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Attualità

“Il Salento? Che posto incivile!”

Lettera di una turista: “Impossibile vivere con la raccolta rifiuti porta a porta: capisco chi getta immondizia in strada”

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Era immensa la nostra gioia, in prospettiva, della vacanza nel Salento. Sembrava che niente e nessuno potesse spegnere l’entusiasmo di questo soggiorno.


Ma arrivati dall’Emilia Romagna, il primo impatto che entrando nei paesi ci ha colpito, è stato quello della sporcizia lungo le strade, nei parchi e nei parcheggi. Sacchi, sacchetti e sacconi della spazzatura davanti le abitazioni e lontano da esse. Ma come? Nei mesi estivi quando vengono turisti da tutta Italia e da tutta Europa, farsi un biglietto da visita così?!


Altro pensiero che viene immediatamente e ingiustamente è: ma quanto è sporca la gente che vive qui? Basta viverci di persona due settimane estive per farsi un’idea.


La proprietaria della casa dove abbiamo alloggiato ci ha indicato 3 bidoni piccoli, della grandezza del classico pattume casalingo, di diversi colori, forniti dal Comune e collocati nella veranda della casa. Su un foglio, fornito sempre dal Comune, le indicazioni su cosa veniva raccolto nei vari giorni della settimana, dal lunedì al sabato, in una raccolta differenziata svolta porta-porta.


“Mi raccomando, altrimenti fanno le multe“, le raccomandazioni della locatrice. “Non scordate ogni sera di mettere per strada, fuori dal cancello, il bidone giusto”. Perfetto, pensavamo, niente di nuovo: da una vita facciamo giustamente la raccolta differenziata. Nessun problema.


Quanto ci sbagliavamo!


Ho dato un’occhiata al foglio che diceva: lunedi – organico; martedi – plastica e metalli; mercoledì – organico; giovedì – non riciclabile; 1,3,5 venerdì – carta e cartone; sabato – organico.


All’ inizio della nostra avventura pugliese, della raccolta, la difficoltà sembrava che stesse nel ricordarsi solamente di mettere la sera precedente il bidone giusto davanti il proprio cancello. Che non è poco essendo in vacanza, le giornate passate in spiaggia o in gita, le sere di ballo di tarantella e cene in riva al mar Ionio.


Tarda notte, la voce assonnata nel buio: “Amore, hai messo il bidone fuori“.


“Porca miseria, no! Stai pure, ci vado io”.


Scenario ripetibile.


Altra difficoltà, quando ci trovavamo regolarmente tutti i giorni con dei sacchetti di pannolini con la cacca di nostro figlio. Sacchetti che facevano la fila fuori dall’apposito bidoncino fornito dal Comune, in attesa del benedetto giovedì, invitando le mosche. Caldo di piena estate pugliese, nel cortiletto dove c’era il tavolo da pranzo, dove giocavano i bambini e dove comunque metteva per primo il piede chiunque veniva in questa casa. Mancava tanto ancora per giovedì, quando da brava casalinga ho perso la pazienza e ho mandato il mio povero sposo e destinatario dello sfogo a portare i sacchetti puzzolenti dove voleva, ma immediatamente fuori da questa casa.


È quella volta che mi son risposta da sola: ecco come se la cavano gli altri cittadini disperati. La risposta era davanti ai nostri occhi tutti i giorni per le strade. Abbiamo pagato una multa? Ovviamente no. Ma poi ci chiedevamo, ci sono le famiglie che hanno più figli, più pannolini, o anziani che usano i pannoloni, o assorbenti delle donne? Da disperate casalinghe ovviamente sono costrette a mettere i rifiuti fuori di casa e non trovando i bidoni adeguati li mettono per forza, per esempio, nei parchi, nei cestini piccoli, dove giace una montagna di sacchi.


E come le capisco, e come le comprendo! Altro che gente sporca.

“Tesoro? Se stasera facessimo una grigliata?”


“Scordatelo! Oggi è giovedì. Per l’organico si faranno vivi sabato. Si mangia pasta e niente bucce della frutta: quella la mangiamo quando torniamo a casa nostra, nel paese civile“.


Supponiamo, che un cittadino di qualsiasi paese con la geniale raccolta differenziata decida di partire per le vacanze, ovviamente si trova a casa con tutta la raccolta che va espulsa giorno dopo giorno, mai tutto ad un colpo. Nel caso di raccolta porta a porta non è possibile ad un colpo liberarsi del tutto nel modo del tutto legale. La stessa situazione con gli appartamenti affittati, come quello che abbiamo affittato noi. Non abbiamo mica ereditato la spazzatura degli affittuari precedenti.


bidonispazzatura


Desidererei proprio sapere dove è stato svuotato quel sabato carta e cartone, non riciclabile e plastica e metalli, che noi pestavamo e maledecivamo tutti giorni della nostra vacanza, visto che, come calendario, ho potuto liberarmi solamente dell’ umido.


Concentriamoci anche sui turisti che passano e visitano i paesi e le città, senza dimora fissa e quindi senza bidoncini assegnati dal comune; se un turista ha da buttare via una bottiglia di plastica, una carta, una lattina della bevanda e con ciò non trova bidoni per strada, dove la butta? Dove capita! Spesso nell’ unico bidone verde per vetro che c’è oppure nei contenitori piccoli nei parchi con la non riciclabile, dove sia carta che lattina va riciclata.  Ma ci chiedevamo; quale è il mistero, che per il vetro il bidone può esserci e per altro no? Mah.


La raccolta porta a porta sicuramente impegna ai netturbini più tempo effettivo rispetto allo  svuotamento dei bidoni grossi messi sulle strade del paese, quindi non lo trovo neppure economico. Non è vero nemmeno che fanno multe salate; una sera dopo troppo vino salentino abbiamo messo fuori una raccolta sbagliata. È stata raccolta lo stesso senza una traccia di multa.


Gli egregi comuni che seguono la geniale raccolta differenziata porta a porta, non hanno mai notato finora che non fanno altro che propagare e stimolare lo scarico di rifiuti clandestino ovunque per i loro paesi, piazze, vie, viali, viuzze, parchi, parcheggi, campeggi ecc? A cosa serve imporre ai cittadini il ritiro dei rifiuti limitato? Si spera che venendo solamente i giovedi’ per il ritiro non differenziato ogni cittadino li produce meno in arco di tutta la settimana? Ma neanche un etto di meno! Non provoco certo ai miei figli una stipsi, per avere meno sacchetti con i pannolini usati. O forse i sottoscritti comuni ritengono poco estetico mettere fuori i bidoni colorati e preferiscono piuttosto la spazzatura direttamente per le strade? Oltre questo diventa chiara l’origine dei incendi attraversando la regione.


Agli sfortunati cittadini che subiscono un anno intero la raccolta differenziata porta a porta, non ci rimane altro che porgere le nostre sincere condoglianze.


Senz’altro la nostra prossima tappa di vacanza, terrà conto, oltre che del paesaggio, anche del come si svolge la raccolta differenziata nel dato posto.


Concludo qui questo mio sfogo perché devo portare la mia raccolta differenziata nei bidoni per strada, all’orario che pare a me e quello che pare a me; sia umido, sia non riciclabile, sia cartoni, sia plastica, sia lattine. Che lusso, credetemi, che lusso!


Katarzyna Ewa Lenckowska


LEGGI QUI LA RISPOSTA DELLA REDAZIONE


Appuntamenti

La campagna referendaria della Cgil parte da Melendugno

In vista dei referendum su lavoro e cittadinanza, il sindacato riunisce oltre 200 delegati; tra il 15 aprile e il 15 giugno il corpo elettorale nazionale sarà chiamato a pronunciarsi sui cinque quesiti

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Via alla campagna referendaria per migliorare la legislazione sul lavoro e sulla cittadinanza.

Oltre 200 delegati, attivisti e funzionari della Cgil si riuniranno giovedì 6 marzo a Melendugno nell’Assemblea che riunisce tutte le Assemblee generali delle Categoria aderenti alla Cgil di Lecce.

L’appuntamento è al Nuovo Cinema Paradiso in piazza Risorgimento alle ore 9,30.

Sarà l’occasione per avviare su tutto il territorio provinciale una grande discussione sul valore della democrazia e del voto, sui quattro referendum sul lavoro e sul referendum sulla cittadinanza.

Dopo i saluti di Maurizio Cisternino, sindaco del Comune di Melendugno (che patrocina l’iniziativa), sono previsti la relazione del segretario generale della Cgil Lecce, Tommaso Moscara, e l’intervento della professoressa Monica Mc Britton, docente di Diritto del Lavoro presso l’Università del Salento.

A seguire prenderanno la parola delegate e delegati, fino alle conclusioni affidate al segretario organizzativo della Cgil Puglia, Salvatore Arnesano.

Lo slogan che accompagnerà la campagna referendaria è “Il voto è la nostra rivolta”: una “rivolta” che non è altro che l’esercizio della democrazia.

Abbiamo tutti la possibilità di modificare immediatamente la legislazione sul lavoro, per renderlo più stabile, più tutelato, più dignitoso, più sicuro. Basta andare a votare”, spiega Moscara.

Attendiamo a breve la data del voto: comprendiamo bene le difficoltà e la disaffezione che spesso sviliscono le tornate elettorali, ma questa è un’occasione unica per combattere i licenziamenti illegittimi, per limitare il ricorso ai contratti precari, per chiamare a responsabilità le stazioni appaltanti sul tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, per ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia per presentare domanda di cittadinanza. Con cinque Sì possiamo tutti quanti insieme migliorare la nostra società”, prosegue.

Tra il 15 aprile e il 15 giugno il corpo elettorale nazionale sarà chiamato a pronunciarsi sui cinque quesiti.

Nelle prossime settimane, il Comitato per il Sì promuoverà assemblee e iniziative su tutto il territorio provinciale per informare la cittadinanza sugli obiettivi dei cinque referendum e sull’importanza di votare “”.

Il primo quesito intende stoppare i licenziamenti illegittimi nelle imprese con più di 15 dipendenti, per tornare alla legislazione precedente all’introduzione del Jobs Act (sono interessati circa 3,5 milioni di persone).

Il secondo vuole estendere le tutele contro i licenziamenti illegittimi anche a lavoratrici e lavoratori dipendenti delle micro e piccole aziende, quelle con meno di 16 dipendenti (il quesito riguarda 3,7 milioni di persone).

Il terzo quesito, in caso di affermazione del Sì, può dare risposta a 2,3 milioni di lavoratrici e lavoratori precari, ripristinando le causali che giustificano il ricorso a contratti a tempo.

Il quarto quesito intende abrogare le norme in vigore per estendere la responsabilità della sicurezza sui luoghi di lavoro in appalto anche al committente.

Infine, il quinto quesito vuol ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia per poter avviare le pratiche per ottenere la cittadinanza italiana (sarebbe una conquista decisiva per 2,5 milioni di persone che nascono, crescono, abitano, studiano, lavorano e pagano le tasse in Italia).

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Attualità

Tricase: il sindaco riorganizza il comune

Antonio De Donno, «al fine di ottimizzare e rendere più efficiente e trasparente l’azione amministrativa», suddivide la Macrostruttura in 8 settori e dispone la rotazione dei rispettivi Responsabili

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Come da noi pubblicato con largo anticipo il comune di Tricase si appresta a vivere un’autentica rivoluzione in discontinuità con il recente passato.

Il sindaco Antonio De Donno, «al fine di ottimizzare e rendere più efficiente e trasparente l’azione amministrativa», ha deciso di riorganizzare l’ente.

In quest’ottica, la Macrostruttura è stata suddivisa in 8 settori (anziché 9 come in precedenza) ed è stata disposta la rotazione dei rispettivi Responsabili.

LA NUOVA MAPPA DI SETTORI E RESPONSABILI

Affari Generali e Cultura: dr.ssa Annarita Scarascia

Servizi Economico–Finanziari e Tributi: dr.ssa Donatella Tasco

Servizi Socio-Assistenziali: dr. Antonio De Iaco

Promozione e Gestione Fondi Europei e Comunitari: ing. Vito Ferramosca

Urbanistica – Edilizia – Attività Produttive – Patrimonio: geom. Angelo Galati

Lavori Pubblici: arch. Marta Fersini

Ambiente e Cimiteri: ing. Alessandro Macchia

Polizia Locale: dr.ssa Annagrazia Bello

IL SINDACO «SVOLTA STORICA»

«Una pagina storica per la vita amministrativa della nostra Città», per il primo cittadino Antonio De Donno che poi rivolge un messaggio di auguri ai Responsabili di Settore: «Le ripartenze si poggiano sempre sul lavoro fatto e i risultati ottenuti. Le vostre nomine nei rispettivi incarichi sono nuove assunzioni di responsabilità consolidate dalla vostra professionalità nei confronti della pubblica amministrazione. Buon lavoro».

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Attualità

L’ulivo va sempre di moda

Salento protagonista della settimana della Moda di Milano grazie a Fashion for Good. Nell’ambito del prestigioso progetto che unisce moda, inclusione e sostenibilità, sono stati donati degli ulivi a nomi importanti come lo stilista Alviero Martini e l’attore Alex Belli per contrastare la Xylella. Premio internazionale della Cultura a Fratelli Parisi di Taurisano per le loro luminarie

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Il Salento con i suoi ulivi, i suoi colori e le sue luci sulla passerella della Milano Fashion Week 2025, in un progetto ambizioso, in cui si uniscono moda, sostenibilità e identità territoriale.

É Fashion for Good – La Bellezza è anche nel Donare, tenutosi a Milano, ideato da Marianna Miceli e proposto da Mad Mood, con la direzione artistica e light designer di Axbstudio e la collaborazione creativa di Alex Belli.

Media Partner dell’evento Rai News24, Rai Italia, Rai News.it.

Fashion for Good – La Bellezza è anche nel Donare è un movimento che unisce moda, sostenibilità e solidarietà per un cambiamento reale.

Un’occasione unica per celebrare la bellezza del donare, attraverso il linguaggio universale del fashion, capace di coinvolgere brand di lusso, ONG internazionali, associazioni benefiche, Enti e istituzioni locali sensibili ai temi dell’ecologia e della responsabilità sociale.

Al centro dell’idea il legame tra moda e ulivo, simbolo del Sud, nel quale la prima diventa un potenziale strumento di rinascita ambientale e il secondo diventa elemento centrale della passerella sulla quale sfilano capi ispirati alla natura, firmati da designer importanti e caratterizzati da dettagli e accessori che richiamano l’albero e la sua terra.

Fulcro del Fashion for Good, è stato “Radici di Bellezza – Ti regalo un Ulivo“, momento in cui gli organizzatori hanno donato degli ulivi da piantare a brand e nomi importanti, tra cui lo stilista Alviero Martini e l’attore Alex Belli, a cui è stato consegnato un Certificato di Adozione e il Bracciale “Radici di Bellezza. Gli alberi porteranno il nome di chi li ha avuti in regalo: verranno piantati a settembre in Salento e l’intestatario sarà annualmente aggiornato sulla crescita dell’ulivo e provvisto dell’olio da esso ricavato.

Fashion for Good si è aperto con l’Opening Party e Solidarietà, una serata esclusiva nel corso della quale c’è stata la Cerimonia di consegna delle venti parrucche che Fondazione Speranza Eterna ha donato al reparto di Oncologia Medica dell’Ospedale Humanitas di Milano.

A deliziare la serata, una particolare degustazione enogastronomica di prelibatezze a base di prodotti tipici del Salento e Brasile, preparate dalla Chef brasiliana Cleide Rocha.

A guidare gli ospiti all’interno dell’evento, il “Golden Carpet“, un tappeto dorato, con un albero di ulivo, ispirato al cosiddetto “oro liquido”, ossia l’olio extravergine d’oliva pugliese.

Dopo la conferenza del 3 marzo, a cui hanno presenziato i designer Ferrari, Tursunkulov, Dyusengazeva, Rodikova e Adili.

La manifestazione è entrata nel vivo con le sfilate, nelle quali, oltre agli altri stilisti internazionali come Aspara, hanno sfilato le creazioni di Laura Spreti, Aterlier Lucia e Istituto Cordella.

In passerella le collezioni innovative, create utilizzando materie ecologiche, dai dettagli ispirati alla natura e all’ulivo, e il trucco e le acconciature che ricordano le olive e l’olio EVO. Sugli abiti delle modelle i preziosi gioielli artigianali della Terra d’Otranto di Luca Fiocca, architetto e designer, realizzati con materiali di recupero.

Cornice delle sfilate le luminarie dei Fratelli Parisi, a cui è stato consegnato il premio internazionale della Cultura, insieme ad Alviero Martini.

Da sottolineare anche gli allestimenti scenografici evocativi del paesaggio olivicolo salentino e a cura dell’associazione OlivaMi, impegnata nella salvaguardia degli ulivi salentini.

Spazio, inoltre, a “Forbici d’Oro per la Solidarietà“, riconoscimento assegnato a Géza Béres, brand Dress Me And You, sarto ungherese, che insieme a Marianna Miceli, fondatrice di Mad Mood Milano e della Mediterranean Fashion Week, alla stilista Carmela Luciani e al modello Aldo Farinola, mette il suo talento al servizio di un’idea molto ambiziosa: la creazione di una fondazione internazionale che coniuga moda e beneficenza, organizzando iniziative in tutta Europa per supportare donne pazienti oncologiche, bambini con sindrome di Down e persone con disabilità.

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Premio internazionale della Cultura a Fratelli Parisi di Taurisano

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