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Attualità

Puglia: Export +10%

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La Puglia che guarda all’estero, capace di affermarsi sui mercati internazionali e di crescere più delle macro-aree del Nord Italia, posizionandosi tra le 5 regioni più dinamiche per export.


Lo hanno evidenziato i dati ISTAT del II trimestre 2019 che segnano un aumento del +10% per il territorio, e lo conferma l’Anteprima dell’Osservatorio MECSPE focus Puglia, presentata da Senaf presso la Nuova Fiera del Levante, in occasione dei “LABORATORI MECSPE, la via italiana alla fabbrica intelligente”.


L’appuntamento, un’anticipazione dei contenuti che saranno diffusi prossimamente nella prima edizione di MECSPE Bari (28-30 novembre, Nuova Fiera del Levante), ha visto la partecipazione di Confindustria Bari-BAT, della Fondazione ITS Meccanica-Meccatronica A. Cuccovillo e di imprenditori e realtà locali chiamati a raccontare il processo di trasformazione digitale delle PMI del manifatturiero, con un confronto in materia di investimenti in competenze e formazione 4.0.


ANDAMENTO ECONOMICO E TRASFORMAZIONE DIGITALE


Sul fronte dell’export, il 26% degli imprenditori pugliesi intervistati dichiara di realizzare all’estero fino al 10% del proprio fatturato, il 13% dal 10% al 25%, un altrettanto 13% si spinge tra il 25% e il 45%, il 9% dal 45% al 70%, mentre il 7% supera ben il 70%.


Le aree geografiche a cui ci si orienta maggiormente vedono un dominio prevalente dell’Europa (Unione Europea), indicata da quasi 9 PMI su 10, interessate principalmente a Germania (45%), Francia (39%) e Spagna (37%). Il 29% guarda anche all’Europa extra-UE, al Nord America (21%), all’Africa e all’America Latina (16%), mentre Medio Oriente e Russia (13%), Asia (10%), Oceania (8%) rappresentano gli altri mercati di sbocco.


Una propensione guidata da una crescita del fatturato, che nel I semestre 2019 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ha riguardato il 67% delle testimonianze raccolte. La visione per i prossimi mesi dell’anno è di un’ulteriore crescita, seppur lieve (dal +2% al +5% per il 37%), forte per il 33% (dal +5% al +25%) e oltre il 25% per il 6% delle risposte. In generale, poco più della metà prospetta un andamento del mercato in positivo nei prossimi 3 anni e il 37% prevede che sarà stabile.


Anche il processo di trasformazione digitale è a buon punto, lo riconosce il 65% degli imprenditori che indica come molto o abbastanza la crescita aziendale raggiunta in quest’ottica.


Se però l’ostacolo della connettività sembra essere pienamente risolto (il 94% dichiara di averla già introdotta) e la sicurezza informatica è indicata dal 77% come l’aspetto tecnologico su cui si è maggiormente investito, rimangono alcune criticità che spesso impediscono il salto.

A partire dalla burocrazia, che ha un grave freno per il 31% dei rispondenti, seguita dall’incertezza normativa (22%), dalla dilatazione dei tempi giudiziari in caso di controversia (19%), dai tempi di pagamento (16%) e dagli aspetti fiscali (14%).


Emilio Bianchi, direttore di Senaf


«Anche le ultime analisi ISTAT mostrano una ritrovata dinamicità del tessuto imprenditoriale pugliese», ha dichiarato Emilio Bianchi, direttore di Senaf, «composto da PMI capaci di competere in un mercato sempre più digitale e di internazionalizzarsi, guidando una corsa che sta coinvolgendo l’intero Sud e Isole (+4% delle esportazioni), e il Centro Italia (+5%). Un cambiamento che riporta avanti dalle ultime file una parte d’Italia, ma che per compiersi del tutto deve essere supportato da una cultura dell’innovazione e da occasioni di confronto per ottenere conoscenze che possano assecondare l’aggiornamento necessario al processo produttivo. Opportunità che un appuntamento come MECSPE Bari è in grado di offrire, puntando alla formazione 4.0 come primo tassello fondamentale per costruire la fabbrica del futuro».


COMPETENZE E FORMAZIONE 4.0


La formazione si rivela la strada migliore per raccogliere appieno le opportunità offerte dalla rivoluzione industriale e l’Imprenditore/Top Manager è riconosciuta come la figura più adatta a valutare le competenze digitali e 4.0 in azienda, indicato dal 59% rispetto all’Innovation Manager e Responsabile Progetti I4.0 (22%).


Per portare l’innovazione in azienda, workshop e convegni (65%) e il trasferimento di conoscenza (61%) sono gli strumenti più utili, ma non mancano la partecipazione a fiere specializzate (42%), la consulenza mirata (36%), la tutorship di un’Università (27%), così come il confronto con aziende analoghe (23%).


Le Università rimangono il riferimento più importante per quanto riguarda la ricerca di nuove professionalità che facciano fronte alle sfide dell’Industria 4.0, scelte da 6 imprenditori su 10, seguite dagli Istituti tecnici (29%). Anche web e social sono strumenti ormai sempre più considerati per il recruiting specializzato: il 23%, infatti, se ne serve, ma un altrettanto 23% continua ad utilizzare anche canali tradizionali, come le agenzie di ricerca del personale.


Attualità

Porto Cesareo resta Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo

Confermata la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche

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L’Area Marina Protetta Porto Cesareo si conferma un’Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo (ASPIM), aggiudicandosi ancora una volta la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche.

La conferma della certificazione ASPIM è giunta al termine di una tre giorni di lavori sul campo da parte della commissione internazionale composta da Leonardo Tunesi, rappresentante del Focal Point, Robert Turk e Rais Chedly esperti internazionali, Antonio Terlizzi, esperto nazionale e dal direttore dell’AMP Porto Cesareo Paolo D’Ambrosio.

L’iter per ottenere il riconoscimento come da regolamento è passato dall’attivazione di attività di studio scientifico sistematico e di monitoraggio degli habitat, che consentono di stilare gli elenchi delle specie di flora e fauna necessari per definire il grado di biodiversità del sito.

«Lo status viene mantenuto attraverso il costante monitoraggio e salvaguardia delle specie individuate negli elenchi, ed essere ASPIM aumenta la nostra responsabilità di controllo dell’ambiente, allo scopo di salvaguardare le specie e gli habitat in cui esse vivono e si riproducono», hanno affermato soddisfatti i massimi responsabili di AMP Porto Cesareo.

Il riconoscimento dello status di ASPIM viene rilasciato dal Regional Activity Centre for  Specially Protected Area (RAC-SPA), con sede a Tunisi, organismo creato nel 1995 fra i Paesi che hannostipulato nel 1976 la Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo dall’inquinamento.

È questo centro che definisce e mantiene la lista delle ASPIM, vagliando nuove domande e promuovendo le aree protette meritevoli del riconoscimento.

Le aree marine protette italiane che detengono lo status di ASPIM sono attualmente 10.

Quattro in Sardegna tra cui Capo Carbonara, Capo Caccia-Isola Piana, Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre e Tavolara-Punta Coda Cavallo.

A livello nazionale figurano poi Portofino (prima AMP italiana ad aver ottenuto il riconoscimento, nel 2005), Miramare, Plemmirio, Punta Campanella.

Per il Salento, Porto Cesareo e Torre Guaceto.

Direttore e Presidente dell’AMP esprimono la loro soddisfazione per questo «ulteriore traguardo raggiunto, a conclusione di quest’anno, che conferma le altissime performance dell’AMP Porto Cesareo, la quale si posiziona non solo tra le prime a livello Nazionale, ma anche nell’élite delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea»

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Fitto vicepresidente Commissione Ue, arriva il via libera

La situazione si è sbloccata ieri sera con il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti. Ma i Verdi non ci stanno e i Socialisti si spaccano. Il presidente della Camera del Commercio di Lecce, Mario Vadrucci: «Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini e aiuterà le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti»

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Alla fine, Raffaele Fitto ce l’ha fatta.

Dopo lunghi giorni di attesa, polemiche a non finire e qualche ironia social, dopo il suo intervento in un inglese non proprio fluente, è arrivato il via libera alla nomina del politico salentino.

I coordinatori delle commissioni Affari regionali dell’Eurocamera, con il quorum dei due terzi, hanno dato l’ok alla nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione con delega alla Coesione.

Allo stesso tempo le commissioni Affari Economici, Industria e Ambiente hanno dato l’ok definitivo alla nomina della spagnola Teresa Ribera.

Il voto finale previsto mercoledì 27 novembre, in seno alla plenaria della Commissione europea.

L’accordo, formalizzato nella serata di ieri, ha sbloccato il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti su Fitto, mentre Ribera ha ricevuto il sostegno anche di Verdi e Sinistra.

Non sono mancate, però, le critiche: i Verdi hanno accusato il PPE di minare la trasparenza e i principi democratici, mentre il gruppo Socialista si è spaccato, con delegazioni di paesi come Germania e Francia contrarie all’intesa.

Per molti la nomina di Fitto è inopportuna perché «rappresenta un partito contro lo Stato di diritto, l’ambiente e l’integrazione europea».

Il presidente della Camera del Commercio di Lecce Mario Vadrucci si compolimenta: «Da Italiani e soprattutto da salentini siamo particolarmente soddisfatti di come si è conclusa la vicenda connessa con il completamento della Commissione Europea, che vede Raffaele Fitto meritatamente nominato nel prestigioso incarico di vicepresidente esecutivo dell’organismo che regge politicamente e concretamente le sorti dell’Unione Europea».

«Le attestazioni di stima che, in questi giorni, da più parti politiche, sono state espresse sulla figura di Raffaele Fitto, èprosegue il presidente della Cammera del Commercio leccese, «ci fanno ben sperare in vista di un lavoro nei settori delicati cui è stato chiamato, quelli delle Riforme e della Coesione, che guardano al futuro ed alla crescita della parte meno sviluppata dei Paesi Europei».

«Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini salentine e, nel suo impegno politico per favorire la coesione europea», conclude Mario Vadrucci, «cercherà di fare gli interessi dell’Italia, aiutando anche le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti».

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Attualità

Ospedale di Casarano, «eterna emergenza»

Carenza di personale al “Ferrari”: «Sette reparti in affanno. Difficoltà a programmare i turni, rischio burnout e incapacità di gestire il paziente». Fp Cgil chiede «Subito una Commissione Sanità ad hoc»

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«Rischio burnout, disservizi, paralisi della struttura: subito una riunione monotematica della Commissione Regionale sulle sofferenze dell’ospedale di Casarano».

Sono giorni complicati in molti reparti del “Ferrari”, che vive una delle più gravi carenze di personale della sua storia.

La Fp Cgil Lecce ha scritto alla Regione (al presidente della terza Commissione e al responsabile del Dipartimento Salute) ed ai dirigenti di Asl e presidio per denunciare tutti i disagi vissuti da pazienti e lavoratori: «Il fabbisogno è talmente alto da non riuscire a garantire, in molti casi, neppure la normale turnazione».

«Dopo un’attenta ricognizione», il sindacato segnala «ben sette unità operative in sofferenza e ai limiti della capacità di gestire la salute del malato, oltre alla vicenda delle squadre antincendio».

REPARTO PER REPARTO

«In Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza per coprire i turni si ricorre alle attività aggiuntive.

Nel reparto di Anestesia e rianimazione e nel Blocco Operatorio mancano anestesisti, infermieri e operatori sociosanitari (Oss).

L’unità operativa di Patologia clinica non dispone di un numero sufficiente di biologi e tecnici di laboratorio. 

Particolarmente grave la situazione in Radiologia, dove i tecnici sono costretti a saltare il giorno di riposo e la programmazione dei turni mensili è diventata un’impresa impossibile da realizzare.

A Neurologia mancano infermieri ed Oss: qui addirittura di recente è stato richiesto al personale smontante di garantire anche il turno successivo di notte.

Nel reparto di Geriatria il turno è composto un Oss e due infermieri, ma è evidente che un solo Oss non può riuscire a soddisfare l’assistenza diretta al paziente.

Infine, nell’unità di Cardiologia mancano medici, infermieri e Oss».

 SANITASERVICE E ANTINCENDIO

«Ci sono appena quattro persone nell’organico della squadra antincendio e tra queste, una si trova in aspettativa lunga. Per garantire la copertura dei turni, si attinge al personale di Sanitaservice, che però in caso di necessità può garantire l’intervento solo al mattino. Una situazione che costringe le 3 persone in organico a lavorare costantemente di pomeriggio, di notte e nei festivi. Solo l’abnegazione e la dedizione del personale, davvero innamorato della propria professione e fedele al dovere nei confronti del paziente, garantisce l’attività in un ospedale importante come quello di Casarano», dicono Floriano Polimeno, segretario generale della Fp Cgil Lecce, e Cosimo Malorgio, coordinatore provinciale per la Fp Cgil.

«Proseguire oltre», aggiungono, «non è possibile. Il rischio burnout, ossia dello stress da lavoro-correlato, è concreto. Continuando così, poi, si va dritti verso la paralisi dell’ospedale, incapace di erogare prestazioni sanitarie. Spiace constatare che nonostante gli interventi politici e le audizioni alla Commissione regionale Sanità, nulla sta cambiando».

 

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