Attualità
Gli infermieri pugliesi in esilio: “Vogliamo tornare a casa!”
“Mentre le altre regioni del Sud Italia emanano avvisi di mobilità extraregionale, pubblicano le graduatorie ed integrano il personale con infermieri precedentemente emigrati al nord la Regione Puglia, con le sue scelte inspiegabili, abbandona in esilio forzato i suoi professionisti”
“L’assistenza è un’arte; e se deve essere realizzata come un’arte, richiede una devozione totale ed una dura preparazione, come per qualunque opera di pittore o scultore; con la differenza che non si ha a che fare con una tela o un gelido marmo, ma con il corpo umano il tempio dello spirito di Dio. È una delle Belle Arti. Anzi, la più bella delle Arti Belle”.
Così definiva “l’arte” infermieristica Florence Nightingale. Il 12 maggio si è celebrata la Giornata Mondiale dell’infermiere, che quest’anno è dedicata proprio ai 200 anni dalla nascita della fondatrice dell’infermieristica moderna.
C’è chi, però, vorrebbe essere messo nelle condizioni di operare al meglio in questo campo artistico ed avere ciò che gli spetta di diritto dopo anni di sacrifici: “In questo periodo di emergenza pandemica da SARS-CoV-2, in cui tutto il mondo decanta gli infermieri come eroi ed anche uno dei maggiori esponenti della street-art come Banksy omaggia con un suo graffito la professione infermieristica esiste invece la Regione Puglia, nelle persone del presidente Emiliano e del Dott. Montanaro, che abbandonano all’esilio forzato decine di centinaia di infermieri, vincitori di concorsi pubblici nel Centro-Nord Italia, in attesa da 4 mesi della pubblicazione della graduatoria per la Mobilità IntraExtraRegionale, in relazione all’Avviso di Mobilità Compartimentale pubblicato in Gazzetta Ufficiale N°100 del 20/12/2019 in esecuzione del D.G. N°2141 del 31/10/2019”.
EMILIANO STABILIZZA IL PERSONALE SANITARIO CON 36 MESI DI LAVORO
Intanto la Regione Puglia, proprio in queste ore, ha chiesto al Governo di estendere la stabilizzazione del personale sanitario anche a coloro i quali maturano i 36 mesi di lavoro entro il 31 dicembre 2020. Da ieri sera è legge. “È un riconoscimento al lavoro svolto di medici, infermieri e operatori sanitari che hanno combattuto contro il virus nella nostra sanità”, ha spiegato il presidente della Puglia Emiliano, “l’articolo è stato scritto dall’On. Ubaldo Pagano e dall’On. Marianna Madia che ringrazio pubblicamente assieme al Governo”.
GLI INFERMIERI PUGLIESI AL NORD: 3.500 IN COMITATO SPONTANEO
Anche per questa novità annunciata dal governatore monta ancor di più la protesta dei sedicenti “Infermieri Pugliesi della Mobilità ExtraRegionale in esilio forzato nel Centro-Nord Italia”, oltre 3.500 persone che si sono unite, oggi in modalità covid, vale a dire utilizzando i social e whatsapp, in una sorta di comitato spontaneo e stanno studiando le iniziative da prendere tutti insieme.
“Da anni il Sistema Sanitario Regionale Pugliese è alle prese con difficoltà correlate alla carenza di Personale Infermieristico che”, scrivono ancora, “quasi sempre, in situazioni emergenziali è stato con l’immissione di Professionisti in regime di precariato. I contratti di questi professionisti venivano quasi sempre rinnovati di 6 mesi in 6 mesi, fino alla tanta attesa sanatoria del pubblico impiego garantita con Legge 124/2015 recante “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”, meglio conosciuta come Legge Madia”.
Secondo i firmatari del duro comunicato di protesta, “la tanto attesa sanatoria è servita a porre fine ad un sistema utilizzato impropriamente dalla pubblica amministrazione, poiché l’immissione di personale sanitario, nella fattispecie infermieri, in regime di precariato deve essere un’eccezione, mentre in Regione Puglia è stato, è e sarà la regola! Una regola che garantisce sia il clientelismo politico sia l’assistenzialismo dei sindacati! Ciò infatti consente, tanto agli uni quanto agli altri, di tenere ben strette le redini al collo dei poveri lavoratori precari e contemporaneamente abbandonare nelle Regioni del Centro -Nord coloro i quali hanno maturato tutti i requisiti per tornare a casa. Purtroppo questi ultimi, nel frattempo, hanno cambiato residenza (quindi non garantiscono il voto) e risultano iscritti ad un sindacato presso un’altra regione (quindi l’onere non ristora nessun Sindacato Pugliese). Ecco spiegato l’arcano motivo che dimostra l’abbandono, sia della Politica sia dei sindacati! Clientelismo ed assistenzialismo che, dopo la sanatoria messa in campo con la Legge Madia, è proseguito con la Legge di Stabilità (Dicembre 2019), prima, e gli emendamenti ad hoc del Decreto Mille Proroghe (Febbraio 2020), dopo. Il tutto consente di prorogare il termine ultimo, emanato con la Legge Madia, dalla data del 31/12/2017, a data da destinarsi”.
Mentre la Legge Madia era nata per sanare decenni di precariato e creare un punto “zero”, da cui far ripartire la Pubblica Amministrazione; le successive rettifiche, “apportate ad hoc per il sistema sanitario, hanno strumentalizzato il tutto. Poiché, consentono alle amministrazioni di integrarsi con personale in regime precario che, di 6 mesi in 6 mesi, vede rinnovare il contratto, fino alla tanta attesa “stabilizzazione”. Il tutto dimostrato, in Regione Puglia, negli ultimi due mesi, da Delibere atte a reclutare o rinnovare altri Professionisti, sempre in regime di precariato, un vortice senza fine”.
“NOI, ABBANDONATI IN ESILIO FORZATO”
Ed ecco la vera domanda che si fanno gli infermieri che lavorano al nord: tutti coloro i quali, negli anni precedenti, hanno dovuto abbandonare la propria casa e i propri affetti in cerca di lavoro, partecipando a concorsi pubblici, quando potranno ritornare a casa?
Quando potranno ritornare a riabbracciare i loro cari?
Quando potranno ritornare nella loro amata Puglia?
“Mentre il resto delle regioni del Sud Italia, dove i sistemi sanitari non sono così virtuosi come quelli del Centro – Nord, non potendosi permettere di bandire concorsi pubblici, emana avvisi di mobilità extraregionale, pubblicano le graduatorie ed integrano il personale con infermieri precedentemente emigrati al nord in cerca di lavoro (vedasi Campania e Sicilia), garantendo in questo modo il loro ritorno a casa; la Regione Puglia, con le sue scelte inspiegabili, abbandona in esilio forzato i suoi professionisti! Che, prima di essere professionisti, sono figli, fratelli, genitori!”.
CLICCA QUI PER LEGGERE IL DOCUMENTO INTEGRALE DEGLI INFERMIERI PUGLIESI IN ESILIO
Attualità
Grande partecipazione alla messa dello sportivo a Nardò
Ancora una volta, lo sport neretino si è radunato per la Messa dello Sportivo, un appuntamento liturgico divenuto ormai tradizione, organizzato dal Presidente del Consiglio comunale di Nardò, Antonio Tondo, in collaborazione con la Consulta comunale dello sport neretino.
Grande e sentita partecipazione da parte delle associazioni, dei team e degli atleti neretini, che hanno assistito alla liturgia celebrata da Sua Eccellenza Mons. Fernando Filograna, Vescovo della Diocesi Nardà-Gallipoli, la cui omelia è stata fonte di coraggio ed ispirazione, in particolar modo per i tanti giovanissimi presenti.
Presso la Cattedrale di Nardò, lo scorso 20 dicembre, si sono infatti radunati i dirigenti e i rappresentanti di ogni tipo di sport, sia di squadra che individuali, di ogni età, affinché vengano custoditi i sani principi che lo sport tramanda.
Attualità
Ineleggibilità dei Sindaci: “Discriminatoria e antidemocratica”
Il dissenso di Anci Puglia per la norma che sancisce che “non sono eleggibili a Presidente della Regione e a Consigliere regionale i Presidenti delle Province della Regione e i Sindaci dei Comuni della Regione”
L’associazione dei Comuni pugliesi chiede la revoca della modifica alla legge elettorale regionale, denunciando una penalizzazione ingiusta per i sindaci e una limitazione della libertà di scelta degli elettori.
Anci Puglia esprime fermo dissenso nei confronti della recente modifica all’articolo 6, comma 1, della Legge Regionale 9 febbraio 2005, n. 2 – “Norme per l’elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale” – approvata dal Consiglio regionale mediante emendamento.
La nuova formulazione del comma 1 stabilisce che “non sono eleggibili a Presidente della Regione e a Consigliere regionale i Presidenti delle Province della Regione e i Sindaci dei Comuni della Regione”.
Tuttavia, tale ineleggibilità viene esclusa se i soggetti interessati si dimettono dalla
carica non oltre sei mesi prima del compimento del quinquennio di legislatura, o, in caso di
scioglimento anticipato del Consiglio regionale, entro sette giorni dalla data di scioglimento.
I Sindaci di Puglia, secondo ANCI, risultano pertanto fortemente penalizzati dal vincolo di ineleggibilità alle regionali e ritengono si tratti di una norma ingiustificatamente discriminatoria e
antidemocratica: Viene così compromesso non solo il legittimo diritto, costituzionalmente garantito, a candidarsi come chiunque altro, ma anche i cittadini e le cittadine vedono limitarsi la libera scelta per l’esercizio del diritto di voto: “Il termine di 180 giorni per dimettersi risulta infatti estremamente rigido e penalizzante e determina una disparità di trattamento oggettiva tra amministratori locali e altre categorie di cittadini eleggibili.
I Sindaci sono i rappresentanti più diretti e più vicini ai cittadini; tuttavia, invece di valorizzare il loro contributo potenziale nella competizione elettorale regionale, arricchendo così il pluralismo democratico, questa norma li mortifica pesantemente.
Inoltre, priva le comunità amministrate di
una guida con largo anticipo e, ipoteticamente, anche inutilmente, qualora il Sindaco non venisse poi candidato nelle liste regionali.
Anci Puglia ha raccolto nelle ultime ore le rimostranze e la delusione di tanti Sindaci e Sindache – di ogni schieramento politico, perché la norma penalizza tutti, in modo trasversale – e sta valutando ogni più utile ed opportuna azione congiunta, anche giurisdizionale”.
Soprattutto, ANCI PUGLIA oggi chiede ai Consiglieri regionali che hanno proposto e votato l’emendamento di “ritornare sui propri passi, di cancellare quella norma assurda e discriminatoria e consentire a tutti il libero accesso al diritto di candidarsi, accettando un confronto paritario, plurale e democratico.
Al Presidente Michele Emiliano, che è stato Sindaco della Città capoluogo e ha poi voluto
interpretare la carica di Governatore come “Sindaco di Puglia”, chiediamo di fare tutto quanto in suo potere per ripristinare, in seno al Consiglio regionale, il rispetto dei princìpi sacrosanti ed inviolabili di democrazia, uguaglianza di fronte alla Legge e pluralismo”.
Approfondimenti
Inaugurata la biblioteca “Giambattista Lezzi” a Casarano
il Sindaco De Nuzzo e l’Assessore Legittimo: “Grazie alla fiducia che i cittadini ci hanno accordato”. “Avevamo la necessità di una Biblioteca “vera” aperta, fruibile. Per questo motivo abbiamo iniziato da zero”.
“Ci sono sogni destinati a rimanere tali ma che comunque aiutano a migliorarsi. Altri destinati a realizzarsi nel momento in cui si ha la possibilità di incidere”.
E’ lapidario il sindaco di Casarano, Ottavio De Nuzzo, durante l’inaugurazione della nuova Biblioteca Comunale della città.
“È grazie alla fiducia che i cittadini hanno accordato alla nostra Amministrazione che tutto è iniziato. Avevamo la necessità di una Biblioteca “vera” aperta, fruibile. Per questo motivo abbiamo iniziato da zero.
E prosegue: “Sono stati anni di lavoro: convenzione con il Polo Biblio Museale di Lecce, partecipazione al bando per il servizio civile 2025, adesione rete delle Biblioteche Regionali, censimento matricola al Ministero, progettazione e realizzazione arredi e tanto altro.
Fatica? No gioia di vedere prendere corpo e anima ad un luogo che sarà un punto di partenza da dove si propagheranno, tutto intorno, attività culturali”.
“Da quelle stanze”, sostiene l’assessore, Emanuele Leggittimo, “si sprigionerà una luce forte che passando da Palazzo De Judicibis si estenderà nel Sedile comunale per arrivare a Piazza Mercato.
Lievito di vita e di bellezza, di incontro e scambi di saperi.
Siamo contenti e orgogliosi, oggi lo possiamo dire per aver potuto inaugurare e contare su “un luogo del sapere” che è la Biblioteca Comunale “Giambattista Lezzi”.
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