Attualità
Lavori a Tricase porto: altri 2 esposti
«Fermate tutto!». Nel mirino i lavori al Bar-Tabacchi. La replica di sindaco, Ufficio Tecnico e Soprintendenza

Il 12 dicembre scorso avevamo scritto malcelando un certo stupore di un esposto denuncia che puntava a fermare i lavori in corso nella piazzetta di Tricase Porto.
Trascorso qualche mese di esposti ce ne sono stati altri due ed entrambi lamentano un ipotetico allargamento dell’immobile in piazza san Nicola (l’edificio che ospita il Menamè) «in direzione dell’immobile privato di via Duca degli Abruzzi».
Nel suo esposto, Francesca Nardelli, ha prima ricordato che «l’immobile, di proprietà del Comune, adibito a bar-tabacchi in virtù di un contratto di locazione che espressamente vieta un uso o destinazione diversa, pena la risoluzione del contratto, viene utilizzato come arena per concerti e manifestazioni di musica dal vivo».
Poi si è riservata «di richiedere all’Autorità Giudiziaria che le venga riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali per la perdita di valore del proprio immobile, della modifica peggiorativa causata dai lavori al locale bar, con conseguente maggiore esposizione al rumore, per la ridotta possibilità di esercizio del diritto di proprietà, per il danno alla privacy dell’immobile e il peggioramento della qualità della vita a causa dell’inquinamento acustico che il locale produce come danno esistenziale».
A stretto giro di posta il terzo esposto firmato questa volta dall’Architetto Biancaneve Codacci Pisanelli.
Secondo la denunciante «il cantiere è privo della cartellonistica. La blanda rete di delimitazione viene lasciata sempre aperta in un’area in cui sono presenti pericoli di vario genere» per cui il «cantiere in corso non rispetta le normative di sicurezza previste per i lavori edili». Sempre secondo la Codacci-Pisanelli «particolarmente evidente risulta l’ampliamento del locali in direzione del Palazzo di via Duca degli Abruzzi 1, immobile realizzato nel 1870 da Giuseppe Pisanelli, destinato a residenza del citato giurista, che ha rappresentato il territorio come Ministro nel primo Governo del Regno di Italia». La denunciante poi palesa il suo sospetto per il nuovo «solaio rinforzato composto da doppie travi precompresse adiacenti».
E allora? «La struttura è dimensionata per sopportare i carichi di una terrazza destinata a sopportare la realizzazione di un’area aperta al pubblico per eventi». Ci risiamo! Infatti la Pisanelli dopo aver ricordato che per il contratto di locazione stipulato nel 1994 «il locatario assume la conduzione dell’immobile al solo fine di adibirlo a Bar –Tabacchi ed è «vietato un diverso uso destinazione la cui inosservanza comporterà ipso iure la risoluzione del contratto», chiede al sindaco di Tricase di «procedere alla risoluzione di tale contratto visto l’utilizzo abituale come arena per concerti e manifestazioni di musica dal vivo».
IL SINDACO: «ANDREMO AVANTI»
Gli ennesimi esposti giunti in Comune con principali destinatari il sindaco di Tricase Carlo Chiuri e il responsabile dell’Ufficio Tecnico Vito Ferramosca. Il primo cittadino, che lamenta anche il fatto di essere lasciato solo in queste battaglie mentre lui vorrebbe in queste vicende che riguardano tutti la comunità schierata al suo fianco, ha giurato di non voler cedere ed anzi di voler andare a fondo, verificando la correttezza di tutti i lavori in corso e di quelli effettuati negli anni, e non solo quelli pubblici, in quella zona di Tricase Porto. «Per tranquillità mia e dell’ufficio comunale competente», ha riferito su nostra insistenza, «avrei potuto fermare i lavori; ma non avrei mai potuto perdonarmi di aver stroncato il futuro della marina della mia città. Andremo avanti e sempre nel rispetto della legge come abbiamo fatto fino ad ora».
Nel frattempo le osservazioni sono giunte sia dal settore urbanistica dei Lavori Pubblici di Tricase che dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lecce, Brindisi e Taranto, Maria Piccarreta.
DALL’UFFICIO TECNICO
L’ing. Vito Ferramosca, responsabile del settore tecnico del Comune di Tricase, spiega che l’intervento «prevede il recupero della cisterna realizzata nei primi anni del 1900 sotto la piazzetta del porto, la sua valorizzazione in linea con le attività dell’ecomuseo (area museale con l’utilizzo di realtà aumentata con temi inerenti il mare e il rapporto uomo-mare). I lavori alla cisterna e la necessità di realizzare un ascensore per garantire e facilitare l’accessibilità a soggetti disabili, impongono di riprogettare l’assetto delle aree esterne a servizio gli edifici esistenti sulla piazza, uno dei quali insiste sull’estradosso della cisterna ed attualmente in fase di avanzato stato di degrado strutturale come dimostrano i presidi di sicurezza (puntelli installati da oltre un anno a tutela della pubblica incolumità), atti a sostenere la pensilina fronte mare del fabbricato adibito a bar tabacchi sotto la quale sostano spesso gli avventori ».
Ferramosca sottolinea poi come «l’iter amministrativo di approvazione del progetto e delle opere ha seguito tutte le norme di legge come dimostra anche il fatto che, assoggettato al rigido sistema di controllo di enti europei, è stato considerato ammissibile a finanziamento. L’ampliamento oggetto dell’esposto è stato regolarmente approvato e i relativi atti sono stati riportati come per legge sul cartello dei lavori esposto sulla recinzione di cantiere. Tra l’altro lo stralcio del progetto che ritrae il vano tecnico è anche riportato nel cartello di cantiere che illustra il progetto nella sua interezza». Il responsabile del settore tecnico nonché progettista, direttore e coordinatore per la sicurezza dei lavori in oggetto fa anche presente «l’approccio generale e costante di proficua collaborazione istituzionale di questo Comune sia in fase di concertazione preliminare alla progettazione che in quella di esecuzione dei lavori con la Soprintendenza di Lecce».
Soprintendenza che ha «ritenuto opportuno e necessario procedere all’approvazione di un progetto definitivo di riqualificazione generale che ricomprende l’intera Piazzetta San Nicola ove è ubicato oltre al fabbricato adibito a bar-tabacchi anche un altro fabbricato adibito ad alimentari, stante l’esistente degrado urbano incompatibile con il vincolo Ministeriale imposto sulla località di Tricase Porto.
Tutti i fabbricati presenti sulla piazzetta, sia interrati che fuori terra, sono da considerarsi un unico interconnesso spazio architettonico, pertanto è stato necessario perseguire, sin dalla fase progettuale, l’integrazione dei vari elementi antropici (costruzioni, arredi, ecc.), e naturali circostanti del sito avente notevole valenza paesaggistica, per la sua riqualificazione».
Riguardo «la circostanza che il fabbricato si sia “avvicinato (di un metro lineare) in direzione del palazzo di Via Duca degli Abruzzi 1, …”, considerato che non risulta allo scrivente nessun vincolo di natura monumentale, diretto o indiretto, sull’immobile in parola, non è comprensibile. Anche perché non viene a mutare in alcun modo l’assetto paesaggistico generale del sito. L’originale distanza di circa 17 metri lineari si è ridotta di appena un metro. I due fabbricati restano comunque separati dalla originaria larghezza della sede stradale di via Duca degli Abruzzi».
Riguardo invece “la modifica della sagoma dell’immobile, della superficie utile ed evidentemente della destinazione d’uso”, Ferramosca fa presente e ribadisce che «la modifica della sagoma dell’immobile, regolarmente autorizzata, è data dall’aggiunta del vano tecnico atto ad accogliere impianti, attrezzature e i bidoni della spazzatura che altrimenti rimarrebbero “in bella vista” proprio sotto gli occhi degli esponenti».
L’ingegnere definisce invece «singolare» l’appunto registrato nell’esposto in merito alle scelte strutturali effettuate dal progettista: «La questione relativa al fatto che la “struttura è dimensionata per sopportare i carichi di una terrazza destinata a sopportare la realizzazione di un’area aperta al pubblico per eventi” è del tutto immaginaria. Non basta la realizzazione di un solaio con doppio travetto per fare un processo alle intenzioni. Per sgomberare il campo da tali illazioni/insinuazioni basti pensare che il manufatto è fondato sull’antica cisterna sottostante, che è il vero attrattore culturale ed il fulcro dell’intero progetto di valorizzazione della piazzetta.
Nessuno potrà mai autorizzare l’utilizzo pubblico della terrazza per almeno tre semplici motivi: il primo, la tenuta strutturale dell’immobile le cui pareti sono in muratura e non consentono di sopportare il sovraccarico; il secondo, la tutela della sottostante cisterna; il terzo per la mancanza di una scala di accesso. La scelta di utilizzare un doppio travetto affiancato è dettata dalla necessità di conferire all’immobile maggiore durabilità nel tempo stante la vicinanza dello stesso all’azione degli agenti meteomarini e non cambia nulla rispetto ai parametri urbanistici di progetto».
Il paventato “restringimento della sede viaria”, cioè il «sacrificio» di quattro posti auto su un’area di competenza comunale «vale certamente il prezzo da pagare per la tutela della storica cisterna e del paesaggio e paradossalmente anche dell’immobile dei sig.ri Pisanelli». Per fugare ogni dubbio circa l’occupazione abusiva del suolo pubblico Ferramosca, ha chiesto conferma al competente del Servizio Viabilità della Provincia di Lecce, il quale di riscontro, ha comunicato che «le aree di pertinenza del suddetto immobile (fabbricato bar-tabacchi), e la sottostante cisterna con la relativa bocca di pozzo non sembrano far parte anch’esse del patrimonio di questa Provincia, che pertanto resta esonerata dal rilascio di pareri in merito. Quand’anche la porzione di terreno occupata dall’antica cisterna sottostante fosse pertinenza della S.P. 306, via Duca degli Abruzzi, le opere di protezione della bocca pozzo sarebbero a tutto vantaggio della sicurezza stradale».
DALLA SOPRINTENDENZA
A sostegno dell’operato del Sindaco e di Ferramosca è giunto anche il riscontro della Soprintendenza a firma di Maria Piccarreta: «In diversi sopralluoghi effettuati dei funzionari di questa Soprintendenza», si legge, «è stato rilevato, che il contesto urbano, prospiciente l’area portuale di Tricase, nel quale ricadono gli immobili con destinazione d’uso “Bar-Tabacchi” “Alimentari”, prima del progetto in oggetto era caratterizzato da un generalizzato disordine con presenza di strutture precarie realizzate con materiali, finiture e cromie diversificate nelle quali si sommava la presenza ulteriore di insegne, parabole, bidoni porta rifiuti, unità di trattamento aria e che compromettevano la qualità paesaggistica del contesto».
L’arch. Piccarreta ricorda come «durante i numerosi colloqui intrapresi sin dal 2018 con l’amministrazione di Tricase si è condiviso il progetto diretto alla salvaguardia, valorizzazione e promozione del patrimonio naturale e culturale delle comunità costiere, attraverso il potenziamento del modello ecomuseale e che si è cercato di coniugare la proposta di valorizzazione e rifunzionalizzazione dell’antica cisterna , con opere volte tanto alla riqualificazione degli immobili sulla piazzetta quanto ad individuare azioni e interventi volti ad eliminare i numerosi detrattori del contesto urbano paesaggistico».
«La condivisione ha permesso di consolidare la conoscenza delle criticità e delle opportunità dell’intero contesto portuale», si legge ancora nella nota della Soprintendente, «e di maturare una visione organica. Pertanto l’amministrazione comunale ha approntato un progetto che mira: al restauro della cisterna; alla piena accessibilità del bene culturale e contemporaneamente del definitivo abbattimento delle barriere architettoniche tra piazza e banchina con l’istallazione di un ascensore a carattere urbano; al recupero strutturale funzionale dell’immobile di esclusiva proprietà comunale; al recupero e alla riqualificazione dell’intero contesto con ovvio vantaggio per l’intera comunità tricasina e non ultimo per i proprietari degli immobili che si affacciano direttamente sull’aria sovrastante la cisterna».
In conclusione la Piccarretta fa notare come «tali opere per quanto di competenza di questa soprintendenza sono state regolarmente autorizzate».
Voi tricasini cosa ne pensate? Se volete dire la vostra: whatsapp 371/3737310
Giuseppe Cerfeda
Appuntamenti
Miss Mamma 2025, le salentine con la fascia
A Carmiano si sono svolte le selezioni per “Miss Mamma Italiana 2025”, concorso nazionale di bellezza e simpatia che sostiene “Arianne”, Onlus per la lotta all’Endometriosi

Proseguono in tutta Italia le selezioni per Miss Mamma Italiana edizione 2025, concorso nazionale di bellezza e simpatia giunto quest’anno alla sua trentaduesima edizione, curato dalla Te.Ma Spettacoli di Paolo Teti (ideatore e Patron del concorso) e riservato a tutte le mamme di età compresa tra i 25 ed i 45 anni, con fascia “Gold” per le mamme dai 46 ai 55 anni e fascia “Evergreen” per le mamme con più di 56 anni.
Miss Mamma Italiana sostiene Arianne, associazione Onlus per la lotta all’Endometriosi, una malattia cronica, progressiva ed invalidante, ancora poco conosciuta, che in Italia colpisce quasi 4 milioni di donne fin dall’adolescenza e che, per questo motivo, deve essere ben conosciuta per permettere un’attivazione spontanea in caso di sintomi sospetti.
Al cine teatro “Fratelli Lumiere” di Carmiano, si è svolta una selezione valevole per l’elezione di Miss Mamma Italiana 2025.
Le mamme partecipanti, oltre a sfilare in passerella con abiti eleganti, hanno sostenuto una prova di abilità (come cantare, ballare, illustrare ricette gastronomiche, cimentarsi in esercizi ginnici ed in prove creative ed artistiche), che rappresentasse la loro personalità.
La giuria ha proclamato vincitrice della selezione Eva Agrimi, 30 anni, estetista, di Carmiano, mamma di Rachele ed Ester, di 7 e 3 anni; la fascia Miss Mamma Italiana Gold (riservata alle mamme dai 46 ai 55 anni), è andata ad Alessandra Semeraro, 47 anni, coreografa, di Arnesano, mamma di Nicholas e Michael, di 16 e 14 anni; mentre la fascia Miss Mamma Italiana Evergreen (riservata alle mamme con più di 56 anni) è andata a Rosa Stringano, 56 anni, casalinga, di Modugno (BA), mamma di Nancy e Sharon, di 39 e 21 anni.
LE ALTRE MAMME PREMIATE
Miss Mamma Dolcezza, Lisa Pierri, 44 anni, avvocato, di Copertino, mamma di Marco di 10 anni;
Miss Mamma Eleganza, Mery Martina, 42 anni, cassiera, di Galatina, mamma di Anastasio e Ginevra;
Miss Mamma in Gambe, Angela Antonaci, 34 anni, imprenditrice, di Botrugno, mamma di Giada e Gioia, di 14 e 10 anni;
Miss Mamma Solare, Maria De Jesus, 40 anni, imprenditrice, di Otranto, mamma di Fabrizio e Salvatore, di 24 e 13 anni;
Miss Mamma Sorriso, Klaudia Zaneta, 34 anni, casalinga, di Monteroni, mamma di Diletta, Jonela, Silvia, Viviana ed Enga, di 13, 10, 8, 6 e 3 anni;
Miss Mamma Sprint, Serena Rizzelli, 45 anni, assistente sociale, di Tricase, mamma di Angelica di 15 anni e dei gemelli Jacopo e Francesco, di 11 anni;
Miss Mamma Simpatia, Verena Tarantino, 30 anni, casalinga, di Copertino, mamma di Kevin, Nicolò e Giulio, di 12, 10 ed 1 anno;
Miss Mamma Gold Fashion, Anna Panico, 52 anni, avvocato, di Monteroni, mamma di Gabriele, Alessandro e Nicolò, di 14, 13 e 10 anni;
Miss Mamma Gold Radiosa, Loredana Zaccaro, 55 anni, imprenditrice, di Valenzano (BA), mamma di Angelo ed Asia Pia, di 30 e 21 anni;
Miss Mamma Gold Sportiva, Anna Giusy Perrone, 46 anni, casalinga, di Lequile, mamma di Melany, Jacopo e Matteo, di 16, 12 e 7 anni;
Miss Mamma Gold Simpatia, Simona Manca, 55 anni, casalinga, di Arnesano, mamma di Tania e Nicholas, di 31 e 30 anni;
Miss Mamma Evergreen Glamour, Maria Chimienti, 62 anni, casalinga, di Manduria (TA), mamma di Andrea e Simone, di 33 e 29 anni.
L’evento è stato presentato da Lucia Dipaola, referente del concorso, per la Puglia.
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Da sinistra, Rosa Stringano (vincitrice di selezione categoria “Evergreen”); Eva Agrimi (vincitrice di selezione categoria “Miss Mamma Italiana”); Lucia Dipaola presentatrice dell’evento ed Alessandra Semeraro (vincitrice di selezione categoria “Gold”). Nella foto in alto le 12 mamme della provincia di Lecce premiate
Attualità
Incendio d’auto a Ruffano nella notte
In fiamme una Audi in via Rattazzi, necessario l’intervento di vigili del fuoco, carabinieri e carro attrezzi

Incendio d’auto nella notte a Ruffano, attorno all’1:30 circa.
Sul posto è intervenuta una squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Tricase in via Rattazzi.
A prendere fuoco è stata un’autovettura marca Audi, per la cui rimozione si è reso necessario un carro attrezzi.
L’intervento del 115 è valso allo spegnimento dell’incendio e alla messa in sicurezza dell’area circostante, evitando il propagarsi delle fiamme e danni ad altri veicoli o abitazioni vicine.
Sul posto erano presenti i Carabinieri della Stazione di Casarano per gli accertamenti di competenza.
Le cause sono in corso di accertamento.
Attualità
Ospedale di Galatina tra criticità, degrado e cantieri fermi
“Solita” ispezione del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Pagliaro: «Laboratorio analisi nel degrado, situazione critica al Pronto soccorso e cantieri fermi. Ma c’è anche un fiore all’occhiello, il Centro trasfusionale»

«Siamo tornati nell’ospedale di Galatina, che avevamo ispezionato a giugno 2023. Ad aprile 2024 erano state esaminate in Commissione Sanità tutte le carenze emerse, e incassammo l’impegno del direttore generale Asl Rossi e dell’ex assessore Palese e risolverle in tempi brevi. A distanza di un anno, il bilancio è appena sufficiente perché molto resta ancora da fare».
Così il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia Domani, reduce dall’ennesimo blitz in una struttura sanitaria pubblica salentina.
CRITICITÀ AL PRONTO SOCCORSO
Le criticità maggiori al Pronto soccorso: «Locali angusti e inadeguati, il solito unico bagno promiscuo, solo una postazione di pronto intervento grave fra le tende, pazienti parcheggiati in barella anche la notte, spazi sacrificati e difficoltà operative».
Nel frattempo, la nuova sistemazione resta «un miraggio visto che il cantiere, così come quello della Terapia intensiva e sub intensiva, rimane bloccato».
LABORATORIO DI ANALISI PATOLOGICA CLINICA
Situazione molto critica al Laboratorio di analisi patologica clinica: «Abbiamo trovato alcuni locali fatiscenti e umidi, spogliatoi non a norma e l’antibagno utilizzato come spogliatoio. C’è una zona chiusa e degradata che otto anni fa è stata praticamente distrutta da un incendio e non è mai stata ripristinata. Abbiamo riscontrato la presenza di reagenti chimici abbandonati, frigoriferi non a norma per conservare prodotti chimici e farmaceutici, impianti elettrici con cavi precari e acque reflue a rischio biologico non adeguatamente trattate. Lo smaltimento dei reagenti prende una via rapida, diretta, probabilmente fuori protocollo. Si usano tubi volanti collegati a taniche di plastica di fortuna, a rischio rotture o perdite».
PERSONALE
Sul fronte del personale, «per risolvere il deficit che evidenziammo, finalmente ci sono stati rinforzi in quest’ultimo anno. Dopo decenni sono stati nominati i capisala, come in tutta la Asl Lecce».
APPARECCHIATURE OBSOLETE
Capitolo apparecchiature obsolete: «In Cardiologia sono stati sostituiti il carrello dell’emergenza, gli elettrocardiografi e l’ecografo guasti. Nelle sale operatorie, così come avevamo sollecitato, è stata sostituita tutta la ferristica che trovammo logora e antiquata. Mentre resta da rifare la pavimentazione, sostituendo il linoleum alle vecchie piastrelle».
A causa della mancanza di anestesisti, «vera piaga dell’intera azienda sanitaria, l’Unità di Terapia intensiva cardiologica non è operativa benché ci sia un reparto nuovo e attrezzato, che rimane chiuso».
Ferma anche la Rianimazione e «resta chiuso e inutilizzato il quarto piano che ospitava la Chirurgia».
Per quanto riguarda l’Oncologia, «l’ambulatorio funziona solo un giorno a settimana. Quello di Urologia è invece chiuso, come avevamo paventato, dopo il pensionamento dell’unico medico e dell’infermiere che erano in servizio. Funziona, invece, il servizio Dialisi, dove avevamo segnalato la necessità di sostituire l’elettrocardiografo e la carenza di infermieri specializzati.
Come avevamo richiesto, la Farmacia è stata dotata di nuovi computer, stampanti, sedie, poltrone e armadi.
La Riabilitazione non ha ancora una palestra, ma sono arrivati gli standing che avevamo richiesto per sollevare e trasportare in piedi i pazienti. Per il rifacimento degli spazi di Endoscopia digestiva, che non erano a norma, è stato approvato un progetto da 49mila euro».
Infine, la Nefrologia «continua a risentire della mancanza di personale, e in tutto l’ospedale si attende la dotazione di barelle e letti bariatrici per i pazienti obesi, che sono stati ordinati come avevamo sollecitato».
IL FIORE ALL’OCCHIELLO
L’ospedale di Galatina vanta anche «un fiore all’occhiello»: il Centro trasfusionale, «che opera a pieno ritmo e con un’ottima organizzazione».
Le donazioni di sangue intero si effettuano dalle 8,30 alle 10,30 dal lunedì al sabato, con l’accesso di sei donatori ogni mezzora previa prenotazione (al numero 0836 529223).
Chi non prenota va in coda o entra se qualcuno non si è presentato e il turno di sei non è completo.
Il Centro opera in stretta collaborazione con le associazioni di donatori di sangue, per contribuire a soddisfare le necessità trasfusionali dell’Asl di Lecce e sensibilizzare i cittadini alla cultura della donazione del sangue.
La struttura, collocata al piano terra e accessibile anche alle persone con disabilità, è dotata delle più moderne attrezzature mediche che permettono di lavorare in tranquillità e sicurezza.
Si può donare sangue intero, plasma e piastrine, dopo accurati accertamenti clinici ed ematochimici eseguiti nel laboratorio del Centro, che meriterebbe la classificazione di unità semplice a valenza dipartimentale.
«Usciamo da questa ispezione con un quadro di luci e ombre», tira le somme Pagliaro, «mai con il dito puntato ma con la mano tesa per portare in Regione le esigenze di questo ospedale e di tutto il territorio di Lecce e provincia».
Infine, il fondatore di Regione Salento annuncia: «Torneremo in tutte le strutture sanitarie già ispezionate per verificare se gli impegni assunti nelle relative audizioni in Commissione Sanità abbiano avuto seguito, e intanto proseguiremo con le visite al Dea e al Fazzi, reparto per reparto, sempre con l’obiettivo di contribuire a garantire il diritto alla salute a tutti i cittadini».
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