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Attualità

Ambito Sociale di Gagliano: 22 lavoratrici a forte rischio

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Grido d’allarme della segretaria provinciale della CGIL Lecce, Antonella Cazzato: “22 lavoratrici che svolgono un incarico fondamentale di sostegno per bambini e ragazzi disabili, nell’Ambito Sociale di zona di Gagliano del Capo, perderanno il posto di lavoro. Il danno non sarà soltanto occupazionale, ma ricadrà sulle spalle di 70 famiglie che si vedranno private di questo servizio. E ricadrà soprattutto, in maniera molto profonda, sulla vita di 70 ragazzi, di età compresa tra i cinque e i 16 anni, che per tanti anni hanno attraversato il loro difficoltoso percorso grazie anche alla vicinanza quotidiana di queste donne che, con costante professionalità, hanno costruito con i ragazzi anche un legame di stima e fiducia.


Si tratta infatti”, spiega Cazzato, “di 22 operatrici sociali che da ben sette anni svolgono un servizio pubblico di assistenza di base per gli alunni delle scuole primarie e secondarie nei 15 Comuni compresi nell’Ambito Sociale di zona di Gagliano del Capo. Ora l’Amministrazione dell’Ambito ha deciso di riappaltare il servizio a un’altra Società Cooperativa. Una decisione che la CGIL, al fianco delle 22 lavoratrici, ritiene sbagliata. Sbagliata perché oltre alle conseguenze negative dal punto di vista occupazionale (non è stata infatti prevista la continuità lavorativa delle attuali assistenti), si mettono in gioco anche i criteri qualitativi del servizio: sia per l’interruzione della continuità dello stesso, a danno degli utenti, sia perché riteniamo che il servizio non rispetti gli standard di qualità previsti dalla Legge regionale in materia, e che non sia adeguato alle richieste degli utenti. La CGIL rivendica il valore delle politiche sociali come strumento per creare buona occupazione e servizi qualitativamente vantaggiosi per i cittadini. Dichiara quindi inaccettabile, in generale, ma in particolare per questo tipo di interventi sociali, l’adozione da parte delle pubbliche amministrazioni, di criteri per l’assegnazione degli appalti che guardano al massimo ribasso dei costi, a scapito della qualità del servizio e delle condizioni di lavoro cui sono sottoposti gli operatori.


La CGIL”, conclude Antonella Cazzato, “sostiene pertanto la protesta di queste lavoratrici, il cui presidio, tenuto questa mattina davanti alla Prefettura di Lecce, ha sortito un primo risultato, raccogliendo la disponibilità di sua eccellenza il Prefetto a interessarsi della vicenda, approfondendone la questione. Annunciamo inoltre che la protesta delle 22 lavoratrici, con il sostegno della CGIL, non si arresterà in attesa di risposte adeguate al problema”.


Ecco il testo della lettera inviata dalla Cgil Lecce al Prefetto di Lecce

Questa Organizzazione Sindacale vuole segnalare alla S.V. una situazione di alta conflittualità che si sta verificando nell’ambito territoriale di Gagliano del Capo, relativamente al servizio di integrazione scolastica e di assistenza di base agli alunni diversamente abili. Dal mese di ottobre 2007 e fino al mese di giugno 2009, il suddetto servizio è stato garantito attraverso incarichi a tempo determinato conferiti inizialmente a n. 10 operatrici con la qualifica di OS, elevate successivamente a n. 22 unità complessivamente incaricate all’assistenza di 70 utenti disabili per n. 3 ore giornaliere, nell’ambito delle istituzioni scolastiche. Nel mese di ottobre 2009 l’Ambito ha determinato di affidare il suddetto servizio tramite assegnazione,previa procedura di gara, a cooperativa. La società cooperativa risultata assegnataria del servizio, ha utilizzato le stesse unità lavorative,con incarico a progetto, per una prestazione giornaliera di un’ora e trenta e per un importo mensile di complessivi Euro 180.00, rimanendo inalterata l’utenza dell’anno precedente.


L’assegnazione del servizio alla suddetta  società cooperativa scadrà il 28 febbraio p.v. e l’ambito ha già provveduto ad assegnare ad altro soggetto il servizio di cui trattasi a seguito di gara, sulla base dell’offerta economicamente più vantaggiosa, non garantendo la continuità lavorativa delle assistenti, non indicando peraltro il numero di ore giornaliere. A seguito dell’incontro svoltosi in data odierna con il sindaco del Comune di Gagliano del Capo, Presidente dell’Ambito e con il responsabile dell’Ufficio di Piano, questa O.S. chiede un intervento urgente di S.E., tenuto conto che dal primo marzo le ventidue lavoratrici saranno esonerate dal servizio. Inoltre, la situazione, così come descritta, evidenzia per la scrivente organizzazione sindacale  l’arretramento in termini di qualità del servizio ad una utenza particolarmente fragile. Segnaliamo, infine, che le lavoratrici hanno deciso di recarsi presso la sede di codesta Prefettura, per manifestare il proprio disagio e quello delle famiglie degli utenti disabili. La CGIL di Lecce ha ricevuto mandato di rappresentanza da parte delle suddette lavoratrici, pertanto chiediamo a S.E. di ricevere una delegazione costituita da un rappresentante di questa O.S. e da alcune lavoratrici, al fine di ricercare una soluzione che possa garantire  la continuità assistenziale, nell’interesse degli utenti, nonché il dato occupazionale.


La Segretaria Confederale – Antonella Cazzato 


Attualità

Acque depurate per i campi di Carpignano e Martano

“Rete irrigua consortile per il riuso delle acque depurate”: i lavori, appena affidati per un importo di circa un milione e 800mila euro, dovranno concludersi in duecento giornate lavorative, quindi entro sette mesi

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«Con soddisfazione, stiamo per risolvere definitivamente la vicenda della “Rete irrigua consortile per il riuso delle acque depurate” nei nostri territori»: lo annunciano con una nota congiunta i sindaci di Carpignano Salentino e Martano.

Un progetto innovativo e ambientalmente strategico, approvato nel 2002 e completato nel 2006, ma mai attivato a causa di problemi legati al depuratore consortile. Inizialmente, mancava una soluzione per lo smaltimento finale delle acque trattate, poiché le trincee drenanti non erano state realizzate.

Successivamente, anni di abbandono e vandalismi avevano reso inutilizzabili la vasca di accumulo e la rete irrigua.

Per superare queste criticità e valorizzare gli investimenti già effettuati, soprattutto in un contesto in cui l’acqua è diventata indispensabile per il reimpianto degli ulivi colpiti dalla Xylella fastidiosa, le amministrazioni comunali di Carpignano e Martano hanno richiesto ripetutamente l’intervento della Regione Puglia.

«Grazie all’impegno di tutta l’amministrazione regionale e, in particolare, del Presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, del consigliere regionale Cristian Casili e dell’Assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia», fanno sapere i sindaci Mario Bruno Caputo di Carpignano Salentino e Fabio Tarantino di Martano, «si raggiungerà l’obiettivo di ripristinare e rendere pienamente funzionanti gli impianti danneggiati, garantendo una gestione efficace delle risorse idriche e il loro riutilizzo in agricoltura».

I lavori, appena affidati, per un importo di circa € 1milione e 800mila dovranno concludersi in sette mesi (200 giornate lavorative).

«Questo risultato rappresenta un passo fondamentale per il nostro territorio», aggiungono i due primi cittadini, «ringraziamo la Regione Puglia, il consiglio regionale, la giunta e tutti i funzionari coinvolti per aver compreso l’importanza ambientale ed economica di questo intervento, nonché tutte le amministrazioni comunali di Carpignano e Martano storicamente coinvolte nella realizzazione del depuratore consortile e della rete irrigua». Recuperare e riutilizzare le acque depurate, ricche di nutrienti come l’azoto, significherà evitare sprechi idrici oggi dispersi nel terreno e fornire un sostegno concreto al settore agricolo, in particolare all’olivicoltura, gravemente colpita dalla crisi causata dalla Xylella.

«Questo progetto», si legge ancora in una nota congiunta dei sindaci di Carpignano e Martano, «è frutto di un lavoro corale e della determinazione di tutti gli attori coinvolti, a partire dalla Cooperativa San Giorgio, che ha fortemente sollecitato l’attivazione di questa infrastruttura per sostenere il reimpianto degli ulivi e il rilancio del comparto olivicolo. Si tratta di un intervento di grande rilevanza per il territorio, che fornisce una risposta tangibile alle problematiche legate alla penuria idrica e agli effetti dei cambiamenti climatici, in quanto il recupero e il riutilizzo delle acque depurate non solo mitigano l’impatto ambientale, ma offrono una risposta strutturale alle emergenze idriche, garantendo un supporto fondamentale al settore agricolo e alla rinascita dell’olivicoltura locale.

L’IMPIANTO

Attraverso tale intervento si consoliderà, dunque, un modello di gestione sostenibile delle risorse idriche, capace di affrontare le sfide del presente e preparare il territorio alle necessità future.

Dal punto di vista tecnico, la rete irrigua interesserà un’area di circa 1500 ettari, suddivisa in sette settori, che verranno serviti in modo rotativo grazie a un sistema automatizzato gestito da valvole elettroniche.

Le acque reflue urbane, dopo essere state trattate nel depuratore consortile e sottoposte a disinfezione mediante raggi UV, saranno convogliate in un serbatoio di accumulo con una capacità di 7mila metri cubi, garantendo una distribuzione costante dell’acqua per un periodo di circa quattro giorni.

L’impianto sarà in grado di erogare una portata di 28 litri al secondo (equivalente a 100 metri cubi all’ora), destinata all’irrigazione mirata, una tecnica che compensa le perdite idriche dovute all’evaporazione e alla traspirazione vegetale.

I lavori, tra l’altro, includono: l’ampliamento della camera di comando per facilitare l’utilizzo delle valvole; il ripristino delle connessioni tra le vasche e l’automazione del sistema di accumulo delle acque depurate; il rifacimento dello scarico delle acque in eccesso; la manutenzione straordinaria dei locali tecnici; la revisione completa del gruppo elettrogeno; l’installazione di un sistema antintrusione per garantire la sicurezza degli impianti; e l’adeguamento dei punti di collegamento agli utenti. Con questo progetto, i Comuni di Carpignano Salentino e Martano confermano il loro impegno per uno sviluppo sostenibile e per il sostegno alle attività agricole, pilastro economico e culturale del territorio.

MARTEDÌ 29 LA PRESENTAZIONE UFFICIALE

I lavori saranno ufficialmente presentati presso la Sala Conferenza della Cooperativa San Giorgio in Carpignano (S.P. 48) martedì 29 aprile alle ore 19, alla presenza della presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, accompagnata dall’assessore Donato Pentassuglia, dal responsabile delle Risorse Idriche Andrea Zotti, dalla direttrice di Aqp Francesca Portincasa, dal direttore generale di Arif Francesco Ferraro e dai sindaci dei due comuni interessati.

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A Taviano, Pellegrino contro Stefanelli: i 32 nomi delle due liste

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A Taviano sarà sfida a due il prossimo 25 e 26 maggio in occasione delle amministrative che decideranno chi prenderà il posto dell’ex Giuseppe Tanisi, la cui esperienza si è conclusa prematuramente ad inizio 2025.

Radici e Futuro Taviano” candida a sindaco Francesco Pellegrino, già vicesindaco in occasione del primo mandato da primo cittadino di Tanisi (lo sostengono gli ex gruppi consiliari di Per la Città, Taviano Futura e Taviano Libera).

Candidati con lui al consiglio:

Sabrina Burlizzi,

Vito D’Argento,

Omar Del Rosario,

Gianni Fonseca,

Emanuela Garofalo,

Erika Leone,

Antonino Manni,

Daniela Meneleo,

Alessandra Mercutello,

Giorgia Montunato,

Silvia Palamà,

Stefano Piccinno,

Carlo Deodato Portaccio,

Paola Ria,

Germano Santacroce,

Marco Stefano.

È stata vicesindaca dell’ultimo mandato di Giuseppe Tanisi invece la candidata sindaca della lista “Taviano Guarda Avanti”, Serena Stefanelli.

Con lei:

Giuseppe Tanisi,

Antonella Previtero,

Paola Cornacchia,

Francesco Lezzi,

Salvatore Rainò,

Alessio Inguscio,

Massimo Mosticchio,

Chiara Minerva,

Lucy D’Ingiullo,

Martina Mauramati,

Mariassunta Garzia,

Simona Armida,

Marco Carluccio,

Elisa Ferocino,

Silvio Spiri,

Lucia Chetta.

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Attualità

Tossico e invasivo: nell’Adriatico spunta il pesce palla argenteo

È pericoloso: ecco come comportarsi. Punto 1: non imitare i giapponesi, che praticano una sorta di ‘roulette russa’ alimentare

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Il pesce palla argenteo invade l’Adriatico: allarme per la salute e l’ecosistema

Il pesce palla argenteo (Lagocephalus sceleratus), una specie marina altamente tossica e invasiva, è stato recentemente avvistato nel Mar Adriatico, segnando la sua presenza più settentrionale mai registrata nel Mediterraneo.

La cattura di un esemplare lungo oltre mezzo metro nella baia di Medulin, in Istria, ha destato preoccupazione tra pescatori e biologi marini.

Caratteristiche e pericolosità

Originario delle acque tropicali dell’Oceano Indiano e del Mar Rosso, il pesce palla argenteo è entrato nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez, un fenomeno noto come migrazione lessepsiana. Questa specie è nota per la presenza di tetrodotossina, una neurotossina estremamente potente contenuta in organi come fegato, gonadi, pelle e intestino. Anche una piccola quantità può causare gravi intossicazioni e, in alcuni casi, la morte. La tossina resiste alle alte temperature, rendendo il consumo del pesce pericoloso anche dopo la cottura. 

Oltre alla sua tossicità, il pesce palla argenteo possiede una bocca dotata di denti robusti, capaci di esercitare una forza impressionante. È anche una specie piuttosto territoriale, pronta a difendere i suoi spazi dagli invasori. In altre zone del Mediterraneo sono stati segnalati episodi di morsi ai bagnanti, con conseguenze mediche rilevanti. 

Impatto sull’ecosistema

La presenza del pesce palla argenteo rappresenta una minaccia significativa per l’ecosistema marino. Si nutre di una vasta gamma di organismi, tra cui molluschi e crostacei, alterando l’equilibrio della catena alimentare. Inoltre, è noto per danneggiare le reti da pesca, aggravando le difficoltà della pesca artigianale. 

Raccomandazioni per pescatori e bagnanti

Non consumare: evitare assolutamente di mangiare il pesce palla argenteo, anche se cotto. Manipolazione: in caso di cattura accidentale, maneggiare con estrema cautela e utilizzare guanti protettivi. Segnalazione: riportare immediatamente l’avvistamento alle autorità marittime o agli enti di ricerca locali.

Informazione: diffondere la conoscenza di questa specie tra comunità di pescatori e bagnanti per prevenire incidenti.

La diffusione del pesce palla argenteo nel Mar Adriatico è un segnale d’allarme che richiede attenzione e collaborazione tra cittadini, pescatori e istituzioni per proteggere la salute pubblica e preservare l’equilibrio degli ecosistemi marini.

La ‘roulette russa’ alimentare giapponese

In Giappone ci preparano il fugu, una delicatezza da brivido. Una “roulette russa alimentare” che va preparata da chef che hanno studiato 1 anno solo per servire questo piatto.  Il segreto è lasciare quel tanto di veleno sufficiente a dare un po’ di euforia, ma niente piu’.

Se mangi questo pesce palla, mangi la tetrodotossina, un veleno micidiale, derivato dai batteri che vivono nelle alghe che lui mangia. A quel punto non hai scampo.

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