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Attualità

Porto Cesareo trabocca di visitatori: quando l’overtourism inizia a fare paura

Si parla di una media di 200mila persone stabili in ogni giorno di agosto in un comune che normalmente ne conta poco più di 6mila. Le forze dell’ordine: non si è mai vista tanta gente

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Passano gli anni e si fronteggiano lockdown, ma il Salento si conferma ancora una volta il trend estivo per eccellenza sia del “turismo di prossimità”, sia degli avventori internazionali. Insomma, tutti vogliono fare un tuffo nelle acque salentine ed immergersi nella quiete dei suoi borghi. Chi si frega le mani sono senza dubbio i ristoratori, i gestori di lidi, gli albergatori, gli operatori del turismo in genere, la cui minaccia più grande non era rappresentata dal virus ma da un tracollo dell’economia locale.


Eppure a fianco a loro c’è un’intera popolazione sempre più disorientata da quest’ondata travolgente di visitatori. Il bilancio di quest’estate parla di un Salento stanco, piegato da una pandemia (e dal caldo) ma soprattutto da un flusso di gente incontrollato, che si riversa nelle strade di comuni di poche migliaia di abitanti che per un paio di mesi si trasformano in metropoli improvvisate, colme fino a non bastare più.


Ne sanno qualcosa gli abitanti di Porto Cesareo, una delle località più apprezzate dai turisti e dai frequentatori locali e, di conseguenza, tra quelle maggiormente prese d’assalto: secondo i primi dati si parla di una media di 200mila persone stabili in ogni giorno di agosto in un comune che normalmente ne conta poco più di 6mila. Un milione di visitatori e turisti è previsto nell’intero mese anche se il report definitivo, puramente indicativo a causa di un dilagante abusivismo negli affitti delle abitazioni, si potrà avere solo ad ottobre.


Di fronte a questo scenario la domanda, per quanto scomoda e mordace, sorge quasi spontanea: esiste un confine oltre il quale il turismo cessa di rappresentare una ricchezza e comincia a somigliare ad un’invasione di massa? Da forze dell’ordine, politici e operatori del turismo la considerazione è unanime: non si era mai vista tanta gente. Il fenomeno di overtourism ha raggiunto livelli tali da spodestare gli stessi residenti dalle loro coste, costringendoli a virare verso nord, in provincia di Taranto.


La sindaca di Porto Cesareo Silvia Tarantino, consapevole della necessità di studiare un nuovo modello di turismo, ha richiesto  l’intervento del tavolo prefettizio. L’auspicio della sindaca è di modulare strategie efficaci di intervento insieme ai membri della polizia locale, carabinieri, guardia di finanza, capitaneria di porto, per evitare che la situazione sfugga al controllo. “In questa estate 2021 – spiega Silvia Tarantino – Porto Cesareo registra presenze da capogiro e per questo ringrazio tutti i turisti che ci hanno scelto come meta delle loro vacanze ma anche gli operatori del territorio e i residenti che stanno facendo di tutto per garantire servizi di qualità e accoglienza. Di contro, si registrano una serie di problematiche che rischiano di mandare in tilt le vacanze di molti e di abbassare il livello di percezione di sicurezza nonostante l’impegno delle forze dell’ordine sul territorio. Nel corso dell’estate ho più volte inviato notizie a prefettura e questura, è evidente che all’aumento esponenziale di presenze dovrebbe corrispondere una maggiore dotazione di uomini sul territorio. Erano due le unità a rinforzo previste inizialmente per la locale caserma dei carabinieri e sono salite a sei e di questo ringrazio l’ufficio territoriale di governo. Ma non è abbastanza. lo dimostrano le cronache di questi ultimi giorni che parlano di risse, rave, incidenti stradali, abusivismo commerciale. Una questione – conclude – che va affrontata di petto e risolta con tutte le forze in campo in sinergia”.

Ebbene sono proprio i fatti di cronaca degli ultimi giorni a far scattare l’allarme del primo cittadino cesarino. Nella caserma dei carabinieri all’apertura della stazione, alle 7 del mattino, ci sono già persone in attesa e in tarda serata non si è ancora finito. Senza contare le chiamate notturne al 112 gli interventi diurni riguardano liti, ubriachezza molesta, incendi, truffe, litigi, occupazioni di spazi comuni, furti e rapine e tutto ciò che può accadere con una simile densità di popolazione.


Forse allora è davvero il momento di chiedersi quando il turismo smetta di portare benefici e inizi a caricarsi di costi sociali, come primo passo per sospingere una campagna di riorganizzazione dei flussi in grado di restituire ai residenti la loro quiete e ai turisti l’autenticità della nostra terra.


Gioele Zito


Attualità

Incendio d’auto: distrutta una Clio, si indaga

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In fiamme nella notte un’auto di proprietà di una società intestata ad un uomo di 64 anni.

E’ l’ennesimo incendio notturno di autovetture in Salento e si è verificato alle ore 02:34 circa della nottata tra sabato e domenica a Cavallino.

Nel rione Castromediano è intervenuta una squadra dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Lecce, in via Alberto Bertoli.

La macchina distrutta dalle lingue di fuoco è una Renault Clio grigia che era ferma in sosta sulla sede stradale.

Il lavoro del personale dei vigili del fuoco ha scongiurato il propagarsi dell’incendio e ulteriori danni a persone, cose o pericoli per la pubblica e privata incolumità.

Sul posto erano presenti i carabinieri della stazione di Cavallino. Le cause dell’evento sono in fase di accertamento.

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Attualità

Svolta in vista per la festa patronale di Taurisano

Una lettera al Vescovo segnala uno “stato d’agitazione” tra i cittadini per una decisione, a suo modo, storica: quella del parroco di escludere, dopo ben 148 anni, la ditta Parisi dall’allestimento delle luminarie per Santo Stefano

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Da “Il Gallo” cartaceo n.07 del 2025

a cura di Lor. Z.

La continuità nel segno della tradizione o il cambiamento in nome di una equa rotazione? È il bivio dinanzi al quale, a Taurisano, si pone la festa patronale di Santo Stefano. Una ricorrenza che si rinnova di anno in anno in nome di una fede lunga un millennio.

A sollevare oggi il dubbio è Antonio Montonato, presidente dell’Associazione Onlus “Idee Valori e Solidarietà”, che scrive al vescovo Mons. Vito Angiuli per attenzionare quella che, a suo dire, è una situazione che sta agitando gli animi dei miei concittadini.

Oggetto della missiva è la scelta, per la festa del prossimo agosto, di non incaricare la ditta Parisi dell’allestimento delle luminarie.

Quest’anno”, scrive Montonato a sua Eccellenza, “Don Gionatan (parroco della parrocchia della Trasfigurazione di N.S.G.C., NdR) ha escluso in modo dittatoriale la ditta Parisi, un’eccellenza locale che ha portato alla ribalta il nome della nostra Città a livello internazionale. La ditta Parisi”, continua la lettera, “dal 1876 (ossia per 148 anni) ha all’allestito nella nostra Città le strade e piazze del borgo, in onore del Santo Patrono Stefano, con devozione, lealtà e calore. Durante questi anni la ditta Parisi è stata più volte onorata di prestigiosi premi nazionali ed internazionali tra cui quello a Montecitorio”.

Una tradizione che, secondo Montonato, andrebbe rinnovata ad occhi chiusi, ma che “il parroco”, scrive, “vuole sconvolgere senza rispettare la storia secolare”.

L’argomento, rimbalzato anche sui social, è già oggetto di discussione in paese e, con tutta probabilità, è giunto alle porte della Diocesi già prima che Montonato mettesse mano al calamaio.

Ad ogni modo, il presidente di “Idee Valori e Solidarietà” adduce altre motivazioni a sostegno della sua tesi: “La festa patronale viene organizzata con le offerte libere dei cittadini, con gli sponsor offerti da attività commerciali ed artigianali locali e, da ultimo, con l’importante contributo economico, solitamente pari a 10mila euro, elargito dal Comune. Appare quindi insolito e discutibile il fatto che un parroco subentri nella gestione ed organizzazione della festa patronale, sostituendosi ai comitati costituiti ad hoc, arrivando a stravolgere le tradizioni locali, quelle tradizioni che si tramandavano di generazione in generazione”.

Ebbene è proprio qui che la matassa trova il suo bandolo: nelle funzioni del parroco in seno alle celebrazioni della festa patronale.

Tant’è che la Diocesi, cui abbiamo richiesto le ragioni di questa la scelta a suo modo storica, nel non ribattere a quanto sostenuto dal signor Montonato, risponde senza dare risposta. Ossia, rimanda al Regolamento diocesano per il Comitato Feste Religiose.

Il documento recita: “Presidente del Comitato è sempre il Parroco, che si avvale della consulenza del consiglio pastorale parrocchiale nel determinare quali feste celebrare, e nel dare gli orientamenti generali per lo svolgimento dei festeggiamenti esterni”. Allo stesso parroco spettano anche la nomina del presidente delegato; l’accoglimento della lista dei componenti il Comitato ed il compito di dare indirizzo circa il programma della festa.

Il ruolo assunto, nel caso specifico, da don Gionatan, quindi, appare tutt’altro che arbitrario, come la missiva inviata al vescovo vuol far intendere.

C’è tuttavia un passaggio che tiene aperta la discussione. Lo stesso regolamento diocesano specifica, al primo punto sull’argomento, che “il Comitato Feste è espressione della comunità parrocchiale. Quanto sta accadendo a Taurisano porta a chiederci se questo assunto, attorno alla festa di Santo Stefano, sia ancora osservato. Chiediamo a voi, quindi, di esprimervi, raccontandoci il vostro punto di vista. Scriveteci su WA al 371 37 37 310.

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Attualità

Caro biglietti: tornare in Salento ad aprile è un salasso

Per chi parte da Milano, treni sopra i 300 euro ed aerei oltre i 600

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Tanti ponti, tanti soldi. Un salasso le festività di questo mese di aprile per chi si vuole spostare. In particolar modo per coloro che vogliono fare rientro in Salento dal nord Italia.

Lo si evince da uno studio di Assoutenti sulle tariffe di aerei, treni e pullman, un report da cui emergono dati incredibili come quelli che seguono.

Imbarcandosi da Linate venerdì 18 aprile e tornando martedì 22 aprile, un biglietto per Brindisi costa oggi un minimo di 619 euro, più di un volo di andata e ritorno per New York nelle stesse date (da 571 euro con uno scalo). Servono poi almeno 518 euro per volare da Linate a Catania e ritorno, 499 euro per Palermo, 460 euro per Cagliari. Il volo di andata e ritorno da Genova a Catania, nelle stesse date, parte oggi da un minimo di 401 euro, e si spende più o meno lo stesso (398 euro) da Torino a Lamezia Terme.

Non va meglio a chi sta acquistando in questi giorni un biglietto del treno: per la tratta Milano-Reggio Calabria la spesa va da 104,4 (scegliendo collegamenti lenti) a 345 euro per quelli più veloci. Partendo invece da Torino (solo andata), si spende da un minimo di 195 euro, se si scelgono orari scomodi e soluzioni con lunghi tempi di percorrenza, a 360 euro per i collegamenti migliori. Si sfiorano 340 euro per andare da Genova a Lecce, 320 euro da Milano a Lecce, 311 euro da Torino a Lecce, 310 euro da Milano a Salerno.

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