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Attualità

Casarano: Giustizia e Sport, un peso e due misure

Ora per le strade di Casarano e sui social si rincorrono commenti e rivendicazioni come è giusto che sia; denunce da parte dei tanti perbenisti un tanto al chilo…

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casarano calcio

Ci sono dei reati gravi, anzi gravissimi, per i quali, se l’indiziato è incensurato, se non c’è il rischio di fuga e se non c’è il rischio di ripetere lo stesso reato, lo stesso indiziato rimane in libertà sino al momento in cui, dopo un regolare processo, uno o più giudici, a seconda delle circostanze, dovessero dichiararne la colpevolezza. Solo a quel punto l’indiziato verrebbe arrestato e comincerebbe a scontare la sua pena. Ed i reati a cui questa procedura si applica non sono solo  il furto di galline o una scazzottata per un litigio per strada ma reati come lo spaccio di droga (pur se in determinate condizioni) ed addirittura l’omicidio. La frase “meglio un colpevole in libertà che un innocente in carcere”, inquadra bene lo spirito della presunzione di innocenza che caratterizza (o almeno dovrebbe) il nostro sistema giudiziario. Eppure… 


Era il 27 aprile di due anni fa, il Casarano calcio era una squadra che (tanto per cambiare), nonostante i  tanti soldi spesi dal patron Antonio Filograna Sergio, stenta a produrre i risultati sperati dai tifosi; in realtà non è solo la mancanza di risultati ad infervorare gli animi degli stessi tifosi, quanto piuttosto una evidente e quasi palese mancanza di impegno e di grinta da parte dei calciatori. 


In questo contesto succedono i fatti: al culmine della protesta, un certo numero di tifosi fa irruzione negli spogliatoi e, certamente non con fare gentile, cerca di scuotere il presunto torpore dei calciatori. 


Cosa sia realmente accaduto noi non lo sappiamo ma la dirigenza del Casarano Calcio decide la linea dura e denuncia alle Forze dell’Ordine il gruppo dei sei facinorosi con l’accusa di violenza privata.


Ovvio che non si possa entrare nel merito della cosa: noi non eravamo lì e, ancorché si sia avuta da subito l’idea che la decisione potesse forse essere sovradimensionata, la Dirigenza aveva tutto il diritto di tutelare i propri tesserati come meglio credeva e lo ha fatto.


Quel che però ha lasciato sicuramente molto più perplessi è stata la decisione di arrestare immediatamente i tifosi e di porli ai domiciliari per ben sei mesi, con l’obbligo oltretutto del braccialetto elettronico ed, al termine dei sei mesi, con anche l’obbligo quotidiano di firma presso la caserma dei Carabinieri, senza contare il fatto che a tutti è stato anche applicato un DASPO (un provvedimento che, invece che allo stadio, li obbliga ad andare in caserma a firmare ogni qualvolta vi siano partite del Casarano) di almeno 5 anni. 

Tenendo presente i principi del Diritto che abbiamo detto in apertura, appare chiara la perplessità di quanto si sia protratto sino ad ora. 


Sì, perché è solo di qualche giorno fa la notizia del verdetto della Giudice Giovanna Piazzalunga, del Tribunale di Lecce, che ha assolto tutti perché il fatto non sussiste; in poche parole la manifestazione fu sicuramente dai toni accesi ma non vi fu violenza privata nei confronti di nessuno.


Ora per le strade di Casarano e sui social si rincorrono commenti e rivendicazioni come è giusto che sia; sicuramente a noi non interessano ma ci sono almeno un paio di aspetti che dovrebbero invece far riflettere: il primo è l’isterismo perbenista che prende tutti quando ci si trova a sparlare dei fatti accaduti all’interno di un campo di calcio o sulle sue gradinate: basta un “BUUU” fuori posto per far scattare dibattiti e denunce da parte dei tanti perbenisti un tanto al chilo e poi, la seconda riflessione… chi restituirà loro i sei mesi di vita che queste  persone hanno passato ai domiciliari o impossibilitati anche ad andarsene in vacanza? Chi ridarà loro la dignità persa in questi due anni di avvocati (e soldi) e aule di tribunale e mugugni sottovoce nei loro confronti? 


Quando la giustizia diventa dispotica, il primo effetto è la mancanza di fiducia in essa… l’ultima cosa che possiamo permetterci in questa nostra società basata esclusivamente sulle dimostrazioni di forza dei potenti.


Antonio Memmi


Attualità

L’Inps smantella l’assistenza domiciliare

Con il nuovo Bando HCP, a rischio servizi fondamentali per persone disabili e migliaia di posti di lavoro. Il documento congiunto di Unci e Fesica Confsal: «Decisione gravissima, irresponsabile ed inaccettabile. Proveremo a fermare questa assurda deriva intervenendo nelle sedi istituzionali di tutte le Regioni»

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Non arrivano buone notizie dal bando INPS 2025-2028.

«L’Inps smantella l’offerta di servizi socio-assistenziali domiciliari del progetto Home Care Premium e la rete territoriale che l’ha resa possibile per oltre 15 anni, servizi destinati a dipendenti, pensionati e loro familiari non autosufficienti, di fasce a basso reddito, escludendo le cooperative sociali e penalizzando gli utenti in tutta Italia».

È l’allarme lanciato all’unisono dal presidente nazionale dell’Unci (Unione nazionale cooperative italiane) Andrea Amico, dalla vicepresidente Maria Pia Di Zitti, dal presidente nazionale dell’Ancos (Associazione nazionale cooperative sociali) Paolo Ragusa, dal dirigente nazionale Unc, Gennaro Scognamiglio, dal segretario generale del sindacato Fesica Confsal Bruno Mariani, e dal vice segretario generale Alfredo Mancini.

«Il nuovo bando 2025-2028», sottolineano i rappresentanti della cooperazione e dei lavoratori, «con le novità introdotte, mette in crisi un modello positivo costruito nel tempo, che è stato in grado di rispondere alle esigenze delle persone con disabilità e delle loro famiglie, senza alcuna motivazione plausibile».

Il nuovo programma HCP, infatti, non prevede più prestazioni integrative fondamentali, come l’assistenza domiciliare svolta da operatori socio-sanitari (OSS), i servizi di sollievo per i caregiver familiari (le persone che si prendono cura di un proprio congiunto), l’accesso a centri diurni e strutture extra-domiciliari, nonché i servizi di trasporto assistito e la fornitura di ausili per l’autonomia.

Tutti servizi che finora erano stati garantiti e la cui improvvisa cancellazione creerà notevoli disagi tra i cittadini assistiti, minandone in ogni caso la qualità della vita.

«Una decisione gravissima», secondo Unci, Ancos e Fesica Confsal, «che giudichiamo irresponsabile ed inaccettabile, insieme alla pregiudiziale esclusione, assolutamente illegittima, di un soggetto cardine per la realizzazione dei servizi, quale è la cooperazione sociale, con le numerose imprese mutualistiche accreditate coinvolte, con migliaia di operatori qualificati, che in questi anni hanno garantito le prestazioni, un livello qualitativo alto e la continuità assistenziale».

Così, attraverso una decisione burocratica, calata dall’alto dall’Inps, senza tener conto degli effetti che avrebbe determinato, «si smantella nei fatti un importante progetto che riguarda la quotidianità e la vivibilità di tantissime persone, andando contro i compiti istituzionali dell’ente, e si colpiscono diverse migliaia di lavoratori, che rischiano concretamente di perdere il proprio posto di lavoro, già dal prossimo mese di luglio».

Un vero e proprio schiaffo all’idea di welfare integrato che faticosamente è stata costruita sul campo da organizzazioni non lucrative e dalle istituzioni del territorio preposte.

«Riteniamo quindi necessario», concludono Unci, Ancos e Fesica Confsal, «fermare questa assurda deriva, per rimettere la questione sul giusto binario, assicurando ai cittadini utenti i servizi necessari e salvaguardando il lavoro di cooperative sociali e operatori. A questo scopo interverremo nelle sedi istituzionali di tutte le Regioni».

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Appuntamenti

Legge elettorale, le “Preferenze” di Montesano Salentino

Domani sera consiglio comunale aperto. All’ordine del giorno la petizione con circa 500 firme per l’addio ai listini ai bloccati e il voto di preferenza anche alle politiche

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Alle elezioni politiche con la possibilità di esprimere direttamente la propria preferenza sui candidati invece dei cosiddetti listini bloccati.

È quanto chiedono i quasi 500 firmatari di una petizione a Montesano Salentino.

L’argomento sarà discusso domani sera, partire dalle 19 in un consiglio comunale monotematico aperto proprio a Montesano.

All’ordine del giorno, come annunciato dal sindaco Giuseppe Maglie, la «Raccolta firme di 484 cittadini elettori con richiesta di adozione di una deliberazione da trasmettere al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro degli Interni per l’inserimento nella legge elettorale della possibilità di esprimere due preferenze, ambo i sessi, per l’elezione dei rappresentanti in Parlamento».

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Attualità

David di San Cassiano, piccola grande stella della Kickboxing

Il giovanissimo kickboxer colleziona successi e si qualifica ai campionati Mondiali e italiani di Kickboxing, che si terranno nella repubblica di San Marino il 17 e 18 maggio

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David Maggio, 7 anni, giovanissimo kickboxer, continua a collezionare successi.

Lo scorso 6 aprile accompagnato dal suo coach Antonio Napoli della palestra Arena Fitness di Neviano, ha partecipato alla quarta tappa ufficiale di campionato tenutasi nel palazzetto dello sport di Trebisacce (Cs).

Il giovanissimo David, di San Cassiano, ha portato a casa risultati eccellenti, vincendo tutte le tappe della sua categoria (30 kg) e qualificandosi, di fatto, ai campionati Mondiali e italiani di Kickboxing, che si terranno nella repubblica di San Marino il 17 e 18 maggio.
David ha dimostrato il massimo impegno, affrontando i propri avversari con coraggio ed una tecnica impeccabile che, oltre ad essere doti proprie, confermano la qualità e la preparazione guadagnate in allenamento.

Il talento e la determinazione del piccolo David sono qualità tipiche di un grande campione.

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