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Attualità

A proposito di sterilizzazioni dei cani

L’intervento dell’associazione ZampaLibera L’associazione ZampaLibera sulla questione sterilizzazione

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L’associazione salentina ZampaLibera, in risposta ad un articolo che riportava la posizione del Gruppo Facebook Animalisti contro la sterilizzazione” (non certo quella del giornale) ci ha inviato un post che potrà agevolare la riflessione ed eventualmente la riflessione e che pubblichiamo con piacere di seguito.


Tantissimo si è dibattuto sulla necessità o meno di sottoporre i cani alla sterilizzazione. Ma che cos’è la sterilizzazione?


Come si evince dalla parola stessa la sterilizzazione è quell’operazione finalizzata a rendere un cane sterile. E questa è un’operazione che “costringe” il cane a sottoporsi ad un intervento chirurgico per non poter essere più fertile.


Un “atto barbarico” che va contro natura e che non dovrebbe essere praticato mai (tranne in casi “eccezionali”) perché “lede la dignità”(?) del nostro amico a 4 zampe.


E, dunque, perchè mai un’associazione animalista che dice di adoperarsi a tutelare i diritti degli animali approva, anzi si batte perché i cani vengano sterilizzati?


La risposta è composta da due semplici ma fondamentali motivi: 



  • è l’unico strumento valido a combattere il problema del randagismo;

  • è l’unico strumento valido ad assicurare al nostro amico a 4 zampe un’esistenza longeva e sana.


Consideriamo più da vicino i due aspetti.


Il randagismo


Si definisce randagismo la condizione degli animali domestici che sono stati abbandonati o smarriti e che si ritrovano a vagare per proprio conto. L’annosa questione dei cani vaganti per il territorio, che si riuniscono in branchi, produce spesso problemi di sicurezza e igiene pubblica, oltre ad essere un impegno economico  per le amministrazioni comunali che devono (per legge – l. 14/08/1991 n.281) occuparsi della salute dei randagi.


Da ciò sembrerebbe che il randagismo, più che alla sterilizzazione, sarebbe direttamente dovuto al comportamento incivile di quanti abbandonano i cani per strada. E questo è tendenzialmente vero, nel senso che, effettivamente, se tutti coloro che hanno cani in casa non li abbandonassero il problema sarebbe risolto.


Ciò che, però, non si prende in considerazione è che una cagna non sterilizzata entra in calore ogni 6 mesi e che una cagna gravida partorisce (in media, ad ogni gravidanza) una cucciolata di 8 cagnolini di cui metà femmine. Basterebbe solo questo per comprendere come in un anno il proprietario di una cagna non sterilizzata si ritroverebbe a doversi occupare di almeno 17 cani. Ai quali, poi, bisognerà aggiungere i piccoli che nasceranno dalle 8 femmine (4 femmine x  n.2 parti della mamma) che, crescendo, raggiungeranno la loro maturità sessuale e si andranno ad accoppiare partorendo a loro volta, ciascuna, almeno altri 8 cuccioli (di cui 4 femmine), e così via… per poter giungere ad un totale di circa 1248 cani nati in appena due anni da una sola cagna non sterilizzata.

Certo, uno potrà obiettare che non si può parlare di 1248 cani da accudire da parte del proprietario della “prima” cagna partoriente, poiché non tutti i cagnolini restano con il “proprietario originario”. Bene…di 8 cuccioli (di media) ammettiamo che (nell’ipotesi più ottimistica ed irreale) 6 di questi vengano ceduti (o addirittura venduti) ad altri, il “proprietario originario” si ritroverà a dover accudire a 5 cani in soli 12 mesi.. 9 in due anni e così via. E sì, dovrà accudire perché la legge n. 281 del 14/08/1991 (ribadita con l’Accordo 24 gennaio 2013) stabilisce che ogni cane presente sul territorio nazionale deve essere registrato (mediante un microchip che, sempre per legge, deve essere insertito nel cane) negli arichivi dell’Anagrafica Canina Regionale (che va a confluire in quella nazionale) a nome di un proprietario che risponderà del benessere dell’animale stesso. Ma accudire alle necessità di un solo cane è un impegno non solo in termini economici (vaccini, richiami, cibo, antiparassitari, ecc. se il cane gode si ottima salute; se poi si ammala o viene colpito da qualche patologia…) ma anche di tempo e di organizzazione familiare (perché, comunque, un cane ha bisogno di uscire con il padrone almeno tre volte al giorno). Un impegno che il “proprietario originario” dovrebbe assumersi “spontaneamente” (in quanto conseguenza diretta della scelta fatta a monte ovvero di far partorire la propria cagna) ma che, purtroppo, quasi nessuno fa, preferendo abbandonare i cuccioli “non piazzati”.


Risulta, dunque, abbastanza chiaro come il problema del randagismo sia strettamente legato alla questione della sterilizzazione.


La salute del cane


Potrà sembrare paradossale ma scegliere di sottoporre i nostri amici a 4 zampe alla sterilizzazione è la scelta migliore per il loro benessere poiché:



  • consente di prevenire alcune malattie piuttosto gravi, come le piometre o tumori mammari (nelle femmine) e problemi di prostata o tumori ai testicoli (nei maschi). Il momento migliore per la sterilizzazione è quello antecedente al primo calore. Alcuni veterinari consigliano di far fare una cucciolata alla cagna prima di farla sterilizzare: QUESTA TEORIA NON E’ SUPPORTATA DA NESSUNA TEORIA SCIENTIFICA: serve solo ad incrementare il randagismo. L’incidenza di tumori nella cagne sterilizzate precocemente è infinitamente inferiore a quella delle cagne sterilizzate dopo uno o due calori.

  • evita il fastidioso fenomeno della cosiddetta gravidanza isterica. La cagna manifesta tutti i sintomi di una gravidanza, pur non essendo incinta e non essendosi accoppiata. E allora, perché avviene? La risposta sta nella cura con cui Madre Natura provvede alle necessità delle sue creature. Infatti, la vita selvatica comporta numerosi rischi per i nostri amici pelosi tra i quali potrebbe verificarsi la morte della madre. Per evitare che un evento così nefasto comporti anche la morte del’intera cucciolata, Madre Natura ha fatto sì che, dopo il periodo dei calori (che in un branco naturale sono sempre “sincronizzati”), alcune cagne  avessero questa gravidanza isterica in modo da poter diventare fonte di cibo per i cuccioli in caso di necessità.


In aggiunta, in particolar modo per i maschi, la sterilizzazione riduce il “rischio di fuga” (quando questo è legato ad interessi sessuali). Infatti i cani hanno la capacità di annusare il richiamo sessuale di una cagna in calore in un raggio di 5-6 km ma un cane castrato non avrà l’interesse ad andare dalla cagna in calore.


E’ bene sottolineare come la mancata attività sessuale non comporta alcun complesso per i cani: non esiste un maschio che “si rammarichi” di non poter fare sesso, e tantomeno una femmina che “rimpianga” di non poter diventare mamma.

Questi sono preconcetti completamente errati che derivano dalla nostra tendenza a umanizzare i cani e ad attribuire loro pensieri ed emozioni umane, che semplicemente non hanno.


Alla luce di tutto ciò, è chiaro come la sterilizzazione sia fondamentale per garantire ai nostri amici a 4 zampe una vita sana e longeva, oltre che felice e serena.


Per quanti siano preoccupati di una possibile estinzione del cane, state tranquilli: la “sopravvivenza” della specie canina da sempre è garantita (e continuerà ad esserlo) dall’esistenza degli allevatori. Per cui noi, “comuni” proprietari di un cane, sterilizziamo!”.


Attualità

Donne all’Opera: il 1 Polo contro la violenza sulle donne e i bambini

Seguiranno le testimonianze di otto donne del nostro territorio, professioniste e appartenenti a diverse categorie, che si sono distinte nella lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi di genere…

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In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne e i minori, il Polo 1 di Galatina, in collaborazione la Commissione Pari Opportunità, d’intesa con l’Assessorato alle Pari Opportunità di Galatina, organizzano l’evento “Donne all’Opera” che si svolgerà lunedì 25 novembre, a partire dalle 9:30, presso il teatro Cavallino Bianco di Galatina.

Dopo i saluti istituzionali ci sarà un concerto a cura della Salent’Opera, orchestra Sinfonica Giovanile diretta dal M° Tommaso REHO.

Seguiranno le testimonianze di otto donne del nostro territorio, professioniste e appartenenti a diverse categorie, che si sono distinte nella lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi di genere.

Di grande pregio la presenza del Cav. Malala Yousafzai dell’Ambito Territoriale Sociale di Galatina, nella persona della dr.ssa Paola GABRIELI, che da dieci anni coordina l’unico centro antiviolenza pubblico a gestione pubblica della Regione Puglia, lavorando sul territorio dell’Ambito di Galatina accanto alle donne e ai figli minori con la presa in carico, nella difesa dei loro diritti, oltre alle attività di sensibilizzazione e formazione, al fine di favorire l’emersione del fenomeno e il contrasto alla violenza di genere.

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“Cari giovani, costruiamo libertà: non cediamo alla mafia”

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un nostro giovane lettore, Michele Cojocaru.

“L’impegno contro la mafia, non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza”. Queste le parole di Paolo Borsellino, che tengo sempre a mente.
Se dovessi scrivere una lettera ai giovani al tempo di oggi, scriverei così:

Cari giovani del mio tempo, sono Michele, ho 20 anni, vengo dalla provincia di Lecce. Nel mio paese, tanti giovani come noi sono caduti nelle mani della malavita. Tanti fumano, molti spacciano, alcuni hanno addirittura pistole con loro.

Vedendo questo scrivo a voi, giovani della mia generazione, non abbiate paura di denunciare questi fatti: la società di oggi conta su di noi.
Vorrei tanto, insieme a tutti voi, richiamare lo Stato italiano, per ricordargli ancora una volta di stare dalla nostra parte.

Cari giovani e care giovani, costruiamo insieme la società la nostra società. Il futuro non deve essere la droga, non devono essere le armi. Ma un futuro di pace, in cui possiamo dire ai
nostri figli: tutto questo lo abbiamo fatto per voi.

La mafia distrugge, la mafia uccide, la mafia vieta di sognare.

Anche nel Salento c’è la mafia.
Anche nella provincia di Lecce c’è la mafia, ma è una mafia silenziosa, che agisce senza fare rumore.

Non diamogliela vinta, costruiamo libertà: coraggio, insieme ce la faremo.

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Attualità

Porto Cesareo resta Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo

Confermata la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche

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L’Area Marina Protetta Porto Cesareo si conferma un’Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo (ASPIM), aggiudicandosi ancora una volta la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche.

La conferma della certificazione ASPIM è giunta al termine di una tre giorni di lavori sul campo da parte della commissione internazionale composta da Leonardo Tunesi, rappresentante del Focal Point, Robert Turk e Rais Chedly esperti internazionali, Antonio Terlizzi, esperto nazionale e dal direttore dell’AMP Porto Cesareo Paolo D’Ambrosio.

L’iter per ottenere il riconoscimento come da regolamento è passato dall’attivazione di attività di studio scientifico sistematico e di monitoraggio degli habitat, che consentono di stilare gli elenchi delle specie di flora e fauna necessari per definire il grado di biodiversità del sito.

«Lo status viene mantenuto attraverso il costante monitoraggio e salvaguardia delle specie individuate negli elenchi, ed essere ASPIM aumenta la nostra responsabilità di controllo dell’ambiente, allo scopo di salvaguardare le specie e gli habitat in cui esse vivono e si riproducono», hanno affermato soddisfatti i massimi responsabili di AMP Porto Cesareo.

Il riconoscimento dello status di ASPIM viene rilasciato dal Regional Activity Centre for  Specially Protected Area (RAC-SPA), con sede a Tunisi, organismo creato nel 1995 fra i Paesi che hannostipulato nel 1976 la Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo dall’inquinamento.

È questo centro che definisce e mantiene la lista delle ASPIM, vagliando nuove domande e promuovendo le aree protette meritevoli del riconoscimento.

Le aree marine protette italiane che detengono lo status di ASPIM sono attualmente 10.

Quattro in Sardegna tra cui Capo Carbonara, Capo Caccia-Isola Piana, Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre e Tavolara-Punta Coda Cavallo.

A livello nazionale figurano poi Portofino (prima AMP italiana ad aver ottenuto il riconoscimento, nel 2005), Miramare, Plemmirio, Punta Campanella.

Per il Salento, Porto Cesareo e Torre Guaceto.

Direttore e Presidente dell’AMP esprimono la loro soddisfazione per questo «ulteriore traguardo raggiunto, a conclusione di quest’anno, che conferma le altissime performance dell’AMP Porto Cesareo, la quale si posiziona non solo tra le prime a livello Nazionale, ma anche nell’élite delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea»

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