Attualità
Dalla Campagna alla Casa Vacanza: #ilSalentoèServito
Un menù tipico e, direttamente a casa del turista, prodotti di qualità e a km0: verdure, frutta, mozzarelle formaggi, pane, olio, vino conserve miele e tutte le eccellenze e specialità del Salento

La nuova formula si chiama #IlSalentoèServito, che porta il servizio in camera proprio degli Hotel anche nella Casa Vacanza evitando code e spostamenti frequenti e lo fa nel rispetto della economia locale e dell’ambiente. Cibo a km zero, prodotti freschi e piatti contadini, limited waste, valorizzazione del territorio e delle tipicità locali.
La ricetta è di un’imprenditrice romana Livia Cento, ma salentina da sempre, che dal suo blog SalentoSeaLovers lancia l’idea. “Nulla potrà più essere come prima. L’attuale situazione ci impone delle riflessioni e delle soluzioni. Bisogna ripartire proponendo nuovi stili di accoglienza e di turismo puntando sulla identità del nostro territorio, sulla sinergia e solidarietà della comunità locale, che è la nostra più preziosa e unica risorsa”.
Livia Cento, di questa terra ha fatto tesoro e risorsa.
“Quest’anno sarà dura“, ci racconta, ma proprio per reagire a questo particolare momento storico lancia dal suo sito Salentosealovers e dal suo blog di case vacanze fronte mare, una nuova idea per dare all’extra alberghiero un ruolo attivo e solidale per la comunità nella quale è fortemente interconnesso.
Si chiama #IlSalentoèServito ed è un servizio di spesa e piatti tipici a domicilio per il turista nella sua casa in vacanza.
I proprietari di locazioni turistiche – i cosiddetti “Host” – saranno gli ambasciatori del territorio e proporranno ai loro ospiti una spesa amica dell’ambiente, che valorizzi i prodotti tipici del Salento, sostenendo la filiera corta e gli agricoltori locali.
Una ricetta esplosiva per far decollare un turismo più responsabile e amico del territorio.
“Abbiamo pensato di creare una collaborazione con ristoratori locali e cooperative agricole, come la Nuova Contadina“, aggiunge ancora Livia Cento, “abbiamo creato un menù tipico così da portare direttamente a casa del turista prodotti di qualità e a kmzero: verdure, frutta, mozzarelle formaggi, pane, olio, vino conserve miele e tutte le eccellenze e specialità del Salento. In modo che tutto ciò che venga speso sul territorio venga reinvestito sul territorio stesso. Con un grosso vantaggio anche per i consumatori che si troveranno nella dispensa prodotti di alta qualità e biodiversi”.
La visione dell’imprenditrice è chiara: piatti salentini cucinati da ristoratori locali che scelgono di portare avanti la tradizione e le eccellenze del Sud rispettando l’ambiente e la filiera corta.
Il settore extra alberghiero conta oggi oltre 1 milione e 220 mila case vacanze e locazioni turistiche. Rappresenta una grande risorsa del Paese ed è senza dubbio fortemente radicato sul territorio.
“ Questo servizio può essere facilmente adottato da tutti coloro che anche quest’anno apriranno proprie case all’ospitalità, nonostante il momento di crisi, proprio per restare uniti e dare un significativo sostegno per una ripresa più forte, solidale e più consapevole”
L’iniziativa sarà estesa a tutta la rete di proprietari di case vacanza della Puglia che sceglieranno di aderire così che, spiegano da SalentoSeaLovers, il settore dell’extra alberghiero diventi un soggetto virtuoso e attivo, solidale con la sua comunità.
“ In quadro macroeconomico come l’attuale, a farne le spese sono quasi sempre le realtà più piccole e più virtuose. Le eccellenze che qui spaziano dal paesaggio alla cultura sino al cibo , non possono essere lasciati all’improvvisazione o in balìa di ingranaggi economici turbinosi, se non si vuol subire lo shock esogeno che vediamo. Per questo tutte le attività da noi promosse, con un progetto che vuol esser pilota per altre buone prassi, prevede tante attività svolte all’interno di un circuito cucito sul territorio : cibi, tessuti, gite. Chi consuma qui, deve comprare local.”
M.Maddalena Bitonti
Attualità
Incendio d’auto: distrutta una Clio, si indaga

In fiamme nella notte un’auto di proprietà di una società intestata ad un uomo di 64 anni.
E’ l’ennesimo incendio notturno di autovetture in Salento e si è verificato alle ore 02:34 circa della nottata tra sabato e domenica a Cavallino.
Nel rione Castromediano è intervenuta una squadra dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Lecce, in via Alberto Bertoli.
La macchina distrutta dalle lingue di fuoco è una Renault Clio grigia che era ferma in sosta sulla sede stradale.
Il lavoro del personale dei vigili del fuoco ha scongiurato il propagarsi dell’incendio e ulteriori danni a persone, cose o pericoli per la pubblica e privata incolumità.
Sul posto erano presenti i carabinieri della stazione di Cavallino. Le cause dell’evento sono in fase di accertamento.
Attualità
Svolta in vista per la festa patronale di Taurisano
Una lettera al Vescovo segnala uno “stato d’agitazione” tra i cittadini per una decisione, a suo modo, storica: quella del parroco di escludere, dopo ben 148 anni, la ditta Parisi dall’allestimento delle luminarie per Santo Stefano

Da “Il Gallo” cartaceo n.07 del 2025
a cura di Lor. Z.
La continuità nel segno della tradizione o il cambiamento in nome di una equa rotazione? È il bivio dinanzi al quale, a Taurisano, si pone la festa patronale di Santo Stefano. Una ricorrenza che si rinnova di anno in anno in nome di una fede lunga un millennio.
A sollevare oggi il dubbio è Antonio Montonato, presidente dell’Associazione Onlus “Idee Valori e Solidarietà”, che scrive al vescovo Mons. Vito Angiuli per attenzionare quella che, a suo dire, è “una situazione che sta agitando gli animi dei miei concittadini”.
Oggetto della missiva è la scelta, per la festa del prossimo agosto, di non incaricare la ditta Parisi dell’allestimento delle luminarie.
“Quest’anno”, scrive Montonato a sua Eccellenza, “Don Gionatan (parroco della parrocchia della Trasfigurazione di N.S.G.C., NdR) ha escluso in modo dittatoriale la ditta Parisi, un’eccellenza locale che ha portato alla ribalta il nome della nostra Città a livello internazionale. La ditta Parisi”, continua la lettera, “dal 1876 (ossia per 148 anni) ha all’allestito nella nostra Città le strade e piazze del borgo, in onore del Santo Patrono Stefano, con devozione, lealtà e calore. Durante questi anni la ditta Parisi è stata più volte onorata di prestigiosi premi nazionali ed internazionali tra cui quello a Montecitorio”.
Una tradizione che, secondo Montonato, andrebbe rinnovata ad occhi chiusi, ma che “il parroco”, scrive, “vuole sconvolgere senza rispettare la storia secolare”.
L’argomento, rimbalzato anche sui social, è già oggetto di discussione in paese e, con tutta probabilità, è giunto alle porte della Diocesi già prima che Montonato mettesse mano al calamaio.
Ad ogni modo, il presidente di “Idee Valori e Solidarietà” adduce altre motivazioni a sostegno della sua tesi: “La festa patronale viene organizzata con le offerte libere dei cittadini, con gli sponsor offerti da attività commerciali ed artigianali locali e, da ultimo, con l’importante contributo economico, solitamente pari a 10mila euro, elargito dal Comune. Appare quindi insolito e discutibile il fatto che un parroco subentri nella gestione ed organizzazione della festa patronale, sostituendosi ai comitati costituiti ad hoc, arrivando a stravolgere le tradizioni locali, quelle tradizioni che si tramandavano di generazione in generazione”.
Ebbene è proprio qui che la matassa trova il suo bandolo: nelle funzioni del parroco in seno alle celebrazioni della festa patronale.
Tant’è che la Diocesi, cui abbiamo richiesto le ragioni di questa la scelta a suo modo storica, nel non ribattere a quanto sostenuto dal signor Montonato, risponde senza dare risposta. Ossia, rimanda al Regolamento diocesano per il Comitato Feste Religiose.
Il documento recita: “Presidente del Comitato è sempre il Parroco, che si avvale della consulenza del consiglio pastorale parrocchiale nel determinare quali feste celebrare, e nel dare gli orientamenti generali per lo svolgimento dei festeggiamenti esterni”. Allo stesso parroco spettano anche la nomina del presidente delegato; l’accoglimento della lista dei componenti il Comitato ed il compito di dare indirizzo circa il programma della festa.
Il ruolo assunto, nel caso specifico, da don Gionatan, quindi, appare tutt’altro che arbitrario, come la missiva inviata al vescovo vuol far intendere.
C’è tuttavia un passaggio che tiene aperta la discussione. Lo stesso regolamento diocesano specifica, al primo punto sull’argomento, che “il Comitato Feste è espressione della comunità parrocchiale”. Quanto sta accadendo a Taurisano porta a chiederci se questo assunto, attorno alla festa di Santo Stefano, sia ancora osservato. Chiediamo a voi, quindi, di esprimervi, raccontandoci il vostro punto di vista. Scriveteci su WA al 371 37 37 310.
Attualità
Caro biglietti: tornare in Salento ad aprile è un salasso
Per chi parte da Milano, treni sopra i 300 euro ed aerei oltre i 600

Tanti ponti, tanti soldi. Un salasso le festività di questo mese di aprile per chi si vuole spostare. In particolar modo per coloro che vogliono fare rientro in Salento dal nord Italia.
Lo si evince da uno studio di Assoutenti sulle tariffe di aerei, treni e pullman, un report da cui emergono dati incredibili come quelli che seguono.
Imbarcandosi da Linate venerdì 18 aprile e tornando martedì 22 aprile, un biglietto per Brindisi costa oggi un minimo di 619 euro, più di un volo di andata e ritorno per New York nelle stesse date (da 571 euro con uno scalo). Servono poi almeno 518 euro per volare da Linate a Catania e ritorno, 499 euro per Palermo, 460 euro per Cagliari. Il volo di andata e ritorno da Genova a Catania, nelle stesse date, parte oggi da un minimo di 401 euro, e si spende più o meno lo stesso (398 euro) da Torino a Lamezia Terme.
Non va meglio a chi sta acquistando in questi giorni un biglietto del treno: per la tratta Milano-Reggio Calabria la spesa va da 104,4 (scegliendo collegamenti lenti) a 345 euro per quelli più veloci. Partendo invece da Torino (solo andata), si spende da un minimo di 195 euro, se si scelgono orari scomodi e soluzioni con lunghi tempi di percorrenza, a 360 euro per i collegamenti migliori. Si sfiorano 340 euro per andare da Genova a Lecce, 320 euro da Milano a Lecce, 311 euro da Torino a Lecce, 310 euro da Milano a Salerno.
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