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Boxe: per Cordella di Copertino, buona la prima “mondiale”

Cordella (portacolori della BeBoxe di Copertino) ieri pomeriggio all’interno del Palace of Sport di Kiev ha debuttato con una importante e netta vittoria (3-0) al cospetto di Ugyen Tshenang, quest’ultimo in rappresentanza del Bhutan

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Prosegue l’avventura mondiale per il giovane salentino Nicola Cordella. Anche la Puglia difatti, vanta la presenza di un rappresentante azzurro nell’edizione 2013 dell’AIBA Junior World Boxing Championships in programma a Kiev (Ucraina) dal 5 al 16 settembre prossimi. Cordella (portacolori della BeBoxe di Copertino) ieri pomeriggio all’interno del Palace of Sport di Kiev ha debuttato con una importante e netta vittoria (3-0) al cospetto di Ugyen Tshenang, quest’ultimo in rappresentanza del Bhutan, piccolo stato montuoso dell’Asia, localizzato nella catena himalayana tra la e Cina e l’India.). La kermesse mondiale, ha chiamato in causa i pugili partecipanti (nati tra il 1 gennaio 1997 e il 31 dicembre 1998 appartenenti alle seguenti categorie di Peso: 44kg-46kg, 48kg, 50kg, 52kg, 54kg, 57kg, 60kg, 63kg, 66kg, 70kg, 75kg, 80kg, 80+kg). Questa sarà la nona edizione del Torneo, che fino al 2007 era conosciuto come AIBA Cadet World Boxing Champs. Oltre al copertinese Cordella (kg 48), in rappresentanza dell’Italia sono stati convocati altri cinque atleti: kg 46 Giuca Santo (ASD Eagle), kg 52 Di Serio Raffaele (ASD Excelsior Boxe), kg 54 Zuppardo Andrea (GS Fiamme Azzurre), kg 66 Mancarella Samuele (ASD Siracusa Boxing Team) e kg 70 Sarchioto Giovanni (ASD Imperium Boxe). La delegazione italiana è composta anche dal Team Leader, Fabrizio Baldantoni (Presidente CR FPI Puglia-Basilicata), i coaches, Maurizio Stecca e Giulio Coletta, il Team Doctor Luciano Lucania e il Fisioterapista Marcello Giulietti. Per Cordella il prossimo impegno si materializzerà domani, mercoledì 11 settembre contro il portoricano Lopez Marcano Jonathan. «Se devo essere sincero mi aspettavo proprio una bella vittoria per il nostro Nicola (Cordella, ndr)”, spiega il tecnico della BeBoxe Francesco Stifani, una prima uscita eccellente anche se nelle prime battute l’emozione stava tradendo il mio ragazzo. Rotto il ghiaccio è stato un crescendo e a questo punto può accadere davvero di tuttto anche se restiamo con i piedi saldamente piantati per terra. Cordella ha sicuramente bruciato le tappe, ma dovrà continuare a vedersela con atleti i quali vantano già un numero corposo di match: in altre nazioni difatti, l’attività agonistica comincia anche a 10 anni mentre in Italia, come è noto, si inizia a 13 anni compiuti. A prescindere dal risultato, sarà una sfida propedeutica soprattutto in ottica futura; detto ciò, confido comunque nella grinta e voglia di fare di Nicola. Spero che in un prossimo futuro anche il fratello gemello Damiano possa presenziare in questo genere di manifestazioni; per ora ci limitiamo a continuare a fare il tifo da Copertino sperando in una buona prova del nostro Nicola. Di certo”, conclude Stifani,questa partecipazione mondiale, è una bella soddisfazione per il Salento e per l’intero Comitato Puglia-Basilicata».


Il 15enne pugile di Copertino, recentemente è stato inserito anche tra i venti atleti-studenti meritevoli di entrare a far parte del prestigioso riconoscimento regionale denominato Coni Puglia Stars, il progetto di promozione sportiva riservato alle scuole più longevo in Puglia. Cordella nel 2012, si è aggiudicato – il 28 ottobre scorso – il titolo di Campione d’Italia nella Categoria Schollboy kg 46, durante i Campionati Nazionali indetti dalla Federazione Pugilistica Italiana in programma a Rimini. Per Cordella, il 2012 è stato anche l’anno dell’esordio nel pugilato: il primo match – degli 8 già affrontati (6 vittorie, 1 pareggio e 1 sconfitta) – si è materializzato a San Cassiano 11 agosto; la singolarità dell’evento è stata la partecipazione del gemello Damiano, in qualità di avversario. L’incontro d’esordio per entrambi si è poi concluso con un pareggio. Cordella attualmente frequenta brillantemente l’Istituto Nautico “Vespucci” di Gallipoli, continuando ad allenarsi in palestra quotidianamente.

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A Taviano, Pellegrino contro Stefanelli: i 32 nomi delle due liste

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A Taviano sarà sfida a due il prossimo 25 e 26 maggio in occasione delle amministrative che decideranno chi prenderà il posto dell’ex Giuseppe Tanisi, la cui esperienza si è conclusa prematuramente ad inizio 2025.

Radici e Futuro Taviano” candida a sindaco Francesco Pellegrino, già vicesindaco in occasione del primo mandato da primo cittadino di Tanisi (lo sostengono gli ex gruppi consiliari di Per la Città, Taviano Futura e Taviano Libera).

Candidati con lui al consiglio:

Sabrina Burlizzi,

Vito D’Argento,

Omar Del Rosario,

Gianni Fonseca,

Emanuela Garofalo,

Erika Leone,

Antonino Manni,

Daniela Meneleo,

Alessandra Mercutello,

Giorgia Montunato,

Silvia Palamà,

Stefano Piccinno,

Carlo Deodato Portaccio,

Paola Ria,

Germano Santacroce,

Marco Stefano.

È stata vicesindaca dell’ultimo mandato di Giuseppe Tanisi invece la candidata sindaca della lista “Taviano Guarda Avanti”, Serena Stefanelli.

Con lei:

Giuseppe Tanisi,

Antonella Previtero,

Paola Cornacchia,

Francesco Lezzi,

Salvatore Rainò,

Alessio Inguscio,

Massimo Mosticchio,

Chiara Minerva,

Lucy D’Ingiullo,

Martina Mauramati,

Mariassunta Garzia,

Simona Armida,

Marco Carluccio,

Elisa Ferocino,

Silvio Spiri,

Lucia Chetta.

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Tossico e invasivo: nell’Adriatico spunta il pesce palla argenteo

È pericoloso: ecco come comportarsi. Punto 1: non imitare i giapponesi, che praticano una sorta di ‘roulette russa’ alimentare

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Il pesce palla argenteo invade l’Adriatico: allarme per la salute e l’ecosistema

Il pesce palla argenteo (Lagocephalus sceleratus), una specie marina altamente tossica e invasiva, è stato recentemente avvistato nel Mar Adriatico, segnando la sua presenza più settentrionale mai registrata nel Mediterraneo.

La cattura di un esemplare lungo oltre mezzo metro nella baia di Medulin, in Istria, ha destato preoccupazione tra pescatori e biologi marini.

Caratteristiche e pericolosità

Originario delle acque tropicali dell’Oceano Indiano e del Mar Rosso, il pesce palla argenteo è entrato nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez, un fenomeno noto come migrazione lessepsiana. Questa specie è nota per la presenza di tetrodotossina, una neurotossina estremamente potente contenuta in organi come fegato, gonadi, pelle e intestino. Anche una piccola quantità può causare gravi intossicazioni e, in alcuni casi, la morte. La tossina resiste alle alte temperature, rendendo il consumo del pesce pericoloso anche dopo la cottura. 

Oltre alla sua tossicità, il pesce palla argenteo possiede una bocca dotata di denti robusti, capaci di esercitare una forza impressionante. È anche una specie piuttosto territoriale, pronta a difendere i suoi spazi dagli invasori. In altre zone del Mediterraneo sono stati segnalati episodi di morsi ai bagnanti, con conseguenze mediche rilevanti. 

Impatto sull’ecosistema

La presenza del pesce palla argenteo rappresenta una minaccia significativa per l’ecosistema marino. Si nutre di una vasta gamma di organismi, tra cui molluschi e crostacei, alterando l’equilibrio della catena alimentare. Inoltre, è noto per danneggiare le reti da pesca, aggravando le difficoltà della pesca artigianale. 

Raccomandazioni per pescatori e bagnanti

Non consumare: evitare assolutamente di mangiare il pesce palla argenteo, anche se cotto. Manipolazione: in caso di cattura accidentale, maneggiare con estrema cautela e utilizzare guanti protettivi. Segnalazione: riportare immediatamente l’avvistamento alle autorità marittime o agli enti di ricerca locali.

Informazione: diffondere la conoscenza di questa specie tra comunità di pescatori e bagnanti per prevenire incidenti.

La diffusione del pesce palla argenteo nel Mar Adriatico è un segnale d’allarme che richiede attenzione e collaborazione tra cittadini, pescatori e istituzioni per proteggere la salute pubblica e preservare l’equilibrio degli ecosistemi marini.

La ‘roulette russa’ alimentare giapponese

In Giappone ci preparano il fugu, una delicatezza da brivido. Una “roulette russa alimentare” che va preparata da chef che hanno studiato 1 anno solo per servire questo piatto.  Il segreto è lasciare quel tanto di veleno sufficiente a dare un po’ di euforia, ma niente piu’.

Se mangi questo pesce palla, mangi la tetrodotossina, un veleno micidiale, derivato dai batteri che vivono nelle alghe che lui mangia. A quel punto non hai scampo.

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Le scarpe con cui il Papa è stato sepolto vengono da Miggiano

Francesco ha voluto che fossero quelle che indossava tutti i giorni: al suo funerale, gli occhi del mondo su quel prodotto dell’artigianalità salentina

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Miggiano e tutto il Salento entrano nella storia di Papa Francesco, in uno dei momenti più solenni e commoventi della Chiesa cattolica.

Oggi, in occasione dei funerali del Santo Padre, il mondo intero ha posato lo sguardo su un dettaglio carico di significato: le scarpe con cui Papa Francesco ha scelto di essere sepolto.

Il Pontefice infatti ha espresso il desidero di portare con sé nell’aldilà le sue umili scarpe di tutti i giorni. Ecco infatti che nelle foto che hanno fatto il giro del mondo si scorge quel paio di scarpe nere, consumate dall’utilizzo.

Un dettaglio che per il Salento ha un valore enorme, perché quelle scarpe sono nate a Miggiano.

Ne dà notizia il Comune in una nota in cui spiega che sono state realizzate nell’aprile 2024 dal Laboratorio Ortopedico Bello srl. Opera dei fratelli Vittorio e Giuseppe Bello (che negli anni hanno sempre recapitato di persona al Santo Padre il loro prodotto), le calzature ortopediche sono testimonianza di dedizione e di mani esperte che, nel silenzio dei laboratori, hanno creato qualcosa di infinitamente prezioso.

Il Comune di Miggiano ha espresso con orgoglio questo sentimento in una nota ufficiale:

“Papa Francesco porta con sé un pezzo di Miggiano e così ci sentiamo a lui ancor più vicini. La Comunità di Miggiano è onorata di aver offerto al Pontefice il pregio del proprio artigianato locale.”

Non si tratta solo di un onore per Miggiano, ma di un vero tributo all’intero Salento, terra di saperi antichi, di mani sapienti, di tradizione artigiana che riesce ancora a parlare al mondo con la lingua della qualità e della cura.

In un’epoca di globalizzazione e produzione industriale di massa, il fatto che il Papa abbia scelto — per il momento più intimo e sacro della sua esistenza terrena — delle scarpe fatte a mano in un piccolo comune salentino, ha un significato immenso. È la consacrazione di un modo di lavorare autentico, umano, profondamente radicato nella nostra identità.

Oggi le immagini del Santo Padre, vestito con la semplicità che l’ha sempre contraddistinto, e calzato con quelle scarpe di Miggiano, hanno fatto il giro del mondo.

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