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Approfondimenti

Salento da esportazione

Vola l’export salentino: oltre 717 milioni di fatturato  e una crescita annua di circa il 25%. Mario Vadrucci: «In un momento particolarmente delicato, anche per le conseguenze del conflitto russo-ucraino, i numeri palesano i lusinghieri risultati che imprese e lavoratori salentini hanno conseguito, con impegno, nel corso del 2021, nonostante la pandemia, proprio sui mercati internazionali. Risultati che, però, hanno necessità di un consolidamento e sappiamo bene che ora non sarà semplice realizzarlo»

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L’anno 2021 si è chiuso per le imprese salentine con un fatturato estero di oltre 717 milioni di euro, recuperando ampiamente il terreno perso nel 2019 (574,7 mln) e soprattutto realizzando un risultato che non si vedeva da anni. La provincia di Lecce con una crescita dell’export pari al 24,8% è in pole position nell’ambito della regione Puglia (+4,9%), anche se il suo “peso” sull’export pugliese è appena dell’8,3%, se pur in crescita negli ultimi anni. Hanno registrato delle variazioni positive anche la Bat (+15,4%), con un fatturato di oltre 622 mln di euro, e la provincia di Brindisi (+14,8%) con un export di oltre 975 mln, con un’incidenza sulle vendite estere pugliesi rispettivamente del 7,2% e dell’11,3%.


Esportazioni delle province pugliesi nel 2021


Il 50% dell’export pugliese invece è riconducibile alla provincia di Bari, nonostante però i suoi 4 miliardi di esportazioni ha registrato nel 2021 una leggera flessione del -1,1%, analogamente a Foggia (-2,9%) con vendite estere per oltre 756 mln. Infine Taranto che registra un export di oltre 1,2 miliardi con una variazione annua del 10,6% e un’incidenza sulle vendite estere pugliesi del 14,6%, la seconda provincia dopo Bari per valore assoluto. Per quanto riguarda i saldi solo Lecce e Bari registrano saldi positivi, rispettivamente pari a 182,3 e 102,2 milioni di euro, le restanti province pugliesi, invece, registrano saldi rossi, in particolare Taranto con un saldo negativo di oltre un miliardo e mezzo, seguita da Brindisi con – 102,5 mln di euro, dalla provincia di Barletta-Andria-Trani (– 87,8 mln) e dalla provincia dauna (-2,4 mln di euro).


A livello nazionale, rispetto all’anno precedente, l’export mostra una crescita molto sostenuta (+18,2%) e diffusa a livello territoriale: l’aumento delle esportazioni è molto marcato per le Isole (+46,4%), intorno alla media nazionale per il Nord-ovest (+19,2%) e il Nord-est (+18,0%), più contenuto per il Centro (+15,3%) e soprattutto per il Sud (+6,6%). Nel complesso del 2021, tutte le regioni italiane, a eccezione della Basilicata (-14,7%), registrano incrementi dell’export: i più marcati per Sardegna (+63,4%) e Sicilia (+38,8%), i più contenuti per Puglia (+4,9%) e Abruzzo (+5,0%). Le performance positive di quattro regioni – Lombardia (+19,1%), Emilia-Romagna (+16,9%), Veneto (+16,7%) e Piemonte (+20,6%) – contribuiscono per 11,6 punti percentuali all’aumento dell’export nazionale.


I settori dell’export salentino


Principali prodotti esportati alla provincia di Lecce – anno 2021


Fonte Istat- Elaborazioni Servizio Studi, Statistica e Informazione economica

Il 48% delle esportazioni salentine è rappresentato da macchinari e apparecchiature con un fatturato estero di oltre 346 milioni di euro, settore cha ha registrato nel 2021 un incremento del 41,6%.


Segue il comparto moda con un export pari a 147,6 milioni e un incremento rispetto all’anno precedente del 22%.


Il comparto comprende prodotti tessili il cui fatturato, pari a 13,3 mln di euro, ha registrato un incremento rispetto all’anno precedente del 43,3%, recuperando la flessione del 2020; anche il settore degli articoli di abbigliamento ha registrato un incremento di circa il 30% ed un fatturato di oltre 29 mln di ero; il calzaturiero con 105 milioni di merci esportate registra un incremento di circa il 18%.


Un leggero incremento si registra anche nell’export dei prodotti alimentari e bevande (+1,9%) con un fatturato estero di circa 48 milioni di euro, di questi 27,6 mln sono riconducibili alle bevande (vino) le cui esportazioni sono aumentate di oltre il 9%.


I metalli di base e i prodotti in metallo, con 61 milioni di fatturato estero, registrano una crescita dell’8,7%.


Anche l’import registra nel 2021 una crescita consistente rispetto all’anno precedente pari al 40,3% per un valore di 535 milioni di euro. E’ il comparto della moda che incide maggiormente (18% del totale importazioni) per gli acquisti effettuati dalle imprese salentine, che superano i 96 milioni di euro dei quali 67 riconducibili alle calzature le cui importazioni sono cresciute di quasi il 50% e 19,8 milioni costituiti da capi di abbigliamento (+33,7%). Il comparto dei macchinari e apparecchiature costituisce, con quasi 70 milioni di euro, la seconda voce dell’import salentino, settore   che nel corso del 2021 ha registrato un incremento di oltre il 63%, seguono i prodotti alimentari con 53,3 milioni di acquisti e una variazione di circa il 3%. Si acquista dall’estero soprattutto carne (23,3 mln), pesce (18 mln) e prodotti lattiero caseari (5,9 mln).


I Paesi del commercio estero salentino


Sono i paesi europei i mercati di sbocco dei prodotti made in Salento, verso i quali è diretto il 72,6% delle nostre esportazioni per un valore di  520,5 milioni di euro, e tra questi è la Francia il principale partner commerciale  con un fatturato  di   126,6 milioni  di euro che ha registrato nel 2021 un incremento del 15,8%. Le esportazioni verso la Francia sono costituite in gran parte da calzature per un valore di 56 milioni di euro e da macchinari e apparecchiature per un valore di oltre 41 mln di euro; le importazioni, invece, complessivamente ammontano a 42,2 milioni di euro,  dei quali 14,6 rappresentati da carne e prodotti a base di carne.


La Germania, il secondo mercato europeo per la provincia di Lecce con un fatturato di 61,6 milioni di euro (+12,2% rispetto al 2020), acquista dalle imprese salentine macchinari e apparecchiature per 27,7 mln e calzature per oltre 7 mln di euro; in relazione alle importazioni, circa 72 milioni di euro, il Salento acquista dalle imprese tedesche medicinali (17,6mln), prodotti lattiero-caseari (3,2 mln) e carne e prodotti a base di carne (1,5mln).


Da evidenziare la crescita di tutto rispetto dell’export verso la Polonia, attualmente tra i principali acquirenti del made in Salento, i cui rapporti commerciali negli ultimi anni si sono intensificati a tal punto da essere diventato, con gli attuali 40,6 milioni di euro e una crescita di oltre il 56%, il quarto  mercato estero dei manufatti leccesi, collocandosi   subito dopo la Germania. Verso la Polonia si esportano principalmente metalli di base e prodotti in metallo per un valore di 18,4 milioni di euro, macchinari e apparecchiature (8,2 mln) e prodotti di colture permanenti (8,6 mln). Per quanto riguarda le importazioni, ammontanti a complessivi 7,6 milioni di euro, le imprese leccesi acquistano soprattutto articoli in gomma e materie plastiche (2,2mln) e carne e prodotti a base di carne (1,4 mln).


Il secondo mercato estero del Salento sono però gli Stati Uniti con 86,2 milioni di esportazioni, cresciute nel 2021 di oltre il 79%. Gran parte dell’export è rappresentato da macchinari e apparecchiature (55,4 mln), calzature (12,8 mln) e medicinali (6,3 mln). I principali prodotti importati, per un valore totale di circa 26 milioni di euro, sono i prodotti derivanti dalla raffinazione di petrolio (11,3 mln) e i macchinari e apparecchiature (10,2 mln).


L’export in Russia ed Ucraina


Tra i primi dieci paesi verso i quali le imprese della provincia di Lecce esportano troviamo la Russia, un mercato estero che per la provincia salentina è rilevante  e che l’attuale situazione politica potrebbe compromettere seriamente con grave danno per le imprese del nostro territorio. Il fatturato verso tale paese è di poco più di 24 milioni di euro, in crescita nel 2021 di oltre il 47%, le importazioni, invece, sono di gran lunga contenute e ammontano a circa 1,8 milioni di euro. La quasi totalità delle vendite in Russia è rappresentata dai macchinari e apparecchiature per un valore di 21,3 milioni. Le importazioni, invece, sono costituite da prodotti chimici per poco meno di un milione.


Meno rilevante è l’export, invece, verso l’Ucraina che sfiora i 2 milioni di euro e per circa la metà è rappresentato da macchinari e apparecchiature, mentre il valore delle importazioni è del tutto residuale (321mila euro).

Importiamo soprattutto dalla Cina


Un caso a sé è la Cina, il primo paese per l’import del Salento: il 23% degli acquisti esteri complessivi per un valore di 122,8 milioni viene infatti dalla Cina, mentre le esportazioni sono 6,4 milioni. I principali prodotti importati sono macchinari e apparecchiature (22,3 mln), mobili (circa 17 mln), prodotti in metallo (11,6 mln) e articoli in gomma e materie plastiche (13,4 mln).


L’export verso la Cina è invece pari a 6,5 milioni di euro, di cui 3,2 rappresentati da macchinari e apparecchiature e 1,3 da bevande (vino).


Gli altri partners di rilievo per il commercio estero salentino sono, in ordine di fatturato, l’Albania, la Spagna e il Regno Unito.


Gli acquisti made in Salento dell’Albania ammontano complessivamente a 36,5 milioni di euro, mentre le nostre imprese importano merci per circa 57 milioni, da evidenziare che una buona dette delle esportazioni, oltre 12 mln, è rappresentata da cuoio conciato e lavorato, mentre l’80% delle importazioni, circa 46 milioni, è costituito da calzature, per cui si esporta la materia prima e si importa il prodotto finito.


Il flusso commerciale con la Spagna è pari a 30,6 milioni di euro per l’export e 29 mln per l’import: si esportano cemento, calce e gesso (6,7 mln), prodotti in metallo (6,3) e macchine e macchinari (6,8) e si importa olio (5,3 mln), pesce e crostacei (3,9 mln), metalli di base (3,8 mln) e automobili (3,2 mln). Gli scambi commerciali con la Gran Bretagna sono rappresentati da 27 mln di esportazioni (di cui 14,3 macchinari e apparecchiature) e 4,3 milioni di importazioni (di cui 2,5 mln sempre inerenti a macchinari e apparecchiature).


Da evidenziare, infine, la ripresa dell’export verso alcuni paesi quali la Turchia il cui export nel 2021 è stato di 12,4 milioni di euro, con un incremento rispetto all’anno precedente di oltre il 296%, e verso il Cile (+402%) con un export pari a 4 milioni di euro. Entrambi i paesi acquistano dalle imprese salentine macchinari e apparecchiature, per un valore rispettivamente di 8,7 e 4 milioni di euro.


«Necessario consolidare i risultati»


Il commento del presidente della Camera di Commercio di Lecce, Mario Vadrucci: «In un momento particolarmente delicato, anche per le conseguenze del conflitto russo-ucraino, i numeri palesano i lusinghieri risultati che imprese e lavoratori salentini hanno conseguito, con impegno, nel corso del 2021, nonostante la pandemia, proprio sui mercati internazionali. Risultati che, però, hanno necessità di un consolidamento e sappiamo bene che ora non sarà semplice realizzarlo.


Mario Vadrucci


Nella speranza che gli episodi della guerra lascino al più presto il passo a quelli della diplomazia, occorre che le imprese salentine, che, nel quadro pugliese spiccano per vivacità, trovino, insieme a quelle di tutta la regione, un terreno più favorevole anche sotto il profilo normativo; è importante riuscire a mantenere i ritmi produttivi senza problemi di approvvigionamenti di materie prime, questione che pure sta penalizzando non poco comparti rilevanti come il metalmeccanico e le costruzioni. Anche grazie al supporto delle istituzioni e delle Camere di commercio appare strategico, altresì, in questa fase, riuscire a diversificare i paesi verso i quali le nostre imprese esportano le loro produzioni, individuando quei nuovi mercati di sbocco in grado di compensare eventuali blocchi nell’importazione dei paesi maggiormente coinvolti dagli effetti diretti ed indiretti della crisi internazionale.


La ripresa del “Made in Italy”, auspicata e promossa attraverso misure del Governo che dovrebbero sterilizzare, almeno in parte, gli eventi sfavorevoli di queste ultime settimane, potrebbe dare ulteriore impulso ad un rinnovato TAC salentino che sta riconquistando gradualmente la fiducia di griffes della moda e brand internazionali, come risulta dalle cifre positive delle esportazioni del 2021.


Abbiamo, quindi, un quadro internazionale incerto, ma anche degli elementi positivi che spingono verso una reale ripartenza, tra i quali il know how, la professionalità e la passione di tanti imprenditori, capaci di motivare le maestranze in vari ambiti, tanto che nel 2021, Lecce e la sua provincia hanno raggiunto risultati che in altre province, anche della stessa Puglia, non sono stati possibili.


Ora è necessaria una situazione diversa in campo internazionale e misure interne che non scoraggino le intraprese già consolidate e diano respiro ai nuovi imprenditori che, pur tra tante difficoltà, sembrano aver trovato motivazioni e mercati per continuare ad investire.


Il rapporto con il mondo del credito, poi, sarà fondamentale soprattutto nei prossimi mesi e ci aspettiamo che il Governo non faccia mancare la sua garanzia presso le banche, proseguendo in una serie di provvedimenti che hanno consentito, proprio nel 2021, di ottenere quanto in altri momenti sarebbe stato difficile utilizzare».


La Camera di Commercio di Lecce, anche in collaborazione con Unioncamere Puglia, ha attivato una serie di iniziative rivolte all’internazionalizzazione delle imprese salentine, dallo sportello World Pass al Progetto SEI – Sostegno all’Export dell’Italia, per fornire servizi di informazione e consulenza, e per la realizzazione di incontri d’affari personalizzati con operatori esteri. Ultimo, in ordine temporale, il Progetto Short B2B, grazie al quale gli imprenditori salentini dei settori Meccanica, New Tech, Medicale, Arredo per interni ed esterni, Costruzioni, materiali del lapideo, Moda, Cosmetica, potranno incontrare, in modalità virtuale, operatori esteri qualificati, con l’obiettivo di presentare loro la propria produzione/attività e confrontarsi con potenziali partner commerciali attivi in Germania, Svizzera, Francia ed Emirati Arabi Uniti.


«Metteremo in campo tutte le possibili iniziative», conclude Mario Vadrucci, «affinché anche il 2022, pur nato sotto foschi auspici, possa essere un altro anno di bilanci positivi».


 


 


 


Approfondimenti

Inaugurata la biblioteca “Giambattista Lezzi” a Casarano

il Sindaco De Nuzzo e l’Assessore Legittimo: “Grazie alla fiducia che i cittadini ci hanno accordato”. “Avevamo la necessità di una Biblioteca “vera” aperta, fruibile. Per questo motivo abbiamo iniziato da zero”.

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“Ci sono sogni destinati a rimanere tali ma che comunque aiutano a migliorarsi. Altri destinati a realizzarsi nel momento in cui si ha la possibilità di incidere”.

E’ lapidario il sindaco di Casarano, Ottavio De Nuzzo, durante l’inaugurazione della nuova Biblioteca Comunale della città.

È grazie alla fiducia che i cittadini hanno accordato alla nostra Amministrazione che tutto è iniziato. Avevamo la necessità di una Biblioteca “vera” aperta, fruibile. Per questo motivo abbiamo iniziato da zero.

E prosegue: “Sono stati anni di lavoro: convenzione con il Polo Biblio Museale di Lecce, partecipazione al bando per il servizio civile 2025, adesione rete delle Biblioteche Regionali, censimento matricola al Ministero, progettazione e realizzazione arredi e tanto altro.
Fatica? No gioia di vedere prendere corpo e anima ad un luogo che sarà un punto di partenza da dove si propagheranno, tutto intorno, attività culturali”.

“Da quelle stanze”, sostiene l’assessore, Emanuele Leggittimo,  “si sprigionerà una luce forte che passando da Palazzo De Judicibis si estenderà nel Sedile comunale per arrivare a Piazza Mercato.
Lievito di vita e di bellezza, di incontro e scambi di saperi.
Siamo contenti e orgogliosi, oggi lo possiamo dire per aver potuto inaugurare e contare su “un luogo del sapere” che è la Biblioteca Comunale “Giambattista Lezzi”.

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Alessano

“Vi voglio bene”, un libro essenziale per raccontare don Tonino e la sua storia

Monsignor Vito Angiuli: “Scritti e documenti inediti per scoprire l’intera vocazione pastorale da sacerdote e da vescovo. Guardate con simpatia alle persone e agli avvenimenti della storia, per testimoniare a tutti la gioia del Vangelo”

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di Luca De Santis

Vi voglio bene, Continuità e sviluppo nel ministero sacerdotale ed episcopale di don Tonino Bello è l’ultima fatica data alle stampe dal vescovo di Ugento – Santa Maria di Leuca, mons. Vito Angiuli. Il nuovo libro ha visto la luce nel mese di ottobre 2024, per le edizioni Il pozzo di Giacobbe. Quest’ultima si colloca in continuità con le precedenti pubblicazioni frutto di interessanti studi che Angiuli ha compiuto sul sacerdote della diocesi ugentina divenuto vescovo di Molfetta. 

Il sottotitolo dell’opera ci fornisce le giuste delucidazioni riguardo a quelle che sono le intenzioni dell’autore: Continuità e sviluppo nel ministero sacerdotale ed episcopale di don Tonino Bello. Il testo è composto da una corposa introduzione dove l’autore pone e spiega la sua tesi riguardo a un’inscindibile armonia e continuità presente tra il ministero sacerdotale ed episcopale di don Tonino. 

Nel primo capitolo, Ordinazione episcopale, sono stati curati una serie di scritti in cui il futuro vescovo di Molfetta mette in evidenza un forte attaccamento alla sua terra natia e le motivazioni che lo hanno condotto ad accettare l’ordinazione episcopale. Il secondo capitolo, Don Tonino saluta la Chiesa ugentina, raccoglie alcune omelie di saluto che don Tonino ha pronunciato prima della sua partenza per Molfetta, dove traspare in modo palpabile il suo amore per la Diocesi di Ugento che ha servito per 25 anni. 

All’interno dell’ultimo capitolo troveremo invece degli scritti inediti da datarsi secondo Angiuli tra il 1960 e il 1980. La gran parte di essi pur non avendo una data o la firma, possono tranquillamente essere definiti autentici, tenendo conto della calligrafia di don Tonino. L’ordine cronologico è dato dal Curatore sulla base delle tematiche che in questi scritti vengono a essere trattate.

La maggior parte di questi risale al periodo in cui don Tonino svolgeva il suo ministero presso la Diocesi di Ugento. 

L’episcopato di don Tonino

Questi scritti contengono in modo germinale quelle tematiche che durante gli anni di episcopato don Tonino tratterà in modo più approfondito, in base alle sollecitazioni di quel contesto storico. Tenendo conto di quanto abbiamo rilevato è possibile dire che il libro si lascia leggere in modo molto scorrevole dimostrandosi adatto persino per coloro che non hanno avuto una conoscenza dettagliata di colui che la Chiesa Cattolica ha dichiarato Venerabile. 

Il vescovo Angiuli ha deciso di intitolare questo suo ultimo libro con un’espressione che don Tonino lungo il suo ministero sacerdotale ed episcopale ha utilizzato spesso: Vi voglio bene.

Quest’ultima non ha solo la funzione di comunicare i suoi sentimenti, quanto la simpatia con cui si poneva nei confronti di quella porzione di popolo che era stata affidata alle sue cure pastorali, ma anche nei confronti della storia a lui contemporanea in cui l’umanità era immersa. 

Il vi voglio bene di don Tonino

Il vi voglio bene di don Tonino – ci aiuta a comprendere l’autore – trova significato in una delle più belle espressioni da lui spesso utilizzate e contenute nella Costituzione Conciliare Gaudium et spes al n. 1: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore». 

Le motivazioni ministeriali di don Tonino nelle varie fasi dei suoi incarichi sia nella diocesi ugentina che in quella di pastore della Chiesa di Molfetta hanno mantenuto le medesime fondamenta che hanno da sempre configurato la sua fede: coltivare la preghiera, meditare la Parola, adorare Gesù eucarestia. Prendiamo atto che gli anni del ministero episcopale hanno oscurato il periodo sacerdotale, ma quegli aspetti che hanno reso il vescovo Bello conosciuto in campo nazionale e oltre, ciò per cui è stato amato nella Diocesi a lui affidata, erano già presenti nel ministero svolto nell’estremo lembo d’Italia, in quel Capo di Leuca, durante il suo lungo ministero sacerdotale come professore e vice-rettore presso il Seminario vescovile, come parroco a Ugento e Tricase, nei vari incarichi pastorali.

La presidenza del Pax Christi

Cade in grave errore chi sostiene che l’episcopato, in particolar modo la presidenza di Pax Christi, abbia segnato una svolta ministeriale in don Tonino, una conversione verso le tematiche sociali, in particolar modo quella della pace e della non violenza. A tal proposito Angiuli nell’Introduzione del libro è perentorio nel sostenere il fatto che non vi è nessuna discontinuità di pensiero tra il don Tonino sacerdote e vescovo, e che pensare il contrario significherebbe mistificare la realtà.

Quest’ultimo durante il suo percorso di studio ha consolidato un ottimo utilizzo del metodo deduttivo tramite la sua formazione filosofica e teologica, così come una padronanza del metodo induttivo nel confrontarsi e padroneggiare le scienze moderne: sociologia, psicologia, diritto del lavoro, legislazione sociale, all’interno delle quali venne introdotto durante gli anni seminariali a Bologna presso l’ONARMO.

La cultura sessantottina

Accanto a coloro che sostengono una discontinuità ministeriale di don Tonino, vi sono quelli che manifestano una certa antipatia nei confronti del suo ministero, sostenendo come quest’ultimo sia il prodotto di quella cultura sessantottina che ha avuto i suoi risvolti più nefasti all’interno degli anni ’70 del secolo scorso. A costoro risponde il decreto che sancisce la Venerabilità di don Tonino, definendolo come un ottimo interprete delle istanze conciliari. 

L’aspetto, forse il più deleterio, è rappresentato da coloro che del ministero di mons. Bello prendono in considerazione e ne propagano solo i temi sociali (pace, giustizia e salvaguardia del creato), dandone una lettura ideologica. 

Costoro affrontano i temi sociali senza tener conto di quelli etici (divorzio, aborto, eutanasia), quest’ultimi aspetti non possono essere separati dai primi ed è chiaro come don Tonino gli abbia mantenuti sempre insieme. Proseguire su questa linea – sostiene Angiuli – significa trovarsi dinanzi a un Giano Bifronte dove diviene molto difficile cogliere, per esempio, la profondità teologica di alcune immagini eloquenti che don Tonino ci ha lasciato come quella della Convivialità delle differenze e della Chiesa del grembiule. 

Le radici nel basso Salento

Ciò che mons. Bello esprime nel periodo molfettese, affonda le sue radici nel basso Salento e nella formazione bolognese. Nello specifico va considerata l’impronta ministeriale di mons. Ruotolo, il vescovo di Ugento che ha ordinato presbitero don Tonino e con cui quest’ultimo ha molto collaborato: l’amore all’eucarestia, la devozione mariana, l’impegno ad attuare gli orientamenti pastorali scaturiti dal Concilio Vaticano II, la programmazione per gli itinerari di formazione per i laici, l’attenzione alle problematiche sociali presenti in questa parte del Salento. 

Un particolare merito del libro lo si riscontra nel III Capitolo Scritti vari. 

In questa sezione si trovano, come già detto, degli scritti inediti di don Tonino, i quali pur non avendo lo stesso spessore o valore di quelli pubblicati da lui stesso, hanno il merito di contenere quelle tematiche che rappresentano la continuità ministeriale che Angiuli, a ragione, evidenzia.

Quest’opera è imprescindibile per chi ha un serio interesse a conoscere la sensibilità e le radici in grado di nutrire il ministero pastorale di don Tonino dal punto di vista teologico e sociale. 

Il grande merito di Angiuli consiste nell’averci consegnato un testo che in continuità con le altre sue pubblicazioni su mons. 

Bello, ci dona una chiarezza, una verità, che non può essere tralasciata e non considerata, un atteggiamento contrario significherebbe alterare il suo pensiero, oscurare aspetti essenziali e sostanziali della sua santità.

Il vescovo Angiuli in mezzo ai bambini

 

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Approfondimenti

Controlli straordinari in tutto il Salento: arresti, denunce e contravvenzioni

Operazione congiunta delle pattuglie del Nucleo Operativo e Radiomobile e delle Stazioni di tutte le 6 Compagnie della Provincia, Lecce, Campi Salentina, Casarano, Gallipoli, Maglie e Tricase, con il supporto dell’elicottero del Nucleo Elicotteri Carabinieri di Bari Palese e a “Fighter”, il cane antidroga del Nucleo Cinofili di Modugno

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In previsione dell’aumento delle presenze turistiche legate alle festività natalizie e di fine anno, insieme agli eventi culturali ricreativi previsti sul territorio salentino, il Comando Provinciale Carabinieri fi Lecce ha avviato un piano straordinario di prevenzione e controllo per garantire la sicurezza di cittadini e visitatori.

A partire dalle 20 di ieri sera, è stato attuato un servizio di controllo straordinario con l’obiettivo di prevenire e contrastare la criminalità, la mala movida e le violazioni relative alla vendita e al consumo di alcol e fuochi d’artificio.

Particolare attenzione è stata dedicata alla circolazione stradale, con controlli mirati su infrazioni al Codice della Strada, in particolare riguardo alla guida in stato di ebbrezza e all’uso di sostanze stupefacenti.

Sono state monitorate anche le zone con alta incidenza di furti e reati predatori.

Grazie all’operazione congiunta delle pattuglie del Nucleo Operativo e Radiomobile e delle Stazioni di tutte le 6 Compagnie della Provincia (Lecce, Campi Salentina, Casarano, Gallipoli, Maglie e Tricase), con il supporto dell’elicottero del Nucleo Elicotteri Carabinieri di Bari Palese e a Fighter, il cane antidroga del Nucleo Cinofili di Modugno, sono stati effettuati numerosi posti di controllo in diverse aree della provincia considerate più vulnerabili a fenomeni di illegalità e degrado.

Otto gli individui arrestati, di cui quattro in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, con ingenti quantitativi di droga sequestrati tra cocaina e marjuana.

Nello stesso contesto operativo è stato eseguito un ordine di carcerazione emesso dell’Autorità Giudiziaria di Catania a carico di un 55enne, responsabile di associazione di tipo mafioso.

Tre, invece, gli ordini di carcerazione emessi dalla Procura della Repubblica di Lecce a carico di altrettanti soggetti responsabili di reati contro la persona ed il patrimonio. Cinque denunce per reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti e guida in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico superiore ai limiti consentiti.

Infine, due titolari di esercizi commerciali, oltre ad essere stati denunciati all’autorità giudiziaria per violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro sono stati segnalati anche alla competente autorità amministrativa.

Oltre 530 veicoli sono stati controllati e circa 750 persone identificate.

Sessanta contravvenzioni emesse per violazioni del Codice della Strada anche in ragione dell’entrata in vigore della normativa relativa al nuovo Codice della Strada, con particolare riguardo alle infrazioni relative alla guida in stato di ebbrezza, all’utilizzo di telefoni cellulari durante la guida e al mancato uso della cintura di sicurezza.

Il piano di controllo proseguirà nei prossimi giorni, in concomitanza con l’arrivo delle attività festive ed i tanti eventi culturali, per garantire un ambiente sicuro e tranquillo sia per i cittadini che per i turisti.

I Carabinieri invitano tutti a «rispettare le norme di sicurezza e a segnalare eventuali comportamenti sospetti o situazioni di disagio».

L’ operazione rientra in una strategia più ampia di prevenzione e repressione della criminalità, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita nel territorio e promuovere un turismo consapevole e responsabile.

Il Comando Provinciale Carabinieri di Lecce ribadisce il proprio impegno nella «lotta contro ogni forma di illegalità, con l’intento di garantire la serenità e la sicurezza di tutti durante le festività».

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