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Attualità

Gli omonimi del killer presi d’assalto su Facebook

La morbosa curiosità del pubblico. Centinaia di richieste d’amicizia da ogni angolo d’Italia per l’ebbrezza di entrare in contatto con l’assassino

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Una settimana di rabbia, angoscia e paura ha lasciato spazio, ieri sera, a nuovi sentimenti.





Il killer di Eleonora Manta e Daniele De Santis ha preso forma nella mente dell’opinione pubblica, a 7 giorni dal suo duplice delitto. Un nome, una identità e un volto hanno fatto il giro d’Italia.





In 24 ore un terremoto mediatico ha avvolto Lecce e Casarano. Come nei più grandi delitti, trasformati tristemente in pagine cult della cronaca nera, le telecamere delle TV locali e nazionali sono piombate nei due centri. E mentre riprendevano, oggi, impietose la frettolosa fuga della famiglia De Marco dai riflettori puntati sulla propria abitazione, tutto intorno una assordante eco di etichette, stereotipi e frasi fatte si faceva spazio.





Quel terremoto mediatico mieterà nuove vittime. Il gesto di Antonio De Marco ha (ed avrà) ripercussioni perenni non solo sulla sua persona, ma anche sull’esistenza dei suoi cari.





Sotto ai fari delle cineprese è partita inconsapevole la macchina del fango. La alimentiamo tutti, la spinge uno dei più grandi istinti umani: la curiosità.





Fino a che punto si può essere curiosi?





Ma fino a che punto si può essere curiosi? L’attenzione al fatto di cronaca, gravissimo e forse unico nel suo genere in Salento, è naturale e giustificata. Ma muove parallela a uno slancio che va ben oltre il pettegolezzo.




Un nostro lettore ci racconta ciò che gli è capitato in queste ultime ore. Complice l’omonimia col killer (di Antonio De Marco ce ne sono centinaia) ed una foto profilo in cui non è agevolmente distinguibile, è stato assalito da dozzine di richieste d’amicizia sul suo profilo Facebook.





Una, poi un’altra e un’altra ancora. E così via per l’intera giornata di oggi fino ad accumularne innumerevoli. “Tutte persone a me sconosciute. Da ogni parte d’Italia. Spesso con nessuna amicizia comune“, ci racconta.





Una richiesta da uno sconosciuto capita a tutti. Magari anche due in un giorno solo. Il decuplicarsi delle richieste in poche ore, invece, non sempre è routine. Il dato è palese: racconta di un fenomeno dettato da quella curiosità che va oltre l’istinto, che supera il pettegolezzo.





Chi chiede l’amicizia ad un killer? Chi vuole avere a che fare con una persona che ha appena trucidato due innocenti senza un apparente motivo? Chi si aspetta che un pluriomicida finito in arresto possa rispondere ad una richiesta d’amicizia? E, soprattutto, cosa si aspetta chi clicca quel tasto blu: “aggiungi agli amici”?





Il nostro non è un inno all’isolamento del colpevole, né tantomeno uno smodato appello alla giustizia, che farà il suo corso.





Semplicemente qui preme soffermarci su quell’ebbrezza che dà a qualcuno l’idea di poter entrare in contatto con chi, pochi giorni fa, ha compiuto un gesto così cruento e forte. Poterlo osservare più da vicino, vederne le immagini, i post, le frasi, i pensieri, le idee, le amicizie, i parenti. Poterlo analizzare, scandagliare e, chissà, poterci parlare. Tutto questo si nasconde dietro a un semplice clic. Tutto questo è morbosità. Tutto questo alimenta, inconsapevolmente, la macchina del fango.





Lor. Zito


Attualità

Donne all’Opera: il 1 Polo contro la violenza sulle donne e i bambini

Seguiranno le testimonianze di otto donne del nostro territorio, professioniste e appartenenti a diverse categorie, che si sono distinte nella lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi di genere…

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In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne e i minori, il Polo 1 di Galatina, in collaborazione la Commissione Pari Opportunità, d’intesa con l’Assessorato alle Pari Opportunità di Galatina, organizzano l’evento “Donne all’Opera” che si svolgerà lunedì 25 novembre, a partire dalle 9:30, presso il teatro Cavallino Bianco di Galatina.

Dopo i saluti istituzionali ci sarà un concerto a cura della Salent’Opera, orchestra Sinfonica Giovanile diretta dal M° Tommaso REHO.

Seguiranno le testimonianze di otto donne del nostro territorio, professioniste e appartenenti a diverse categorie, che si sono distinte nella lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi di genere.

Di grande pregio la presenza del Cav. Malala Yousafzai dell’Ambito Territoriale Sociale di Galatina, nella persona della dr.ssa Paola GABRIELI, che da dieci anni coordina l’unico centro antiviolenza pubblico a gestione pubblica della Regione Puglia, lavorando sul territorio dell’Ambito di Galatina accanto alle donne e ai figli minori con la presa in carico, nella difesa dei loro diritti, oltre alle attività di sensibilizzazione e formazione, al fine di favorire l’emersione del fenomeno e il contrasto alla violenza di genere.

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Attualità

“Cari giovani, costruiamo libertà: non cediamo alla mafia”

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un nostro giovane lettore, Michele Cojocaru.

“L’impegno contro la mafia, non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza”. Queste le parole di Paolo Borsellino, che tengo sempre a mente.
Se dovessi scrivere una lettera ai giovani al tempo di oggi, scriverei così:

Cari giovani del mio tempo, sono Michele, ho 20 anni, vengo dalla provincia di Lecce. Nel mio paese, tanti giovani come noi sono caduti nelle mani della malavita. Tanti fumano, molti spacciano, alcuni hanno addirittura pistole con loro.

Vedendo questo scrivo a voi, giovani della mia generazione, non abbiate paura di denunciare questi fatti: la società di oggi conta su di noi.
Vorrei tanto, insieme a tutti voi, richiamare lo Stato italiano, per ricordargli ancora una volta di stare dalla nostra parte.

Cari giovani e care giovani, costruiamo insieme la società la nostra società. Il futuro non deve essere la droga, non devono essere le armi. Ma un futuro di pace, in cui possiamo dire ai
nostri figli: tutto questo lo abbiamo fatto per voi.

La mafia distrugge, la mafia uccide, la mafia vieta di sognare.

Anche nel Salento c’è la mafia.
Anche nella provincia di Lecce c’è la mafia, ma è una mafia silenziosa, che agisce senza fare rumore.

Non diamogliela vinta, costruiamo libertà: coraggio, insieme ce la faremo.

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Attualità

Porto Cesareo resta Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo

Confermata la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche

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L’Area Marina Protetta Porto Cesareo si conferma un’Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo (ASPIM), aggiudicandosi ancora una volta la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche.

La conferma della certificazione ASPIM è giunta al termine di una tre giorni di lavori sul campo da parte della commissione internazionale composta da Leonardo Tunesi, rappresentante del Focal Point, Robert Turk e Rais Chedly esperti internazionali, Antonio Terlizzi, esperto nazionale e dal direttore dell’AMP Porto Cesareo Paolo D’Ambrosio.

L’iter per ottenere il riconoscimento come da regolamento è passato dall’attivazione di attività di studio scientifico sistematico e di monitoraggio degli habitat, che consentono di stilare gli elenchi delle specie di flora e fauna necessari per definire il grado di biodiversità del sito.

«Lo status viene mantenuto attraverso il costante monitoraggio e salvaguardia delle specie individuate negli elenchi, ed essere ASPIM aumenta la nostra responsabilità di controllo dell’ambiente, allo scopo di salvaguardare le specie e gli habitat in cui esse vivono e si riproducono», hanno affermato soddisfatti i massimi responsabili di AMP Porto Cesareo.

Il riconoscimento dello status di ASPIM viene rilasciato dal Regional Activity Centre for  Specially Protected Area (RAC-SPA), con sede a Tunisi, organismo creato nel 1995 fra i Paesi che hannostipulato nel 1976 la Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo dall’inquinamento.

È questo centro che definisce e mantiene la lista delle ASPIM, vagliando nuove domande e promuovendo le aree protette meritevoli del riconoscimento.

Le aree marine protette italiane che detengono lo status di ASPIM sono attualmente 10.

Quattro in Sardegna tra cui Capo Carbonara, Capo Caccia-Isola Piana, Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre e Tavolara-Punta Coda Cavallo.

A livello nazionale figurano poi Portofino (prima AMP italiana ad aver ottenuto il riconoscimento, nel 2005), Miramare, Plemmirio, Punta Campanella.

Per il Salento, Porto Cesareo e Torre Guaceto.

Direttore e Presidente dell’AMP esprimono la loro soddisfazione per questo «ulteriore traguardo raggiunto, a conclusione di quest’anno, che conferma le altissime performance dell’AMP Porto Cesareo, la quale si posiziona non solo tra le prime a livello Nazionale, ma anche nell’élite delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea»

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