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Attualità

Franco Simone: “E se Sanremo premiasse Don Backy?”

Il cantautore salentino lancia la proposta sui social per un riconoscimento alla carriera: in migliaia la sposano

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Un paio di giorni fa Franco Simone, ascoltando un vecchio successo di Don Backy, preso da un entusiasmo immediato, ha diffuso sui social un suo appassionato commento: “Sanremo 2020. Premio alla carriera a Don Backy. I giganti della musica hanno interpretato le sue canzoni (Mina, Ornella Vanoni, Adriano Celentano, Milva, Negramaro…) Una carriera ricca di qualità senza ombra di compromessi. Sarebbe bello che il Festival di Sanremo rendesse omaggio al grande Don Backy, perché… i grandi artisti è giusto omaggiarli da vivi!”.


Si è scatenata subito una simpatica tempesta mediatica. Migliaia di persone, attraverso Facebook, Twitter, Instagram, si sono dichiarate d’accordo col cantautore salentino. Molti si sono stupiti che la richiesta a favore di Don Backy partisse proprio da un suo collega. Ma chi conosce bene Simone sa, lui è un artista immune da sgomitamenti e gelosie.


In precedenza ricordiamo che ha scritto per Michele Cortese (ex Aram Quartet) il brano “Per fortuna”, grazie al quale il giovane rocker di Gallipoli ha trionfato al Festival Internazionale di Viña del Mar (500 milioni di telespettatori). Il “poeta con la chitarra” (come viene da sempre definito il cantautore originario di Acquarica del Capo) ha anche portato in televisione per la prima volta una sconosciuta ragazza siciliana, che poi è diventata Suor Cristina. Ha anche collaborato con i leggendari Inti Illimani, con i quali ha cantato il suo brano “Pane”.


Ma torniamo a Don Backy. Il pubblico dei social, in seguito alla richiesta di Simone, sembra preso da una bella forma di DonBackymania! Tutti a osannarlo, a ricordare le sue memorabili canzoni: L’immensità, Sognando, Casa bianca, Canzone, Poesia…

Considerando che da qualche mese Aldo Caponi (il vero nome dell’artista toscano) ha compiuto 80 anni, pensiamo anche noi che un bel premio speciale se lo meriterebbe, proprio in quel Festival al quale lui ha regalato delle perle musicali di rara bellezza, a cominciare dall’evergreen “L’immensità”. Un po’ stupito e molto lusingato, il Don ha ringraziato il collega con queste parole: “Voglio ringraziare pubblicamente Franco Simone per l’iniziativa intrapresa, ovvero di sollecitare gli organizzatori del Festival di Sanremo, affinché prendano in considerazione un premio alla carriera per il sottoscritto, da consegnare nell’ambito della manifestazione. Sono molto scettico che la proposta venga presa in considerazione, ciononostante, ringrazio il mio amico e collega per l’iniziativa, che mi fa capire di quanta considerazione io goda nell’ambiente musicale e nell’opinione pubblica, tranne in quello che potrebbe determinare la positività della richiesta”.


A questo punto aspettiamo la reazione dell’organizzazione sanremese, capitanata da Amadeus. Qualcuno ha tirato in ballo anche Adriano Celentano, non a caso, ricordando che in passato Don Backy e Adriano Celentano hanno avuto un periodo di bella collaborazione, offuscata poi da qualche scontro “giovanile”. Contando sul fatto che “il molleggiato” è noto come uomo di grandi princìpi morali, molto religioso, sarebbe bello che proprio lui, dall’alto della sua indiscussa genialità e dell’altrettanto nota sua generosità, sollecitasse questo riconoscimento a favore del collega toscano. Sembra una follia? Forse, ma, per fortuna, Celentano ci ha abituati a ben altre sorprendenti, geniali follie. Sarebbe una cosa bellissima: un segno di pace e di positività nell’infuocato clima della vigilia del grande Festival!





Attualità

Lavori a Caprarica, il sindaco di Tricase: «È il gioco delle tre carte»

Dura replica di Antonio De Donno alla lettera protocollata dall’ing. Andrea Morciano: «Vuole utilizzare questi mezzucci per porsi come risolutore di problemi la cui soluzione era già stata pianificata e decisa dall’amministrazione”

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Da queste colonne vi avevamo resi partecipi della polemica prima latente e poi deflagrata in merito ai lavori di riqualificazione in corso in piazza Sant’Andrea nel quartiere di Caprarica.

Con una lettera indirizzata agli amministratori e regolarmente protocollata l’ing. Andrea Morciano, professionista del posto, denunciando una serie di situazioni a suo avviso non coerenti con il progetto, aveva chiesto la sospensione immediata dei lavori e la convocazione urgente di un incontro pubblico.

In un primo momento il sindaco non aveva voluto rilasciare dichiarazioni per non alimentare ulteriormente la polemica.

Qualche giorno dopo, su nostre nuove sollecitazioni, ha accettato di parlarne.

Il sindaco Antonio De Donno

«È il gioco delle tre carte», contrattacca il primo cittadino, “un gioco che conosciamo bene e già adoperato da qualche consigliere comunale d’opposizione che, sapendo che il giorno dopo o due giorni dopo avremmo asfaltato una strada, informava le famiglie che avrebbe pensato lui a risolvere il problema delle buche. In realtà sapeva che l’amministrazione aveva già previsto di realizzare la strada e quindi si proponeva come Salvatore della patria”.

«Lo stesso», punge De Donno, «ha fatto in questa occasione l’ing. Andrea Morciano che è informato sicuramente dal nostro ufficio tecnico sulle perplessità per i materiali decisi all’inizio della progettazione. Una volta arrivati i campioni materiali, tra l’altro concordati con la Sovrintendenza, sono venuti fuori molti dubbi. Dubbi sulla qualità estetica degli stessi e dubbi anche su un successivo materiale usato anche al Castello Carlo V di Lecce. Sapeva che l’amministrazione stava pensando di abbandonare del tutto quella ipotesi di lavoro per definire il tutto con il basolato.

E quindi si propone come salvatore della patria, con quella famosa lettera che sapeva sarebbe divenuta pubblica».

«Non penso che sia il miglior modo, né per fare politica, né per difendere gli interessi della comunità», insiste il sindaco, «vuole utilizzare questi mezzucci per porsi come risolutore di problemi la cui soluzione era già stata pianificata e decisa dall’amministrazione.
Stavamo solo aspettando di vedere i campioni definitivi dei basoli e di confrontarci con i progettisti e con la Sovrintendenza.

Cosa che è avvenuta e quindi abbiamo deciso di tornare alla ribasolatura dell’intera piazza, con alcune soluzioni che verranno a breve illustrate.

Quindi è tutto già stato deciso dall’amministrazione e oggi qualcuno cerca di prendersene il merito.

Ribadisco: sono mezzucci che hanno le gambe corte». 

«Tra l’altro», ricorda De Donno, «tutte le ipotesi sono state ampiamente condivise con un componente del comitato festa, che un nostro consigliere comunale (Rocco Martella, NdA), e mediante confronti con il parroco, don Salvatore».

Antonio De Donno, infine, annuncia le ultime novità: «Ieri (16 luglio) si è tenuta la riunione definitiva con i tecnici che hanno ribadito le loro perplessità su quel materiale e oggi l’amministrazione ha preso la decisione finale, quella, appunto, di basolare l’intera piazza. Sul divenire dei progetti esecutivi è abbastanza normale che sorgano dei dubbi e avvengano queste cose.
Nel frattempo qualcuno gioca a fare il protagonista ma farebbe meglio a pensare ad altro». 

Giuseppe Cerfeda

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Collepasso, vincita col botto al 10eLotto

Si festeggia in Puglia in occasione del concorso del 10eLotto di martedì 16 luglio. La fortuna fa tappa a Collepasso, in provincia di Lecce, dove sono stati centrati…

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10eLotto, colpo da 50mila euro a Collepasso

Si festeggia in Puglia in occasione del concorso del 10eLotto di ieri martedì 16 luglio.

La fortuna fa tappa a Collepasso, in provincia di Lecce, dove sono stati centrati 50mila euro grazie ad un “9 Oro”.

L’ultimo concorso del 10eLotto ha distribuito premi per oltre 25,9 milioni di euro, per un totale di oltre 2,14 miliardi da inizio anno.

 

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Come rendere più attrattivo il Salento?

La fragilità del sistema di collegamento, sia aereo sia ferroviario rende necessario l’utilizzo dell’automobile, con rischi di incidenti su strade non adeguate

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di Hervé Cavallera

Il recente G7 tenuto a Borgo Egnazia, di là dai risultati politici, ha contribuito, come era prevedibile, a far scoprire a gran parte del mondo la bellezza del Salento.

In verità, già da tempo il “Tacco d’Italia” conosce una meritata fortuna turistica nella Penisola.

Ora l’evento politico l’ha per così dire lanciato sul piano internazionale, sì da non percepirci al momento, noi salentini, come i trascurati abitanti della periferia d’Italia.

Ovunque si parla dell’ottimo cibo, delle bellezze paesaggistiche, delle imponenti tracce di una storia plurimillenaria e così via.

è giusto e comprensibile godersi la meritata notorietà e, per gli addetti ai lavori, trarre i debiti vantaggi dal turismo.

Come è doveroso pensare ad un miglioramento della qualità delle offerte.

Tuttavia, proprio questo momento felice deve spingerci a considerare con maggiore attenzione tutto quello che non va… proprio bene, in modo da migliorarci non nel lusso o nel superfluo, bensì in primo luogo nell’essenziale.

La Puglia, si sa, è una lunga regione e per chi si sposta con l’auto da Leuca al confinante Molise ha l’impressione di effettuare un viaggio senza fine.

E qui si tocca il centro nevralgico del discorso. Il viaggio, la comodità dello spostarsi.

Lo sapevano già gli antichi Romani che furono maestri nella realizzazione di strade extraurbane che consentivano un rapido spostamento, per i tempi, nelle diverse parti dell’impero.

E a Brindisi, ad esempio, terminava la via Appia, determinante per coloro che volevano imbarcarsi per l’Oriente.

Oggi, oltre alle strade tradizionali e alle superstrade e autostrade, vi sono aeroporti, treni ad alta velocità.

Ci sono o ci dovrebbero essere? Ecco il punto.

Se il Salento costituisce una attrazione seducente è pur vero che raggiungerlo si può, ma con qualche difficoltà. Sarebbe auspicabile una maggiore presenza di aeroporti, a prescindere da quelli prevalentemente militari; il sistema aeroportuale di Brindisi, che collega il Salento col resto d’Italia, ha subìto vari tagli di voli.

Che dire poi dell’alta velocità ferroviaria che si ferma a Bari?

Proprio in questi giorni il Movimento Regione Salento (insieme al sindaco di Lecce) è tornato ad insistere sull’annosa questione.

Né sono sempre lodevoli i trasporti su strada.

Così nei primi di luglio si è dato l’avvio per i lavori del primo stralcio per il primo lotto per l’ampliamento della strada statale 275, che dai dintorni di Maglie dovrebbe condurre sino a Leuca, ampliamento che si aspettava da almeno trent’anni e che non si sa quando effettivamente verrà portato a pieno compimento (il primo lotto, però, come riportiamo da pagina 11 dovrà essere completato entro tre anni).

Né le cose vanno meglio per la linea ferroviaria locale e, anche in questo caso, da vari decenni nelle diverse campagne elettorali si ascoltano candidati regionali o nazionali che asseriscono di voler trasformare, una volta eletti, le Ferrovie del Sud Est in una metropolitana di superficie.

Parole, parole, parole… come in un nota canzone di tanti anni fa.

Il lato debole del nostro Salento su cui si deve intervenire in modo oculato è pertanto questo: la fragilità del sistema di collegamento, sia aereo sia ferroviario che rende necessario l’utilizzo dell’automobile, con seri rischi di incidenti su strade non sempre adeguate.

Non è per nulla una questione da sottovalutare, come si fa praticamente da sempre, poiché i diversi governi regionali non hanno mirato ad una effettiva valorizzazione di Terra d’Otranto, che invece avrebbe giovato all’intera Puglia, che tutta infatti avrebbe guadagnato in ogni senso di fronte ad uno stimolante percorso verso il Salento.

Inoltre, la corretta efficienza di mezzi pubblici di comunicazione (aerei e treni) avrebbe consentito una riduzione dei mezzi privati, con conseguente risparmio economico, minore inquinamento, netta riduzione degli incidenti stradali, talvolta mortali. Il problema della facilitazione degli spostamenti è essenziale per una regione, consentendo una crescita di benessere e sicurezza.

Se assistiamo al boom della presenza di turisti nel Salento è perché questa terra, che pur vanta dei porti storici come Taranto e Brindisi, non ha ricevuto negli anni passati una soddisfacente visibilità nella strategia dei politici che hanno retto la vita pubblica.

In questo millennio il Salento è apparso come uno splendido fiore inatteso, pur avendo una storia che si perde nella notte dei tempi.

Diventa allora importante, oggi più che mai, il che fare?

Le risposte sono evidenti e si concentrano in primo luogo nel miglioramento dei servizi stradali, ferroviari, aerei.

Geograficamente è il Salento che si affaccia sul Mediterraneo e collega con la Grecia e l’Oriente, non il Foggiano e il Barese, ed è evidente che la sua valorizzazione deve essere vista non solo nell’ottica turistica, ma anche per le potenzialità di collegamento con il bacino del Mediterraneo.

Si spera che non ci si trovi ancora una volta dinanzi ad un’occasione perduta.

La qualità del futuro dipende infatti da ciò che riusciamo con intelligenza e attenzione a costruire nel proprio territorio rapportandosi correttamente con gli altri.

Certo, si sa che è più facile pensare il bene che realizzarlo, ma ciò non esime dall’impegno coloro che si dedicano alla vita pubblica.

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