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GEV: l’inspiegabile scetticismo dei Comuni

Galatone, Melendugno, Nardò, Porto Cesareo, Palmariggi, Sogliano Cavour, Ugento, Galatina, Squinzano, Tricase, Supersano, Vernole e Carpignano Salentino hanno detto sì alla possibilità concreta di contrastare il degrado ambientale. Gli altri cosa aspettano?

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Si dice che noi italiani (nel caso specifico, salentini) siamo bravi solo a piangerci addosso, a lamentarci, e quando ci viene presentata l’opportunità di cambiare finalmente le cose, o quantomeno tentare di farlo, ci tiriamo indietro, lasciando spazio allo scetticismo e all’indifferenza. Spesso anche a poco nobili interessi. Quando si parla di ambiente l’attenzione è massima.


L’argomento è delicatissimo e il Salento non attraversa la migliore situazione storica in questo frangente. Discariche abusive, tentativi di installazione di megaimpianti di compostaggio a pochi passi dagli abitati, abbandono illecito di rifiuti e inquinamento delle preziose falde acquifere del nostro sottosuolo sono solo pochi esempi delle questioni che rinvengono giornalmente sulle scrivanie di Palazzo dei Celestini. “E’ la Provincia che se ne deve occupare!” attacca il contadino che, ormai stanco della zozzeria sui bordi delle strade rurali, se la prenderebbe con il mondo intero. “Dalla Provincia non riceviamo fondi” si giustifica il non sempre adempiente Sindaco di un casuale paesino rispondendo agli ambientalisti spazientiti. Questa volta però non ci sono scuse che tengano per i comuni, o almeno per parte di essi.


GEVLa Provincia ha lanciato un’interessante proposta che mira a salvaguardare paesaggio e ambiente. Le G.E.V. (Guardie Ecologiche Volontarie) consistono di 141 degni cittadini, disponenti di corso di formazione e relativo esame, pronti a venire incontro ai comuni nella gestione del servizio ambientale. Dotati di mountain bike, pettorina identificativa, GPS e cellulare di servizio, i volontari G.E.V. hanno facoltà di segnalare, denunciare e multare i “criminali” rei di deturpare le strade agricole poco popolate, così da “sfigurare” subdolamente Madre Natura. Si tratta di un chiarissimo ausilio per la Polizia Municipale, spesso deficitaria numericamente, magari impegnata nei centri e impossibilitata a ispezionare le zone di campagna, le più colpite dai vigliacchi. Il tutto a spese dell’Ente provinciale, che si farebbe anche carico di un piccolo rimborso a favore dei lodevoli volontari. Ciò che fa notizia e che stupisce è però l’inspiegabile penuria di sottoscrizioni da parte dei comuni, i diretti interessati, gli enti a cui questa iniziativa farebbe più comodo! “Avevamo creato trentuno macroaree comprendenti da due a quattro comuni di tutto il territorio annesso alla Provincia di Lecce e molti primi cittadini si erano detti inizialmente favorevoli. Invece, con grande dispiacere, devo constatare che solo undici di essi hanno per ora sposato la causa”, commenta amareggiato l’ingegnere Dario Corsini, responsabile del Servizio Ambiente della Provincia. Galatone, Melendugno, Nardò, Porto Cesareo, Palmariggi, Sogliano Cavour, Ugento, Galatina, Squinzano, Tricase, Supersano, più Vernole e Carpignano Salentino (con i quali il protocollo di intesa è in fase di definizione) hanno detto sì alla possibilità concreta di contrastare il degrado ambientale.


Gli altri cosa aspettano? “Non capiamo perché, dopo i primi entusiasmi e dopo una campagna di sensibilizzazione, molti comuni non abbiano ancora sottoscritto il protocollo d’intesa. L’unico intento dell’iniziativa dell’amministrazione provinciale è quello di venire incontro alle esigenze di una maggiore vigilanza dei territori comunali, non in sovrapposizione o contrasto con l’operato della Polizia Municipale ma in coordinamento con la stessa e con la Polizia Provinciale. Sarà per difficoltà a indennizzare i volontari G.E.V.? Non crediamo, visto che, almeno per il primo anno è la Provincia a farsene carico. Sarà solo eventualmente discrezione dei comuni incentivarli ulteriormente o prolungare il servizio dopo averne verificato l’utilità”, continua l’ing. Corsini.

Non vogliamo pensare che sia una scelta al fine di non creare problemi agli imbecilli che inquinano, magari chiudendo uno o entrambi gli occhi sulla grave situazione, aggiungiamo noi. Perché se così fosse significherebbe incentivare non le pregevoli intenzioni delle G.E.V., ma la criminalità, la cui presenza è già tangibile. “È un’idea piccola, ma migliorare si può”. Le cose devono cambiare! Tutto è nelle mani delle amministrazioni comunali e nella loro voglia di non essere pigre. E naturalmente nel nostro senso civico: le G.E.V. nascono per prevenire, non per curare.


Stefano Verri


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Santa Caterina, strada intitolata al Giudice Sodo

L’amministrazione comunale ha deliberato l’intestazione di una strada della marina di Nardò al compianto “Pretore d’assalto”

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L’amministrazione comunale ha deliberato l’intestazione di una strada di Nardò, precisamente nella marina di Santa Caterina, al compianto giudice Angelo Sodo.

L’iniziativa è stata proposta da Carlo de Bartolomeis, diciassettenne, studente del Liceo Scientifico Banzi di Lecce e nipote del giudice Angelo Sodo.

Il giudice Sodo è ricordato per quanto si spese in favore della comunità neretina e non solo, tutelando beni paesaggistici dalle speculazioni edilizie.

Pretore di Nardò per 42 anni, Consigliere di Cassazione, Presidente della Commissione Tributaria di II grado della Puglia, sez. di Lecce e docente universitario presso l’Università di Bari.

Per i tempi furono innovative le sue sentenze, come il sequestro dei volatili al di sopra del Parco Naturale di Porto Selvaggio affinché i bracconieri, se colti in flagranza di reato con la selvaggina, sarebbero stati punibili o arrestati per Legge.

Tante le altre sue sentenze conosciute, adottate negli anni a cavallo tra il 70 e il 90.

Inoltre, fu il “Pretore d’assalto” a preoccuparsi e a far porre il limite di velocità sulla strada che collega Nardò alle marine, teatro di numerosi incidenti mortali.

L’idea iniziale era, come di prassi, porre il limite di 50 km/h lungo il tratto di strada (attuale via Benedetto Leuzzi e Str. Santa Caterina) e, così, assieme al sindaco di Nardò di quegli anni, si recarono ad acquistare i paletti con sopra il limite di velocità.

Per sfortuna da un lato, ma per fortuna dal lato che riguarda la sicurezza stradale, il giudice Sodo ed il sindaco, non trovando divieti di oltrepasso di 50 km/h, furono costretti a porre il limite di 30 km/h.

La perseveranza da cui era accompagnato Sodo, costrinse ad applicare quei limiti, che tutt’oggi sono presenti lungo la strada.

Tante sono le sentenze emanate dal dott. Sodo, ad esempio il sequestro del tratto di mare ove era affondata una nave romana con all’interno varie anfore e suppellettili dell’epoca.

Il tutto al fine di consentire il recupero di questi oggetti, il successivo restauro ed infine l’esposizione al pubblico presso il museo provinciale.

Inoltre, una celebrazione della strada intestata al compianto dott. Sodo, la già via Monte Alto di Santa Caterina, sarà programmata prossimamente in accordo con l’amministrazione comunale di Nardò.

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Donne all’Opera: il 1 Polo contro la violenza sulle donne e i bambini

Seguiranno le testimonianze di otto donne del nostro territorio, professioniste e appartenenti a diverse categorie, che si sono distinte nella lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi di genere…

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In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne e i minori, il Polo 1 di Galatina, in collaborazione la Commissione Pari Opportunità, d’intesa con l’Assessorato alle Pari Opportunità di Galatina, organizzano l’evento “Donne all’Opera” che si svolgerà lunedì 25 novembre, a partire dalle 9:30, presso il teatro Cavallino Bianco di Galatina.

Dopo i saluti istituzionali ci sarà un concerto a cura della Salent’Opera, orchestra Sinfonica Giovanile diretta dal M° Tommaso REHO.

Seguiranno le testimonianze di otto donne del nostro territorio, professioniste e appartenenti a diverse categorie, che si sono distinte nella lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi di genere.

Di grande pregio la presenza del Cav. Malala Yousafzai dell’Ambito Territoriale Sociale di Galatina, nella persona della dr.ssa Paola GABRIELI, che da dieci anni coordina l’unico centro antiviolenza pubblico a gestione pubblica della Regione Puglia, lavorando sul territorio dell’Ambito di Galatina accanto alle donne e ai figli minori con la presa in carico, nella difesa dei loro diritti, oltre alle attività di sensibilizzazione e formazione, al fine di favorire l’emersione del fenomeno e il contrasto alla violenza di genere.

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“Cari giovani, costruiamo libertà: non cediamo alla mafia”

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un nostro giovane lettore, Michele Cojocaru.

“L’impegno contro la mafia, non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza”. Queste le parole di Paolo Borsellino, che tengo sempre a mente.
Se dovessi scrivere una lettera ai giovani al tempo di oggi, scriverei così:

Cari giovani del mio tempo, sono Michele, ho 20 anni, vengo dalla provincia di Lecce. Nel mio paese, tanti giovani come noi sono caduti nelle mani della malavita. Tanti fumano, molti spacciano, alcuni hanno addirittura pistole con loro.

Vedendo questo scrivo a voi, giovani della mia generazione, non abbiate paura di denunciare questi fatti: la società di oggi conta su di noi.
Vorrei tanto, insieme a tutti voi, richiamare lo Stato italiano, per ricordargli ancora una volta di stare dalla nostra parte.

Cari giovani e care giovani, costruiamo insieme la società la nostra società. Il futuro non deve essere la droga, non devono essere le armi. Ma un futuro di pace, in cui possiamo dire ai
nostri figli: tutto questo lo abbiamo fatto per voi.

La mafia distrugge, la mafia uccide, la mafia vieta di sognare.

Anche nel Salento c’è la mafia.
Anche nella provincia di Lecce c’è la mafia, ma è una mafia silenziosa, che agisce senza fare rumore.

Non diamogliela vinta, costruiamo libertà: coraggio, insieme ce la faremo.

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