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Attualità

Archivi Letterari e Biblioteche d’Autore: c’è anche Lucugnano

Unica biblioteca di Puglia a fare parte di questa prestigiosa rete, la Biblioteca Girolamo Comi conserva il prezioso archivio che fu del Poeta di Lucugnano

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Arriva un importante riconoscimento per la Biblioteca Girolamo Comi di Lucugnano che, grazie all’azione intrapresa dalla Soprintendenza Archivistica di Puglia e Basilicata e, in particolare, da Giovanna Bino del Mibac, è stata ufficialmente inserita nella rete Archivi Letterari e Biblioteche d’Autore della Fondazione Carlo e Marisa Bo.


Unica biblioteca di Puglia a fare parte di questa prestigiosa rete, la Biblioteca Girolamo Comi conserva il prezioso archivio che fu del Poeta di Lucugnano. Una biblioteca che racconta il percorso letterario e poetico di Girolamo Comi e che testimonia, con lettere, manoscritti, libri e documenti, la storia di uno degli autori più interessanti del ‘900 letterario pugliese e italiano.


Palazzo Comi resta uno dei luoghi più unici ed emozionanti del Salento, un gioiello di storia e cultura che deve essere protetto e valorizzato.


Palazzo Comi di Lucugnano è proprietà della Provincia di Lecce ed è sede di una Casa Museo, di una Biblioteca Moderna (ospitata al piano terra del palazzo), della prestigiosa Biblioteca Storica e dell’Epistolario di Comi, di sale espositive e di una sala convegni. La gestione di Palazzo Comi è attualmente divisa tra Regione Puglia (tramite il Polo Biblio-Museale) e la Provincia di Lecce. Le iniziative culturali ospitate presso Palazzo Comi sono oggi frutto dell’impegno e della collaborazione tra la Biblioteca Comi, l’Associazione “Tina Lambrini – Casa Comi” e altre realtà del territorio.


La Fondazione Carlo e Marisa Bo è stata costituita il 3 febbraio 2000, promossa da Carlo Bo stesso, dall’Ateneo Urbinate, dal Comune di Urbino e dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Pesaro. La sua principale finalità è di conservare e potenziare la biblioteca di Carlo Bo, anche con l’aggregazione di archivi letterari e storici di particolare rilevanza, favorendo lo studio delle letterature e culture moderne e contemporanee. La scelta di creare una fondazione, fortemente voluta da Carlo Bo stesso e tenacemente perseguita poi dai tre rettori susseguiti a Carlo Bo, Giovanni Bogliolo, Stefano Pivato e l’attuale rettore, Vilberto Stocchi, appare determinante sotto almeno quattro aspetti.


In primo luogo, essa dovrebbe garantire nel tempo la conservazione del carattere unitario della biblioteca e la sua autonomia gestionale proteggendola da ogni rischio di smembramento o snaturamento.

In secondo luogo promette di assicurarne, attraverso i propri organi scientifici, una crescita coerente con la sua vocazione e missione.


Terzo, colloca il funzionamento, le attività e lo sviluppo all’interno di un programma culturale e scientifico di notevole respiro: la biblioteca si ritroverà al centro di ricchi flussi di circolazione e scambio di conoscenze, che da essa trarranno forza propulsiva e che nel contempo l’aiuteranno a orientarsi, a migliorare la sua capacità di presidio bibliografico e di accesso alle fonti che documentano l’avanzamento della ricerca nei settori di competenza.


Quarto, la Fondazione, nella quale l’Ateneo Urbinate mantiene una posizione preminente, può contribuire a radicare nel Montefeltro forme di cooperazione culturale tra più soggetti e coinvolgere altri operatori a sostegno di attività che presentano anche un evidente rilievo economico per il territorio; parallelamente, la Fondazione può custodire e mantenere vivo quel legame culturale e affettivo con Urbino che Carlo Bo ha gelosamente coltivato per più di cinquant’anni e che è elemento identitario irrinunciabile per la città, oltre che per l’Università che nel 2000 ha reso il suo nome.


 


Attualità

Incendio d’auto: distrutta una Clio, si indaga

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In fiamme nella notte un’auto di proprietà di una società intestata ad un uomo di 64 anni.

E’ l’ennesimo incendio notturno di autovetture in Salento e si è verificato alle ore 02:34 circa della nottata tra sabato e domenica a Cavallino.

Nel rione Castromediano è intervenuta una squadra dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Lecce, in via Alberto Bertoli.

La macchina distrutta dalle lingue di fuoco è una Renault Clio grigia che era ferma in sosta sulla sede stradale.

Il lavoro del personale dei vigili del fuoco ha scongiurato il propagarsi dell’incendio e ulteriori danni a persone, cose o pericoli per la pubblica e privata incolumità.

Sul posto erano presenti i carabinieri della stazione di Cavallino. Le cause dell’evento sono in fase di accertamento.

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Attualità

Svolta in vista per la festa patronale di Taurisano

Una lettera al Vescovo segnala uno “stato d’agitazione” tra i cittadini per una decisione, a suo modo, storica: quella del parroco di escludere, dopo ben 148 anni, la ditta Parisi dall’allestimento delle luminarie per Santo Stefano

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Da “Il Gallo” cartaceo n.07 del 2025

a cura di Lor. Z.

La continuità nel segno della tradizione o il cambiamento in nome di una equa rotazione? È il bivio dinanzi al quale, a Taurisano, si pone la festa patronale di Santo Stefano. Una ricorrenza che si rinnova di anno in anno in nome di una fede lunga un millennio.

A sollevare oggi il dubbio è Antonio Montonato, presidente dell’Associazione Onlus “Idee Valori e Solidarietà”, che scrive al vescovo Mons. Vito Angiuli per attenzionare quella che, a suo dire, è una situazione che sta agitando gli animi dei miei concittadini.

Oggetto della missiva è la scelta, per la festa del prossimo agosto, di non incaricare la ditta Parisi dell’allestimento delle luminarie.

Quest’anno”, scrive Montonato a sua Eccellenza, “Don Gionatan (parroco della parrocchia della Trasfigurazione di N.S.G.C., NdR) ha escluso in modo dittatoriale la ditta Parisi, un’eccellenza locale che ha portato alla ribalta il nome della nostra Città a livello internazionale. La ditta Parisi”, continua la lettera, “dal 1876 (ossia per 148 anni) ha all’allestito nella nostra Città le strade e piazze del borgo, in onore del Santo Patrono Stefano, con devozione, lealtà e calore. Durante questi anni la ditta Parisi è stata più volte onorata di prestigiosi premi nazionali ed internazionali tra cui quello a Montecitorio”.

Una tradizione che, secondo Montonato, andrebbe rinnovata ad occhi chiusi, ma che “il parroco”, scrive, “vuole sconvolgere senza rispettare la storia secolare”.

L’argomento, rimbalzato anche sui social, è già oggetto di discussione in paese e, con tutta probabilità, è giunto alle porte della Diocesi già prima che Montonato mettesse mano al calamaio.

Ad ogni modo, il presidente di “Idee Valori e Solidarietà” adduce altre motivazioni a sostegno della sua tesi: “La festa patronale viene organizzata con le offerte libere dei cittadini, con gli sponsor offerti da attività commerciali ed artigianali locali e, da ultimo, con l’importante contributo economico, solitamente pari a 10mila euro, elargito dal Comune. Appare quindi insolito e discutibile il fatto che un parroco subentri nella gestione ed organizzazione della festa patronale, sostituendosi ai comitati costituiti ad hoc, arrivando a stravolgere le tradizioni locali, quelle tradizioni che si tramandavano di generazione in generazione”.

Ebbene è proprio qui che la matassa trova il suo bandolo: nelle funzioni del parroco in seno alle celebrazioni della festa patronale.

Tant’è che la Diocesi, cui abbiamo richiesto le ragioni di questa la scelta a suo modo storica, nel non ribattere a quanto sostenuto dal signor Montonato, risponde senza dare risposta. Ossia, rimanda al Regolamento diocesano per il Comitato Feste Religiose.

Il documento recita: “Presidente del Comitato è sempre il Parroco, che si avvale della consulenza del consiglio pastorale parrocchiale nel determinare quali feste celebrare, e nel dare gli orientamenti generali per lo svolgimento dei festeggiamenti esterni”. Allo stesso parroco spettano anche la nomina del presidente delegato; l’accoglimento della lista dei componenti il Comitato ed il compito di dare indirizzo circa il programma della festa.

Il ruolo assunto, nel caso specifico, da don Gionatan, quindi, appare tutt’altro che arbitrario, come la missiva inviata al vescovo vuol far intendere.

C’è tuttavia un passaggio che tiene aperta la discussione. Lo stesso regolamento diocesano specifica, al primo punto sull’argomento, che “il Comitato Feste è espressione della comunità parrocchiale. Quanto sta accadendo a Taurisano porta a chiederci se questo assunto, attorno alla festa di Santo Stefano, sia ancora osservato. Chiediamo a voi, quindi, di esprimervi, raccontandoci il vostro punto di vista. Scriveteci su WA al 371 37 37 310.

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Attualità

Caro biglietti: tornare in Salento ad aprile è un salasso

Per chi parte da Milano, treni sopra i 300 euro ed aerei oltre i 600

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Tanti ponti, tanti soldi. Un salasso le festività di questo mese di aprile per chi si vuole spostare. In particolar modo per coloro che vogliono fare rientro in Salento dal nord Italia.

Lo si evince da uno studio di Assoutenti sulle tariffe di aerei, treni e pullman, un report da cui emergono dati incredibili come quelli che seguono.

Imbarcandosi da Linate venerdì 18 aprile e tornando martedì 22 aprile, un biglietto per Brindisi costa oggi un minimo di 619 euro, più di un volo di andata e ritorno per New York nelle stesse date (da 571 euro con uno scalo). Servono poi almeno 518 euro per volare da Linate a Catania e ritorno, 499 euro per Palermo, 460 euro per Cagliari. Il volo di andata e ritorno da Genova a Catania, nelle stesse date, parte oggi da un minimo di 401 euro, e si spende più o meno lo stesso (398 euro) da Torino a Lamezia Terme.

Non va meglio a chi sta acquistando in questi giorni un biglietto del treno: per la tratta Milano-Reggio Calabria la spesa va da 104,4 (scegliendo collegamenti lenti) a 345 euro per quelli più veloci. Partendo invece da Torino (solo andata), si spende da un minimo di 195 euro, se si scelgono orari scomodi e soluzioni con lunghi tempi di percorrenza, a 360 euro per i collegamenti migliori. Si sfiorano 340 euro per andare da Genova a Lecce, 320 euro da Milano a Lecce, 311 euro da Torino a Lecce, 310 euro da Milano a Salerno.

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