Attualità
Concessioni Porto: mareggiata a Tricase
Mare agitato nel porto di Tricase. E le onde, come un piccolo tsunami, sono arrivate anche a Palazzo Gallone, rischiando di travolgere l’Amministrazione

Mare agitato nel porto di Tricase. E le onde, come un piccolo tsunami, sono arrivate anche a Palazzo Gallone, rischiando di travolgere l’Amministrazione. Con conseguenze ancora da quantificare all’interno degli equilibri della maggioranza e con l’UdC sempre più border line. Al porto attualmente ci sono cinque concessionari: Marini Italia, Baglivo, Associazione Magna Grecia, Lega Navale e Associazione Consumatori. Marini Italia ha fatto la richiesta di concessione unica del porto e di utilizzo del gabbiotto, l’edificio attualmente occupato dalla Magna Grecia e la cui concessione scade nel 2012, per poter controllare tutto il porto. La richiesta di concessione unica della Marini è stata portata in Giunta, dove il suo accoglimento è stato presentato come un atto dovuto. Al contempo, però, si è sottolineata l’esistenza di una legge secondo la quale, quando la Concessionaria fa una richiesta, vige l’obbligo di un avviso pubblico, con un margine di tempo necessario alla formulazione di eventuali nuove offerte. Offerte che il Comune può valutare se migliorative. Passato tale lasso di tempo senza che siano intervenute altre offerte, la concessione va in automatico al richiedente. Vale la pena ricordare che per il porto si richiederà un finanziamento e, in caso di concessionario unico, è prevista una premialità. Qualcuno in Giunta avrebbe sottolineato la delicatezza della questione e per questo richiesto che l’argomento fosse portato in maggioranza. Anche in questa occasione, secondo quanto trapela dai presenti, l’accoglimento della Marini Italia sarebbe stato presentato come un atto dovuto. Durante la discussione, però, il consigliere dell’UdC, Giuseppe Piccini, ha sollevato “perplessità sul fatto che fosse un atto dovuto anche perché se così fosse, non si capisce come mai sia necessaria una delibera di Giunta”. E per questo Piccinni ha chiesto un rinvio dell’Ordine del Giorno per approfondire gli aspetti amministrativi e di legge. Il giorno dopo Piccinni ha chiesto un parere scritto al Segretario comunale, “il quale mi ha risposto tempestivamente condividendo le perplessità e dicendo che in realtà chi gestisce queste cose è la Regione, che comunque non si può fare finché non scadono le altre concessioni ed aggiungendo che esiste un parere negativo del direttore dell’Ufficio Tecnico del dicembre 2010 di cui ho copia. Ma di tutto questo nessuno mi aveva messo a conoscenza, prima della suddetta riunione di maggioranza. Per quale motivo? Aspetto ancora chiarimenti, perché nessuno di chi sapeva ha avuto la bontà di renderci partecipi. Se sono arrabbiato? No. Sono molto amareggiato, quello si. È mai possibile che in quella riunione nessuno sapesse il reale stato delle cose?”. Piccinni poi chiarisce: “Premesso che non sono pregiudizialmente né a favore né contro nessuno dei soggetti operanti, credo che sia compito di una buona Amministrazione, come un buon pater familiae, cercare di garantire l’attività di tutti perché ciascuno di loro nello specifico dà un contributo alla crescita e alla promozione del territorio. Il vero guaio è che chi sta nel porto non ha ancora trovato delle modalità di convivenza civile e collaborativa. Il compito dell’Amministrazione è mediare tra i vari soggetti”. E alla domanda “quanto avvenuto potrebbe far venire meno il suo appoggio alla maggioranza?”, Piccinni risponde laconico: “Sono in attesa di chiarimenti”.
Ovviamente abbiamo chiesto un chiarimento all’assessore con delega a Demanio, assetto, governo e qualità del territorio, Luana Greco, che riassume così la vicenda: “Il Comune di Tricase ha redatto un bando per la gestione dei servizi portuali. Se lo è aggiudicato la Marina Italia. A fine anno ha consegnato un rapporto di gestione dal quale si evince che i ricavi sono aumentati notevolmente. In più Marina Italia ha anticipato determinati lavori per un proprio utile di gestione. A settembre ha chiesto la sub concessione del casotto dove oggi ha sede l’Associazione Magna Grecia con una nota indirizzata all’Ufficio Lavori Pubblici che si occupa della gestione del porto, mentre l’Ufficio Demanio, che cura i rapporti con la Regione sulle concessioni demaniali, è in capo all’Urbanistica. Quindi per una questione di comunicazione e di competenze è passato un certo lasso di tempo finché, il 23 dicembre scorso, ha risposto il responsabile dell’Ufficio dicendo che la concessione demaniale marittima del casotto era scaduta e che il suo rinnovo era in itinere e che per tanto vi era la necessità di sospendere ogni decisione in merito. Riguardo invece la richiesta di Marina Italia del 7 dicembre per la gestione unitaria delle aree portuali attualmente sub concesse a Lega Navale, Magna Grecia e Sogesta, oltre ad un’area di transito, il responsabile dell’Ufficio Tecnico ha preso tempo. A mio modesto parere e per gli approfondimenti svolti in merito alla questione, l’obbligatorietà della pubblicazione è sancita dal principio che la concessione di un qualsiasi bene pubblico sia da sottoporre ai principi di non discriminazione, di parità di trattamento, di trasparenza, di evidenza pubblica, che impongono l’espletamento di una gara formale anche in presenza di una sola domanda, che si pone pertanto come atto prodromico all’indizione della gara medesima. Ciò nel presupposto che con la concessione di area demaniale marittima si consente a soggetti operanti sul mercato una possibilità di lucro, tale da imporre una procedura competitiva ispirata ai principi di trasparenza e di non discriminazione. Nel momento in cui si dà in concessione un bene pubblico, lo si fa senza ledere alcun diritto: non si può certo preferire discriminatamente un concessionario anziché un altro. Ecco perché è necessaria la pubblicazione di un avviso”. E questo è stato fatto? “No. Ed è qui che ci siamo incastrati. La legge prevede la pubblicazione di un avviso pubblico ma ancora ciò non è avvenuto”. Ma verrà fatto? “Mi auguro di si. Altrimenti sentenze precedenti favoriscono un ricorso al Tar”. Chiarito questo, non si capisce perché in maggioranza si sia arrivati a rischio rottura. “Questo mi sembra eccessivo: si è solo discusso costruttivamente in maggioranza com’è giusto che sia! Al fine di fugare i dubbi di qualcuno che pensava che l’Amministrazione o qualche suo rappresentante volesse cedere tutto il porto ad un unico concessionario. Così invece non è. Per intenderci, come stanno le cose oggi, se va a fuoco una barca in uno specchio acqueo di un’altra sub concessione, Marina Italia non può intervenire, con tutte le conseguenze che si possono immaginare. Questo però non significa affatto che Lega Navale, Magna Grecia o quant’altri non vedranno assicurati i propri diritti. Anzi l’Amministrazione continuerà ad impegnarsi affinché i diritti delle Associazioni presenti sul territorio siano sempre tutelati”. Ci risulta, però, che alla vostra azione siano associati anche un parere negativo da parte del Segretario comunale ed uno dell’Ufficio Tecnico: “L’Ufficio Tecnico ha solo preso tempo in attesa dell’approvazione del Piano Generale delle Coste, dicendo che nell’attesa non si possono rilasciare concessioni. Nota, tra l’altro, della quale, pur essendo io assessore, non ero a conoscenza e che mi sento di dissentire poiché la Regione fa divieto ai Comuni di rilasciare nuove concessioni fino all’approvazione del suddetto Piano delle Coste, ma la richiesta di Marina Italia è interna all’area portuale, in zona già destinata alla nautica e alla pesca dalla pianificazione vigente, quindi non stiamo parlando di nuove concessioni ma di subentro in concessioni già esistenti. Riguardo al parere del Segretario, so di una nota che sottolinea la non obbligatorietà dell’avviso pubblico: l’unico passaggio mancante”. E su quanto è avvenuto in maggioranza l’assessore Greco non ha dubbi: “è stato solo un problema di comunicazione che ha generato delle incomprensioni”.
Giuseppe Cerfeda
Attualità
Riqualificazione a Depressa, il Comune: “Invitiamo agli allacci prima dei lavori”
La nota indirizzata ai proprietari di immobili che insistono sulle strade interessate: “Richieste postume subiranno aggravio dei costi”

Sono in arrivo i lavori di riqualificazione nel centro storico di Depressa, nello specifico su via Brenta e via Fiume.
Il comune invita i proprietari di immobili che insistono sulle strade interessate a procedere all’allaccio alle pubbliche utenze prima del rifacimento della pavimentazione pubblica.
La nota redatta dal sindaco Antonio De Donno: “L’Amministrazione Comunale informa la cittadinanza che, con delibera n. 284 del 05/12/2024, è stato approvato il progetto per i lavori di manutenzione straordinaria finalizzati al rifacimento dei marciapiedi e alla realizzazione del basolato su Via Brenta, nella frazione di Depressa. L’intervento, attualmente in fase di affidamento, interesserà le aree indicate nella planimetria allegata. Per garantire la corretta esecuzione dell’opera e evitare future manomissioni della nuova pavimentazione, si invitano i proprietari degli immobili affacciati su Via Brenta e Via Fiume a presentare, entro 30 giorni dalla data del presente avviso, eventuali domande di allaccio alle reti cittadine (acqua, fogna, gas, luce, telefonia, ecc.).
Le richieste dovranno essere comunicate all’Ufficio Tecnico Comunale: mediante nota protocollata oppure via e-mail a: protocollo.comune.tricase@pec.rupar.puglia.it.
Attenzione: eventuali manomissioni successive al completamento dei lavori comporteranno un significativo aumento dei costi di allaccio a carico dei richiedenti”.
Attualità
L’altra Galatina: “Il sindaco crea alibi per nascondere fallimenti”
Al giro di boa, l’intervista alla consigliera di minoranza Loredana Tundo: “Molte feste, poco bene comune”

Mentre due Comuni della nostra provincia si preparano ad un maggio alle urne (Corsano e Taviano), altre esperienze amministrative sono invece a metà percorso. È il caso di Galatina. Alla guida della Città c’è il sindaco Fabio Vergine, che abbiamo avuto il piacere di ospitare sulle nostre colonne per approfondire l’operato della maggiornaza. Per il giro di boa, abbiamo invece incontrato la consigliera di minoranza Loredana Tundo, per fare il punto su questi 30 mesi dalla sua prospettiva.
Come vede la Città due anni e mezzo dopo le urne?
“Osservando l’attuale amministrazione dall’opposizione, devo dire che di tutta la programmazione annunciata ho visto ben poco: progetti bloccati, risorse restituite, varianti ai progetti già finanziati che hanno probabilmente rallentato la loro realizzazione, molte feste, ma poco per il bene comune. Ho fatto parte dell’amministrazione Amante dal 2017 al 2022, con deleghe ai lavori pubblici, urbanistica e pari opportunità. Conosco bene ciò che abbiamo lasciato in eredità e sono convinta che, se fosse stato portato avanti con continuità, avrebbe già dato molto alla Città. Parlo in particolare di rigenerazione urbana (i lavori relativi ai finanziamenti ottenuti sono o bloccati o procedono a rilento); mitigazione del rischio idrogeologico (finanziamenti fermi); restauro della Torre dell’Orologio (progetto bloccato da due anni con impalcatura deteriorata); Quartiere fieristico (in stato di abbandono); finanziamenti rifiutati (3 milioni di euro per l’eliminazione di tre passaggi a livello); edilizia scolastica (solo l’Istituto di via Corigliano completato). La mancanza di continuità amministrativa ha penalizzato fortemente Galatina. Nel complesso, non posso assolutamente dirmi soddisfatta da un’amministrazione che accusava la nostra di aver svolto il compitino (ricordo a tutti che quando iniziamo ad amministrare eravamo sull’orlo del fallimento e abbiamo lasciato una città con i conti in ordine), mentre non riesce neanche a svolgere i più semplici compiti che ha ricevuto in eredità”.
Intanto con nomi importanti (da Nek per la festa patronale a McDonald’s che sbarca in provincia) e 20 milioni di euro di finanziamenti (di cui 2,2 per la nuova Fiera) la maggioranza vede una Galatina al top della sua attrattività.
“Gli ospiti di rilievo per le feste patronali non sono una novità. L’organizzazione di eventi è certamente positiva, ma non può essere considerata un indicatore esclusivo dell’attrattività della città. Per quanto riguarda il McDonald’s si tratta di un insediamento commerciale come tanti altri. Ben venga se l’azienda decide di investire nel nostro territorio, ma non lo avrei presentato come un grande successo amministrativo. L’entusiasmo mostrato dal Sindaco e dall’Assessore sembra più orientato a lanciare messaggi che vanno oltre il semplice insediamento commerciale.
Il Sindaco ha parlato di 20 milioni di euro di finanziamenti durante un consiglio comunale, ma è necessario fare chiarezza su cosa realmente sia stato ottenuto: 6 milioni di euro per la condotta idrica (opera direttamente realizzata da Acquedotto Pugliese); 7 milioni per l’abbattimento dei passaggi a livello (nella prima ipotesi erano disponibili 12 milioni ai quali l’Amministrazione ha rinunciato con proprio atto: il saldo è negativo); 2,2 milioni per la nuova Fiera (fondi prelevati direttamente dalle casse comunali)”.
Recentemente, alla presenza di Paolo Mieli, è stata riaperta la biblioteca “Pietro Siciliani”, ed in questi giorni è arrivato l’annuncio della candidatura di “Galatina Capitale della Cultura”. È la strada giusta in ambito culturale?
“Quale impatto concreto ha avuto questo evento rispetto ai 500 volumi acquistati? È questa la domanda. La riqualificazione della biblioteca è stata resa possibile grazie al primo finanziamento ottenuto dalla nostra amministrazione. Galatina possiede un patrimonio culturale straordinario che meriterebbe di essere valorizzato pienamente. La candidatura a “Capitale Italiana della Cultura” potrebbe rappresentare una strada giusta per rafforzare l’identità culturale e attrarre nuove opportunità. Tuttavia, mi sembra che manchi una visione chiara e un percorso ben definito per raggiungere questo obiettivo”.
Riverbera spesso il tema del rapporto con le frazioni, i cui cittadini qualcuno sostiene siano considerati di Serie B. Se ne è riparlato in seguito alla temporanea chiusura degli uffici comunali di Noha e Collemeto. Qual è il suo punto di vista a riguardo?
“È evidente che i presidi nelle frazioni sono fondamentali e che i servizi comunali devono essere erogati direttamente ai cittadini per garantire una vera prossimità. Tuttavia, la chiusura di questi uffici contraddice questo principio.
Inoltre, Collemeto ha subito anche la perdita del medico di base, ma su questo tema non abbiamo sentito alcuna dichiarazione da parte del Sindaco, se non dopo le nostre sollecitazioni. Le recenti riaperture degli uffici comunali a partire dal 14 aprile 2025 sono un passo positivo, ma è fondamentale che ci sia un piano strutturato”.
Di recente ha pubblicamente incalzato il sindaco sulla visita, condita da critiche, di Paolo Pagliaro all’ospedale “Santa Caterina Novella”. Lo giudica uno scivolone del consigliere regionale o un corto circuito politico?
“La vedo come una strumentalizzazione della sanità per fini elettorali. Pagliaro si presenta con le sue telecamere non per affrontare realmente i problemi, ma per mettersi in evidenza. Questo comportamento riflette un corto circuito politico, poiché il Sindaco ha scelto di ignorare la situazione, sperando che passasse inosservata. E non è la prima volta, perché lo ha fatto già all’inizio della sua amministrazione: dare la presidenza della Commissione Sanità ad un altro consigliere significa non assumersi la responsabilità del risultato che la sua amministrazione sarà in grado di ottenere. Questo modo di fare mi sembra simbolico di un primo cittadino che è in prima fila quando si tratta di eventi, ma è defilato quando si tratta di prendere posizioni politiche. A proposito di Pagliaro, dove sarà il sindaco Vergine alle elezioni regionali? Qual è la sua posizione?”
Si parla molto in paese dell’aumento delle tariffe cimiteriali. A 12 anni dall’ultimo intervento, l’adeguamento è fisiologico?
“L’aumento delle tariffe cimiteriali, che raggiunge l’80%, non può essere considerato fisiologico, soprattutto senza una chiara spiegazione dei motivi nella delibera. È importante sottolineare che nella documentazione ufficiale sembra mancare il paragrafo dedicato alle motivazioni. La situazione è aggravata dal problema dell’ampliamento dell’area cimiteriale. Attualmente, molte salme sono in attesa di tumulazione poiché i loculi disponibili sono esauriti”.
Vergine afferma che alle sue spalle si tifi per una Galatina perdente. È la verità?
“Assolutamente no! E’ un alibi creato dal Sindaco per giustificare i suoi fallimenti. Io amo profondamente la mia Città e le sue frazioni; il mio attaccamento è viscerale. La vittoria di Galatina deve essere l’obiettivo comune di tutti noi”.
Quali sono gli aspetti trascurati da questa amministrazione su cui lei lavorerebbe se oggi fosse prima cittadina?
“Mi concentrerei su diversi aspetti trascurati dall’attuale amministrazione, in particolare sul tema del lavoro. Un progetto che porterei avanti è quello di sviluppare un hub ITS Academy. Inoltre, migliorerei le infrastrutture a supporto delle aziende locali. Investire in strade, trasporti e servizi è cruciale per stimolare l’economia e attrarre nuovi investimenti. Ma in ogni caso, se parliamo di tematiche trascurate dall’attuale amministrazione, temo che non mi basterebbe tutto il suo giornale per risponderle”.
Attualità
Tricase torna al centro del Mediterraneo
A dieci anni dall’inaugurazione dell’avamposto del “Centro internazionale di alti studi agronomici mediterranei”, Tricase Porto recupera il suo storico ruolo di ponte tra culture e di luogo d’incontro tra popoli lavorando allo sviluppo sostenibile

di Lorenzo Zito
Tre bandiere che sventolano alte tra le correnti del Canale d’Otranto, un avamposto affacciato sul mare ed un acronimo importante. Siamo a Tricase Porto, il luogo scelto dal CIHEAM Bari quale posto ideale per declinare in modo concreto la sua missione: promuovere la cooperazione e lo sviluppo sostenibile (con un orizzonte che in principio era sui territori costieri e rurali del Mediterraneo e che oggi va ben oltre).
Parliamo del Centro internazionale di alti studi agronomici Mediterranei, organizzazione intergovernativa composta da 13 stati membri (oltre all’Italia, ne fanno parte Albania, Algeria, Egitto, Spagna, Francia, Grecia, Libano, Malta, Marocco, Portogallo, Tunisia e Turchia), con sede centrale a Parigi (l’acronimo va interpretato proprio in lingua francese).
L’esperienza di Tricase Porto viene avviata già nel 2006, quando tra CIHEAM Bari e la locale Associazione Magna Grecia Mare iniziano dialogo e collaborazione sugli obiettivi da ciascuna perseguiti, con l’orizzonte di portare anche oltre confine la visione e l’esperienza di Magna Grecia Mare, già condivisa con e dalla Città di Tricase.
È il 2015, invece, quando viene inaugurato il primo nucleo della sede di Tricase del CIHEAM Bari, grazie alla ristrutturazione e rifunzionalizzazione di alcuni immobili concessi dal Comune di Tricase in comodato.
I dieci anni trascorsi dal giorno in cui è stata (simbolicamente) piantata questa bandierina che, attraverso il mare, guarda al mondo, ci offrono una prospettiva che racconta come, nel lavorare ai macro-obiettivi dell’organizzazione, questo presidio stia recuperando uno dei più grandi valori storici di questo lembo di terra: la sua centralità nel Mediterraneo.
LA PERIFERIA CHE DIVENTA CENTRO
La scelta di Tricase (in qualità di sede operativa del CIHEAM Bari) non è casuale, né frutto di una semplice opportunità logistica. Al contrario, è una scelta strategica e profondamente radicata nella storia, nella cultura e nella visione del Mediterraneo come spazio di incontro e cooperazione tra popoli e territori.
Tricase, con il suo porto e la sua comunità, incarna perfettamente il concetto di “periferia che diventa centro”. Una cittadina che, pur trovandosi al confine sud-orientale d’Italia, si proietta al centro del Mediterraneo, diventando un ponte naturale tra Nord e Sud, tra Europa, Balcani, Nord Africa e Medio Oriente.
Da sempre, in verità, Tricase Porto rappresenta un punto di snodo tra mare e terra, tra Oriente e Occidente, tra tradizione e innovazione. La sua storia millenaria di approdo di genti, saperi e commerci ne ha fatto uno dei cuori pulsanti della cultura marinara del Salento. Qui il mare non è mai stato solo confine o barriera, ma strada di comunicazione e di scambio, fonte di vita, lavoro e cultura.
SINERGIE LOCALI
In questo contesto, fatto non solo di territorialità e storicità ma anche di preziose sinergie, il CIHEAM Bari ha trovato il quadro ideale per sviluppare una delle sue missioni più importanti: la crescita sostenibile delle comunità costiere attraverso la cooperazione internazionale. Un’area, questa, che ha saputo conservare e rinnovare la propria memoria marinaresca, grazie anche all’impegno dell’Associazione Magna Grecia Mare, una locale realtà culturale no profit impegnata nella valorizzazione dei patrimoni territoriali costieri mediterranei. Partendo dal porto di Tricase, dal 2003 l’associazione si occupa della salvaguardia e della diffusione della marineria tradizionale da lavoro e della pratica di mare e delle sue documentate e tradizionali interazioni con l’entroterra, tipiche di una penisola proiettata in “un mare tra le terre”. Il lavoro paziente e appassionato dei suoi associati ha svolto un ruolo fondamentale nel recuperare e valorizzare la cultura del mare di Tricase e del Capo di Leuca: attraverso il restauro di antiche imbarcazioni in legno, la trasmissione dei saperi dei maestri d’ascia e l’organizzazione di eventi e laboratori dedicati alla tradizione marinara, Magna Grecia Mare ha riacceso l’orgoglio e il senso di appartenenza della comunità locale verso la propria identità marinara.
C’è poi il Comune di Tricase che, già coinvolto nell’iniziativa, con attenzione costante e attraverso proficua collaborazione, ha contribuito fortemente alla realizzazione di questo percorso, riconoscendo il valore strategico della cultura del mare per il rilancio economico, sociale e culturale del territorio. L’amministrazione comunale ha sostenuto nel tempo azioni e progetti mirati a trasformare il porto in uno spazio pubblico condiviso, un vero Porto Museo (riconosciuto di interesse regionale), luogo di memoria ma anche di innovazione e progettazione del futuro senza dimenticare il passato.
LABORATORIO DI SVILUPPO COSTIERO
Se il terreno è fertile, i germogli sono tanti. La presenza del CIHEAM Bari a Tricase ha contribuito innanzitutto a rafforzare un concetto innovativo: quello di “comunità costiere”. Non più semplici località di mare o territori da valorizzare solo per il turismo, ma comunità vive e complesse, fatte di persone, mestieri, tradizioni e nuove sfide da affrontare insieme.
Le comunità costiere sono oggi in prima linea di fronte ai cambiamenti climatici, alla crisi della pesca artigianale, alla necessità di proteggere la biodiversità marina e costiera, alla gestione sostenibile delle risorse. La sede di Tricase del CIHEAM Bari ha lavorato e lavora proprio al rafforzamento di queste comunità, promuovendo la formazione dei giovani, la valorizzazione delle competenze tradizionali, l’innovazione nei settori legati tanto al mare quanto alla terra e la cooperazione tra territori che condividono gli stessi bisogni e le stesse opportunità.
Tricase è diventata così un laboratorio di sviluppo costiero sostenibile, un luogo dove si sperimentano nuove strategie per valorizzare la cultura del mare e trasformarla in opportunità di crescita e benessere per la popolazione.
DIMENSIONE LOCALE E VISIONE INTERNAZIONALE
È così che, nel cuore del Salento, si è creata una vera e propria piattaforma per il dialogo tra comunità costiere di Paesi diversi, che condividono sfide comuni e cercano insieme soluzioni per uno sviluppo sostenibile, rispettoso delle identità culturali e delle tradizioni. Non a caso, numerose e continue sono le visite di rappresentati di importanti enti ed istituzioni internazionali o, ancora, di portavoce di diversi Paesi del mondo. Ospiti che si recano alle pendici della scogliera tricasina per raggiungere questo avamposto che, attraverso monitoraggio e ricerca scientifica, corsi di alta formazione sullo “Sviluppo Sostenibile delle Comunità Costiere”, laboratori di comunità ed una lunga serie di buone pratiche ed attività orientate alla cooperazione internazionale ed allo sviluppo sostenibile, è diventato un luogo dove la dimensione locale incontra la visione internazionale. Un posto in cui la piccola scala diventa spazio di sperimentazione di modelli replicabili su scala più ampia.
Da Tricase partono progetti di cooperazione che parlano a tutte le comunità costiere del Mediterraneo e del mondo, valorizzando il capitale umano, sociale ed economico delle persone che vivono e lavorano sul mare. Tricase, con la Terra d’Otranto tutta, oggi come un tempo si fa ponte tra culture, luogo di transito e di incontro tra civiltà, snodo di crescita del Mare Nostrum.
È un viaggio verso un futuro diverso che passa attraverso il recupero di una centralità che appartiene al passato. Se sapremo comprenderne il valore, potremo esserne partecipi tutti.
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