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Capone: “Accesso al credito: la situazione è drammatica”

E’ sempre più difficile, soprattutto per le piccole e medie imprese e, in particolare, per quelle che vantano crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione

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La vicepresidente e Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia Loredana Capone, partecipando lunedì 27 febbraio al vertice organizzato dal Prefetto Giuliana Perrotta con banche, imprese, sindacati e istituzioni, è intervenuta sull’allarme credito lanciato dal mondo dell’industria. “La situazione è davvero drammatica come denunciato dagli imprenditori” ha esordito Loredana Capone. “Il rischio del credit crunch come frutto avvelenato di una crisi finanziaria che potrebbe essere già alle nostre spalle è infatti ancora in agguato. E’ sempre più difficile, soprattutto per le piccole e medie imprese e, in particolare, per quelle che vantano crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione. Ma bisogna reagire con la concertazione e l’impegno di tutti: Banche, imprese industriali, Istituzioni, partenariato sociale, ognuno per quanto di rispettiva competenza. La Regione proprio per venire incontro alle esigenze di rafforzamento e competitività delle imprese, obiettivo indispensabile per ottenere l’erogazione del credito, ha messo a disposizione del sistema una serie di incentivi che hanno composto una spesa di oltre un miliardo di euro. Le banche, però, continuano a sostenere di non avere liquidità a disposizione per poter concedere credito alle imprese e chiedono garanzie rilevanti. E’ per questo che in questi due anni abbiamo sostenuto i cofidi assegnando loro, previa aggregazione della miriade di organismi esistenti, oltre 50 milioni di euro. Purtroppo, però, non tutti hanno aiutato le imprese nello stesso modo: alcuni hanno speso tutte le risorse, altri, come quello insistente a Lecce, ne ha erogato solo una parte. E’ indispensabile, dunque, un rafforzamento dei cofidi esistenti e la Regione sta per pubblicare un bando che li sostiene nel miglioramento della loro struttura. Inoltre”, ha aggiunto la vicepresidente, “siamo in trattativa con la Bei per valutare la costituzione di un Fondo di garanzia a sostegno delle crisi di liquidità momentanea delle imprese. Certo, il bilancio della Puglia non è quello della Lombardia, ma anche noi faremo la nostra parte. Sarebbe poi auspicabile il ritorno di una misura che si è già rivelata molto utile”. E, così, Loredana Capone ha lanciato una proposta al sistema delle categorie: “Abi, Confindustria, Rete Imprese Italia e Alleanza cooperative dovrebbero mettere rapidamente a punto sotto il profilo tecnico un nuovo ‘avviso comune’ come quello del 2009, che ha consentito sino al 31 gennaio scorso di sospendere il pagamento degli interessi e delle rate di debiti che le aziende non riuscivano ad onorare. Il mix del ‘nuovo avviso’ comune dovrebbe prevedere azioni per il breve termine e misure relative invece ai finanziamenti a medio e lungo termine. Infine, sarebbe estremamente utile a tutto il sistema un Fondo di garanzia nazionale. Vero è, però, che l’accesso al credito non è l’unico problema delle imprese. Ci sono anche le logistiche e i trasporti che, aggiunti a un esoso sistema fiscale, comporta il rischio di perdere le imprese per destinazione Est. Perciò mi sto impegnando”, conclude la vicepresidente Loredana Capone, “sul rilancio dello scalo di Surbo come piattaforma logistica collegata al Distripark di Taranto finanziato con delibera Cipe per un importo pari a 200milioni di euro. La conferma dell’investimento pubblico e di Evergreen a Taranto potrebbe rendere possibile il collegamento con Surbo che potrebbe divenire, in tal modo, una piattaforma collegata  a Taranto, e dunque al Mediterraneo, a Suez, a Brindisi e all’Est. Sarebbe una bella svolta su cui, non appena il quadro sarà delineato, promuoverò il coinvolgimento di tutte le istituzioni locali”.

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Incendio d’auto: distrutta una Clio, si indaga

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In fiamme nella notte un’auto di proprietà di una società intestata ad un uomo di 64 anni.

E’ l’ennesimo incendio notturno di autovetture in Salento e si è verificato alle ore 02:34 circa della nottata tra sabato e domenica a Cavallino.

Nel rione Castromediano è intervenuta una squadra dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Lecce, in via Alberto Bertoli.

La macchina distrutta dalle lingue di fuoco è una Renault Clio grigia che era ferma in sosta sulla sede stradale.

Il lavoro del personale dei vigili del fuoco ha scongiurato il propagarsi dell’incendio e ulteriori danni a persone, cose o pericoli per la pubblica e privata incolumità.

Sul posto erano presenti i carabinieri della stazione di Cavallino. Le cause dell’evento sono in fase di accertamento.

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Attualità

Svolta in vista per la festa patronale di Taurisano

Una lettera al Vescovo segnala uno “stato d’agitazione” tra i cittadini per una decisione, a suo modo, storica: quella del parroco di escludere, dopo ben 148 anni, la ditta Parisi dall’allestimento delle luminarie per Santo Stefano

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Da “Il Gallo” cartaceo n.07 del 2025

a cura di Lor. Z.

La continuità nel segno della tradizione o il cambiamento in nome di una equa rotazione? È il bivio dinanzi al quale, a Taurisano, si pone la festa patronale di Santo Stefano. Una ricorrenza che si rinnova di anno in anno in nome di una fede lunga un millennio.

A sollevare oggi il dubbio è Antonio Montonato, presidente dell’Associazione Onlus “Idee Valori e Solidarietà”, che scrive al vescovo Mons. Vito Angiuli per attenzionare quella che, a suo dire, è una situazione che sta agitando gli animi dei miei concittadini.

Oggetto della missiva è la scelta, per la festa del prossimo agosto, di non incaricare la ditta Parisi dell’allestimento delle luminarie.

Quest’anno”, scrive Montonato a sua Eccellenza, “Don Gionatan (parroco della parrocchia della Trasfigurazione di N.S.G.C., NdR) ha escluso in modo dittatoriale la ditta Parisi, un’eccellenza locale che ha portato alla ribalta il nome della nostra Città a livello internazionale. La ditta Parisi”, continua la lettera, “dal 1876 (ossia per 148 anni) ha all’allestito nella nostra Città le strade e piazze del borgo, in onore del Santo Patrono Stefano, con devozione, lealtà e calore. Durante questi anni la ditta Parisi è stata più volte onorata di prestigiosi premi nazionali ed internazionali tra cui quello a Montecitorio”.

Una tradizione che, secondo Montonato, andrebbe rinnovata ad occhi chiusi, ma che “il parroco”, scrive, “vuole sconvolgere senza rispettare la storia secolare”.

L’argomento, rimbalzato anche sui social, è già oggetto di discussione in paese e, con tutta probabilità, è giunto alle porte della Diocesi già prima che Montonato mettesse mano al calamaio.

Ad ogni modo, il presidente di “Idee Valori e Solidarietà” adduce altre motivazioni a sostegno della sua tesi: “La festa patronale viene organizzata con le offerte libere dei cittadini, con gli sponsor offerti da attività commerciali ed artigianali locali e, da ultimo, con l’importante contributo economico, solitamente pari a 10mila euro, elargito dal Comune. Appare quindi insolito e discutibile il fatto che un parroco subentri nella gestione ed organizzazione della festa patronale, sostituendosi ai comitati costituiti ad hoc, arrivando a stravolgere le tradizioni locali, quelle tradizioni che si tramandavano di generazione in generazione”.

Ebbene è proprio qui che la matassa trova il suo bandolo: nelle funzioni del parroco in seno alle celebrazioni della festa patronale.

Tant’è che la Diocesi, cui abbiamo richiesto le ragioni di questa la scelta a suo modo storica, nel non ribattere a quanto sostenuto dal signor Montonato, risponde senza dare risposta. Ossia, rimanda al Regolamento diocesano per il Comitato Feste Religiose.

Il documento recita: “Presidente del Comitato è sempre il Parroco, che si avvale della consulenza del consiglio pastorale parrocchiale nel determinare quali feste celebrare, e nel dare gli orientamenti generali per lo svolgimento dei festeggiamenti esterni”. Allo stesso parroco spettano anche la nomina del presidente delegato; l’accoglimento della lista dei componenti il Comitato ed il compito di dare indirizzo circa il programma della festa.

Il ruolo assunto, nel caso specifico, da don Gionatan, quindi, appare tutt’altro che arbitrario, come la missiva inviata al vescovo vuol far intendere.

C’è tuttavia un passaggio che tiene aperta la discussione. Lo stesso regolamento diocesano specifica, al primo punto sull’argomento, che “il Comitato Feste è espressione della comunità parrocchiale. Quanto sta accadendo a Taurisano porta a chiederci se questo assunto, attorno alla festa di Santo Stefano, sia ancora osservato. Chiediamo a voi, quindi, di esprimervi, raccontandoci il vostro punto di vista. Scriveteci su WA al 371 37 37 310.

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Caro biglietti: tornare in Salento ad aprile è un salasso

Per chi parte da Milano, treni sopra i 300 euro ed aerei oltre i 600

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Tanti ponti, tanti soldi. Un salasso le festività di questo mese di aprile per chi si vuole spostare. In particolar modo per coloro che vogliono fare rientro in Salento dal nord Italia.

Lo si evince da uno studio di Assoutenti sulle tariffe di aerei, treni e pullman, un report da cui emergono dati incredibili come quelli che seguono.

Imbarcandosi da Linate venerdì 18 aprile e tornando martedì 22 aprile, un biglietto per Brindisi costa oggi un minimo di 619 euro, più di un volo di andata e ritorno per New York nelle stesse date (da 571 euro con uno scalo). Servono poi almeno 518 euro per volare da Linate a Catania e ritorno, 499 euro per Palermo, 460 euro per Cagliari. Il volo di andata e ritorno da Genova a Catania, nelle stesse date, parte oggi da un minimo di 401 euro, e si spende più o meno lo stesso (398 euro) da Torino a Lamezia Terme.

Non va meglio a chi sta acquistando in questi giorni un biglietto del treno: per la tratta Milano-Reggio Calabria la spesa va da 104,4 (scegliendo collegamenti lenti) a 345 euro per quelli più veloci. Partendo invece da Torino (solo andata), si spende da un minimo di 195 euro, se si scelgono orari scomodi e soluzioni con lunghi tempi di percorrenza, a 360 euro per i collegamenti migliori. Si sfiorano 340 euro per andare da Genova a Lecce, 320 euro da Milano a Lecce, 311 euro da Torino a Lecce, 310 euro da Milano a Salerno.

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