Attualità
Quando l’integrazione va a spasso con l’amore
Intervista di coppia. Carmen, salentina, e Mamadou, senegalese, stanno insieme da sei anni: “Io sono buddista e lui musulmano ma per noi non è mai stato un problema. Ognuno continua il cammino scelto rispettando l’altro”
Io appartengo all’unica razza che conosco, quella umana”, diceva il grande Albert Einstein. Purtroppo ancor’oggi si sente parlare di diverso, di bianco, di nero, di razza e di odio. Il 21 marzo si è celebrata la giornata nazionale contro il razzismo, per questo motivo abbiamo voluto affrontare questo tema in maniera un po’ particolare, attraverso gli occhi di una coppia, che contro tutti e tutto ha preferito l’amore all’odio, che ha messo da parte ogni pregiudizio volendosi semplicemente bene.
Loro sono Carmen, salentina di 45 anni e lui Mamadou, 35 anni senegalese, si conoscono da 8 anni e sono insieme da sei.
Come vi siete conosciuti?
Nel modo più banale: un amico in comune.
Come hanno reagito i vostri familiari alla notizia?
La maggior parte dei familiari non ha avuto problemi, i nostri genitori invece sì in quanto preoccupati delle nostre differenze culturali. Mio padre era scettico perchè Mamadou è musulmano ed anche la mamma di Mamadou non condivideva il rapporto del figlio con una donna occidentale.
Quale domanda vi viene fatta più spesso riguardo al vostro rapporto?
La curiosità più grande delle persone è sicuramente la religione. Infatti io sono buddista e lui musulmano, ma per noi non è mai stato un problema. Ognuno continua il cammino scelto rispettando l’altro.
Le differenze culturali/religiose sono/sono state un ostacolo?
Inevitabilmente si sono presentati ostacoli causati dalla differenza culturale. I problemi di coppia sono stati superati cercando di capirci e trovando dei compromessi, quando invece hanno riguardato persone vicino a noi (genitori) la cosa ci ha messo a dura prova sfociando anche in una crisi di relazione. I sentimenti erano tanti, soprattutto c’era la paura di deludere i propri cari e la preoccupazione di non riuscire a far superare la diffidenza, a far capire che l’ amore va al di là delle differenze culturali, che non si deve fare di tutta un’erba un fascio, ma bisogna conoscere la persona per avere un’opinione. Non è stato per niente facile.
Chi cucina tra i due? C’è uno scambio culturale dietro i fornelli?
Sono una donna super fortunata, a me non piace molto mettermi ai fornelli e… ta daaaan! Ho scelto l’uomo giusto per me!! Mamadou, infatti, è un cuoco e quando non lavora cucina sempre lui, sia piatti italiani sia piatti africani. Anche perché se provo a cucinare io, ha sempre qualche critica da farmi, quindi cedo volentieri lo scettro della cucina a lui.
Perché nella società di oggi prevalgono paura e diffidenza nei confronti del diverso? Come secondo voi si possono superare questi sentimenti?
La questione è complicata. L’Italia deve ancora abituarsi all’idea di una società multietnica, nonostante la forte globalizzazione che avanza. L’appartenenza ad una Nazione non è data dal colore della pelle, né dalla religione. La paura e la diffidenza sono date dalla non conoscenza, la maggior parte della gente si affida al sentito dire o a luoghi comuni, senza approfondire in prima persona le notizie fornite dai media, come quella di identificare l’Islam col terrorismo, non c’è niente di più sbagliato. La religione è amore se c’è violenza non è religione. Il tutto viene fomentato in questo particolare periodo, da una politica che fa leva sull’ esasperazione della gente, riponendo negli stranieri le cause dei problemi sociali come la sicurezza, il lavoro, la violenza, non capendo che la colpa è di un sistema politico e sociale malato, che non riesce a far fronte alle emergenze della Nazione e della società. Anche senza gli stranieri avremmo gli stessi problemi. Questi sentimenti sono superabili solo dalle persone intelligenti che vogliono conoscere e avvicinarsi al diverso, rendendosi conto che ci sono persone buone e persone cattive a prescindere dalla nazionalità, e che il diverso, se buono, ti arricchisce e ti rende cittadino del mondo. La persona che la pensa così potrebbe vivere ovunque, in un mondo senza confini.
Mamadou, cosa ne pensi del Salento? Quali cose ti piacciono di più e quali di meno?
È una terra che accoglie, mi trovo bene e non c’è niente di cui lamentarmi. Ho un buon lavoro, un ottimo rapporto con i miei colleghi e molti amici che mi vogliono bene.
Ti sei mai sentito vittima di razzismo?
La verità? Nel Salento mai. Non ho mai avuto esperienze di razzismo.
Cos’ è l’amore per voi? Siete felici?
Noi diciamo sempre che il nostro è un legame umano profondo e intenso che sfocia nell’amore. Alla base del nostro rapporto c’è il rispetto e la comprensione delle diversità che costituiscono le nostre personalità di cui siamo innamorati. Questo ci ha dato la forza e il coraggio di andare avanti, nonostante gli ostacoli che si sono presentati negli anni. La nostra felicità l’abbiamo cercata e ottenuta, Mamadou dice per volere di Allah (secondo la sua religione) io dico grazie al Karma ottenuto dalle nostre azioni (secondo la mia religione). Percorsi diversi ma stesso obiettivo, dimostrando che a volte l’unione di due religioni può fare la forza!
Le storie come quelle di Carmen e Mamadou hanno molto da insegnarci. Ci fanno comprendere come l’integrazione passi attraverso esempi concreti di socialità. Parafrasando una celebre frase dello scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun, “saremo sempre lo straniero di qualcun altro, finchè non impareremo che la lotta al razzismo è vivere insieme”
Valentina Mastria
Attualità
Grande partecipazione alla messa dello sportivo a Nardò
Ancora una volta, lo sport neretino si è radunato per la Messa dello Sportivo, un appuntamento liturgico divenuto ormai tradizione, organizzato dal Presidente del Consiglio comunale di Nardò, Antonio Tondo, in collaborazione con la Consulta comunale dello sport neretino.
Grande e sentita partecipazione da parte delle associazioni, dei team e degli atleti neretini, che hanno assistito alla liturgia celebrata da Sua Eccellenza Mons. Fernando Filograna, Vescovo della Diocesi Nardà-Gallipoli, la cui omelia è stata fonte di coraggio ed ispirazione, in particolar modo per i tanti giovanissimi presenti.
Presso la Cattedrale di Nardò, lo scorso 20 dicembre, si sono infatti radunati i dirigenti e i rappresentanti di ogni tipo di sport, sia di squadra che individuali, di ogni età, affinché vengano custoditi i sani principi che lo sport tramanda.
Attualità
Ineleggibilità dei Sindaci: “Discriminatoria e antidemocratica”
Il dissenso di Anci Puglia per la norma che sancisce che “non sono eleggibili a Presidente della Regione e a Consigliere regionale i Presidenti delle Province della Regione e i Sindaci dei Comuni della Regione”
L’associazione dei Comuni pugliesi chiede la revoca della modifica alla legge elettorale regionale, denunciando una penalizzazione ingiusta per i sindaci e una limitazione della libertà di scelta degli elettori.
Anci Puglia esprime fermo dissenso nei confronti della recente modifica all’articolo 6, comma 1, della Legge Regionale 9 febbraio 2005, n. 2 – “Norme per l’elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale” – approvata dal Consiglio regionale mediante emendamento.
La nuova formulazione del comma 1 stabilisce che “non sono eleggibili a Presidente della Regione e a Consigliere regionale i Presidenti delle Province della Regione e i Sindaci dei Comuni della Regione”.
Tuttavia, tale ineleggibilità viene esclusa se i soggetti interessati si dimettono dalla
carica non oltre sei mesi prima del compimento del quinquennio di legislatura, o, in caso di
scioglimento anticipato del Consiglio regionale, entro sette giorni dalla data di scioglimento.
I Sindaci di Puglia, secondo ANCI, risultano pertanto fortemente penalizzati dal vincolo di ineleggibilità alle regionali e ritengono si tratti di una norma ingiustificatamente discriminatoria e
antidemocratica: Viene così compromesso non solo il legittimo diritto, costituzionalmente garantito, a candidarsi come chiunque altro, ma anche i cittadini e le cittadine vedono limitarsi la libera scelta per l’esercizio del diritto di voto: “Il termine di 180 giorni per dimettersi risulta infatti estremamente rigido e penalizzante e determina una disparità di trattamento oggettiva tra amministratori locali e altre categorie di cittadini eleggibili.
I Sindaci sono i rappresentanti più diretti e più vicini ai cittadini; tuttavia, invece di valorizzare il loro contributo potenziale nella competizione elettorale regionale, arricchendo così il pluralismo democratico, questa norma li mortifica pesantemente.
Inoltre, priva le comunità amministrate di
una guida con largo anticipo e, ipoteticamente, anche inutilmente, qualora il Sindaco non venisse poi candidato nelle liste regionali.
Anci Puglia ha raccolto nelle ultime ore le rimostranze e la delusione di tanti Sindaci e Sindache – di ogni schieramento politico, perché la norma penalizza tutti, in modo trasversale – e sta valutando ogni più utile ed opportuna azione congiunta, anche giurisdizionale”.
Soprattutto, ANCI PUGLIA oggi chiede ai Consiglieri regionali che hanno proposto e votato l’emendamento di “ritornare sui propri passi, di cancellare quella norma assurda e discriminatoria e consentire a tutti il libero accesso al diritto di candidarsi, accettando un confronto paritario, plurale e democratico.
Al Presidente Michele Emiliano, che è stato Sindaco della Città capoluogo e ha poi voluto
interpretare la carica di Governatore come “Sindaco di Puglia”, chiediamo di fare tutto quanto in suo potere per ripristinare, in seno al Consiglio regionale, il rispetto dei princìpi sacrosanti ed inviolabili di democrazia, uguaglianza di fronte alla Legge e pluralismo”.
Approfondimenti
Inaugurata la biblioteca “Giambattista Lezzi” a Casarano
il Sindaco De Nuzzo e l’Assessore Legittimo: “Grazie alla fiducia che i cittadini ci hanno accordato”. “Avevamo la necessità di una Biblioteca “vera” aperta, fruibile. Per questo motivo abbiamo iniziato da zero”.
“Ci sono sogni destinati a rimanere tali ma che comunque aiutano a migliorarsi. Altri destinati a realizzarsi nel momento in cui si ha la possibilità di incidere”.
E’ lapidario il sindaco di Casarano, Ottavio De Nuzzo, durante l’inaugurazione della nuova Biblioteca Comunale della città.
“È grazie alla fiducia che i cittadini hanno accordato alla nostra Amministrazione che tutto è iniziato. Avevamo la necessità di una Biblioteca “vera” aperta, fruibile. Per questo motivo abbiamo iniziato da zero.
E prosegue: “Sono stati anni di lavoro: convenzione con il Polo Biblio Museale di Lecce, partecipazione al bando per il servizio civile 2025, adesione rete delle Biblioteche Regionali, censimento matricola al Ministero, progettazione e realizzazione arredi e tanto altro.
Fatica? No gioia di vedere prendere corpo e anima ad un luogo che sarà un punto di partenza da dove si propagheranno, tutto intorno, attività culturali”.
“Da quelle stanze”, sostiene l’assessore, Emanuele Leggittimo, “si sprigionerà una luce forte che passando da Palazzo De Judicibis si estenderà nel Sedile comunale per arrivare a Piazza Mercato.
Lievito di vita e di bellezza, di incontro e scambi di saperi.
Siamo contenti e orgogliosi, oggi lo possiamo dire per aver potuto inaugurare e contare su “un luogo del sapere” che è la Biblioteca Comunale “Giambattista Lezzi”.
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