Attualità
Scuola, le novità: il forum con i dirigenti scolastici
Ivano De Luca, dirigente scolastico dell’Istituo comprensivo di Taviano: «I ragazzi vanno educati all’utilizzo dello smartphone, proibire potrebbe generare l’effetto contrario. Arriveranno alle scuole del secondo ciclo e, rotto il muro del divieto, sarà molto più pericoloso»

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Abiamo coinvolto i dirigenti scolastici di alcuni Istituti comprensivi del territorio su cellulari vietati in classe (clicca qui per leggere l’approfondimento del prof. Hervé Cavallera), grembiule unisex, popolazione scolastica e PNNR alle scuole.
Il primo contriButo che potrete leggere in basso è del dirigente scolastico dell’I.c. di Taviano, Ivano De Luca.
Seguiranno quelli delle dirigenti deiComprensivi di Calimera, Galatina (Polo 3), Maglie (“Principe di Piemonte“), Salve-Morciano-Patù e Taurisano.
In vista del nuovo anno scolastico, la novità annunciata da Valditara è lo stop al cellulare in classe anche per scopi didattici dalle classi delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione (scuola media compresa). Qual è la sua opinione in merito?
«I ragazzi vanno educati all’utilizzo dello smartphone, e il proibire potrebbe generare l’effetto contrario, un po’ come quando la proibizione era la sigaretta ma noi fumavamo di nascosto, inconsapevoli dei rischi o anche per la voglia di trasgredire le regole. Il cellulare in classe non si usa se in classe non ci si annoia, e questo è dovuto al docente, alla metodologia e alla strategia di insegnamento, alla passione con la quale si entra in classe, all’empatia e alla voglia e capacità di coinvolgere gli studenti. È uno strumento che attrae e di certo gli adulti non ne danno un buon esempio di utilizzo: come pretendiamo che i nostri figli sappiano usarlo con criterio? Poi arriveranno alle scuole del II ciclo e improvvisamente verrà rotto il muro del divieto, e sarà molto più pericoloso. Educare al rispetto: questo deve essere il nostro obiettivo».
La consigliera provinciale di pari opportunità, dopo l’adozione del grembiule neutro da parte dell’istituto comprensivo di Salice Salentino-Guagnano, ha dichiarato che chiederà a tutte le altre scuole di fare lo stesso. Lei che ne pensa?
«Continuiamo a far parlare della scuola di tutto tranne che di scuola, inculcando la differenza di genere quando i bambini non hanno la consapevolezza di separare attività o gruppi in maschi e femmine. Non è un grembiule che educa, non è un colore che identifica: siamo noi che associamo molto al genere… non capisco e non condivido il ritorno mediatico di questa notizia per scatenare il chiacchiericcio sul mondo scuola, un mondo dove ormai tutti mettono naso, bocca e mani e dove gli alunni si sentono sempre al centro di un’attenzione non richiesta e non voluta».
Popolazione scolastica: qual è il trend degli iscritti nella sua scuola? Nell’ultimo anno sono aumentati o diminuiti? E in che numero?
«Ecco, questo è un problema scuola che coinvolge tutti: la denatalità più che l’abbandono. Nella mia attuale scuola abbiamo mantenuto i numeri complessivamente (parlo dell’Istituto Comprensivo di Andrano) con una maggiore richiesta per il tempo pieno nella scuola Primaria e una maggiore attenzione alle attività extra curriculari che vengono offerte, ma il territorio piange l’allontanamento dei giovani verso altre città, ed è qui che bisogna lavorare sodo, offrendo posti di lavoro sul territorio anche con lo smartworking perché la qualità della vita qui è molto più alta che al Nord, ma i servizi e le possibilità di vivere bene sono ridotte, a mio avviso, al minimo».
Il PNRR sta offrendo nuove opportunità ma anche una mole di lavoro esagerata che rende difficile alle scuole, come già accaduto per i comuni, la programmazione. A quanto ammontano i finanziamenti a cui il suo Istituto è riuscito ad accedere? E cosa, fino ad oggi, siete riusciti a fare con quei soldi?
«Nella mia scuola stiamo gestendo tutti i fondi PNRR che rappresentano una manna dal cielo per le scuole, e, sinceramente, con una buona squadra, buona volontà e consapevolezza che quello che si fa è per il territorio, non vedo una esagerazione spropositata.
è una grossissima e unica opportunità. La mia scuola ha ottenuto, attualmente, oltre 500mila euro di finanziamenti PNRR, si abbiamo presi, gestiti, li stiamo rendicontando, e a me piace avere a che fare con novità anche dal punto di vista procedurale che hanno permesso di potenziare tutti gli ambienti digitali, creare ambienti di grafica, integrare la musica digitale con la musica strumentale, offrire esperienze formative uniche ai docenti e percorsi di robotica educativa e di potenziamento linguistico con certificazione inclusa a tutte le studentesse e gli studenti, allestire tutte le aule con Digital Board, avere tutte le applicazioni istituzionali e di segreteria in linea con la normativa vigente e con il CAD, migliorare l’immagine della scuola sul territorio perché la scuola è il cuore pulsante di ogni comune».
Attualità
Imparare a salvare vite: corso per uso defibrillatore
A Nardò BLSD Retraining,” basic life support and defibrillatore”, con consegna di certificato IRC necessario per l’utilizzo del macchinario

Sabato 17 Maggio alle ore 9 in Via Boito n. 22 Nardò presso la sede operativa dell’ASC Comitato Provinciale Lecce, si svolgerà il corso BLSD Retraining, ” basic life support and defibrillatore “.
Alla fine del corso i partecipanti riceveranno il certificato IRC necessario per l’utilizzo del defibrillatore.
Con Asc, puoi salvare una vita.
Per info e prenotazioni ASC Comitato Provinciale Lecce tel. 3476501102 mail. lecce@ascsport.it
Appuntamenti
Il mondo del lavoro, la cura, le discriminazioni
A scuola con la consigliera di parità della Provincia di Lecce, Antonella Pappadà, per imparare a riconoscere e affrontare le discriminazioni nel mondo del lavoro. Venerdì 11 aprile appuntamento al Liceo scientifico Da Vinci, a Maglie

Il mondo del lavoro, la cura, le discriminazioni sono i temi al centro del nuovo ciclo di incontri formativi organizzati nell’ambito del progetto “Parità di genere nel lavoro: donne, lavoro e inclusione”, ideato e realizzato dalla consigliera di parità della Provincia di Lecce.
Ad affrontarli, tra i banchi di scuola, è la stessa consigliera Antonella Pappadà che, proprio in virtù del suo ruolo di sentinella del territorio, ha scelto di confrontarsi direttamente con le studentesse e gli studenti delle quattro scuole superiori coinvolte, in via sperimentale, nel percorso progettuale: Meucci di Casarano, Olivetti di Lecce, Giannelli di Parabita e Da Vinci di Maglie.
«Credo che la migliore forma di prevenzione venga dalla conoscenza. Ecco perché», spiega Antonella Pappadà, consigliera di parità provinciale, «ho ritenuto necessario affrontare questi temi con le ragazze e i ragazzi che saranno le lavoratrici e i lavoratori di domani. È fondamentale sapere che possono esserci problematiche, come le discriminazioni sul posto lavoro, e quali sono i riferimenti e gli strumenti per affrontarle e rimuoverle. Proprio la consigliera di Parità della Provincia ha, tra gli altri, questo compito e può assistere chi ne è vittima».
Il terzo ciclo di incontri formativi previsto dal progetto è partito il 14 marzo al Meucci di Casarano ed è proseguito il 28 marzo all’Olivetti di Lecce e il 3 aprile al Giannelli di Parabita, dove, insieme alla consigliera Pappadà, è intervenuta come testimonial anche Stefania Monosi, presidente del Consiglio notarile di Lecce.
L’ultimo appuntamento è in programma venerdì 11 aprile, nel Liceo scientifico Da Vinci, a Maglie.
Il Progetto “Parità di genere nel lavoro: donne, lavoro e inclusione” è un percorso triennale di formazione e sensibilizzazione sul tema della parità di genere nel lavoro, strutturato in tre moduli, uno per ciascun anno scolastico, inseriti tra le attività dei PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento) delle quattro scuole superiori coinvolte.
Tra gli obiettivi generali: imparare a riconoscere stereotipi e pregiudizi, diffondere l’educazione e la formazione alla parità di genere nel lavoro, favorire la conoscenza e la possibilità sia per le donne che per gli uomini di accedere ad un lavoro dignitoso e, ancora, promuovere una cultura di parità di genere per sradicare le iniquità anche nei confronti delle persone con disabilità.
Il primo modulo intitolato “Oltre gli stereotipi”, rivolto alle classi del terzo anno, è stato avviato a dicembre con il ciclo di incontri “Stereotipi e pregiudizi: che cosa sono e quali sono quelli più diffusi”,affrontato dalle esperte di politiche di genere Michela Di Ciommo ed Elisa Rizzello.
Il secondo ciclo “La scienza ha un genere?” è stato sviluppato da studiose e affermate professioniste, tra cui, Cristina Mangia, ricercatrice dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR, Elisabetta De Marco, docente universitaria e ricercatrice nel settore scientifico disciplinare di Pedagogia sperimentale, Maria Antonietta Aiello, pro rettrice di UniSalento e docente ordinario di Tecnica delle Costruzioni, Serena Arima, docente di Statistica presso UniSalento, Fabiana De Santis, manager e ingegnera gestionale specializzata in sviluppo aziendale e gestione dell’innovazione, Carola Esposito Corcione, professore associato in Sistemi, metodi e tecnologia dell’ingegneria chimica e di processo presso UniSalento e socia fondatrice della sturtup Womat.
Il percorso progettuale si concluderà con l’ultimo ciclo di incontri sul tema “Il rispetto e la violenza di genere: quale percezione nelle/negli adolescenti”.
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Attualità
Da giugno niente più treni diretti da Roma alla Puglia!
Tornare in Salento in treno questa estate rischia di diventare un vero incubo per lavoratori, studenti fuori sede e turisti. L’on. Andrea Caroppo vicepresidente della Commissione Trasporti alla Camera, scrive all’Amministratore Delegato di Trenitalia, «per conoscere le ragioni di questa inspiegabile programmazione e, soprattutto, per chiedere l’immediato ripristino dei treni diretti verso la Puglia»

Non c’è niente da fare, vogliono relegarci in un angolo!
Non bastassero l’isolamento fisiologico, che è una questione geografica, e quello strutturale, frutto di anni di scarsa attenzione al sud e poche lucidità e lungimiranza da parte dei nostri politici e rappresentanti istituzionali, arriva anche la notizia che, da metà giugno, il Salento (come del resto tutta la Puglia) non sarà più raggiungibile dalla Capitale con treni diretti.
A lanciare l’allarme il deputato salentino e vicepresidente della Commissione Trasporti alla Camera, Andrea Caroppo: «Raggiungere la Puglia in treno questa estate rischia di diventare un vero incubo per lavoratori, studenti fuori sede e turisti».
Il perché è presto detto: «Dal 10 giugno non è previsto, al momento, nessun treno diretto tra Roma e la Puglia e le uniche offerte disponibili prevedono più cambi e alcune sfiorano addirittura le 12 ore. In pratica, si impiegherà meno tempo per arrivare a Roma da New York o Pechino che da Roma a Lecce».
Per l’on. Caroppo «è una situazione inaccettabile, destinata a creare forti disagi ai pugliesi che vogliono raggiungere la Capitale o rientrare in Puglia e che rischia di mettere in ginocchio la stagione turistica pugliese, scoraggiando i visitatori, soprattutto stranieri, a programmare un viaggio nella nostra regione».
Per questo motivo il vicepresidente della Commissione Trasporti alla Camera ha inviato una richiesta formale di chiarimento all’Amministratore Delegato di Trenitalia, Ing. Gianpiero Strisciuglio, «per conoscere le ragioni di questa inspiegabile programmazione e, soprattutto, per chiedere l’immediato ripristino dei treni diretti che collegano la Puglia a Roma».
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