Connect with us

Attualità

Fotovoltaico da accatastare? “Un abuso!”

Giovanni D’Agata, presidente Sportello dei Diritti. “Come sempre sono i cittadini a pagare le colpe d’imprese che pur di accaparrarsi un cliente omettono d’indicare elementi essenziali”

Pubblicato

il

Pannelli fotovoltaici: conviene ancora? In questi giorni a chi ha istallato un impianto fotovoltaico sul tetto della propria abitazione, sta arrivando la comunicazione dell’obbligo di accatastamento dell’impianto stesso, ovviamente con spese a carico dell’ignaro (al momento della decisione di fare l’impianto) cittadino.


fotovoltaicoIn Redazione abbiamo raccolto lo sfogo di tanti lettori che si sentono raggirati: quello che si profilava come un intervento che favorisse la produzione di energia pulita e garantisse anche un certo tornaconto o comunque un discreto risparmio a chi si accollava le spese per la realizzazione dell’impianto, si sta rivelando solo come un orpello costoso ed anche (burocraticamente) faticoso. “Le spese sono sempre a carico nostro!”; “Non si possono cambiare le carte in tavola a partita in corso”; “Ma lo sanno lor signori che l’accatastamento dei pannelli aumenta il volume dell’abitazione e può far aumentare le tasse?”; “Perché chi ha un grande impianto su un terreno agricolo finirà col pagare in proporzione molto meno di chi ne ha uno piccolo sul tetto della propria casa?”; “Che convenienza abbiamo ad aver messo i pannelli?”; “Perché non organizziamo un class action contro l’Enel?”.


Giovanni D'Agata, presidente dello Sportello dei Diritti

Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti


Questi sono solo alcuni degli sfoghi dei nostri lettori, che noi abbiamo “girato” a Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti. “La richiesta del pagamento degli oneri di accatastamento degli impianti fotovoltaici a privati cittadini, se vi era stato un accordo con la ditta appaltatrice”, attacca senza giri di parole D’Agata, “ci pare un vero e proprio abuso che potrebbe essere oggetto di un’autonoma azione nei confronti delle imprese che si erano assunte l’impegno di procedervi o che non avevano comunicato al proprietario dell’immobile la necessità di accatastamento nei casi previsti dalla normativa vigente”.


Cosa dice la normativa


Il Presidente dello Sportello dei Diritti ricorda la normativa che regolamenta la materia. L’Agenzia delle Entrate, a seguito dell’ultima circolare n. 36/E che nei fatti conferma quanto aveva già esplicitato in materia l’Agenzia del Territorio già a partire dal 2012, ha chiarito, infatti, i casi nei quali vi sia obbligo di accatastamento per gli impianti fotovoltaici.

Impianti fotovoltaici a terra: obbligo di accatastamento solo se superano un volume di 150 metri cubi.

Impianti fotovoltaici su edifici, lastrici solari o su aree di pertinenza di altri immobili: obbligo di accatastamento solo se, la rendita dell’immobile su cui gli impianti sono installati, aumenta del 15%.

Impianti fotovoltaici installati su unità abitative sono esonerati dall’obbligo di accatastamento se non superano una potenza di 3 kw per unità immobiliare (esempio se un’abitazione è composta da un abitazione più garage accatastato separatamente, la potenza non deve superare i 6 kw, 3 kw per unità abitativa).

Impianti fotovoltaici costruiti in forza di diritto di superfice devono comunque essere accatastati dal proprietario dell’impianto in forma autonoma, vedi Impianti fotovoltaici a terra. In ogni caso la circolare in questi casi esonera gli impianti di “modesta entità”.

Altra casistica per gli impianti fotovoltaici rurali i quali potranno essere accatastati in modo differente a seconda della grandezza del fondo e della potenza dell’impianto.

Come detto, già con una nota esplicativa n. 31892 del 22 giugno 2012, indirizzata ad uffici provinciali e direzioni regionali, aveva in precedenza evidenziato i casi in cui un impianto fotovoltaico deve essere accatastato in maniera indipendente:

gli impianti di piccola entità sono classificati come pertinenza delle unità abitative singole, in quanto utilizzano l’energia prodotta solo per autoconsumo domestico;

gli impianti di potenza rilevante sono classificati come una piccola centrale elettrica e per questa tipologia è necessario avviare la procedura di iscrizione all’apposito catasto dell’immobile sul quale sono installati i pannelli solari, ovvero nella categoria D1 – opifici industriali. I pannelli fotovoltaici vanno inclusi nella determinazione dellarendita catastale.


L’accatastamento è necessario se…


I casi in cui è necessario procedere con l’accatastamento dell’immobile con impianto fotovoltaico:

Impianto fotovoltaico che comporta una rendita catastale, aumentando il valore capitale di una percentuale pari o superiore al 15%. Necessita di una variazione catastale (tenendo conto della variazione nelle caratteristiche e nella destinazione d’uso);

impianto fotovoltaico che deve essere trasferito di proprietà o edificio, si prevede il frazionamento dell’immobile (individuando le porzoni immobiliari che comprendono l’unità abitativa) e si avvia l’accatastamento separato, immobile e impianto fotovoltaico singolarmente.


Quando non è necessario


I casi in cui non è necessario l’accatastamento dell’immobile con un impianto fotovoltaico.

Come già sottolineato non tutti gli immobili che ospitano un impianto fotovoltaico necessitano di essere accatastati e questi sono i casi tipo in cui, in realtà, una registrazione al catasto vi è già: impianto fotovoltaico architettonicamente integrato o parzialmente integrato, secondo l’art.2 del decreto del Ministro dello sviluppo economico del 19 febbraio 2007;

impianto fotovoltaico realizzato su aree di pertinenza di un comune;

impianto fotovoltaico realizzato su aree esclusive di fabbricati già censiti al Catasto edilizio urbano, considerati unità immobiliari autonome;

impianto fotovoltaico fino a 3 kW;

impianto fotovoltaico con potenza in kW non superiore a tre volte il numero delle strutture abitative servite;

impianto fotovoltaico installato a terra che non occupa una superficie superiore ai 150 m3.


Carattere di ruralità


Requisiti previsti per gli edifici che ospitano impianti fotovoltaici per ottenere il riconoscimento del carattere di ruralità

Per ottenere il riconoscimento del requisito di ruralità dell’immobile che ospita un impianto fotovoltaico realizzato su un fondo agricolo, con categoria D/10 – fabbricati per funzioni produttive connesse alle attività agricole, è necessario persista almeno una di queste situazioni tipo: impianto fotovoltaico installato su una reale azienda agricola con terreno e beni atti alla produzione agricola; impianto fotovoltaico collocato nel medesimo comune o limitrofe in cui sono i terreni agricoli; l’energia deve essere generata dal soggetto proprietario dell’azienda agricola nell’ambito della sua attività. In seguito a una produzione elettrica di 200kW, l’energia deve derivare esclusivamente da impianti fotovoltaici integrati e, per ogni 10 kW, entro 1 Mw, l’azienda agricola deve avere almeno un ettaro di terra; il volume d’affari derivante dalla produzione agricola deve essere superiore di quello del fotovoltaico.


La conclusione di Giovanni D’Agata è amara e tagliente: “Come al solito, sono sempre i cittadini a pagare le colpe d’imprese che pur di accaparrarsi un cliente omettono d’indicare elementi essenziali. Ovviamente, bisogna individuare i casi in cui il cittadino consumatore abbia agito con leggerezza e quelli nei quali le aziende non hanno agito con la dovuta diligenza”.


Giuseppe Cerfeda


Attualità

Tricase e Lecce fra i migliori ospedali, secondo l’Agenas

Per il meridione è sconfortante notare come ci sia un “deserto” di nosocomi che raggiungono valutazioni basse o molto basse. Fra le altre, però, vogliamo evidenziare le due strutture in provincia uscite a pieni voti…

Pubblicato

il

Su 1117 ospedali pubblici e privati, valutati su 6 aeree cliniche, 15 hanno raggiunto dei risultati e livello “alto” e “molto alto” ed è migliorata, secondo l’Agenas (agenzia nazionale servizi sanitari), l’assistenza negli ospedali italiani nel 2024.

Migliorano certo, ma evidenziano anche una forte discrepanza fra Nord e Sud.

Dal 2012, AGENAS sviluppa il Pne, finalizzato alla valutazione degli esiti delle prestazioni assistenziali e delle procedure medico-chirurgiche nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale.

Tale osservatorio, il Pne, regolamenta gli standard relativi all’assistenza ospedaliera e, per tale valutazione, quest’anno ha utilizzato 218 indicatori: 189 per l’assistenza ospedaliera (67 di esito/processo, 101 di volume e 21 di ospedalizzazione); 29 per l’assistenza territoriale, valutata in termini di evitata ospedalizzazione, esiti a lungo termine e accessi impropri al Pronto Soccorso.

Sono stati analizzati separatamente otto ambiti clinici: cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologico, gravidanza e parto e classificati gli standard di qualità in alto/molto alto, medio, basso/molto basso.

Per il meridione è sconfortante notare come ci sia un “deserto” di nosocomi che raggiungono valutazioni basse o molto basse.

Fra le altre, però, vogliamo evidenziare le due strutture in provincia uscite a pieni voti.

La prima, fra le strutture citate in ambito cardiocircolatorio, per gli interventi su valvole cardiache, spicca come un livello molto alto, la Casa di Cura Città di Lecce.

La seconda, con un’altra importante valutazione fra gli ospedali salentini, come migliore ospedale per i tumori rientra, con un livello molto alto, l’Ospedale Cardinale Panico di Tricase.

Continua a Leggere

Attualità

Tricase, candidato del centrosinistra: altro giro, altra corsa

Duro intervento contro il PD locale del delegato dell’Assemblea Nazionale e componente della Segreteria Regionale del Partito Ippazio Morciano. Al tavolo della discussione si aggiungono anche Verdi, Sinistra italiana e Cantiere civico

Pubblicato

il

Segui il GalloLive News su WhatsApp  clicca qui

Non si attenua la polemica dopo l’annuncio della candidatura di Vincenzo Chiuri da parte del Circolo cittadino del Partito democratico, insieme a Cantiere civico e Sinistra italiana.

A stretto giro di posta, in ordine squisitamente cronologico erano intervenuti il consigliere comunale Francesco Minonne (con tanto di dimissioni dal partito) il neoconsigliere regionale ed ex presidente della Provincia Stefano Minerva con tirata d’orecchi al PD locale, di nuovo il Circolo del Pd che ribadiva la sua posizione, Andrea Morciano che chiedeva le Primarie, e “Tricase, che fare?”, primo movimento ad alzarsi dal tavolo delle trattative.

Ora la discussione si arricchisce degli interventi dei Verdi, di Sinistra italiana e del Cantiere civico.

Ognuno dice la sua ma le posizioni restano distanti e una soluzione al momento non si vede.

Si attendono nuove anche dalla segreteria provinciale dei Dem dopo la lettera aperta di Ippazio Morciano che non le manda certo a dire a chi dirige il circolo cittadino.

IPPAZIO MORCIANO: «AUSPICO INTERVENTO AUTOREVOLE DEL SEGRETARIO PROVINCIALE DEL PD»

Evidentemente non è più una questione solo tricasina perché sulla vicenda, dalla vicina Tiggiano, è intervenuto anche Ippazio Morciano, in qualità di delegato dell’Assemblea Nazionale e componente della Segreteria Regionale del Partito Democratico.

«Innanzitutto, la firma del comunicato a nome dell’intero Circolo», si legge, «avrebbe dovuto interessare la condivisione formale, secondo i dettami dello statuto e dei regolamenti del Partito, di tutti gli iscritti del circolo, nessuno escluso.

Non fa onore ad un circolo del Partito Democratico accusare in modo inadeguato l’unico consigliere del PD presente nell’assise comunale ed anziché ringraziarlo per il servizio che sta prestando anche con enormi difficolta di spostamento per motivi lavorativi e cercare di capire le motivazioni che lo hanno portato a presentare le dimissioni, lo si mette sul banco degli imputati solo perché dissente da una scelta. Al consigliere Francesco Minonne vanno la mia solidarietà personale e quella del Partito Democratico.

Ricordo al segretario del circolo del Partito Democratico di Tricase, che sembra essere stato colto da un attacco di amnesia nello scrivere quei righi a mo’ “di atto di citazione”, che il sottoscritto ha il diritto-dovere in forza alle cariche attuali ricoperte nel Partito Democratico (Delegato dell’assemblea Nazionale oltre a componente della Segreteria Regionale nel ruolo di “Capo Segreteria”) di garantire il funzionamento democratico e l’efficacia dell’azione del PD su tutto il territorio Regionale.

Quindi anche il monito al neoconsigliere regionale Stefano Minerva (a cui va il ringraziamento per la sensibilità dimostrata nell’intervenire con pacatezza e spirito di collaborazione per far sì che si pervenga a una scelta che sia ampia e condivisa) di pensare meglio a tenere a “bada le incursioni di chi, come già accaduto, vuole dirigere la comunità democratica di un paese che non gli appartiene” è completamente di cattivo gusto e dimostra inadeguatezza nel dirigere in maniera aperta ed inclusiva un così importante circolo.

Ma se proprio dobbiamo parlare di incursioni, caro segretario non sei stato tu insieme al tuo avvocato che hai chiesto un incontro il 26 novembre presso il mio studio (a cui io ovviamente nella mia qualità di dirigente del partito non mi sono sottratto) per chiedermi di intervenire personalmente a far ritirare altre candidature? Per te se gli interventi sono a favore sono delizie, se vanno in senso diverso sono incursioni.

Scusandomi per queste chiacchere che sicuramente possono annoiare ma che, per dovere di dignità morale personale dovevo elencare, torniamo sul piano politico.

Il Partito democratico ha nel proprio statuto l’obbligo del ricorso alle “Primarie Aperte” per la scelta del Segretario Nazionale, figuriamoci se un segretario o un dirigente di Partito non può essere d’accordo che si tengano le primarie aperte per la scelta del candidato sindaco tanto più se portano ad allargare il perimetro della coalizione. Se questo non lo si vuole o addirittura lo si impedisce, come ribadito dal recente comunicato del gruppo politico “Tricase, che fare?”  probabilmente dobbiamo chiederci se siamo degni di dirigere una comunità o un circolo del Partito Democratico.

Per questo, visto anche gli ultimi interventi di disponibilità di altri gruppi politici di partecipare all’istituto delle Primarie per proporre alla città una più ampia coalizione progressista e di centrosinistra, auspico un intervento autorevole del segretario provinciale del Partito Democratico affinché convochi con urgenza una riunione di tutte le forze politiche di centro-sinistra sul tema in questione».

I VERDI: «PERSONALISMI E GIOCHI DI POTERE»

Di seguito la nota di Michele Massimiliano Mangiullo per il Direttivo dei Verdi di Tricase.

«Il Movimento dei Verdi di Tricase non è stato mai informato -né precedentemente convocato, intorno all’eventuale candidatura di Vincenzo Chiuri (persona certamente irreprensibile).

È sembrata quanto meno irrispettosa e prematura la decisione di annunciare un candidato sindaco e poi affermare che comunque si è aperti a nuovi contributi. Perché non siamo stati contattati in anticipo?

Rigettiamo questa modalità di procedere, soprattutto perché in tutte le dichiarazioni precedenti si era sempre sostenuto il ricorso alle primarie in caso di mancata convergenza su un singolo nome.

La spaccatura evidente tra una parte del PD e un’altra non pare basata su programmi e ideali, ma semplicemente su personalismi e giochi di potere.

Ribadendo che noi saremo con chi riuscirà a produrre un minimo di programma di sostenibilità ambientale, rimaniamo a disposizione per partecipare agli incontri che saranno utili alla formazione di un governo nuovo per la città di Tricase».

SINISTRA ITALIANA: «CONDIVISIONE E PARTECIPAZIONE: CHI LA PRATICA E CHI LA DENUNCIA»

Di idea decisamente contraria a quella dei Verdi, Sinistra italiana nonostante siano due movimenti che, di solito, nella politica nostrana vanno a braccetto.

«In questi ultimi giorni stiamo assistendo a esternazioni pubbliche fuori luogo in merito alla scelta condivisa del candidato Vincenzo Chiuri da parte del Centro Sinistra», si legge in una nota del Circolo cittadino, «non vogliamo entrare nelle discussioni interne di un altro partito, il PD, ma non accettiamo che venga giudicato un percorso di condivisione da parte di chi non lo ha vissuto. Da ormai un anno e mezzo il centrosinistra – PD, SI, Cantiere Civico e Tricase che Fare – ha intrapreso un percorso unitario, perché non si poteva più accettare la divisione degli ultimi anni, divisione che ha causato disfatte e guerre fratricide.

In questo periodo abbiamo condiviso opinioni, programmi e battaglie referendarie. Abbiamo consolidato un legame interno facilmente raggiungibile, perché il gruppo è anche un’unione politica, con idee e una visione comune del territorio e del mondo. Siamo convinti che la condizione necessaria per andare lontano sia essere simili, anche alla luce delle esperienze negative delle accozzaglie elettorali del passato, che non hanno portato nulla di buono né in termini di affidabilità amministrativa né di visione politica.

Consolidato il rapporto, ci siamo concentrati sulla scelta del candidato sindaco, definendo un vademecum sul profilo, condiviso da tutte le componenti, basato su tre principi fondamentali: una persona politicamente individuabile nel Centro Sinistra; un passo indietro dei leader dei movimenti; una fase di condivisione dei candidati e, in caso di mancato accordo, il ricorso alle primarie tra le figure precedentemente individuate.

Durante il confronto, dopo che ciascuno dei quattro gruppi aveva indicato un proprio profilo di candidato, si era arrivati alla sintesi di due nomi: il Dott. Vincenzo Chiuri, proposto dal PD e appoggiato da Cantiere Civico, e la candidata di Tricase che Fare e successivamente sostenuta anche da SI. A quel punto, non essendo stato raggiunto un accordo, sono state proposte le primarie tra i due candidati. Tuttavia, solo Tricase che Fare ha fatto un passo indietro, sconfessando la propria candidata e sostenendo che, in caso di primarie, il loro candidato sarebbe stato un altro.

A seguito di ciò, venuta meno la candidatura di Tricase che Fare, SI ha deciso di sostenere il Dott. Vincenzo Chiuri. Per questi motivi riteniamo che il percorso sia stato condiviso e leale come mai in passato nelle competizioni elettorali di Tricase.

È evidente che il clamore attuale sia dovuto esclusivamente all’egocentrismo di singole persone, la cui ambizione finisce per sovrastare ogni forma di condivisione: un ossimoro rispetto alla partecipazione che dichiarano di volere. Siamo convinti che tutto questo rumore non faccia altro che rafforzare la nostra scelta. Nonostante ciò, però, la coalizione resta aperta a tutti coloro che si riconoscono nei valori del centrosinistra, compresi chi nelle ultime ore hanno manifestato la volontà di farne parte.

Il proprio contributo può essere dato anche senza essere il candidato sindaco, entrando a far parte di un gruppo coeso e forte in vista della prossima competizione cittadina dando il proprio contributo nel programma, perché siamo convinti che la forza del progetto è il gruppo prima del suo Leader. Vi aspettiamo giovedì 11 novembre alle ore 19 presso le Scuderie di Palazzo Gallone per la presentazione del Dott. Vincenzo Chiuri come candidato sindaco del centrosinistra».

CANTIERE CIVICO: «NESSUNA ESCLUSIONE»

«C’è solo chi ha scelto di sottrarsi al processo di costruzione unitaria per valutazioni politiche diverse o per ambizioni personali», questa la posizione di Carmine Zocco per il Cantiere civico, che «ritiene necessario ribadire alcuni aspetti del percorso politico intrapreso da oltre due anni insieme alle altre forze organizzate del Centrosinistra.

Un percorso aperto: chi si è allontanato lo ha fatto per scelta.

Sin dall’inverno del 2023, la coalizione dei partiti e di movimenti civici ha mantenuto aperti i tavoli di confronto politico e programmatico, al fine di costruire un progetto condiviso per la città di Tricase.

In questo contesto: – sono stati attivati tavoli permanenti di lavoro; – sono stati definiti criteri trasparenti e condivisi per individuare il candidato sindaco; – è stato, infine, raggiunto l’accordo sulla figura del dott. Vincenzo Chiuri.

Nessun gruppo che abbia dimostrato disponibilità a partecipare è stato escluso da tale percorso.

Al contrario, il gruppo che fa riferimento ad Andrea Morciano ha scelto di non partecipare ai momenti di confronto, ritenuti inutili e fuori luogo, collocandosi in tal modo al di fuori del processo unitario.

Essere a disposizione significa mettersi in gioco, per il bene della comunità. E questa comunità ha bisogno di cooperazione e reciprocità, non di iniziative autoreferenziali».

Influenze esterne e richiesta tardiva di Primarie secondo Zocco: «La contestazione della candidatura Chiuri e la successiva richiesta di Primarie non rappresentano un contributo costruttivo al dibattito democratico. Tali posizioni risultano, piuttosto, espressione di dinamiche esterne al contesto cittadino, che rischiano di riproporre modelli di frammentazione già sperimentati in passato con esiti negativi per la governabilità della città. Una coalizione coesa e aperta Il Cantiere Civico ribadisce il proprio sostegno al dott. Vincenzo Chiuri e conferma la solidità della coalizione. Il lavoro svolto finora e quello da svolgere nelle prossime settimane resteranno improntati a serietà, collaborazione e ascolto per arricchirsi di nuovi contributi. La città ha bisogno di un percorso chiaro e condiviso, di idee e di amore. Non di iniziative che prescindono dal confronto collettivo e che mirano alla promozione dell’Io, mai del Noi».

Continua a Leggere

Attualità

Una donazione che sa di nascita e rinascita

 Cuore e mani aperte dona un letto da parto e l’umanizzazione pittorica di tre sale parto del “Vito Fazzi”. Un investimento concreto per il benessere delle mamme

Pubblicato

il

Un gesto di solidarietà che acquista un significato ancora più profondo perché compiuto in prossimità delle festività natalizie, periodo simbolo di nascita e rinascita.

In questo clima di rinnovamento, l’Organizzazione di Volontariato Cuore e mani aperte ODV presenta due importanti donazioni destinate all’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia del Presidio Ospedaliero “Vito Fazzi” di Lecce, inserendosi pienamente nella missione dell’associazione: umanizzare le cure e gli spazi ospedalieri affinché ogni persona si senta accolta, rispettata e accompagnata.

La conferenza stampa di presentazione si terrà giovedì 11 dicembre, alle ore 10,30, presso l’Aula riunioni del Presidio (piano rialzato).

Grazie alla collaborazione con Deghi S.p.A., l’associazione dona un letto da parto modello AVE2, una dotazione tecnologica di alto livello e dal valore economico rilevante. Il letto, progettato per migliorare comfort, sicurezza ed ergonomia, contribuisce a rendere l’esperienza del parto più serena e centrata sulle esigenze della donna.

Al valore tecnologico si aggiunge un investimento dall’impatto psicologico profondo: l’umanizzazione pittorica di tre sale parto, resa possibile grazie ai contribuenti che hanno scelto di destinare il 5×1000 a Cuore e mani aperte ODV.

Le sale, ispirate ai fiori narciso, viola e peonia, sono state trasformate in luoghi più accoglienti, distensivi e armoniosi, capaci di ridurre ansia e stress, favorire il benessere emotivo e offrire alle future mamme un ambiente che parla di delicatezza, cura e speranza.

Un intervento che sottolinea come la qualità dell’assistenza non dipenda solo dai dispositivi clinici, ma anche dagli spazi e dall’atmosfera che circondano le persone in un momento intenso come quello del parto. E proprio nel periodo dell’anno che celebra la nascita, questa iniziativa vuole essere un segno tangibile di vicinanza, bellezza e umanità.

Alla presentazione di giovedì previsti gli interventi di: Stefano Rossi, Direttore Generale ASL Lecce; Dott. Fabrizio Domenico Totaro Aprile, Direttore U.O.C. Ostetricia e Ginecologia; Nadia De Virgilio, Coordinatrice Ostetrica; Don Gianni Mattia, Presidente di Cuore e mani aperte ODV; Dott. Alberto Paglialunga, CEO e fondatore Deghi S.p.A.

Modererà la giornalista Fabiana Pacella.

L’iniziativa conferma il ruolo di Cuore e mani aperte ODV come realtà che, da quasi venticinque anni, porta speranza e umanità nei luoghi di cura, ricordando che anche un ambiente bello, accogliente e ben progettato può essere parte integrante del processo di guarigione e del benessere delle persone.

L’Associazione Cuore e mani aperte OdV è stata fondata nel 2001 e non si è mai discostata dall’amore verso l’altro.

Lo spirito di carità cristiana gli ha permesso di riscoprire nel più fragile l’amore più grande.

Uno sguardo sempre attento e gentile rivolto con particolare attenzione e sensibilità alle esigenze di natura socio-sanitaria.

Negli ultimi anni si è soffermata con attenzione a esplorare il concetto della cura che passa anche attraverso l’umanizzazione delle cure e degli spazi ospedalieri.

In questo ambito si inseriscono numerose iniziative: dalla Bimbulanza allo Spazio Benessere, da una Casa di Accoglienza per i parenti dei degenti a diverse umanizzazioni pittoriche di risonanze magnetiche, tac e intere unità operative pediatriche.

Segui il GalloLive News su WhatsApp  clicca qui

Anticipazione della umanizzazione pittorica

Continua a Leggere
Pubblicità
Pubblicità

Più Letti