Attualità
Salento Economy
Giulio Sparascio, vice presidente nazionale di Turismo Verde: “Il nostro l’unico settore in crescita sia per quanto riguarda l’occupazione che per l’export con l’agroalimentare”

di Giuseppe Cerfeda
In un periodo in cui ovunque ti giri puoi notare gli effetti di una crisi economica che ha radicalmente cambiato la nostra concezione del quotidiano e, soprattutto, fatto diventare un’impresa… fare impresa, è rigenerante potersi occupare di un settore che pare, se non proprio in controtendenza, almeno al riparo dai bombardamenti della recessione. È quindi con piacere che da queste colonne ci occupiamo di agricoltura, agriturismo ed enogastronomia, settori strettamente connessi tra loro e, a quanto pare, mosche bianche di un’economia, quella salentina, piuttosto depressa. Come conferma Giulio Sparascio, vice presidente nazionale di Turismo Verde e presidente provinciale della Confederazione Italiana Agricoltura, nonchè vicepresidente del Gal “Capo di Leuca”: “In un quadro di generale sconforto caratterizzato da grandi criticità economiche e sociali, l’agricoltura tiene. Sembrerebbe un paradosso perché, pur diminuendo addetti e suoli agricoli, come testimoniano gli ultimi dati ISTAT, il nostro resta l’unico settore in crescita sia per quanto riguarda l’occupazione che per export ed agroalimentare”.
Con Sparascio abbiamo provato ad analizzare i motivi di questa tendenza: “Pur nel contesto di un quadro deprimente, l’agricoltura, grazie ai prodotti di eccellenza, è riuscita a darsi un’identità, riuscendo ad imporre il “Made in Italy” (“e quindi anche “Made in Salento”) sui mercati esteri. Ha fatto la sua parte anche la Regione Puglia che ha svolto una valida politica di incentivi per le aziende come nel caso dell’internazionalizzazione del settore vinicolo. Negli ultimi anni abbiamo fatto passi da gigante, i vini pugliesi si sono imposti su tutti i mercati, segnalandosi tra i più premiati del mondo. L’export dei vini è aumentato esponenzialmente rispetto ad una domanda interna statica. Tutto ciò, ovviamente, è importante per la presenza sui mercati, l’immagine della nostra terra ed un brand Puglia sempre più rispettato con il consequenziale aumento delle richieste per i nostri prodotti”.
Qualche anno fa sembrava impensabile, ma oggi tutto ciò che è inerente all’agricoltura è tornato ad essere un punto di riferimento per i nostri giovani, “che vedono sempre più nel nostro settore un’opportunità concreta per il loro futuro”.
Ma non è tutto oro ciò che luccica. Il comparto ha anche delle criticità e, a chi vincerà le prossime elezioni ed avrà in mano il futuro prossimo dell’Italia, si chiede di non disperdere questo patrimonio e prendere le giuste misure per correggere quello che ancora non va. “L’agricoltura tiene”, secondo il vice presidente di Turismo Verde, “ma ha bisogno di essere posta al centro di una politica di sviluppo. Occorrerebbe, innanzitutto, dare opportunità di accesso al credito a quelle aziende che lavorano, producono ma, soprattutto al Sud, non possono non risentire della mancanza di liquidità che caratterizza questa particolare fase storica. Qualcosa è già stato fatto: il Ministero dell’Agricoltura, tramite l’ISMEA (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), ha erogato dei provvedimenti agevolativi perché i giovani accedano più facilmente al credito. Ma, aldilà della singola iniziativa, non esiste una politica organica a riguardo e, si sa, è fatica sprecata chiedere denaro alle banche, soprattutto per le imprese del nostro settore per le quali è più difficile dare garanzie. Molte delle aziende non hanno ancora stilato il primo bilancio, per cui è difficile farne un’analisi economica e questo blocca le banche nell’erogazione. E poi bisogna assolutamente studiare soluzioni ad hoc, siano esse assicurazioni, fidejussioni di enti pubblici o quel che si vuole, per accompagnare quei giovani che intraprendono il loro cammino imprenditoriale nel settore agricolo”.
Altro aspetto fondamentale resta quello dell’accesso alla terra, “cosa, oggi, sempre più difficile. Sarebbe opportuno incentivare i grossi proprietari, anche con delle premialità, a cedere la loro terra ai giovani. La politica agricola comunitaria fino ad oggi ha premiato i grandi proprietari perché lasciassero la loro terra incolta… intuizioni, si fa per dire, che hanno poi innescato le degenerazioni che conosciamo. Si potrebbero, invece, studiare degli incentivi affinchè si affittassero, cedessero, i terreni a chi vuole iniziare un’attività. Per un giovane, oggi, trovare la terra per esercitare l’attività agricola è, forse, la cosa più difficile. La nostra Associazione ha proposto, a livello nazionale, l’istituzione di una “Banca della Terra”, una sorta di contenitore di tutte le terre disponibili, anche quelle comunali o demaniali, da poter destinare in qualche modo proprio alle aziende agricole”.
È anche necessario che il nuovo Governo si soffermi sulla “riduzione dei costi, sia produttivi che contributivi. Ma quel che è proprio necessario (e che noi chiediamo a gran voce) è lo snellimento di quell’elefante chiamato burocrazia, una vera e propria disgrazia. Un giovane che ha intenzione di avviare un’azienda agricola, prima di poter arrivare ad esercitare l’attività, deve ottemperare ad una cinquantina di passaggi burocratici!”.
Con l’aiuto della Comunità europea, poi, secondo Sparascio, si dovrebbe “incrementare la lotta alla contraffazione per tutelare e salvaguardare il Made in Italy. L’approvazione del pacchetto qualità da parte della Comunità europea prevede che anche negli altri Stati europei venga tutelato il Made in Italy dei prodotti di eccellenza. Quindi la Germania, giusto per fare un esempio, è tenuta a tutelare un prodotto D.O.P. italiano. C’è poi stata l’approvazione della legge, da noi caldeggiata, che tutela l’olio extravergine d’oliva italiano, dando la possibilità ai controllori di avere diverse tipologie di analisi per verificarne le qualità. Un buon inizio. Ora, però, bisogna continuare in questa direzione”.
Senza dimenticare che quel turismo di cui soprattutto in campagna elettorale i nostri politici, a tutti i livelli, si riempiono la bocca, sarebbe assai più povero senza un settore enogastronomico che funziona: “I turisti ormai scelgono la loro meta per le vacanze anche in base ai prodotti tipici del territorio. Giusto riconoscere che oltre all’export, anche agriturismo e agricoltura multifunzionale, con la vendita diretta e i famosi “Km 0”, hanno contribuito in modo decisivo alla crescita del settore”.
Per concludere uno sguardo al futuro. Sparascio non ha dubbi: “Se ci dessero la possibilità di lavorare tranquilli vedrei solo rosa. Il problema è che il carico fiscale è diventato insopportabile per tutte le aziende oneste che stanno sul mercato. Un’abnorme tassazione che è vissuta dagli imprenditori agricoli come un’ingiustizia, quasi come un’umiliazione perché la valanga di tasse demotiva chiunque dall’investire. E senza investimenti non si cresce”. Più chiaro di così…
Attualità
Acque depurate per i campi di Carpignano e Martano
“Rete irrigua consortile per il riuso delle acque depurate”: i lavori, appena affidati per un importo di circa un milione e 800mila euro, dovranno concludersi in duecento giornate lavorative, quindi entro sette mesi

«Con soddisfazione, stiamo per risolvere definitivamente la vicenda della “Rete irrigua consortile per il riuso delle acque depurate” nei nostri territori»: lo annunciano con una nota congiunta i sindaci di Carpignano Salentino e Martano.
Un progetto innovativo e ambientalmente strategico, approvato nel 2002 e completato nel 2006, ma mai attivato a causa di problemi legati al depuratore consortile. Inizialmente, mancava una soluzione per lo smaltimento finale delle acque trattate, poiché le trincee drenanti non erano state realizzate.
Successivamente, anni di abbandono e vandalismi avevano reso inutilizzabili la vasca di accumulo e la rete irrigua.
Per superare queste criticità e valorizzare gli investimenti già effettuati, soprattutto in un contesto in cui l’acqua è diventata indispensabile per il reimpianto degli ulivi colpiti dalla Xylella fastidiosa, le amministrazioni comunali di Carpignano e Martano hanno richiesto ripetutamente l’intervento della Regione Puglia.
«Grazie all’impegno di tutta l’amministrazione regionale e, in particolare, del Presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, del consigliere regionale Cristian Casili e dell’Assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia», fanno sapere i sindaci Mario Bruno Caputo di Carpignano Salentino e Fabio Tarantino di Martano, «si raggiungerà l’obiettivo di ripristinare e rendere pienamente funzionanti gli impianti danneggiati, garantendo una gestione efficace delle risorse idriche e il loro riutilizzo in agricoltura».
I lavori, appena affidati, per un importo di circa € 1milione e 800mila dovranno concludersi in sette mesi (200 giornate lavorative).
«Questo risultato rappresenta un passo fondamentale per il nostro territorio», aggiungono i due primi cittadini, «ringraziamo la Regione Puglia, il consiglio regionale, la giunta e tutti i funzionari coinvolti per aver compreso l’importanza ambientale ed economica di questo intervento, nonché tutte le amministrazioni comunali di Carpignano e Martano storicamente coinvolte nella realizzazione del depuratore consortile e della rete irrigua». Recuperare e riutilizzare le acque depurate, ricche di nutrienti come l’azoto, significherà evitare sprechi idrici oggi dispersi nel terreno e fornire un sostegno concreto al settore agricolo, in particolare all’olivicoltura, gravemente colpita dalla crisi causata dalla Xylella.
«Questo progetto», si legge ancora in una nota congiunta dei sindaci di Carpignano e Martano, «è frutto di un lavoro corale e della determinazione di tutti gli attori coinvolti, a partire dalla Cooperativa San Giorgio, che ha fortemente sollecitato l’attivazione di questa infrastruttura per sostenere il reimpianto degli ulivi e il rilancio del comparto olivicolo. Si tratta di un intervento di grande rilevanza per il territorio, che fornisce una risposta tangibile alle problematiche legate alla penuria idrica e agli effetti dei cambiamenti climatici, in quanto il recupero e il riutilizzo delle acque depurate non solo mitigano l’impatto ambientale, ma offrono una risposta strutturale alle emergenze idriche, garantendo un supporto fondamentale al settore agricolo e alla rinascita dell’olivicoltura locale.
L’IMPIANTO
Attraverso tale intervento si consoliderà, dunque, un modello di gestione sostenibile delle risorse idriche, capace di affrontare le sfide del presente e preparare il territorio alle necessità future.
Dal punto di vista tecnico, la rete irrigua interesserà un’area di circa 1500 ettari, suddivisa in sette settori, che verranno serviti in modo rotativo grazie a un sistema automatizzato gestito da valvole elettroniche.
Le acque reflue urbane, dopo essere state trattate nel depuratore consortile e sottoposte a disinfezione mediante raggi UV, saranno convogliate in un serbatoio di accumulo con una capacità di 7mila metri cubi, garantendo una distribuzione costante dell’acqua per un periodo di circa quattro giorni.
L’impianto sarà in grado di erogare una portata di 28 litri al secondo (equivalente a 100 metri cubi all’ora), destinata all’irrigazione mirata, una tecnica che compensa le perdite idriche dovute all’evaporazione e alla traspirazione vegetale.
I lavori, tra l’altro, includono: l’ampliamento della camera di comando per facilitare l’utilizzo delle valvole; il ripristino delle connessioni tra le vasche e l’automazione del sistema di accumulo delle acque depurate; il rifacimento dello scarico delle acque in eccesso; la manutenzione straordinaria dei locali tecnici; la revisione completa del gruppo elettrogeno; l’installazione di un sistema antintrusione per garantire la sicurezza degli impianti; e l’adeguamento dei punti di collegamento agli utenti. Con questo progetto, i Comuni di Carpignano Salentino e Martano confermano il loro impegno per uno sviluppo sostenibile e per il sostegno alle attività agricole, pilastro economico e culturale del territorio.
MARTEDÌ 29 LA PRESENTAZIONE UFFICIALE
I lavori saranno ufficialmente presentati presso la Sala Conferenza della Cooperativa San Giorgio in Carpignano (S.P. 48) martedì 29 aprile alle ore 19, alla presenza della presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, accompagnata dall’assessore Donato Pentassuglia, dal responsabile delle Risorse Idriche Andrea Zotti, dalla direttrice di Aqp Francesca Portincasa, dal direttore generale di Arif Francesco Ferraro e dai sindaci dei due comuni interessati.
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Attualità
A Taviano, Pellegrino contro Stefanelli: i 32 nomi delle due liste

A Taviano sarà sfida a due il prossimo 25 e 26 maggio in occasione delle amministrative che decideranno chi prenderà il posto dell’ex Giuseppe Tanisi, la cui esperienza si è conclusa prematuramente ad inizio 2025.
“Radici e Futuro Taviano” candida a sindaco Francesco Pellegrino, già vicesindaco in occasione del primo mandato da primo cittadino di Tanisi (lo sostengono gli ex gruppi consiliari di Per la Città, Taviano Futura e Taviano Libera).
Candidati con lui al consiglio:
Sabrina Burlizzi,
Vito D’Argento,
Omar Del Rosario,
Gianni Fonseca,
Emanuela Garofalo,
Erika Leone,
Antonino Manni,
Daniela Meneleo,
Alessandra Mercutello,
Giorgia Montunato,
Silvia Palamà,
Stefano Piccinno,
Carlo Deodato Portaccio,
Paola Ria,
Germano Santacroce,
Marco Stefano.
È stata vicesindaca dell’ultimo mandato di Giuseppe Tanisi invece la candidata sindaca della lista “Taviano Guarda Avanti”, Serena Stefanelli.
Con lei:
Giuseppe Tanisi,
Antonella Previtero,
Paola Cornacchia,
Francesco Lezzi,
Salvatore Rainò,
Alessio Inguscio,
Massimo Mosticchio,
Chiara Minerva,
Lucy D’Ingiullo,
Martina Mauramati,
Mariassunta Garzia,
Simona Armida,
Marco Carluccio,
Elisa Ferocino,
Silvio Spiri,
Lucia Chetta.
Attualità
Tossico e invasivo: nell’Adriatico spunta il pesce palla argenteo
È pericoloso: ecco come comportarsi. Punto 1: non imitare i giapponesi, che praticano una sorta di ‘roulette russa’ alimentare

Il pesce palla argenteo invade l’Adriatico: allarme per la salute e l’ecosistema
Il pesce palla argenteo (Lagocephalus sceleratus), una specie marina altamente tossica e invasiva, è stato recentemente avvistato nel Mar Adriatico, segnando la sua presenza più settentrionale mai registrata nel Mediterraneo.
La cattura di un esemplare lungo oltre mezzo metro nella baia di Medulin, in Istria, ha destato preoccupazione tra pescatori e biologi marini.
Caratteristiche e pericolosità
Originario delle acque tropicali dell’Oceano Indiano e del Mar Rosso, il pesce palla argenteo è entrato nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez, un fenomeno noto come migrazione lessepsiana. Questa specie è nota per la presenza di tetrodotossina, una neurotossina estremamente potente contenuta in organi come fegato, gonadi, pelle e intestino. Anche una piccola quantità può causare gravi intossicazioni e, in alcuni casi, la morte. La tossina resiste alle alte temperature, rendendo il consumo del pesce pericoloso anche dopo la cottura.
Oltre alla sua tossicità, il pesce palla argenteo possiede una bocca dotata di denti robusti, capaci di esercitare una forza impressionante. È anche una specie piuttosto territoriale, pronta a difendere i suoi spazi dagli invasori. In altre zone del Mediterraneo sono stati segnalati episodi di morsi ai bagnanti, con conseguenze mediche rilevanti.
Impatto sull’ecosistema
La presenza del pesce palla argenteo rappresenta una minaccia significativa per l’ecosistema marino. Si nutre di una vasta gamma di organismi, tra cui molluschi e crostacei, alterando l’equilibrio della catena alimentare. Inoltre, è noto per danneggiare le reti da pesca, aggravando le difficoltà della pesca artigianale.
Raccomandazioni per pescatori e bagnanti
Non consumare: evitare assolutamente di mangiare il pesce palla argenteo, anche se cotto. Manipolazione: in caso di cattura accidentale, maneggiare con estrema cautela e utilizzare guanti protettivi. Segnalazione: riportare immediatamente l’avvistamento alle autorità marittime o agli enti di ricerca locali.
Informazione: diffondere la conoscenza di questa specie tra comunità di pescatori e bagnanti per prevenire incidenti.
La diffusione del pesce palla argenteo nel Mar Adriatico è un segnale d’allarme che richiede attenzione e collaborazione tra cittadini, pescatori e istituzioni per proteggere la salute pubblica e preservare l’equilibrio degli ecosistemi marini.
La ‘roulette russa’ alimentare giapponese
In Giappone ci preparano il fugu, una delicatezza da brivido. Una “roulette russa alimentare” che va preparata da chef che hanno studiato 1 anno solo per servire questo piatto. Il segreto è lasciare quel tanto di veleno sufficiente a dare un po’ di euforia, ma niente piu’.
Se mangi questo pesce palla, mangi la tetrodotossina, un veleno micidiale, derivato dai batteri che vivono nelle alghe che lui mangia. A quel punto non hai scampo.
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