Attualità
Casarano: campana stonata a Palazzo
Alle prime oscillazioni, mostra tutte le sue crepe. La più grossa è quella causata dal ritiro, da parte del sindaco De Nuzzo, dell’incarico fiduciario di proprio vice a Laura Parrotta

Le campane sono di bronzo che è una lega di rame e stagno, alcune volte legati anche dall’alluminio. Quando le campane si costruiscono, bisogna fare però molta attenzione nel momento della fusione perché, se si dovesse sbagliare anche solo un piccolo dettaglio: una percentuale di un metallo o la temperatura, la campana suonerebbe stonata e sarebbe da rifare.
Per Casarano l’amministrazione che la governa è proprio così: una campana da rifare.
Gli osservatori attenti lo avevano capito già in campagna elettorale che l’area Fitto, rappresentata dal sindaco Ottavio Ottavio De Nuzzo e l’area Meloni, rappresentata dall’ex vice sindaco Laura Parrotta, erano un po’ come lo stagno ed il rame e che non riuscivano a trovare quell’alluminio in grado di legarli.
Infatti, alle prime oscillazioni, la campana suona stonata e mostra tutte le sue crepe. La più grossa è quella causata dal ritiro, da parte del sindaco, dell’incarico fiduciario di proprio vice a Laura Parrotta perché, da esponente del proprio partito, non poteva non sapere e poco avrebbe fatto per prevenire alcune esternazioni negative nei confronti del sindaco stesso (meno comprensibile però il ritiro della delega assessorile in un settore in cui la Parrotta stava già dimostrando di fare e di fare molto bene).
Pare siano intervenuti alcuni esponenti provinciali a far da pompieri nella vicenda e si aspettano ancora gli esiti. Che tali esiti arrivino a breve sembra probabile e che verrà trovato un nuovo equilibrio sembra altrettanto molto probabile per una serie di motivi “tecnici”: la crisi è stata improvvisa e quindi ha colto impreparata tanto l’area di destra, ancora frastornata da questa divisione interna (poco comprensibile alla maggioranza dei cittadini), sia l’area di sinistra che non ha ancora trovato una propria sintesi, non ha ancora chiuso accordi con il Movimento 5 Stelle e soprattutto deve riuscire ancora a far maturare quel candidato in pectore che si è capito essere Marco Mazzeo ma che, appunto, ha bisogno ancora di un po’ di tempo. Oltretutto, giochi politici a parte, una nuova stabilità sarebbe auspicabile anche per scongiurare 10 mesi di commissariamento prefettizio che affosserebbero definitivamente una città già sull’orlo del precipizio.
A rendere ancora più instabile la situazione, come se non bastasse, un duro attacco da parte di Antonio Sergio Filograna, colui che indubbiamente è l’imprenditore di riferimento (non solo per Casarano) e che, nel sollecitare un sacrosanto impegno per il rilancio del territorio, evidenzia la stasi politica cittadina, dando quindi una spallata che sembra proprio aver delineato il destino di questa sfortunata avventura politica. Quel che sta succedendo ora è di conseguenza ciò che accade in una casa quando il medico stringe le spalle e dichiara che per l’ammalato non c’è più nulla da fare ed è solo una questione di tempo: ci si affretta a sistemare le cose, si cerca di risolvere le pendenze burocratiche, si spostano i mobili e si avvisano i familiari lontani. Allo stesso modo le grandi manovre politiche sono già state avviate con il Pd che si associa e rilancia le dichiarazioni di Filograna servite sul classico piatto d’argento.
Sempre a sinistra, l’Associazione “Progetto Casarano” cerca subito un’intesa con M5S mentre “Casarano bene Comune” (leggasi appunto Marco Mazzeo), non si occupa dichiaratamente di politica ma così, alla lontana, “si fa vedere” con un comunicato in cui si rivendica la disponibilità delle aree pubbliche comunali come punto di aggregazione.
Quali saranno invece i passi di una destra, sin qui autolesionista, resta ancora da vedere.
Di certo ci sarà la necessità di trovare un’intesa fra l’area fittiana (dietro cui ovviamente aleggia la presenza dell’ex sindaco Gianni Stefàno) e l’area di Fratelli d’Italia per cercare di non dilapidare un vantaggio netto nei confronti della parte avversaria ma che, con queste manfrine politiche è stato comunque messo a dura prova e potrà essere riconquistato solo con un’intesa reale, solida e coesa.
Nel frattempo i paesi dell’hinterland si consorziano e Casarano rischia di perdere delle preziose opportunità (anche se, ricordando quando era Comune capofila negli anni passati, non si è poi visto tutto questo Carnevale di Rio); da cittadini… non ci resta che sperare in un qualcosa che possa davvero far ripartire questa città.
Antonio Memmi
Attualità
Tossico e invasivo: nell’Adriatico spunta il pesce palla argenteo
È pericoloso: ecco come comportarsi. Punto 1: non imitare i giapponesi, che praticano una sorta di ‘roulette russa’ alimentare

Il pesce palla argenteo invade l’Adriatico: allarme per la salute e l’ecosistema
Il pesce palla argenteo (Lagocephalus sceleratus), una specie marina altamente tossica e invasiva, è stato recentemente avvistato nel Mar Adriatico, segnando la sua presenza più settentrionale mai registrata nel Mediterraneo.
La cattura di un esemplare lungo oltre mezzo metro nella baia di Medulin, in Istria, ha destato preoccupazione tra pescatori e biologi marini.
Caratteristiche e pericolosità
Originario delle acque tropicali dell’Oceano Indiano e del Mar Rosso, il pesce palla argenteo è entrato nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez, un fenomeno noto come migrazione lessepsiana. Questa specie è nota per la presenza di tetrodotossina, una neurotossina estremamente potente contenuta in organi come fegato, gonadi, pelle e intestino. Anche una piccola quantità può causare gravi intossicazioni e, in alcuni casi, la morte. La tossina resiste alle alte temperature, rendendo il consumo del pesce pericoloso anche dopo la cottura.
Oltre alla sua tossicità, il pesce palla argenteo possiede una bocca dotata di denti robusti, capaci di esercitare una forza impressionante. È anche una specie piuttosto territoriale, pronta a difendere i suoi spazi dagli invasori. In altre zone del Mediterraneo sono stati segnalati episodi di morsi ai bagnanti, con conseguenze mediche rilevanti.
Impatto sull’ecosistema
La presenza del pesce palla argenteo rappresenta una minaccia significativa per l’ecosistema marino. Si nutre di una vasta gamma di organismi, tra cui molluschi e crostacei, alterando l’equilibrio della catena alimentare. Inoltre, è noto per danneggiare le reti da pesca, aggravando le difficoltà della pesca artigianale.
Raccomandazioni per pescatori e bagnanti
Non consumare: evitare assolutamente di mangiare il pesce palla argenteo, anche se cotto. Manipolazione: in caso di cattura accidentale, maneggiare con estrema cautela e utilizzare guanti protettivi. Segnalazione: riportare immediatamente l’avvistamento alle autorità marittime o agli enti di ricerca locali.
Informazione: diffondere la conoscenza di questa specie tra comunità di pescatori e bagnanti per prevenire incidenti.
La diffusione del pesce palla argenteo nel Mar Adriatico è un segnale d’allarme che richiede attenzione e collaborazione tra cittadini, pescatori e istituzioni per proteggere la salute pubblica e preservare l’equilibrio degli ecosistemi marini.
La ‘roulette russa’ alimentare giapponese
In Giappone ci preparano il fugu, una delicatezza da brivido. Una “roulette russa alimentare” che va preparata da chef che hanno studiato 1 anno solo per servire questo piatto. Il segreto è lasciare quel tanto di veleno sufficiente a dare un po’ di euforia, ma niente piu’.
Se mangi questo pesce palla, mangi la tetrodotossina, un veleno micidiale, derivato dai batteri che vivono nelle alghe che lui mangia. A quel punto non hai scampo.
Attualità
Le scarpe con cui il Papa è stato sepolto vengono da Miggiano
Francesco ha voluto che fossero quelle che indossava tutti i giorni: al suo funerale, gli occhi del mondo su quel prodotto dell’artigianalità salentina

Miggiano e tutto il Salento entrano nella storia di Papa Francesco, in uno dei momenti più solenni e commoventi della Chiesa cattolica.
Oggi, in occasione dei funerali del Santo Padre, il mondo intero ha posato lo sguardo su un dettaglio carico di significato: le scarpe con cui Papa Francesco ha scelto di essere sepolto.
Il Pontefice infatti ha espresso il desidero di portare con sé nell’aldilà le sue umili scarpe di tutti i giorni. Ecco infatti che nelle foto che hanno fatto il giro del mondo si scorge quel paio di scarpe nere, consumate dall’utilizzo.

Un dettaglio che per il Salento ha un valore enorme, perché quelle scarpe sono nate a Miggiano.
Ne dà notizia il Comune in una nota in cui spiega che sono state realizzate nell’aprile 2024 dal Laboratorio Ortopedico Bello srl. Opera dei fratelli Vittorio e Giuseppe Bello (che negli anni hanno sempre recapitato di persona al Santo Padre il loro prodotto), le calzature ortopediche sono testimonianza di dedizione e di mani esperte che, nel silenzio dei laboratori, hanno creato qualcosa di infinitamente prezioso.
Il Comune di Miggiano ha espresso con orgoglio questo sentimento in una nota ufficiale:
“Papa Francesco porta con sé un pezzo di Miggiano e così ci sentiamo a lui ancor più vicini. La Comunità di Miggiano è onorata di aver offerto al Pontefice il pregio del proprio artigianato locale.”
Non si tratta solo di un onore per Miggiano, ma di un vero tributo all’intero Salento, terra di saperi antichi, di mani sapienti, di tradizione artigiana che riesce ancora a parlare al mondo con la lingua della qualità e della cura.
In un’epoca di globalizzazione e produzione industriale di massa, il fatto che il Papa abbia scelto — per il momento più intimo e sacro della sua esistenza terrena — delle scarpe fatte a mano in un piccolo comune salentino, ha un significato immenso. È la consacrazione di un modo di lavorare autentico, umano, profondamente radicato nella nostra identità.
Oggi le immagini del Santo Padre, vestito con la semplicità che l’ha sempre contraddistinto, e calzato con quelle scarpe di Miggiano, hanno fatto il giro del mondo.
Alessano
Fine settimana Plastic Free. L’Onda Blu anche in Salento
Dando concretezza agli insegnamenti di Papa Francesco, gli appuntamenti in Salento: sabato 26 aprile ad Alessano, Surano, Vernole; domenica 27 aprile a Castro, Lecce, Melendugno, Minervino di Lecce, Spongano, Taviano, Taurisano

“Buttare via la plastica in mare è criminale, questo uccide la terra. Dobbiamo tutelare la biodiversità, dobbiamo prenderci cura del Creato”.
L’insegnamento di Papa Francesco sarà messo in pratica questo fine settimana dai volontari di Plastic Free Onlus, l’associazione impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento legato all’abuso di plastica.
I 222 appuntamenti di pulizia e sensibilizzazione ambientale in programma in tutta Italia sabato 26 e domenica 27 aprile saranno preceduti da un minuto di silenzio, in rispetto del lutto nazionale per la morte del Pontefice.
L’onda blu degli oltre 10mila volontari Plastic Free celebrerà così la 55esima edizione dell’Earth Day, la Giornata della Terra indetta dalle Nazioni Unite per sensibilizzare la popolazione mondiale sulle condizioni in cui versa il nostro Pianeta e su cosa poter fare per salvaguardarlo. L’obiettivo è ripulire l’ambiente, rimuovendo 100mila chili di plastica e rifiuti, e invitare tutti ad una maggiore consapevolezza dell’impatto dei propri comportamenti quotidiani.
Anche la Puglia sarà protagonista con ben 27 appuntamenti coordinati dal referente regionale Luigi Schifano: sabato 26 aprile a Castellana Grotte, Mola di Bari, Putignano(BA), Francavilla Fontana (BR), Alessano, Surano, Vernole (LE), Crispiano (TA) e domenica 27 aprile ad Acquaviva delle Fonti, Gioia del Colle, Gravina in Puglia, Molfetta, Polignano a Mare, Rutigliano, Santeramo in Colle (BA), Brindisi, Ceglie Messapica, Fasano (BR), Rodi Garganico(FG), Castro, Lecce, Melendugno, Minervino di Lecce, Spongano, Taviano, Taurisano (LE), Castellaneta (TA).
“Agire concretamente mettendoci passione, energia e amore per la terra. Con questo spirito – dichiara Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free Onlus – grazie al coordinamento dei nostri 1.200 referenti territoriali, entreremo in azione nei parchi delle città, lungo gli argini di fiumi e laghi, sulle spiagge delle località costiere e nei piccoli borghi italiani. Lo faremo coinvolgendo chiunque abbia a cuore il destino del Pianeta: per partecipare sarà sufficiente iscriversi gratuitamente www.plasticfreeonlus.it”.
Le attività si svolgeranno con il supporto di Treedom, BCorp italiana e sustainability partner dell’iniziativa. La collaborazione permetterà anche di piantare alberi a sostegno delle attività ambientali di Plastic Free Onlus, che ad oggi ha coinvolto oltre 260mila volontari, raccolto 4,4 milioni di chili di rifiuti, e realizzato più di 7.800 appuntamenti di pulizia ambientale. Solo in Piemonte, da inizio anno, si sono svolti 92 appuntamenti coinvolgendo circa 1.250 persone e rimuovendo oltre 13.000 chili di plastica e rifiuti. Sensibilizzati, inoltre, 2.700 studenti e 800 cittadini.
Per scoprire tutti gli appuntamenti e partecipare: www.plasticfreeonlus.it.
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