Attualità
Lo stalking naviga su internet
Parla il criminologo Feltri. “Una forma aggiornata, subdola e moderna posta in atto tramite le nuove tecnologie”

Il fenomeno dello stalking, molto diffuso, nel nostro paese ha avuto un lungo e travagliato percorso prima di essere riconosciuto come reato. Indubbiamente, la cronaca e l’attenzione da parte dei mass media si sono rivelati fondamentali nel consentire l’elaborazione e lo studio dello stalking. Le ricerche criminologiche, gli studi statistici, i molti casi discussi in aule di tribunale, ci evidenziano come questo fenomeno possa intaccare tutti e non necessariamente una specifica categoria di persone. La condotta stalkizzante è spesso scatenata dalla fine di un rapporto, i comportamenti intrusivi posti in atto dallo stalker sono dunque tentativi di trasmettere alla vittima il proprio stato emotivo, i propri bisogni, manifestazioni che oscillano tra sentimenti opposti come amore, odio, vendetta e rabbia. Sebbene il profilo della vittima e quello dello Stalker, a causa della complessità e dell’eterogeneità del fenomeno non possano essere delineati con assolutismo, si può affermare grazie a recenti studi, che la maggioranza delle vittime sono donne nella fascia d’età tra i 18 e i 24 anni. Tuttavia ciò è variabile anche in base alla tipologia di stalker, ad esempio la fascia più colpita dallo ‘’stalker respinto’’ o dallo ‘’stalker risentito’’ sembra essere quella delle donne tra i 35 e i 45 anni. Per saperne di più sullo stalking abbiamo chiesto il parere di uno dei massimi esperti a livello internazionale, il criminologo Andrea Feltri, che tiene periodicamente anche nel Salento interessanti convegni sul tema.
Dottor Feltri che cosa si intende esattamente per stalking?
“Stalking, ovvero “sindrome del molestatore assillante” è un termine di lingua anglofona che indica una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge un’altra persona, perseguitandola ed ingenerando stati di ansia e paura, che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità. Letteralmente stalking significa “fare la posta”, e si manifesta attraverso una serie di comportamenti basati sulla comunicazione e/o sul contatto, ma in ogni caso connotati dalla ripetizione, insistenza e intrusività. Essenzialmente si tratta di un insieme di molestie psicologiche che si esplicano con comportamenti persecutori, atteggiamenti minacciosi e di controllo nei confronti di una o più persone”.
Quali possono essere le cause di tali atteggiamenti patologici?
“Possono essere diverse, spesso si traducono in casi di abbandono o di amore respinto (le vittime più giovani) o per separazione o divorzio. Il movente sembra essere spesso una separazione non accettata. Lo/a stalker, in realtà, sviluppa disturbi relazionali legati ad eventi traumatici non elaborati e che manifestano un gran bisogno di “affetto”. Parliamo di soggetti con una personalità debole o non ancora ben formata e che, per la paura di essere abbandonati, magari come ripetizione di esperienze infantili precoci di separazioni avvenute, si legano in maniera ossessiva a qualcuno. Si sottolinea quindi la possibile esistenza e persistenza nel soggetto stalker di un modello di attaccamento insicuro, per cui il soggetto non può fare a meno dell’altra persona, la quale diventa funzionale per la propria esistenza. L’attaccamento è la tendenza della persona a strutturare dei legami affettivi con persone significative, la cui perdita può produrre disagi emotivi e disturbi di personalità, sia nel bambino che nell’adulto”.
Oggi lo stalking naviga anche su internet…
“Si tratta di una forma aggiornata, subdola e moderna di stalking posto in atto tramite le nuove tecnologie. Lo/a stalker in tal caso, molesta e disturba la vittima tramite chat e/o inviandole una grande quantità di e-mail dal contenuto offensivo o minatorio, introducendosi nel sistema informatico della vittima, pubblicando in rete informazioni offensive e lesive della persona. Parliamo di cyberstalking e si verifica quando le molestie assillanti vengono perpetrate mediante un qualsiasi dispositivo di comunicazione elettronica, pertanto non solo in internet, ma anche tramite telefonini, con sms e mms. C’è da dire che con la diffusione dei social network il cyberstalking ha avuto una crescita esponenziale, l’utilizzo degli stessi difatti comporta l’immissione di numerosi dati personali che possono essere facilmente reperiti e utilizzati dal molestatore assillante. Chiunque sia presente in rete è una potenziale vittima facilmente raggiungibile, internet offre inoltre ampie possibilità di comunicazione e interazione tra sconosciuti e ciò rappresenta terreno fertile per lo stalker”.
“Esistono certamente diverse tipologie di vittime, per citarne alcune parto con la “vittima personale”, ossia quella che ha avuto un precedente rapporto d’amore o d’amicizia con lo stalker, il quale agisce per riconquista o vendetta; la ‘’vittima per professione”, dunque parliamo dei “professionisti d’aiuto”, tra cui rientrano medici, psicologi, assistenti sociali, insegnanti, avvocati, e ogni altra figura contro cui lo stalker pone in atto comportamenti molesti volti ad una richiesta di attenzione oppure una ricerca di vendetta per l’attribuzione di una responsabilità di questi, reale o presunta. Vorrei citare anche ‘’la conoscente’’, che si configura quando la vittima è una persona incontrata accidentalmente e con la quale lo stalker non ha alcuna reale relazione; e la “vittima mediatica”, che come dice la definizione stessa è un personaggio famoso, di cui lo stalker è fan.
Quali misure adottare per scoraggiare il molestatore assillante?
Tenendo presente che non tutti i casi di stalking sono uguali, non è possibile generalizzare in riferimento alle modalità comportamentali di difesa che possono essere adattate alle circostanze e alle diverse tipologie di persecutori, certamente il primo passo da fare è non negare il problema. Occorre evitare che il soggetto passivo si cristallizzi nella figura di “vittima” nei riguardi del persecutore. Se vi sono molestie telefoniche, non cambiare numero. Anche in questo caso, infatti, le frustrazioni aumenterebbero la motivazione allo stalking. È meglio cercare di ottenere una seconda linea, lasciando che la vecchia linea diventi quella su cui il molestatore può continuare a telefonare, magari mentre azzerate la suoneria e rispondete gradualmente sempre meno. Nel frattempo, tentare di produrre delle prove delle molestie continue e assillanti, evitando di lasciarsi prendere dalla rabbia o dalla paura e raccogliere più dati possibili delle stesse. Inoltre sarebbe utile mantenere sempre a portata di mano un cellulare in più per chiamare in caso di emergenza.
Antonella Marchisella
Attualità
Acque depurate per i campi di Carpignano e Martano
“Rete irrigua consortile per il riuso delle acque depurate”: i lavori, appena affidati per un importo di circa un milione e 800mila euro, dovranno concludersi in duecento giornate lavorative, quindi entro sette mesi

«Con soddisfazione, stiamo per risolvere definitivamente la vicenda della “Rete irrigua consortile per il riuso delle acque depurate” nei nostri territori»: lo annunciano con una nota congiunta i sindaci di Carpignano Salentino e Martano.
Un progetto innovativo e ambientalmente strategico, approvato nel 2002 e completato nel 2006, ma mai attivato a causa di problemi legati al depuratore consortile. Inizialmente, mancava una soluzione per lo smaltimento finale delle acque trattate, poiché le trincee drenanti non erano state realizzate.
Successivamente, anni di abbandono e vandalismi avevano reso inutilizzabili la vasca di accumulo e la rete irrigua.
Per superare queste criticità e valorizzare gli investimenti già effettuati, soprattutto in un contesto in cui l’acqua è diventata indispensabile per il reimpianto degli ulivi colpiti dalla Xylella fastidiosa, le amministrazioni comunali di Carpignano e Martano hanno richiesto ripetutamente l’intervento della Regione Puglia.
«Grazie all’impegno di tutta l’amministrazione regionale e, in particolare, del Presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, del consigliere regionale Cristian Casili e dell’Assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia», fanno sapere i sindaci Mario Bruno Caputo di Carpignano Salentino e Fabio Tarantino di Martano, «si raggiungerà l’obiettivo di ripristinare e rendere pienamente funzionanti gli impianti danneggiati, garantendo una gestione efficace delle risorse idriche e il loro riutilizzo in agricoltura».
I lavori, appena affidati, per un importo di circa € 1milione e 800mila dovranno concludersi in sette mesi (200 giornate lavorative).
«Questo risultato rappresenta un passo fondamentale per il nostro territorio», aggiungono i due primi cittadini, «ringraziamo la Regione Puglia, il consiglio regionale, la giunta e tutti i funzionari coinvolti per aver compreso l’importanza ambientale ed economica di questo intervento, nonché tutte le amministrazioni comunali di Carpignano e Martano storicamente coinvolte nella realizzazione del depuratore consortile e della rete irrigua». Recuperare e riutilizzare le acque depurate, ricche di nutrienti come l’azoto, significherà evitare sprechi idrici oggi dispersi nel terreno e fornire un sostegno concreto al settore agricolo, in particolare all’olivicoltura, gravemente colpita dalla crisi causata dalla Xylella.
«Questo progetto», si legge ancora in una nota congiunta dei sindaci di Carpignano e Martano, «è frutto di un lavoro corale e della determinazione di tutti gli attori coinvolti, a partire dalla Cooperativa San Giorgio, che ha fortemente sollecitato l’attivazione di questa infrastruttura per sostenere il reimpianto degli ulivi e il rilancio del comparto olivicolo. Si tratta di un intervento di grande rilevanza per il territorio, che fornisce una risposta tangibile alle problematiche legate alla penuria idrica e agli effetti dei cambiamenti climatici, in quanto il recupero e il riutilizzo delle acque depurate non solo mitigano l’impatto ambientale, ma offrono una risposta strutturale alle emergenze idriche, garantendo un supporto fondamentale al settore agricolo e alla rinascita dell’olivicoltura locale.
L’IMPIANTO
Attraverso tale intervento si consoliderà, dunque, un modello di gestione sostenibile delle risorse idriche, capace di affrontare le sfide del presente e preparare il territorio alle necessità future.
Dal punto di vista tecnico, la rete irrigua interesserà un’area di circa 1500 ettari, suddivisa in sette settori, che verranno serviti in modo rotativo grazie a un sistema automatizzato gestito da valvole elettroniche.
Le acque reflue urbane, dopo essere state trattate nel depuratore consortile e sottoposte a disinfezione mediante raggi UV, saranno convogliate in un serbatoio di accumulo con una capacità di 7mila metri cubi, garantendo una distribuzione costante dell’acqua per un periodo di circa quattro giorni.
L’impianto sarà in grado di erogare una portata di 28 litri al secondo (equivalente a 100 metri cubi all’ora), destinata all’irrigazione mirata, una tecnica che compensa le perdite idriche dovute all’evaporazione e alla traspirazione vegetale.
I lavori, tra l’altro, includono: l’ampliamento della camera di comando per facilitare l’utilizzo delle valvole; il ripristino delle connessioni tra le vasche e l’automazione del sistema di accumulo delle acque depurate; il rifacimento dello scarico delle acque in eccesso; la manutenzione straordinaria dei locali tecnici; la revisione completa del gruppo elettrogeno; l’installazione di un sistema antintrusione per garantire la sicurezza degli impianti; e l’adeguamento dei punti di collegamento agli utenti. Con questo progetto, i Comuni di Carpignano Salentino e Martano confermano il loro impegno per uno sviluppo sostenibile e per il sostegno alle attività agricole, pilastro economico e culturale del territorio.
MARTEDÌ 29 LA PRESENTAZIONE UFFICIALE
I lavori saranno ufficialmente presentati presso la Sala Conferenza della Cooperativa San Giorgio in Carpignano (S.P. 48) martedì 29 aprile alle ore 19, alla presenza della presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, accompagnata dall’assessore Donato Pentassuglia, dal responsabile delle Risorse Idriche Andrea Zotti, dalla direttrice di Aqp Francesca Portincasa, dal direttore generale di Arif Francesco Ferraro e dai sindaci dei due comuni interessati.
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Attualità
A Taviano, Pellegrino contro Stefanelli: i 32 nomi delle due liste

A Taviano sarà sfida a due il prossimo 25 e 26 maggio in occasione delle amministrative che decideranno chi prenderà il posto dell’ex Giuseppe Tanisi, la cui esperienza si è conclusa prematuramente ad inizio 2025.
“Radici e Futuro Taviano” candida a sindaco Francesco Pellegrino, già vicesindaco in occasione del primo mandato da primo cittadino di Tanisi (lo sostengono gli ex gruppi consiliari di Per la Città, Taviano Futura e Taviano Libera).
Candidati con lui al consiglio:
Sabrina Burlizzi,
Vito D’Argento,
Omar Del Rosario,
Gianni Fonseca,
Emanuela Garofalo,
Erika Leone,
Antonino Manni,
Daniela Meneleo,
Alessandra Mercutello,
Giorgia Montunato,
Silvia Palamà,
Stefano Piccinno,
Carlo Deodato Portaccio,
Paola Ria,
Germano Santacroce,
Marco Stefano.
È stata vicesindaca dell’ultimo mandato di Giuseppe Tanisi invece la candidata sindaca della lista “Taviano Guarda Avanti”, Serena Stefanelli.
Con lei:
Giuseppe Tanisi,
Antonella Previtero,
Paola Cornacchia,
Francesco Lezzi,
Salvatore Rainò,
Alessio Inguscio,
Massimo Mosticchio,
Chiara Minerva,
Lucy D’Ingiullo,
Martina Mauramati,
Mariassunta Garzia,
Simona Armida,
Marco Carluccio,
Elisa Ferocino,
Silvio Spiri,
Lucia Chetta.
Attualità
Tossico e invasivo: nell’Adriatico spunta il pesce palla argenteo
È pericoloso: ecco come comportarsi. Punto 1: non imitare i giapponesi, che praticano una sorta di ‘roulette russa’ alimentare

Il pesce palla argenteo invade l’Adriatico: allarme per la salute e l’ecosistema
Il pesce palla argenteo (Lagocephalus sceleratus), una specie marina altamente tossica e invasiva, è stato recentemente avvistato nel Mar Adriatico, segnando la sua presenza più settentrionale mai registrata nel Mediterraneo.
La cattura di un esemplare lungo oltre mezzo metro nella baia di Medulin, in Istria, ha destato preoccupazione tra pescatori e biologi marini.
Caratteristiche e pericolosità
Originario delle acque tropicali dell’Oceano Indiano e del Mar Rosso, il pesce palla argenteo è entrato nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez, un fenomeno noto come migrazione lessepsiana. Questa specie è nota per la presenza di tetrodotossina, una neurotossina estremamente potente contenuta in organi come fegato, gonadi, pelle e intestino. Anche una piccola quantità può causare gravi intossicazioni e, in alcuni casi, la morte. La tossina resiste alle alte temperature, rendendo il consumo del pesce pericoloso anche dopo la cottura.
Oltre alla sua tossicità, il pesce palla argenteo possiede una bocca dotata di denti robusti, capaci di esercitare una forza impressionante. È anche una specie piuttosto territoriale, pronta a difendere i suoi spazi dagli invasori. In altre zone del Mediterraneo sono stati segnalati episodi di morsi ai bagnanti, con conseguenze mediche rilevanti.
Impatto sull’ecosistema
La presenza del pesce palla argenteo rappresenta una minaccia significativa per l’ecosistema marino. Si nutre di una vasta gamma di organismi, tra cui molluschi e crostacei, alterando l’equilibrio della catena alimentare. Inoltre, è noto per danneggiare le reti da pesca, aggravando le difficoltà della pesca artigianale.
Raccomandazioni per pescatori e bagnanti
Non consumare: evitare assolutamente di mangiare il pesce palla argenteo, anche se cotto. Manipolazione: in caso di cattura accidentale, maneggiare con estrema cautela e utilizzare guanti protettivi. Segnalazione: riportare immediatamente l’avvistamento alle autorità marittime o agli enti di ricerca locali.
Informazione: diffondere la conoscenza di questa specie tra comunità di pescatori e bagnanti per prevenire incidenti.
La diffusione del pesce palla argenteo nel Mar Adriatico è un segnale d’allarme che richiede attenzione e collaborazione tra cittadini, pescatori e istituzioni per proteggere la salute pubblica e preservare l’equilibrio degli ecosistemi marini.
La ‘roulette russa’ alimentare giapponese
In Giappone ci preparano il fugu, una delicatezza da brivido. Una “roulette russa alimentare” che va preparata da chef che hanno studiato 1 anno solo per servire questo piatto. Il segreto è lasciare quel tanto di veleno sufficiente a dare un po’ di euforia, ma niente piu’.
Se mangi questo pesce palla, mangi la tetrodotossina, un veleno micidiale, derivato dai batteri che vivono nelle alghe che lui mangia. A quel punto non hai scampo.
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