Attualità
Scuola, le novità: il forum con i dirigenti scolastici/4
Roberta Longo, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo “Principe di Piemonte” di Maglie: «Telefonino, giusto intervenire. Anche per arginare il fenomeno dell’isolamento sociale volontario. Trend delle nascite in continuo ribasso. Da noi solo una lieve flessione degli iscritti»

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Abiamo coinvolto i dirigenti scolastici di alcuni Istituti comprensivi del territorio su cellulari vietati in classe (clicca qui per leggere l’approfondimento del prof. Hervé Cavallera), grembiule unisex, popolazione scolastica e PNNR alle scuole.
Dopo gli interventi dei dirigenti scolastici dell’I.c. di Taviano, Ivano De Luca, del comprensivo di Calimera (con sedi anche a Martignano e Caprarica di Lecce), Piera Ligori, e del Comprensivo Polo 3 di Galatina e Noha, Rosanna Lagna, la parola alla dirigente scolatica dell’I.c. “Principe di Piemonte” di Maglie, Roberta Longo.
Seguiranno quelli delle dirigenti dei comprensivi di Salve-Morciano-Patù e Taurisano.
In vista del nuovo anno scolastico, la novità annunciata da Valditara è lo stop al cellulare in classe anche per scopi didattici dalle classi delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione (scuola media compresa). Qual è la sua opinione in merito?
«Sono pienamente d’accordo con la disposizione del Ministro Valditara in merito al divieto di utilizzo in classe del telefono cellulare, anche a fini educativi e didattici. Negli ultimi anni, infatti, stiamo assistendo ad un progressivo abbassamento del livello di concentrazione degli alunni in classe, fortemente distratti dall’uso del cellulare. La recente disposizione del Ministro Valditara mira a preservare il naturale sviluppo cognitivo dall’infanzia fino alla fase preadolescenziale, fortemente minato dall’uso continuo dei telefoni cellulari in grado di compromettere la memoria, la capacità dialettica e lo spirito critico. La Scuola, luogo deputato alla formazione ed alla crescita personale e sociale dei nostri alunni, ha il dovere di vigilare anche sul corretto sviluppo dei loro rapporti interpersonali, mettendo in atto tutte quelle strategie atte ad evitare che l’uso continuo del telefono cellulare possa sfociare nel triste fenomeno dell’isolamento sociale volontario, ossia il rifiuto dei nostri ragazzi di ogni rapporto con il mondo esterno, convinti che tutta la realtà sociale e vivibile possa essere contenuta in un telefono cellulare e dallo stesso surrogata».
La consigliera provinciale di pari opportunità, dopo l’adozione del grembiule neutro da parte dell’istituto comprensivo di Salice Salentino-Guagnano, ha dichiarato che chiederà a tutte le altre scuole di fare lo stesso. Lei che ne pensa?
«L’eventuale valutazione di aspetti inerenti alla vita didattica e scolastica degli Istituti trova la sua sede naturale tra le mura dell’autonomia scolastica ed a mio avviso ogni possibile decisione in tal senso dovrebbe essere lasciata alle competenze funzionali dei suoi organi collegiali».
Popolazione scolastica: qual è il trend degli iscritti nella sua scuola? Nell’ultimo anno sono aumentati o diminuiti? E in che numero?
«Le iscrizioni nel nostro Istituto risentono inevitabilmente del trend delle nascite in continuo ribasso negli ultimi anni, registrando però solo una lievissima inflessione degli iscritti nell’ordine di circa una trentina di unità».
Il PNRR sta offrendo nuove opportunità ma anche una mole di lavoro esagerata che rende difficile alle scuole, come già accaduto per i comuni, la programmazione. A quanto ammontano i finanziamenti a cui il suo Istituto è riuscito ad accedere? E cosa, fino ad oggi, siete riusciti a fare con quei soldi?
«I finanziamenti connessi al PNRR rappresentano linfa vitale per il nostro Istituto e sono fondamentali per consentire un rinnovamento delle strutture e delle strumentazioni didattiche e tecnologiche. Di sicuro l’impegno profuso nella gestione e nella rendicontazione dei fondi è davvero rilevante, tale da richiedere uno sforzo lavorativo ulteriore a tutto il personale coinvolto. Gli importi finora riconosciuti al nostro Istituto, relativi ai progetti finanziati dal PNRR, ammontano a circa 280 mila euro. Ad oggi sono stati realizzati i progetti relativi agli animatori digitali ed al Piano Scuola 4.0, mentre sono in fase di avvio i progetti per la formazione del personale scolastico per la transizione digitale nelle scuole statali (D.M. 66/2023), il progetto competenze STEM e multilinguistiche nelle scuole statali (D.M. 65/2023) ed il progetto riduzione dei divari negli apprendimenti e contrasto alla dispersione scolastica (D.M. 19/2024). In particolare, grazie al citato progetto Piano Scuola 4.0 è stato possibile trasformare la metà delle classi in ambienti di apprendimento innovativi con il consequenziale rinnovamento delle metodologie didattiche. L’acquisto di nuove tecnologie e di arredi flessibili hanno permesso di rinnovare i setting di aula e di favorire l’apprendimento attivo degli alunni, grazie ad una pluralità di approcci formativi differenti quali il cooperative learning, il peer learning, il problem solving, ecc… Pertanto, grazie ai finanziamenti pervenuti, il nostro Istituto ha raggiunto importanti obiettivi che sarebbero stati difficilmente realizzabili senza l’utilizzo dei fondi assegnati. Il nostro impegno proseguirà per la realizzazione ed attuazione dei nuovi progetti nell’interesse dell’intera comunità scolastica».
Attualità
Incendio d’auto: distrutta una Clio, si indaga

In fiamme nella notte un’auto di proprietà di una società intestata ad un uomo di 64 anni.
E’ l’ennesimo incendio notturno di autovetture in Salento e si è verificato alle ore 02:34 circa della nottata tra sabato e domenica a Cavallino.
Nel rione Castromediano è intervenuta una squadra dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Lecce, in via Alberto Bertoli.
La macchina distrutta dalle lingue di fuoco è una Renault Clio grigia che era ferma in sosta sulla sede stradale.
Il lavoro del personale dei vigili del fuoco ha scongiurato il propagarsi dell’incendio e ulteriori danni a persone, cose o pericoli per la pubblica e privata incolumità.
Sul posto erano presenti i carabinieri della stazione di Cavallino. Le cause dell’evento sono in fase di accertamento.
Attualità
Svolta in vista per la festa patronale di Taurisano
Una lettera al Vescovo segnala uno “stato d’agitazione” tra i cittadini per una decisione, a suo modo, storica: quella del parroco di escludere, dopo ben 148 anni, la ditta Parisi dall’allestimento delle luminarie per Santo Stefano

Da “Il Gallo” cartaceo n.07 del 2025
a cura di Lor. Z.
La continuità nel segno della tradizione o il cambiamento in nome di una equa rotazione? È il bivio dinanzi al quale, a Taurisano, si pone la festa patronale di Santo Stefano. Una ricorrenza che si rinnova di anno in anno in nome di una fede lunga un millennio.
A sollevare oggi il dubbio è Antonio Montonato, presidente dell’Associazione Onlus “Idee Valori e Solidarietà”, che scrive al vescovo Mons. Vito Angiuli per attenzionare quella che, a suo dire, è “una situazione che sta agitando gli animi dei miei concittadini”.
Oggetto della missiva è la scelta, per la festa del prossimo agosto, di non incaricare la ditta Parisi dell’allestimento delle luminarie.
“Quest’anno”, scrive Montonato a sua Eccellenza, “Don Gionatan (parroco della parrocchia della Trasfigurazione di N.S.G.C., NdR) ha escluso in modo dittatoriale la ditta Parisi, un’eccellenza locale che ha portato alla ribalta il nome della nostra Città a livello internazionale. La ditta Parisi”, continua la lettera, “dal 1876 (ossia per 148 anni) ha all’allestito nella nostra Città le strade e piazze del borgo, in onore del Santo Patrono Stefano, con devozione, lealtà e calore. Durante questi anni la ditta Parisi è stata più volte onorata di prestigiosi premi nazionali ed internazionali tra cui quello a Montecitorio”.
Una tradizione che, secondo Montonato, andrebbe rinnovata ad occhi chiusi, ma che “il parroco”, scrive, “vuole sconvolgere senza rispettare la storia secolare”.
L’argomento, rimbalzato anche sui social, è già oggetto di discussione in paese e, con tutta probabilità, è giunto alle porte della Diocesi già prima che Montonato mettesse mano al calamaio.
Ad ogni modo, il presidente di “Idee Valori e Solidarietà” adduce altre motivazioni a sostegno della sua tesi: “La festa patronale viene organizzata con le offerte libere dei cittadini, con gli sponsor offerti da attività commerciali ed artigianali locali e, da ultimo, con l’importante contributo economico, solitamente pari a 10mila euro, elargito dal Comune. Appare quindi insolito e discutibile il fatto che un parroco subentri nella gestione ed organizzazione della festa patronale, sostituendosi ai comitati costituiti ad hoc, arrivando a stravolgere le tradizioni locali, quelle tradizioni che si tramandavano di generazione in generazione”.
Ebbene è proprio qui che la matassa trova il suo bandolo: nelle funzioni del parroco in seno alle celebrazioni della festa patronale.
Tant’è che la Diocesi, cui abbiamo richiesto le ragioni di questa la scelta a suo modo storica, nel non ribattere a quanto sostenuto dal signor Montonato, risponde senza dare risposta. Ossia, rimanda al Regolamento diocesano per il Comitato Feste Religiose.
Il documento recita: “Presidente del Comitato è sempre il Parroco, che si avvale della consulenza del consiglio pastorale parrocchiale nel determinare quali feste celebrare, e nel dare gli orientamenti generali per lo svolgimento dei festeggiamenti esterni”. Allo stesso parroco spettano anche la nomina del presidente delegato; l’accoglimento della lista dei componenti il Comitato ed il compito di dare indirizzo circa il programma della festa.
Il ruolo assunto, nel caso specifico, da don Gionatan, quindi, appare tutt’altro che arbitrario, come la missiva inviata al vescovo vuol far intendere.
C’è tuttavia un passaggio che tiene aperta la discussione. Lo stesso regolamento diocesano specifica, al primo punto sull’argomento, che “il Comitato Feste è espressione della comunità parrocchiale”. Quanto sta accadendo a Taurisano porta a chiederci se questo assunto, attorno alla festa di Santo Stefano, sia ancora osservato. Chiediamo a voi, quindi, di esprimervi, raccontandoci il vostro punto di vista. Scriveteci su WA al 371 37 37 310.
Attualità
Caro biglietti: tornare in Salento ad aprile è un salasso
Per chi parte da Milano, treni sopra i 300 euro ed aerei oltre i 600

Tanti ponti, tanti soldi. Un salasso le festività di questo mese di aprile per chi si vuole spostare. In particolar modo per coloro che vogliono fare rientro in Salento dal nord Italia.
Lo si evince da uno studio di Assoutenti sulle tariffe di aerei, treni e pullman, un report da cui emergono dati incredibili come quelli che seguono.
Imbarcandosi da Linate venerdì 18 aprile e tornando martedì 22 aprile, un biglietto per Brindisi costa oggi un minimo di 619 euro, più di un volo di andata e ritorno per New York nelle stesse date (da 571 euro con uno scalo). Servono poi almeno 518 euro per volare da Linate a Catania e ritorno, 499 euro per Palermo, 460 euro per Cagliari. Il volo di andata e ritorno da Genova a Catania, nelle stesse date, parte oggi da un minimo di 401 euro, e si spende più o meno lo stesso (398 euro) da Torino a Lamezia Terme.
Non va meglio a chi sta acquistando in questi giorni un biglietto del treno: per la tratta Milano-Reggio Calabria la spesa va da 104,4 (scegliendo collegamenti lenti) a 345 euro per quelli più veloci. Partendo invece da Torino (solo andata), si spende da un minimo di 195 euro, se si scelgono orari scomodi e soluzioni con lunghi tempi di percorrenza, a 360 euro per i collegamenti migliori. Si sfiorano 340 euro per andare da Genova a Lecce, 320 euro da Milano a Lecce, 311 euro da Torino a Lecce, 310 euro da Milano a Salerno.
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