con cui quest’ultimo ha molto collaborato: l’amore all’eucarestia, la devozione mariana, l’impegno ad attuare gli orientamenti pastorali scaturiti dal Concilio Vaticano II, la programmazione per gli itinerari di formazione per i laici, l’attenzione alle problematiche sociali presenti in questa parte del Salento.
Un particolare merito del libro lo si riscontra nel III Capitolo Scritti vari.
In questa sezione si trovano, come già detto, degli scritti inediti di don Tonino, i quali pur non avendo lo stesso spessore o valore di quelli pubblicati da lui stesso, hanno il merito di contenere quelle tematiche che rappresentano la continuità ministeriale che Angiuli, a ragione, evidenzia.
Quest’opera è imprescindibile per chi ha un serio interesse a conoscere la sensibilità e le radici in grado di nutrire il ministero pastorale di don Tonino dal punto di vista teologico e sociale.
Il grande merito di Angiuli consiste nell’averci consegnato un testo che in continuità con le altre sue pubblicazioni su mons.
Bello, ci dona una chiarezza, una verità, che non può essere tralasciata e non considerata, un atteggiamento contrario significherebbe alterare il suo pensiero, oscurare aspetti essenziali e sostanziali della sua santità.
Alessano
La speranza nel dono
Ad Alessano una serata di testimonianze e letture sulla forza dei pazienti. Domani 18,30, presso la Casa della Convivialità in via Corte Vittorio Emanuele. Fulcro della serata la presentazione del libro “Mi racconto a voi”, realizzato da sei ex pazienti e un team di professionisti del settore medico
Si rinnova l’annuale appuntamento intitolato “La speranza nel dono”.
L’evento rappresenta un’importante occasione per condividere le esperienze e i racconti di pazienti che hanno affrontato il difficile percorso di cura e guarigione dai tumori del sangue.
L’evento è in programma per domani, martedì 19 novembre, dalle 18,30, presso la Casa della Convivialità in via Corte Vittorio Emanuele, ad Alessano.
I saluti istituzionali apriranno l’evento.
Seguiranno gli interventi del dottor Nicola Di Renzo (Direttore UOC Ematologia e Trapianti Cellule Staminali all’Ospedale Vito Fazzi di Lecce), della dottoressa Anna Mele (Direttore UOC Ematologia e Trapianti Cellule Staminali all’Ospedale Cardinale Panico di Tricase) e del dottor Mario Tarricone (Presidente di AIL Lecce ODV e Referente nazionale del Gruppo Pazienti Linfomi AIL-FIL).
Il fulcro della serata sarà la presentazione del libro “Mi racconto a voi”, realizzato grazie alla collaborazione di sei ex pazienti e un team di professionisti del settore medico, tra cui i dottori Di Renzo, Mele, Dargenio, De Giorgi, De Risi, G. Greco, C. Greco e la dottoressa S. Sibilla.
Il progetto, nato per dare voce ai vissuti personali dei pazienti e delle loro famiglie, intende sensibilizzare il pubblico e promuovere una maggiore empatia e comprensione verso chi affronta queste sfide.
Attraverso la narrazione, l’obiettivo è migliorare la comunicazione medico-paziente, rendendo più evidente l’importanza di comprendere e rispondere alle esigenze individuali.
Durante l’evento, Elisea Ciardo e Valerio Melcarne interpreteranno le storie ed emozioni dei sei protagonisti, ripercorrendo il loro cammino dalla diagnosi alla guarigione con letture profonde e toccanti.
A concludere la serata, il dottor Vincenzo Pavone dell’Ospedale Cardinale Panico di Tricase offrirà un intervento riassuntivo e riflessivo.
La serata sarà moderata dalla giornalista Silvia Cazzato.
Il volume e l’iniziativa si inseriscono nel contesto della Medicina Narrativa, una disciplina che ha iniziato a diffondersi negli anni ’90 e che dal 2015 ha trovato il supporto dell’Istituto Superiore di Sanità, che ne ha pubblicato le linee di indirizzo per l’uso nelle malattie croniche e rare.
La Medicina Narrativa si distingue per l’adozione di una metodologia comunicativa che riconosce il valore della narrazione come strumento fondamentale per integrare i punti di vista di tutti gli attori del processo di cura.
“La speranza nel dono” è un evento che invita alla riflessione e all’ascolto, sottolineando che dietro ogni numero e statistica c’è una persona con un vissuto unico e prezioso.
Partecipare significa contribuire a costruire una comunità più consapevole e solidale.
Alessano
Tragedia ad Alessano: 26enne muore nel giorno del suo compleanno
Il giovane potrebbe essere deceduto a causa dell’utilizzo dei cosiddetti balloons, dei palloni contenenti un gas aspirato per godere degli effetti esilaranti
Una festa finita in tragedia nel Capo di Leuca dove un ragazzo è deceduto nel giorno del suo compleanno.
È quanto accaduto nelle scorse ore ad Alessano dove ha perso la vita un 26enne del posto.
Il giovane era in compagnia di alcuni suoi amici per il suo giorno di festa. All’improvviso le celebrazioni si sono trasformate in dramma: per il ragazzo si è reso necessario l’intervento d’urgenza del 118, tra lo sgomento dei suoi amici.
Il giovane è irrimediabilmente deceduto nel giro di pochi minuti. A provocarne la morte, con tutta probabilità, secondo le prime ricostruzioni, l’utilizzo dei cosiddetti balloons, dei palloncini contenenti protossido d’azoto.
Una pratica in voga secoli fa tra i giovani britannici e tornata, purtroppo, di moda ai nostri giorni: inspirare il cosiddetto gas esilarante per godere degli effetti che provoca, una sorta di sballo esilarante.
Pratica che, purtroppo, può avere anche conseguenze letali. I carabinieri, intervenuti sul luogo della tragedia, sono al lavoro in queste ore per ricostruire nel dettaglio l’accaduto.
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