Attualità
Fase 2, Minerva: “Non c’è più tempo da perdere”
Lettera aperta del presidente della Provincia Minerva: “La Fase 2 deve essere quella delle prospettive e della concretezza che dovrà accompagnare il cittadino a ritornare al lavoro e a fruire dei servizi in sicurezza. Domanda e offerta attendono risposte certe. E la Politica, al di là dei suoi colori, deve essere capace di darle”

Lettera aperta del presidente della provincia di Lecce, Stefano Minerva, sulla fase 2 iniziata ufficialmente oggi.
La riflessione nasce dopo la lettura della lettera-appello del Presidente della Camera di Commercio di Lecce, Alfredo Prete.
LETTERA APERTA DEL PRESIDENTE
“Ho letto con attenzione l’appello di Alfredo Prete quale titolare di una impresa balneare e, aggiungo, secondo il cerimoniale, terza carica istituzionale della Provincia di Lecce, il quale rappresenta la delicata situazione in cui versano tutti gli operatori del settore.
Ritengo non vi sia più tempo da perdere, non potendosi lasciare in balia delle onde quanti oggi vivono una situazione di crisi ed incertezza che, seppur generata da legittime restrizioni, non merita di essere acuita da una palmare confusione nell’interpretare regole, che non brillano di particolare chiarezza.
In una situazione emergenziale senza precedenti come quella che stiamo vivendo, appare evidente che il ruolo di Stato, Regione, Provincia e Comuni sia quello di fare sistema, rispondendo con concretezza e nel più breve tempo possibile alle istanze dei cittadini con regole di facile applicazione, che tengano conto dei cambiamenti sociali ed economici cui le nostre comunità stanno andando incontro.
Insomma, sinergia istituzionale.
Ecco perché, oggi, sento il dovere di aprire una discussione pubblica prendendo spunto dall’appello del Presidente della Camera di Commercio di Lecce, nell’auspicio che, da una realtà come quella salentina, che non ha bisogno di presentazioni, possa avviarsi un percorso di ragionevolezza.
E ciò, non può non passare attraverso una riflessione sul binomio scienza-politica che, mai come in questo caso, devono andare in simbiosi, seppur nella consapevolezza della loro intrinseca diversità.
Alla luce dei dati divulgati dai bollettini epidemiologici regionali, possiamo affermare che il nostro territorio è stato in grado di rallentare l’avanzata del virus, grazie al senso di responsabilità dei cittadini, che ha consentito di dare concretezza allo straordinario lavoro della Regione Puglia.
Un lavoro certamente utile, se si pensa che i contagi registrati sono relativamente pochi e che il virus, è bene sottolinearlo, non è stato né sconfitto né fermato.
Perché tanto è stato possibile? Perché la Regione e tutti gli enti di amministrazione e governo del territorio pugliese non solo sono stati capaci di fare sistema, ma si sono anche dotati di strutture formate da esperti (le c.d. task force) che hanno avuto il compito di consigliare ed evidenziare i punti di forza e debolezza delle decisioni politiche da assumere.
Dico politiche perché è compito della Politica assumersi la responsabilità di decidere e agire. Non della scienza.
È questo il nodo centrale.
Credo quindi possa solo apprezzarsi che i decisori pubblici, all’occorrenza, abbiano trovato il coraggio di dire – forse per la prima volta – che non si era pronti e che avremmo vissuto un periodo di emergenza e incertezza senza precedenti.
Ed è mia premura ribadirlo: agli esperti, cui si è deciso di riporre fiducia per servire il Paese, noi possiamo solo dire grazie, perché hanno accettato di mettere la loro esperienza al servizio della collettività per combattere una guerra atipica, senza regole e su un terreno inesplorato.
Ora, l’elemento caratterizzante la Fase 2, è connotato da una fisiologica incertezza.
Ciò genera un quadro che deve fare i conti con le disposizioni anti-contagio della Fase 1, che hanno prodotto un cambiamento della nostra quotidianità, con ricadute sugli aspetti sociali, culturali ed economici.
È in tale quadro di generale difficoltà che devono collocarsi le prime scelte per la tutela e la salvaguardia non solo della salute, ma anche dell’economia e della società.
Ora, da presidente di Provincia, da sindaco ma anche da cittadino comune mi chiedo: è bastato quanto fatto finora?
Non credo, purtroppo, se persiste una situazione di incertezza dovuta alla mancanza di linee guida e indicazioni che tardano ad arrivare.
E qui torna in campo la politica, perché dovere primario della stessa è saper bilanciare il diritto alla salute col diritto al lavoro, alla serenità, alla tranquillità, anche familiare.
Non può bastare l’indicazione di date. Il 4 maggio, il 18, il primo giugno: sono giornate prive di significato se non si affiancano indicazioni chiare su come ripartire.
Perché se la Fase 1 è stata connotata dalla paura e dalle imposizioni, la Fase 2 deve essere quella delle prospettive e della concretezza che dovrà accompagnare il cittadino a ritornare a lavoro e a fruire dei servizi in sicurezza.
In conclusione, domanda e offerta, oggi, attendono risposte certe. E la Politica, al di là dei suoi colori, deve essere capace di darle, altrimenti il risultato è quello che è sotto i nostri occhi: tutti contro tutti.
Ben venga, dunque, il lavoro del Presidente Emiliano e la volontà di affrontare l’emergenza adattando le disposizioni del DPCM alla specificità della situazione pugliese, attraverso scelte che, col tempo, diviene sempre più complicato adeguare al contesto sociale, non fosse altro perché tese non più a stringere, ma ad allargare le maglie per far riprendere, pian piano, la vita di ogni giorno e senza dimenticare il pericolo di un virus che, rapidamente, potrebbe portare al punto di partenza
Ma non basta. Serve che il Governo trovi il coraggio di agire nel più breve tempo possibile.
Perché se oggi è iniziata la Fase 2, la Politica deve pensare ad organizzare la Fase 3 e non più limitarsi ad attendere.
Serve, quindi, uno scatto d’orgoglio animato da umiltà, ragionevolezza ma, soprattutto, senso di responsabilità che in questo momento non deve conoscere colori politici.
Solo così il nostro Paese potrà avviarsi, in punta di piedi, ad una vita normale.
Stefano Minerva (Presidente della Provincia di Lecce)
Appuntamenti
Miss Mamma 2025, le salentine con la fascia
A Carmiano si sono svolte le selezioni per “Miss Mamma Italiana 2025”, concorso nazionale di bellezza e simpatia che sostiene “Arianne”, Onlus per la lotta all’Endometriosi

Proseguono in tutta Italia le selezioni per Miss Mamma Italiana edizione 2025, concorso nazionale di bellezza e simpatia giunto quest’anno alla sua trentaduesima edizione, curato dalla Te.Ma Spettacoli di Paolo Teti (ideatore e Patron del concorso) e riservato a tutte le mamme di età compresa tra i 25 ed i 45 anni, con fascia “Gold” per le mamme dai 46 ai 55 anni e fascia “Evergreen” per le mamme con più di 56 anni.
Miss Mamma Italiana sostiene Arianne, associazione Onlus per la lotta all’Endometriosi, una malattia cronica, progressiva ed invalidante, ancora poco conosciuta, che in Italia colpisce quasi 4 milioni di donne fin dall’adolescenza e che, per questo motivo, deve essere ben conosciuta per permettere un’attivazione spontanea in caso di sintomi sospetti.
Al cine teatro “Fratelli Lumiere” di Carmiano, si è svolta una selezione valevole per l’elezione di Miss Mamma Italiana 2025.
Le mamme partecipanti, oltre a sfilare in passerella con abiti eleganti, hanno sostenuto una prova di abilità (come cantare, ballare, illustrare ricette gastronomiche, cimentarsi in esercizi ginnici ed in prove creative ed artistiche), che rappresentasse la loro personalità.
La giuria ha proclamato vincitrice della selezione Eva Agrimi, 30 anni, estetista, di Carmiano, mamma di Rachele ed Ester, di 7 e 3 anni; la fascia Miss Mamma Italiana Gold (riservata alle mamme dai 46 ai 55 anni), è andata ad Alessandra Semeraro, 47 anni, coreografa, di Arnesano, mamma di Nicholas e Michael, di 16 e 14 anni; mentre la fascia Miss Mamma Italiana Evergreen (riservata alle mamme con più di 56 anni) è andata a Rosa Stringano, 56 anni, casalinga, di Modugno (BA), mamma di Nancy e Sharon, di 39 e 21 anni.
LE ALTRE MAMME PREMIATE
Miss Mamma Dolcezza, Lisa Pierri, 44 anni, avvocato, di Copertino, mamma di Marco di 10 anni;
Miss Mamma Eleganza, Mery Martina, 42 anni, cassiera, di Galatina, mamma di Anastasio e Ginevra;
Miss Mamma in Gambe, Angela Antonaci, 34 anni, imprenditrice, di Botrugno, mamma di Giada e Gioia, di 14 e 10 anni;
Miss Mamma Solare, Maria De Jesus, 40 anni, imprenditrice, di Otranto, mamma di Fabrizio e Salvatore, di 24 e 13 anni;
Miss Mamma Sorriso, Klaudia Zaneta, 34 anni, casalinga, di Monteroni, mamma di Diletta, Jonela, Silvia, Viviana ed Enga, di 13, 10, 8, 6 e 3 anni;
Miss Mamma Sprint, Serena Rizzelli, 45 anni, assistente sociale, di Tricase, mamma di Angelica di 15 anni e dei gemelli Jacopo e Francesco, di 11 anni;
Miss Mamma Simpatia, Verena Tarantino, 30 anni, casalinga, di Copertino, mamma di Kevin, Nicolò e Giulio, di 12, 10 ed 1 anno;
Miss Mamma Gold Fashion, Anna Panico, 52 anni, avvocato, di Monteroni, mamma di Gabriele, Alessandro e Nicolò, di 14, 13 e 10 anni;
Miss Mamma Gold Radiosa, Loredana Zaccaro, 55 anni, imprenditrice, di Valenzano (BA), mamma di Angelo ed Asia Pia, di 30 e 21 anni;
Miss Mamma Gold Sportiva, Anna Giusy Perrone, 46 anni, casalinga, di Lequile, mamma di Melany, Jacopo e Matteo, di 16, 12 e 7 anni;
Miss Mamma Gold Simpatia, Simona Manca, 55 anni, casalinga, di Arnesano, mamma di Tania e Nicholas, di 31 e 30 anni;
Miss Mamma Evergreen Glamour, Maria Chimienti, 62 anni, casalinga, di Manduria (TA), mamma di Andrea e Simone, di 33 e 29 anni.
L’evento è stato presentato da Lucia Dipaola, referente del concorso, per la Puglia.
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Da sinistra, Rosa Stringano (vincitrice di selezione categoria “Evergreen”); Eva Agrimi (vincitrice di selezione categoria “Miss Mamma Italiana”); Lucia Dipaola presentatrice dell’evento ed Alessandra Semeraro (vincitrice di selezione categoria “Gold”). Nella foto in alto le 12 mamme della provincia di Lecce premiate
Attualità
Incendio d’auto a Ruffano nella notte
In fiamme una Audi in via Rattazzi, necessario l’intervento di vigili del fuoco, carabinieri e carro attrezzi

Incendio d’auto nella notte a Ruffano, attorno all’1:30 circa.
Sul posto è intervenuta una squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Tricase in via Rattazzi.
A prendere fuoco è stata un’autovettura marca Audi, per la cui rimozione si è reso necessario un carro attrezzi.
L’intervento del 115 è valso allo spegnimento dell’incendio e alla messa in sicurezza dell’area circostante, evitando il propagarsi delle fiamme e danni ad altri veicoli o abitazioni vicine.
Sul posto erano presenti i Carabinieri della Stazione di Casarano per gli accertamenti di competenza.
Le cause sono in corso di accertamento.
Attualità
Ospedale di Galatina tra criticità, degrado e cantieri fermi
“Solita” ispezione del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Pagliaro: «Laboratorio analisi nel degrado, situazione critica al Pronto soccorso e cantieri fermi. Ma c’è anche un fiore all’occhiello, il Centro trasfusionale»

«Siamo tornati nell’ospedale di Galatina, che avevamo ispezionato a giugno 2023. Ad aprile 2024 erano state esaminate in Commissione Sanità tutte le carenze emerse, e incassammo l’impegno del direttore generale Asl Rossi e dell’ex assessore Palese e risolverle in tempi brevi. A distanza di un anno, il bilancio è appena sufficiente perché molto resta ancora da fare».
Così il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia Domani, reduce dall’ennesimo blitz in una struttura sanitaria pubblica salentina.
CRITICITÀ AL PRONTO SOCCORSO
Le criticità maggiori al Pronto soccorso: «Locali angusti e inadeguati, il solito unico bagno promiscuo, solo una postazione di pronto intervento grave fra le tende, pazienti parcheggiati in barella anche la notte, spazi sacrificati e difficoltà operative».
Nel frattempo, la nuova sistemazione resta «un miraggio visto che il cantiere, così come quello della Terapia intensiva e sub intensiva, rimane bloccato».
LABORATORIO DI ANALISI PATOLOGICA CLINICA
Situazione molto critica al Laboratorio di analisi patologica clinica: «Abbiamo trovato alcuni locali fatiscenti e umidi, spogliatoi non a norma e l’antibagno utilizzato come spogliatoio. C’è una zona chiusa e degradata che otto anni fa è stata praticamente distrutta da un incendio e non è mai stata ripristinata. Abbiamo riscontrato la presenza di reagenti chimici abbandonati, frigoriferi non a norma per conservare prodotti chimici e farmaceutici, impianti elettrici con cavi precari e acque reflue a rischio biologico non adeguatamente trattate. Lo smaltimento dei reagenti prende una via rapida, diretta, probabilmente fuori protocollo. Si usano tubi volanti collegati a taniche di plastica di fortuna, a rischio rotture o perdite».
PERSONALE
Sul fronte del personale, «per risolvere il deficit che evidenziammo, finalmente ci sono stati rinforzi in quest’ultimo anno. Dopo decenni sono stati nominati i capisala, come in tutta la Asl Lecce».
APPARECCHIATURE OBSOLETE
Capitolo apparecchiature obsolete: «In Cardiologia sono stati sostituiti il carrello dell’emergenza, gli elettrocardiografi e l’ecografo guasti. Nelle sale operatorie, così come avevamo sollecitato, è stata sostituita tutta la ferristica che trovammo logora e antiquata. Mentre resta da rifare la pavimentazione, sostituendo il linoleum alle vecchie piastrelle».
A causa della mancanza di anestesisti, «vera piaga dell’intera azienda sanitaria, l’Unità di Terapia intensiva cardiologica non è operativa benché ci sia un reparto nuovo e attrezzato, che rimane chiuso».
Ferma anche la Rianimazione e «resta chiuso e inutilizzato il quarto piano che ospitava la Chirurgia».
Per quanto riguarda l’Oncologia, «l’ambulatorio funziona solo un giorno a settimana. Quello di Urologia è invece chiuso, come avevamo paventato, dopo il pensionamento dell’unico medico e dell’infermiere che erano in servizio. Funziona, invece, il servizio Dialisi, dove avevamo segnalato la necessità di sostituire l’elettrocardiografo e la carenza di infermieri specializzati.
Come avevamo richiesto, la Farmacia è stata dotata di nuovi computer, stampanti, sedie, poltrone e armadi.
La Riabilitazione non ha ancora una palestra, ma sono arrivati gli standing che avevamo richiesto per sollevare e trasportare in piedi i pazienti. Per il rifacimento degli spazi di Endoscopia digestiva, che non erano a norma, è stato approvato un progetto da 49mila euro».
Infine, la Nefrologia «continua a risentire della mancanza di personale, e in tutto l’ospedale si attende la dotazione di barelle e letti bariatrici per i pazienti obesi, che sono stati ordinati come avevamo sollecitato».
IL FIORE ALL’OCCHIELLO
L’ospedale di Galatina vanta anche «un fiore all’occhiello»: il Centro trasfusionale, «che opera a pieno ritmo e con un’ottima organizzazione».
Le donazioni di sangue intero si effettuano dalle 8,30 alle 10,30 dal lunedì al sabato, con l’accesso di sei donatori ogni mezzora previa prenotazione (al numero 0836 529223).
Chi non prenota va in coda o entra se qualcuno non si è presentato e il turno di sei non è completo.
Il Centro opera in stretta collaborazione con le associazioni di donatori di sangue, per contribuire a soddisfare le necessità trasfusionali dell’Asl di Lecce e sensibilizzare i cittadini alla cultura della donazione del sangue.
La struttura, collocata al piano terra e accessibile anche alle persone con disabilità, è dotata delle più moderne attrezzature mediche che permettono di lavorare in tranquillità e sicurezza.
Si può donare sangue intero, plasma e piastrine, dopo accurati accertamenti clinici ed ematochimici eseguiti nel laboratorio del Centro, che meriterebbe la classificazione di unità semplice a valenza dipartimentale.
«Usciamo da questa ispezione con un quadro di luci e ombre», tira le somme Pagliaro, «mai con il dito puntato ma con la mano tesa per portare in Regione le esigenze di questo ospedale e di tutto il territorio di Lecce e provincia».
Infine, il fondatore di Regione Salento annuncia: «Torneremo in tutte le strutture sanitarie già ispezionate per verificare se gli impegni assunti nelle relative audizioni in Commissione Sanità abbiano avuto seguito, e intanto proseguiremo con le visite al Dea e al Fazzi, reparto per reparto, sempre con l’obiettivo di contribuire a garantire il diritto alla salute a tutti i cittadini».
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