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Attualità

Lecce: Lupi giallorossi nella tana della capolista

Trasferta a Benevento domani alle 14e30. Lerda: “Ancora qualche dubbio di formazione. Occhio, loro giocano in contropiede”

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Cresce l’attesa in casa Lecce per la trasferta di domani a Benevento, valida per la 14° giornata di Lega Pro Girone C. La partita in casa della capolista sannita è l’occasione migliore per i giallorossi salentini per dimostrare di aver eliminato le scorie di un inizio campionato titubante, ma soprattutto per avvicinarsi prepotentemente alla vetta della classifica.


L'ultimo precedente in Campania

L’ultimo precedente in Campania


Appuntamento al Ciro Vigorito per domani alle 14e30, quando i risultati delle dirette concorrenti per i posti validi un play-off saranno già acquisiti. Giocano infatti oggi sia la Salernitana di Lotito, che ospita all’Arechi una Paganese a metà classifica, sia la Juve Stabia, impegnata sul campo del fanalino di coda, l’Aversa Normanna.


Un crocevia importante quindi la trasferta del Lecce, a metà tra la ghiotta possibilità di portar via punti pesanti dalla Campania, e la consapevolezza che una sconfitta potrebbe significare una complicazione non irrilevante nella rincorsa alla Serie B, con il Benevento che si porterebbe a 7 lunghezze.


Anche per questo i bookmaker sono orientati verso un risultato equilibrato, con il segno “X” quotato 3 e l’ ”1” in leggero vantaggio sul “2”. D’altronde, l’andazzo dei salentini lontano dal Via del Mare parla chiaro: 7 gol fatti e 7 subiti, per 2 vittorie 3 pareggi e 2 sconfitte fuori casa. Risultati altalenanti che compongono una statistica in equilibrio.


Ma alla squadra di Lerda poco importano i numeri: domani si scende in campo per vincere e per cancellare il beffardo pareggio dello scorso weekend quando il Catanzaro, sotto di due gol all’intervallo per la doppietta di Doumbia, ha gelato il pubblico leccese riacciuffando il pari al 91esimo.


Il mister ammette: “Ho ancora qualche dubbio sulla formazione”, anche se sembra sempre più probabile il rientro di Miccoli dal primo minuto. Il capitano, rimasto in panchina nello scorso match, potrà essere l’arma in più per scardinare un avversario che Lerda definisce “solido e non interessato agli estetismi”. “La squadra di Brini”, continua, “fa giocare gli avversari per poi colpirli in contropiede: dovremo stare attenti a non farci beffare. Comunque sia, il campionato è ancora lungo: l’esito di domani sarà importante ma non fondamentale”.


Il possibile ritorno del numero 10 salentino darebbe ancora più appeal al match che, già di per sé ricco di spunti, porrà di fronte l’unica imbattuta della classe (il Benevento) ed un “undici” reduce da 7 risultati utili consecutivi (il Lecce).

I lupi giallorossi sperano di prolungare questa striscia ricalcando, magari, l’esito dell’ultimo precedente, dello scorso maggio, quando gli stregoni furono eliminati ai playoff con un pari in Campania ed un 2a0 al Via del Mare.


Il clima al Ciro Vigorito domani sarà sicuramente infuocato, come spesso al Lecce capita di trovare in trasferta. Antipasto di quanto vivremo domenica, la scelta del Benevento di non autorizzare l’iniziativa “Porta un amico”, con la quale ciascun possessore di tessera del tifoso salentino avrebbe potuto acquistare un secondo biglietto.


Questa la probabile formazione leccese, trapelata dagli allenamenti blindati dei scorsi giorni:


(4-3-3) Caglioni; Mannini, Abruzzese, Martinez, Lopez; Lepore, Filipe Gomes, Sacilotto; Moscardelli, Miccoli, Doumbia.


Con Petrachi, Carini, Donida, Vinetot, Bogliacino, Carrozza, Papini, Rosafio, Sacillotto e Della Rocca a completare la lista dei convocati. Assenti Diniz e D’Ambrosio, infortunati.


Lorenzo Zito


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A Taviano, Pellegrino contro Stefanelli: i 32 nomi delle due liste

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A Taviano sarà sfida a due il prossimo 25 e 26 maggio in occasione delle amministrative che decideranno chi prenderà il posto dell’ex Giuseppe Tanisi, la cui esperienza si è conclusa prematuramente ad inizio 2025.

Radici e Futuro Taviano” candida a sindaco Francesco Pellegrino, già vicesindaco in occasione del primo mandato da primo cittadino di Tanisi (lo sostengono gli ex gruppi consiliari di Per la Città, Taviano Futura e Taviano Libera).

Candidati con lui al consiglio:

Sabrina Burlizzi,

Vito D’Argento,

Omar Del Rosario,

Gianni Fonseca,

Emanuela Garofalo,

Erika Leone,

Antonino Manni,

Daniela Meneleo,

Alessandra Mercutello,

Giorgia Montunato,

Silvia Palamà,

Stefano Piccinno,

Carlo Deodato Portaccio,

Paola Ria,

Germano Santacroce,

Marco Stefano.

È stata vicesindaca dell’ultimo mandato di Giuseppe Tanisi invece la candidata sindaca della lista “Taviano Guarda Avanti”, Serena Stefanelli.

Con lei:

Giuseppe Tanisi,

Antonella Previtero,

Paola Cornacchia,

Francesco Lezzi,

Salvatore Rainò,

Alessio Inguscio,

Massimo Mosticchio,

Chiara Minerva,

Lucy D’Ingiullo,

Martina Mauramati,

Mariassunta Garzia,

Simona Armida,

Marco Carluccio,

Elisa Ferocino,

Silvio Spiri,

Lucia Chetta.

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Tossico e invasivo: nell’Adriatico spunta il pesce palla argenteo

È pericoloso: ecco come comportarsi. Punto 1: non imitare i giapponesi, che praticano una sorta di ‘roulette russa’ alimentare

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Il pesce palla argenteo invade l’Adriatico: allarme per la salute e l’ecosistema

Il pesce palla argenteo (Lagocephalus sceleratus), una specie marina altamente tossica e invasiva, è stato recentemente avvistato nel Mar Adriatico, segnando la sua presenza più settentrionale mai registrata nel Mediterraneo.

La cattura di un esemplare lungo oltre mezzo metro nella baia di Medulin, in Istria, ha destato preoccupazione tra pescatori e biologi marini.

Caratteristiche e pericolosità

Originario delle acque tropicali dell’Oceano Indiano e del Mar Rosso, il pesce palla argenteo è entrato nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez, un fenomeno noto come migrazione lessepsiana. Questa specie è nota per la presenza di tetrodotossina, una neurotossina estremamente potente contenuta in organi come fegato, gonadi, pelle e intestino. Anche una piccola quantità può causare gravi intossicazioni e, in alcuni casi, la morte. La tossina resiste alle alte temperature, rendendo il consumo del pesce pericoloso anche dopo la cottura. 

Oltre alla sua tossicità, il pesce palla argenteo possiede una bocca dotata di denti robusti, capaci di esercitare una forza impressionante. È anche una specie piuttosto territoriale, pronta a difendere i suoi spazi dagli invasori. In altre zone del Mediterraneo sono stati segnalati episodi di morsi ai bagnanti, con conseguenze mediche rilevanti. 

Impatto sull’ecosistema

La presenza del pesce palla argenteo rappresenta una minaccia significativa per l’ecosistema marino. Si nutre di una vasta gamma di organismi, tra cui molluschi e crostacei, alterando l’equilibrio della catena alimentare. Inoltre, è noto per danneggiare le reti da pesca, aggravando le difficoltà della pesca artigianale. 

Raccomandazioni per pescatori e bagnanti

Non consumare: evitare assolutamente di mangiare il pesce palla argenteo, anche se cotto. Manipolazione: in caso di cattura accidentale, maneggiare con estrema cautela e utilizzare guanti protettivi. Segnalazione: riportare immediatamente l’avvistamento alle autorità marittime o agli enti di ricerca locali.

Informazione: diffondere la conoscenza di questa specie tra comunità di pescatori e bagnanti per prevenire incidenti.

La diffusione del pesce palla argenteo nel Mar Adriatico è un segnale d’allarme che richiede attenzione e collaborazione tra cittadini, pescatori e istituzioni per proteggere la salute pubblica e preservare l’equilibrio degli ecosistemi marini.

La ‘roulette russa’ alimentare giapponese

In Giappone ci preparano il fugu, una delicatezza da brivido. Una “roulette russa alimentare” che va preparata da chef che hanno studiato 1 anno solo per servire questo piatto.  Il segreto è lasciare quel tanto di veleno sufficiente a dare un po’ di euforia, ma niente piu’.

Se mangi questo pesce palla, mangi la tetrodotossina, un veleno micidiale, derivato dai batteri che vivono nelle alghe che lui mangia. A quel punto non hai scampo.

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Le scarpe con cui il Papa è stato sepolto vengono da Miggiano

Francesco ha voluto che fossero quelle che indossava tutti i giorni: al suo funerale, gli occhi del mondo su quel prodotto dell’artigianalità salentina

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Miggiano e tutto il Salento entrano nella storia di Papa Francesco, in uno dei momenti più solenni e commoventi della Chiesa cattolica.

Oggi, in occasione dei funerali del Santo Padre, il mondo intero ha posato lo sguardo su un dettaglio carico di significato: le scarpe con cui Papa Francesco ha scelto di essere sepolto.

Il Pontefice infatti ha espresso il desidero di portare con sé nell’aldilà le sue umili scarpe di tutti i giorni. Ecco infatti che nelle foto che hanno fatto il giro del mondo si scorge quel paio di scarpe nere, consumate dall’utilizzo.

Un dettaglio che per il Salento ha un valore enorme, perché quelle scarpe sono nate a Miggiano.

Ne dà notizia il Comune in una nota in cui spiega che sono state realizzate nell’aprile 2024 dal Laboratorio Ortopedico Bello srl. Opera dei fratelli Vittorio e Giuseppe Bello (che negli anni hanno sempre recapitato di persona al Santo Padre il loro prodotto), le calzature ortopediche sono testimonianza di dedizione e di mani esperte che, nel silenzio dei laboratori, hanno creato qualcosa di infinitamente prezioso.

Il Comune di Miggiano ha espresso con orgoglio questo sentimento in una nota ufficiale:

“Papa Francesco porta con sé un pezzo di Miggiano e così ci sentiamo a lui ancor più vicini. La Comunità di Miggiano è onorata di aver offerto al Pontefice il pregio del proprio artigianato locale.”

Non si tratta solo di un onore per Miggiano, ma di un vero tributo all’intero Salento, terra di saperi antichi, di mani sapienti, di tradizione artigiana che riesce ancora a parlare al mondo con la lingua della qualità e della cura.

In un’epoca di globalizzazione e produzione industriale di massa, il fatto che il Papa abbia scelto — per il momento più intimo e sacro della sua esistenza terrena — delle scarpe fatte a mano in un piccolo comune salentino, ha un significato immenso. È la consacrazione di un modo di lavorare autentico, umano, profondamente radicato nella nostra identità.

Oggi le immagini del Santo Padre, vestito con la semplicità che l’ha sempre contraddistinto, e calzato con quelle scarpe di Miggiano, hanno fatto il giro del mondo.

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