Connect with us

Attualità

Ruffano, una polemica…a ozono

Pubblicato

il


Le scuole di Ruffano (Torrepaduli compresa) saranno sanificate mediante impianti ad ozono.





Lo annuncia il sindaco Antonio Cavallo su Facebook. In un post comunica di essersi rivolto ai “migliori in Italia” per la realizzazione degli impianti in questione. Una ditta che lo stesso Cavallo definisce top perché ha installato i suoi prodotti “all’interno dell’ospedale di Milano costruito in Fiera in 15 giorni”.





La notizia raccoglie entusiasmo solo in parte. L’attenta platea che quotidianamente segue le pubblicazioni del primo cittadino (solito usare il suo profilo Facebook personale) si spacca in due. Nasce infatti un acceso dibattito con coloro che lo stesso Cavallo etichetta come “diffusori del virus mentale“.





“Ambienti salubri e sanificati”





Ogni genitore desidera che i propri figli possano vivere e studiare in una scuola igienicamente sicura, priva da potenziali rischi di contaminazioni virali“, scrive il sindaco. “Pertanto“, spiega, “abbiamo investito nella innovazione tecnologica ed abbiamo dotato tutti gli edifici scolastici di Ruffano e Torrepaduli di impianti automatizzati ad Ozono.
Tali impianti funzioneranno di notte per garantire ai nostri ragazzi di entrare ogni giorno in ambienti salubri, sanificati e certificati dall’Istituto Superiore della Sanità e dall’Inail”.





Il tutto senza mai citare il Covid-19 (se non negli hashtag), ma parlando più genericamente di coronavirus.





Per limitare la diffusione di coronavirus, non basta una pulizia dei locali:”, continua, “c’è bisogno di abbattere la carica virale e batterica negli ambienti per inattivare i virus. L’ozono, grazie al suo potere sterilizzante, è attualmente il più potente ed efficace disinfettante naturale in grado di abbattere il 99.8% di virus, in un solo trattamento di sanificazione, riducendo drasticamente il rischio di contaminazione“.





La scelta di non citare il Covid-19, forse, non è dettata dal caso. L’ozono infatti, pur essendo utilizzato per la lotta a più tipologie di coronavirus, non ha una efficacia comprovata contro il SARSCoV2. Questo si somma a dei dubbi sulla salubrità del suo utilizzo: può essere tossico e cancerogeno.




Lo scenario insomma si fa serio. Il tema diventa: per tutelare la salute dei nostri bambini, si rischia di danneggiarla.





La falla… di rimando





Partono allora una serie di commenti che puntano il dito contro la scelta di Cavallo.





Tra i critici c’è anche Anna Rita Picci, ex presidente del PD di Ruffano. Il richiamo suo e di altri è ad una nota del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno che sottolinea proprio “l’assenza di evidenze nella letteratura scientifica sulla efficacia dell’ozono quale presidio da utilizzare per la prevenzione della trasmissione dell’infezione da Sarscov2“.





Il sindaco, che come detto non cita mai il Covid-19 ma non può (in questo periodo) che pensare anche e soprattutto ad esso al momento di imbastire una strategia di lotta ai coronavirus, sottolinea come gli impianti a ozono vengono installati “negli ospedali, case di cura, strutture sanitarie, cinema teatri, naturalmente scuole ed ambienti dove c’è un grande affollamento”. 





La discussione che ne vien fuori, facebookiana doc, è una gran caciara. A chi duro a convincersi della bontà della scelta dell’amministrazione, Antonio Cavallo risponde linkando il sito web della ditta in questione.





Il tentativo di spegner la polemica si rivela però goffo. Chi vi clicca si ritroverà a leggere proprio ciò che è stato contestato al sindaco. Nel sito della medesima ditta (sebbene non venga messo in risalto) viene pubblicato il rimando ad uno stralcio del Rapporto dell’Istituto Superiore della Sanità sul Covid-19. Il seguente: “Come per molti altri prodotti usati nella disinfezione, non esistono informazioni specifiche sull’efficacia contro il SARS COV-2” .





Lorenzo Zito


Attualità

Incendio d’auto: distrutta una Clio, si indaga

Pubblicato

il

In fiamme nella notte un’auto di proprietà di una società intestata ad un uomo di 64 anni.

E’ l’ennesimo incendio notturno di autovetture in Salento e si è verificato alle ore 02:34 circa della nottata tra sabato e domenica a Cavallino.

Nel rione Castromediano è intervenuta una squadra dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Lecce, in via Alberto Bertoli.

La macchina distrutta dalle lingue di fuoco è una Renault Clio grigia che era ferma in sosta sulla sede stradale.

Il lavoro del personale dei vigili del fuoco ha scongiurato il propagarsi dell’incendio e ulteriori danni a persone, cose o pericoli per la pubblica e privata incolumità.

Sul posto erano presenti i carabinieri della stazione di Cavallino. Le cause dell’evento sono in fase di accertamento.

Continua a Leggere

Attualità

Svolta in vista per la festa patronale di Taurisano

Una lettera al Vescovo segnala uno “stato d’agitazione” tra i cittadini per una decisione, a suo modo, storica: quella del parroco di escludere, dopo ben 148 anni, la ditta Parisi dall’allestimento delle luminarie per Santo Stefano

Pubblicato

il

Da “Il Gallo” cartaceo n.07 del 2025

a cura di Lor. Z.

La continuità nel segno della tradizione o il cambiamento in nome di una equa rotazione? È il bivio dinanzi al quale, a Taurisano, si pone la festa patronale di Santo Stefano. Una ricorrenza che si rinnova di anno in anno in nome di una fede lunga un millennio.

A sollevare oggi il dubbio è Antonio Montonato, presidente dell’Associazione Onlus “Idee Valori e Solidarietà”, che scrive al vescovo Mons. Vito Angiuli per attenzionare quella che, a suo dire, è una situazione che sta agitando gli animi dei miei concittadini.

Oggetto della missiva è la scelta, per la festa del prossimo agosto, di non incaricare la ditta Parisi dell’allestimento delle luminarie.

Quest’anno”, scrive Montonato a sua Eccellenza, “Don Gionatan (parroco della parrocchia della Trasfigurazione di N.S.G.C., NdR) ha escluso in modo dittatoriale la ditta Parisi, un’eccellenza locale che ha portato alla ribalta il nome della nostra Città a livello internazionale. La ditta Parisi”, continua la lettera, “dal 1876 (ossia per 148 anni) ha all’allestito nella nostra Città le strade e piazze del borgo, in onore del Santo Patrono Stefano, con devozione, lealtà e calore. Durante questi anni la ditta Parisi è stata più volte onorata di prestigiosi premi nazionali ed internazionali tra cui quello a Montecitorio”.

Una tradizione che, secondo Montonato, andrebbe rinnovata ad occhi chiusi, ma che “il parroco”, scrive, “vuole sconvolgere senza rispettare la storia secolare”.

L’argomento, rimbalzato anche sui social, è già oggetto di discussione in paese e, con tutta probabilità, è giunto alle porte della Diocesi già prima che Montonato mettesse mano al calamaio.

Ad ogni modo, il presidente di “Idee Valori e Solidarietà” adduce altre motivazioni a sostegno della sua tesi: “La festa patronale viene organizzata con le offerte libere dei cittadini, con gli sponsor offerti da attività commerciali ed artigianali locali e, da ultimo, con l’importante contributo economico, solitamente pari a 10mila euro, elargito dal Comune. Appare quindi insolito e discutibile il fatto che un parroco subentri nella gestione ed organizzazione della festa patronale, sostituendosi ai comitati costituiti ad hoc, arrivando a stravolgere le tradizioni locali, quelle tradizioni che si tramandavano di generazione in generazione”.

Ebbene è proprio qui che la matassa trova il suo bandolo: nelle funzioni del parroco in seno alle celebrazioni della festa patronale.

Tant’è che la Diocesi, cui abbiamo richiesto le ragioni di questa la scelta a suo modo storica, nel non ribattere a quanto sostenuto dal signor Montonato, risponde senza dare risposta. Ossia, rimanda al Regolamento diocesano per il Comitato Feste Religiose.

Il documento recita: “Presidente del Comitato è sempre il Parroco, che si avvale della consulenza del consiglio pastorale parrocchiale nel determinare quali feste celebrare, e nel dare gli orientamenti generali per lo svolgimento dei festeggiamenti esterni”. Allo stesso parroco spettano anche la nomina del presidente delegato; l’accoglimento della lista dei componenti il Comitato ed il compito di dare indirizzo circa il programma della festa.

Il ruolo assunto, nel caso specifico, da don Gionatan, quindi, appare tutt’altro che arbitrario, come la missiva inviata al vescovo vuol far intendere.

C’è tuttavia un passaggio che tiene aperta la discussione. Lo stesso regolamento diocesano specifica, al primo punto sull’argomento, che “il Comitato Feste è espressione della comunità parrocchiale. Quanto sta accadendo a Taurisano porta a chiederci se questo assunto, attorno alla festa di Santo Stefano, sia ancora osservato. Chiediamo a voi, quindi, di esprimervi, raccontandoci il vostro punto di vista. Scriveteci su WA al 371 37 37 310.

Continua a Leggere

Attualità

Caro biglietti: tornare in Salento ad aprile è un salasso

Per chi parte da Milano, treni sopra i 300 euro ed aerei oltre i 600

Pubblicato

il

Tanti ponti, tanti soldi. Un salasso le festività di questo mese di aprile per chi si vuole spostare. In particolar modo per coloro che vogliono fare rientro in Salento dal nord Italia.

Lo si evince da uno studio di Assoutenti sulle tariffe di aerei, treni e pullman, un report da cui emergono dati incredibili come quelli che seguono.

Imbarcandosi da Linate venerdì 18 aprile e tornando martedì 22 aprile, un biglietto per Brindisi costa oggi un minimo di 619 euro, più di un volo di andata e ritorno per New York nelle stesse date (da 571 euro con uno scalo). Servono poi almeno 518 euro per volare da Linate a Catania e ritorno, 499 euro per Palermo, 460 euro per Cagliari. Il volo di andata e ritorno da Genova a Catania, nelle stesse date, parte oggi da un minimo di 401 euro, e si spende più o meno lo stesso (398 euro) da Torino a Lamezia Terme.

Non va meglio a chi sta acquistando in questi giorni un biglietto del treno: per la tratta Milano-Reggio Calabria la spesa va da 104,4 (scegliendo collegamenti lenti) a 345 euro per quelli più veloci. Partendo invece da Torino (solo andata), si spende da un minimo di 195 euro, se si scelgono orari scomodi e soluzioni con lunghi tempi di percorrenza, a 360 euro per i collegamenti migliori. Si sfiorano 340 euro per andare da Genova a Lecce, 320 euro da Milano a Lecce, 311 euro da Torino a Lecce, 310 euro da Milano a Salerno.

Continua a Leggere
Pubblicità
Pubblicità

Più Letti