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Tricase: Scritti di getto
Il nuovo libro di Alfredo De Giuseppe: “Scritti d’impulso, spesso non corretti, articoli pubblicati e commenti inediti”. Presentazione il 19 marzo a Palazzo Gallone
La libreria Manoscritto in collaborazione con “il volantino”, “39° parallelo” e Giorgiani Editori, presentano “Anni di getto”, il nuovo libro di Alfredo De Giuseppe.
Appuntamento presso la Sala del trono di Palazzo Gallone, domenica 19 marzo alle 19,30.
Interverranno Mary Cortese (Ass. Progetto Diritti Onlus), Alessandro Distante (il volantino), Ippazio Martella (39° parallelo), Francesco Greco (Giornale di Puglia), e Andrea Antonio Marra (“ Se sei di Tricase… su Facebook).
Curiosamente il titolo del libro e l’auto hanno lo stesso acronimo: ADG. Così lo stesso autore, Alfredo De Giuseppe, presentare il suo nuovo lavoro editoriale:
“Scritti d’impulso, spesso non corretti, articoli pubblicati e commenti inediti. Questo è “Anni di getto”, la raccolta che va dal 2006 al 2016, con l’introduzione di Francesco Greco che ringrazio per le belle parole che mi ha riservato. Una raccolta che è la naturale continuazione di “A volte bisogna scrivere” (1979-2000) e “Best, sindaci e farfalloni” (2001-2006), anche se non mancano alcuni segni di discontinuità, primo fra tutti l’irruzione dei post sui social network.
Troverete infatti in queste pagine anche alcuni commenti o riflessioni postati su Facebook che è l’unico social media al quale ho ceduto, avendo rifiutato la prigionia dei 140 caratteri di Twitter o la descrizione per sole immagini di Instagram o le alchimie di altri prodotti nati su algoritmi fantastici e di cui in fondo siamo solo vittime. Ho ritenuto Facebook, con la sua condivisione amichevole, il male minore anche se spesso mi son trovato d’accordo con Umberto Eco quando affermava convintamente che FB non aveva accresciuto la democrazia ma solo dato più spazio ai cretini.
Altre piccole novità rispetto alle due raccolte precedenti: alcune note a margine e alcune risposte di terzi (su suggerimento di alcuni lettori) che fanno intuire meglio il contesto in cui nasce un determinato pensiero o avvenimento e alla sua eventuale evoluzione.
Articoli e scritti vari, fra cui alcuni brevi pensieri impropriamente definiti poesie, venuti fuori su una notizia, uno stato d’animo o una provocazione, anche negli anni in cui, specie dopo il 2008, ho iniziato a lavorare su progetti più strutturati.
Al compimento dei 50 anni decisi, pur continuando a fare l’imprenditore, di dedicarmi ancora di più alle passioni di sempre, includendo in queste la politica e il cinema, la difesa dell’ambiente e la scrittura.
In quell’anno mi candidai sindaco della mia città e fu un periodo particolarmente bello e al contempo travagliato: dalla prevista sconfitta ne uscii convinto che la mia missione era raccontare ancora di più il mio tempo nella mia città, descriverla ancora meglio, con più mezzi e più incisività. Da lì nascono nuovi libri e nuovi documentari, girati in modo sempre più professionale e più approfondito.
Lavori che sono stati apprezzati in molti festival e in molti paesi del mondo. Girare nella mia Tricase “L’Arte nascosta” o “L’ultima osteria” è stato un modo per mescolarsi, quasi avvinghiarsi ancora di più nella realtà straordinaria di una comunità, di cui non sarei mai stato guida politica ma di cui aspiravo, con empatia mista a disprezzo, alla massima conoscenza interiore.
Una mescolanza di idee, interessi, di prose e poesie, di lavoro, famiglia e amore, il misto dilettantistico che io sono. Comunque qui non sono riportate le cose scritte da altri intorno alla mia persona e alle mie pubblicazioni ma solo ciò che ho scritto in prima persona, soprattutto per giornali e riviste, ma anche inediti, tralasciando anche gli eventuali appunti intorno al mio lavoro imprenditoriale, o a libri, film e documentari.
“Anni di getto”. E perché non “anni da gettare” oppure “anni gettati”? Ero in dubbio ma alla fine ha prevalso l’amore letterario sul commento politico, sul giudizio negativo di questi anni vissuti pericolosamente alla ricerca di un diverso e fresco umanesimo che invece di portare pace e liberazione dei popoli è di nuovo alle prese con frontiere, muri, steccati, guerre, invasioni, terrorismi, integralismi religiosi, miracoli e nuovi santi, migrazioni epocali, miserie e devastazioni.
Un diario come questo un po’ privato, un po’ pubblico, a volte locale e spesso globale non può salvare il mondo, può solo raccontarlo dal suo angolino nascosto, al massimo dell’onestà e della verità che uno come me ci può mettere”.
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Assaggi di gusto a Melpignano
Tra forni medievali e frantoi ipogei. Passeggiata con archeologa, degustazione narrata e laboratorio con la sommelier dell’olio. Sabato 23 dalle 15,30 alle 18,30
Profuma di olio nuovo e legumi in pignata il percorso esperienziale “Assaggi di Gusto a Melpignano” ideato dal comune della Grecìa Salentina nell’ambito del progetto “Melpignano promuove cultura”, che propone in ogni stagione percorsi turistici per viaggiatori attenti ai temi del cibo e delle tradizioni, realizzati con l’Associazione di Promozione Sociale pugliese Vivarch e varie realtà.
In compagnia dell’archeologa Eda Kulja, sabato 23 novembre, dalle 15,30 alle 18,30, si potrà passeggare lungo le vie del paese che ospitavano un tempo i forni dove si produceva il pane della comunità e, tra aneddoti e attrezzi della civiltà contadina, si incontrerà Uccio Treglia, proprietario dell’ultimo forno ancora visitabile, il più antico del paese, probabilmente risalente al 1200 e che si è spento nel 1967, con la sua ultima cotta, di cui Uccio conserva la cenere.
Pochi passi e si raggiungerà uno dei sette frantoi ipogei presenti a Melpignano, quello di via Fazzi, acquisito dal comune e aperto al pubblico, preziosa testimonianza della produzione dell’oro verde pugliese che ha rappresentato fino all’Ottocento una delle attività più redditizie; mentre il frantoio di via Roma interamente scavato nella pietra nel XVII secolo, non è ancora visitabile, ma si può vedere nel nuovo portale discovermelpignano.it.
La passeggiata proseguirà nel vicino Palazzo Marchesale, ex castello feudale dotato di torri merlate, cinta muraria, fossato e camminamenti di ronda, trasformato in una raffinata residenza nel Seicento con giardino storico, cella carceraria e preziosi affreschi negli ambienti a piano terra, con motivi vegetali, episodi mitologici e scorci bucolici. Nella sala a botte del Palazzo si terrà il percorso del gusto con un mini laboratorio sull’extravergine, con l’assaggio di tre varietà di olio condotto dall’architetta Silvana Inguscio, sommelier dell’olio e produttrice di òliolocale, che guiderà i partecipanti alla scoperta delle caratteristiche di due monocultivar, delle loro componenti sensoriali, dell’abbinamento consigliato cibo-olio, con assaggi preparati da Mariagrazia Antifora, Lady Chef Puglia, come i legumi coltivati da produttori locali (Marco Garrapa e Danilo Palma di Melpignano, Gli Orti di Peppe di Tricase, PiediGrandi di Spongano e Terre Paduli di Nardò) e le friselline del forno Fior di Pane di Melpignano condite con rucola e pomodori dell’Azienda Agricola Manfio’s di Marco Reho di Ruffano o in versione dolce con marmellate di agrumi.
Infine, si vedrà La Pietra del Gusto, l’installazione dell’architetta Inguscio realizzata in collaborazione con Bianco Cave, come inno all’identità e biodiversità del Salento.
Questa tavola botanica, che celebra l’ulivo, anima e simbolo della Puglia, richiamando la sacralità del lavoro e la ciclicità della vita, sarà visitabile fino al 6 gennaio all’interno del palazzo Marchesale.
Non in legno, ma in pietra calcarenite: è solida, intrisa di storia, plasmata con precisione tecnologica in forme che evocano gocce d’olio e foglie d’ulivo.
Questi incavi accolgono cibi di stagione – frise, pane, arance, legumi, ampolle d’olio – trasformando l’installazione in una tavola che celebra la condivisione e il legame con la terra. La scelta di Melpignano non è casuale. Questo piccolo comune è un faro di sostenibilità e tradizione, grazie a iniziative come il Mercato del Giusto (piccolo mercato di bio agricoltura arricchito da eventi culturali, quali talk e dibattiti sulle tematiche legate al food, alla sostenibilità, al sociale) e il Master in Gastronomie Territoriali Sostenibili e Food Policies: il cibo non è solo nutrimento, ma un atto d’amore per il territorio e un manifesto per il futuro.
Info & Prenotazione: Info Point Melpignano, via Roma 16, Melpignano, tel. 3277128024.
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Migrazioni libere e immigrazioni legali
Sabato 23 novembre a Maglie il convegno organizzato dalla Fondazione Don Giuseppe Colavero. Presentazione domani a palazzo Adorno
Convegno organizzato dalla Fondazione Don Giuseppe Colavero, con il patrocinio della Provincia di Lecce e con il patrocinio e il contributo della Presidenza del Consiglio regionale.
L’evento dal titolo “Migrazioni libere e immigrazioni legali” sarà presentato domani, giovedì 21 novembre, alle ore 12, nella sala conferenze stampa di Palazzo Adorno, a Lecce.
Interverranno: Alessandro Distante, presidente della Fondazione Don Giuseppe Colavero; Maria Rosaria De Lumè, addetto stampa della Fondazione e Gigi Nestola, dirigente presso la Presidenza del Consiglio regionale pugliese.
Il convegno è in programma sabato 23 novembre, alle ore 16, nel salone dell’Oasi della convivialità (SS16, Maglie).
I temi, di grande attualità al centro dell’incontro, saranno affrontati da Attilio Pisanò e Eliana Augusti, docenti dell’Università del Salento e Valeria Guterrez, responsabile nazionale Corridoi umanitari della Comunità di Sant’Egidio, alla presenza del vescovo di Otranto, padre Francesco Neri.
La figura e l’azione di don Giuseppe Colavero sono strettamente collegate all’accoglienza degli albanesi negli anni Novanta già dalla prima migrazione.
Ha fondato il centro giovanile internazionale Agimi (L’alba), attivo in Italia e in Albania, in quella che ora si chiama Oasi della convivialità (prima Eurogiovani) ha offerto ospitalità a tanti che erano in difficoltà.
Il suo progetto viene ripreso ora dalla Fondazione intitolata a lui e ai suoi genitori Anna e Tobia.
Don Giuseppe si è spento a 76 anni il 28 marzo del 2016 e, con disposizione testamentaria ha lasciato tutti i suoi beni ai poveri.
Il suo progetto, il suo sogno trovano continuità nell’attività della Fondazione.
Qualche mese fa, con la mediazione dei Corridoi umanitari della Comunità di Sant’Egidio, è stata accolta una famiglia siriana, che attualmente ha trovato ospitalità e lavoro in Olanda.
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“Tutto sta nei venti e nelle nuvole” a Calimera
Presso Casa dei Kalimeriti la presentazione del nuovo libro di Roberta Pappadà, edito Kurumuny
Venerdì 22 novembre 2024, a partire dalle ore 19 presso Casa dei Kalimeriti (via Mayro, 28, a Calimera) presentazione del libro di Roberta Pappadà Tutto sta nei venti e nelle nuvole, edito da Kurumuny. Dialogherà con l’autrice Gianluca Palma.
Un viaggio letterario che si intreccia con un’analisi lucida e profonda delle dinamiche che caratterizzano l’attuale crisi climatica. È così che Roberta Pappadà nelle pagine de Tutto sta nei venti e nelle nuvole (edito da Kurumuny) evidenzia, con uno stile ricco di immagini evocative e dettagliate, il ritardo cronico con cui governi e istituzioni affrontano la questione climatica, un problema che coinvolge tutti i Paesi del mondo.
In particolare, il lavoro di Pappadà pone l’accento sull’estrema lentezza nel prendere decisioni, una lentezza che si manifesta soprattutto nei contesti delle grandi conferenze internazionali come la Cop29 in corso a Baku, in Azerbaijan. Qui, malgrado le buone intenzioni, le risoluzioni spesso faticano a tradursi in interventi concreti ed efficaci, lasciando il rischio che le politiche climatiche non incidano mai realmente.
Tutto sta nei venti e nelle nuvole nasce da un senso di urgenza profondo, un “I care” che spinge l’autrice e molte persone del nostro tempo a riflettere sul futuro del pianeta e sulla necessità di agire. Con una scrittura che intreccia poesia, analisi critica e denuncia, Pappadà offre al lettore uno strumento unico: non una semplice antologia, ma un progetto articolato che incita a guardare al domani con maggiore consapevolezza e responsabilità.
Tutto sta nei venti e nelle nuvole non è soltanto un libro da leggere, ma un atto d’amore verso la Terra e le generazioni future e che invita lettrici e lettori a immergersi nella sua visione con mente aperta e spirito attento, trasformando ogni pagina in uno stimolo per un impegno condiviso e per un cambiamento necessario.
L’appuntamento è per venerdì 22 novembre 2024, a partire dalle ore 19 presso Casa dei Kalimeriti (via Mayro, 28, a Calimera) per la presentazione del libro di Roberta Pappadà Tutto sta nei venti e nelle nuvole, edito da Kurumuny. Dialogherà con l’autrice Gianluca Palma
L’autrice
Roberta Pappadà è nata a Calimera (Le). Vive e insegna materie letterarie a Roma. Laureata in Storia contemporanea presso l’Università di Bologna, i suoi studi e interessi incrociano il teatro, l’arte terapia, la storia e la letteratura. Si occupa di progetti di prevenzione del disagio giovanile e d’integrazione sociale, in contesti didattici professionali e ricreativi; collabora all’organizzazione di mostre fotografiche e installazioni artistiche.
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