Connect with us

Andrano

Terra, bellezza e legalità: nel Salento torna Antoci, in prima linea contro la mafia

Il presidente onorario della Fondazione Caponnetto, ispiratore del protocollo nazionale sulla “mafia dei pascoli”, ospite di Casa delle Agriculture per il progetto “È fatto giorno”. Antoci che sta tenendo un incontro con gli alunni del locale Istituto comprensivo al Palazzo Marchesale di Melpignano, domani parlerà agli studenti dell’IISS Polo tecnico del Mediterraneo “A.Moro” di Santa Cesarea Terme presso la sede di Poggiardo e poi terrà un incontro pubblico presso l’auditorium dell’oratorio San Francesco di via del Mare, ad Andrano

Pubblicato

il

Ha combattuto la “mafia dei terreni, ricca, potente e violenta”. Porta il suo nome il protocollo nazionale considerato uno dei cardini del nuovo Codice antimafia, che lo ha interamente recepito dopo l’applicazione su base regionale in Sicilia. Giuseppe Antoci, presidente onorario della Fondazione Caponnetto e già presidente del Parco dei Nebrodi, nonostante l’innalzamento al massimo livello del regime di protezione a cui è sottoposto, torna nel Salento per incontrare studenti e cittadini.


Dopo la partecipazione alla Notte Verde 2017, l’associazione Casa delle Agriculture Tullia e Gino di Castiglione d’Otranto lo ospita stavolta nell’ambito del suo progetto di antimafia sociale “È fatto giorno”, sostenuto dall’avviso pubblico “Bellezza e legalità per una Puglia libera dalle mafie” della Regione Puglia.


Gli appuntamenti salentini di Antoci puntellano la riflessione sul tema dell’impegno nel contrastare la criminalità organizzata nella settimana che si è aperta con l’arresto a Palermo, dopo trent’anni di latitanza, di Matteo Messina Denaro, primula rossa di Cosa Nostra, tra i mandanti delle stragi che hanno insanguinato la storia d’Italia tra il 1992 e il 1993.


Dopo l’incontro in corso questa mattina organizzato dal Comune di Melpignano (di cui è cittadino orario) con gli alunni del locale Istituto comprensivo presso il Palazzo Marchesale, nella mattinata di venerdì 20 gennaio Antoci dialogherà con gli studenti dell’IISS Polo tecnico del Mediterraneo “A.Moro” di Santa Cesarea Terme presso la sede di Poggiardo. L’Istituto per i servizi di accoglienza turistica e l’enogastronomia è partner strategico del progetto “È fatto giorno”: per l’intero anno scolastico, oltre 50 studenti sono coinvolti nella realizzazione di laboratori teorico/pratici legati all’etica del cibo, alla cura della terra, alla lotta alla criminalità.


Dopo i saluti del dirigente Paolo Aprile e di Annatonia Margiotta, funzionaria della Regione Puglia e rup di “Bellezza e legalità per una Puglia libera dalle mafie”, Antoci risponderà alle domande della vicepresidente di Casa delle Agriculture, Giovanna Nuzzo, e degli stessi studenti.


Nel pomeriggio del 20 gennaio, alle ore 17.30, si terrà l’appuntamento aperto al pubblico.


L’auditorium dell’oratorio San Francesco di via del Mare, ad Andrano, ospiterà l’evento “Terra, bellezza, legalità”: saranno gli alunni della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto comprensivo di Andrano – tra i protagonisti di “È fatto giorno” tanto che a loro è dedicata una importante fetta del progetto – a porre ad Antoci domande e riflessioni. Ad aprire i lavori saranno le letture dei giovani di Casa delle Agriculture e i saluti del sindaco Salvatore Musarò e del dirigente scolastico Ivano De Luca. Poi, il dialogo con Antoci, “un eroe dei nostri tempi”, come lo ha definito Andrea Camilleri.


L’impegno di Giuseppe Antoci

Da anni vive sotto scorta e da poco sono state rese ancora più stringenti le misure di sicurezza personali per lui e per tutti i suoi familiari.


A Peppe Antoci non l’hanno voluto ammazzare però quando escono i miei parenti al 41 bis l’ammazzano”: sono le nuove minacce di morte sulla sua testa, dopo l’agguato subito nel 2016 quando solo l’intervento degli uomini della sua scorta e l’auto blindata hanno consentito di risparmiargli la vita.


Giuseppe Antoci, da presidente del Parco dei Nebrodi tra il 2013 e il 2018, ha colpito i clan laddove era necessario: nella loro ricchezza, in quella più semplice da accumulare, l’odierno tesoro costituito da soldi pubblici e finanziamenti. Con il suo protocollo antimafia adottato prima dai 24 Comuni del Parco dei Nebrodi, poi dall’intera Sicilia e, dal 2017, esteso a tutte le altre regioni, è stato trafitto l’enorme business derivante dalle truffe sulle erogazioni in agricoltura ai danni dell’Unione Europea, più remunerative e meno rischiose di altri affari. Per metterle in piedi, le consorterie criminali utilizzavano terreni abbandonati e pascoli demaniali in Sicilia e in varie zone impensabili d’Italia, costituendo società fittizie intestate a prestanomi e familiari senza precedenti penali, modo per aggirare la normativa antimafia. Il “Protocollo Antoci” ha avuto il merito di accendere un faro sulla grande falla del sistema fornendo lo strumento per affrontarla: ha introdotto l’obbligo di richiedere l’informazione antimafia nel caso di concessione di terreni agricoli demaniali e non finalizzata ad ottenere sovvenzioni pubbliche. Precedentemente, sotto la soglia del valore di 150mila euro, questo controllo non era richiesto. Le indagini sull’operazione dei Nebrodi hanno svelato l’organizzazione sopraffina dei clan, che potevano contare sulla complicità di funzionari pubblici e professionisti. Il maxiprocesso di primo grado, conclusosi nell’autunno scorso, ha portato a 91 condanne (su 101 imputati) per oltre 600 anni di carcere e al sequestro di beni per 4 milioni di euro. In quegli stessi giorni, dopo le nuove minacce, si è reso necessario innalzare al livello I – riservato a pochissime personalità in Italia – il regime di protezione per Antoci, che anche nelle attuali vesti di presidente onorario della Fondazione Caponnetto continua a promuovere instancabilmente i valori della legalità e dell’impegno civico.


Il progetto “È fatto giorno”


Per il suo titolo, il progetto prende in prestito un verso di Rocco Scotellaro, il suo proclama poetico di ingresso nella Storia da parte di chi ne è percepito come escluso. Risultato vincitore, con elevato punteggio di merito, del bando “Bellezza e legalità per una Puglia libera dalle mafie”, finanziato dal Por Puglia 2014-2020, “È fatto giorno” è il programma attraverso il quale, dal marzo scorso, Casa delle Agriculture Tullia e Gino, in collaborazione con un vasto partenariato, sta lavorando per rafforzare la cultura della legalità, della cittadinanza responsabile e della convivenza civile, attraverso percorsi e laboratori rivolti a minori dai 3 ai 17 anni. Focus specifici sono quelli dedicati alle ecomafie e agromafie, alle pratiche di inclusione sociale, all’educazione alla pace, al rispetto delle differenze, alla tutela dell’ambiente e alla giustizia sociale. Con “È fatto giorno”, dunque, si stanno rafforzando alleanze educative tra attori diversi, istituzionali e sociali, sul territorio e tra territori differenti.



Andrano

Impianto eolico off-shore: il Parco boccia il progetto

I 12 comuni (Otranto,  Castro,  Santa Cesarea Terme, Andrano, Tricase, Tiggiano, Corsano, Gagliano del Capo, Patù, Morciano di Leuca, Castrignano del Capo e Alessano) sono pienamente allineati. Il presidente del Parco Naturale Regionale “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”, Michele Tenore: «Siamo di fronte al rischio concreto di un’aggressione intollerabile a un paesaggio protetto da vincoli naturalistici di straordinaria importanza e mette a rischio l’equilibrio ambientale». I sindaci sottolineano anche il grave rischio per la foca monaca

Pubblicato

il

Il Parco Naturale RegionaleCosta Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”, in forte sintonia con i 12 comuni che ne costituiscono il territorio, ribadisce, attraverso la deliberazione del proprio comitato esecutivo, la ferma opposizione al progetto di impianto eolico off-shore, proposto dalla società Odra Energia S.r.l., previsto nello specchio di mare tra Santa Cesarea Terme e Santa Maria di Leuca.

«È certo il rischio concreto», spiega Michele Tenore, presidente del Parco, «di un’aggressione intollerabile a un paesaggio protetto da vincoli naturalistici di straordinaria importanza. Il nostro territorio, tutelato da vincoli ambientali e paesaggistici, non può essere sacrificato per un progetto che non tiene in considerazione la straordinaria biodiversità e il valore ecologico delle nostre coste»

I 12 comuni del Parco (Otranto, Castro, Santa Cesarea Terme, Andrano, Tricase, Tiggiano, CorsanoGagliano del CapoPatùMorciano di LeucaCastrignano del Capo e Alessano) sono pienamente allineati con tale posizione, e attraverso il presidente Tenore si fanno portavoce di una ferma opposizione a un «progetto che minaccia l’integrità ecologica e paesaggistica della zona».

Seppur modificato nel numero di aerogeneratori (da 90 a 73), il progetto «rimane problematico, soprattutto a causa dell’aumento delle dimensioni delle turbine, che raggiungeranno i 315 metri, un impatto troppo significativo per una zona di tale valore ecologico. Inoltre, il corridoio di posa dei cavi marini continua a interferire gravemente con l’area destinata a diventare una riserva marina protetta, procedimento già consolidato dalle 11 delibere dei consigli comunali delle aree interessate e dall’istruttoria avviata formalmente da ISPRA il 15 luglio 2024».

La prima proposta di zonizzazione è attesa a breve, e questo intervento «minerebbe i delicati equilibri ecologici dell’area. Inoltre, il luogo di approdo a terra non è stato modificato, interessando un’area di elevatissimo valore naturalistico; l’intervento si pone, infatti, in forte contrasto con quanto stabilito dalla legge istitutiva del Parco, ricadendo in un’aera oggetto di numerosi vincoli a tutela del paesaggio e della biodiversità. La localizzazione della “buca giunti”, seppur spostata di pochi metri, continua a interferire direttamente con la Zona Speciale di Conservazione (ZSC) IT150002, aumentando ulteriormente i rischi per l’ambiente».

«La tecnologia TOC (Turbine Offshore Construction) proposta per il progetto», conclude Tenore, «non offre sufficienti garanzie riguardo ai suoi impatti ambientali, soprattutto in una zona carsica come la nostra, con un elevato valore storico, culturale, archeologico ed ambientale. ISPRA, nel parere del 19 aprile 2024, ha sollevato preoccupazioni che noi condividiamo integralmente».

Il Parco, sostenuto dai 12 comuni, si impegnerà a garantire, da un lato, «una rigorosa verifica degli impatti di questa opera e il rispetto stringente della normativa e dei vincoli, nei limiti delle proprie competenze», e, dall’altro, «a svolgere un ruolo attivo nella sensibilizzazione degli enti coinvolti nel processo decisionale, promuovendo una valutazione approfondita e accurata degli effetti ambientali e una protezione rigorosa delle risorse naturali che rendono questa area del Salento unica. La salvaguardia del nostro territorio, della sua biodiversità e dei suoi valori culturali e storici rappresenta e continuerà a rappresentare una priorità assoluta per questo Ente».

📍 Segui il GalloLive News su WhatsApp 👉 clicca qui

Continua a Leggere

Andrano

Tartufo nero del Salento: al via la nuova stagione della raccolta

L’iniziativa: mappare le aree per valorizzare la tartuficoltura nei terreni degradati dalla Xylella. Tenore: «Obiettivo è sensibilizzare le nuove generazioni, educandole alla responsabilità ambientale»

Pubblicato

il

Il Parco Naturale Regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase annuncia la riapertura dei termini per la presentazione delle richieste di autorizzazione alla raccolta dei tartufi per la stagione 2024-2025.

La decisione è stata presa con deliberazione del Comitato Esecutivo, con l’obiettivo di assegnare le ultime otto autorizzazioni disponibili, garantendo il rispetto delle normative nazionali e regionali.

Nel Parco si possono trovare due varietà dei pregiati tuberi: il tartufo nero, noto anche come scorzone (foto in alto), e il tartufo bianco, chiamato bianchetto o marzuolo (foto in fondo all’articolo).

AVVISO PUBBLICO

Le richieste possono essere inviate esclusivamente tramite mail pec all’indirizzo parcootrantoleuca@pec.it, entro e non oltre, le ore 12.00 del 12 dicembre 2024.

Le domande dovranno includere la documentazione completa, come dettagliato nell’avviso pubblico consultabile sul sito ufficiale del Parco.

Nel caso in cui le richieste superino il numero di autorizzazioni disponibili, si procederà con un sorteggio pubblico il giorno 12 dicembre, alle ore 17, presso la sede dell’Ente Parco.

TURISMO INTERNAZIONALE

«La rimodulazione del progetto di valorizzazione del Parco», spiega Michele Tenore, presidente dell’Ente, «mette al centro il ruolo strategico dei giovani, il turismo internazionale e la fruibilità del territorio durante i mesi estivi e oltre, consolidando il Parco come motore di sviluppo per l’economia locale. La raccolta dei tartufi non è solo una tradizione consolidata, ma rappresenta anche uno strumento potente di promozione territoriale, che intreccia economia, sostenibilità ambientale e gastronomia di eccellenza. Il tartufo, infatti, è non solo un prodotto gastronomico pregiato, ma anche un volano che sostiene le filiere agroalimentari locali, attrarre visitatori e valorizzare il patrimonio enogastronomico del nostro territorio».

RECUPERO TERRENI NEL POST XYLELLA

La riapertura dei termini per la gestione della raccolta ha l’obiettivo di regolamentare e tutelare tale risorsa preziosa, promuovendo una gestione sostenibile che preservi la biodiversità e gli ecosistemi.

«Il Parco», spiega ancora Tenore, «intende sviluppare specifiche attività per valorizzare il tartufo, non solo come prodotto di alta qualità gastronomica, ma anche come possibile fonte di reddito per le comunità locali. A tal fine, è in programma uno studio con il coinvolgimento di università ed esperti per individuare le aree più adatte alla tartuficoltura, utilizzando essenze micorrizzate, che, oltre a produrre i pregiati tuberi, possano contribuire al recupero di terreni ora degradati dalla Xylella, diventando un investimento paesaggistico e naturalistico di valore».

📍 Segui il GalloLive News su WhatsApp 👉 clicca qui

Il tartufo bianchetto

Continua a Leggere

Andrano

Progetto Simona: immersione e inclusione per le persone con diverse abilità

Il convegno alle 18 in biblioteca. Il progetto si prefigge di creare un ponte tra mare e accessibilità, dimostrando come l’ambiente subacqueo possa rappresentare una nuova frontiera di integrazione per chi vive condizioni di disabilità

Pubblicato

il

📍 Segui il GalloLive News su WhatsApp 👉 clicca qui

Il comune di Andrano presenta il convegno “Progetto Simona: Immersione e Inclusione per le Persone con Diverse Abilità”, un’iniziativa nata dalla collaborazione con la Fondazione “Noi Siamo Paola” e l’Associazione Gruppo A-Mare.

Il progetto, che sarà illustrato quest’oggi presso la Biblioteca Comunale “Don Giacomo Pantaleo”, rappresenta una straordinaria evoluzione dell’evento teatrale “Ho Amato Tutto” tenutosi questa estate presso l’Abbazia del Mito.

Durante lo spettacolo, dedicato alla vita di Donna Paola Menesini Brunelli, erano stati raccolti fondi destinati a supportare progetti di inclusione per persone con disabilità, in particolare con l’obiettivo di avvicinarle al mondo subacqueo.

Grazie ai fondi raccolti e alla partecipazione di organizzazioni specializzate, “Progetto Simona” si propone di formare istruttori esperti per consentire a persone con disabilità fisiche e motorie di vivere l’esperienza dell’immersione subacquea in sicurezza.

Durante il convegno, che inizierà alle ore 18, saranno presenti Alberto Brunelli, presidente della Fondazione “Noi Siamo Paola”; Salvatore Accogli, presidente dell’Associazione Gruppo A-Mare; Angela Pinto, presidente dell’Associazione Albatros, specializzata in immersioni per disabili non vedenti; e Salvatore Colazzo, garante dei diritti delle persone con disabilità dell’Unione dei Comuni Terre a Levante.

L’evento vedrà inoltre l’intervento dei sindaci di Tricase e Andrano, Antonio De Donno e Salvatore Musarò che ribadiranno l’impegno delle amministrazioni locali verso iniziative di inclusione sociale innovative.

“Progetto Simona” si prefigge di creare un ponte tra mare e accessibilità, dimostrando come l’ambiente subacqueo possa rappresentare una nuova frontiera di integrazione per chi vive condizioni di disabilità.

Il Comune di Andrano invita tutti i cittadini, le associazioni e le istituzioni a partecipare a questo importante momento di confronto e presentazione.

Il convegno vuole essere non solo un’occasione per approfondire i dettagli di “Progetto Simona”, ma anche per sensibilizzare la comunità sui temi dell’inclusione e della solidarietà.

L’ingresso è libero e aperto a tutti.

Continua a Leggere
Pubblicità
Pubblicità

Più Letti