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Attualità

Si espande l’imprenditoria cinese in Salento: i numeri

Sono in totale 340 le imprese gestite da cittadini cinesi, di cui 236 imprese individuali

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Con l’imminente apertura del nuovo Maxi Store nei locali dell’ex Mercatone Uno a Surano si incrementa la colonia di attività cinesi in provincia di Lecce. Abbiamo voluto studiare i dati per capire quanto incide l’imprenditoria cinese nel Salento.


La premessa necessaria è che si può estrapolare la nazionalità solo ed esclusivamente per le imprese individuali, in quanto le persone giuridiche, quindi le società, non hanno lo “stato di nascita”.


Analizzando i dati sulle persone che hanno un ruolo di amministratore nell’impresa, al  31 marzo 2022 le imprese gestite da un cittadino cinese sono complessivamente 340, di cui 236 imprese individuali per le quali possiamo estrapolare alcuni dati; le restanti sono società, il cui numero verosimilmente è pari a 104, la quasi totalità società di capitale, nella forma sia di s.r.l. che di s.r.l. semplificata e collocate prevalentemente  nel commercio (69) e nella ristorazione (9).


L’85% delle 236 imprese individuali, pari a 200 aziende sono attive nell’ambito del commercio, per la precisione nel commercio al dettaglio; solo 5 imprenditori sono commercianti grossisti.


In relazione alla tipologia di commercio, 69 imprese commercializzano capi di abbigliamento, 36 vendono utensili e altri articoli per la casa e ulteriori 27 imprenditori gestiscono empori ed altri esercizi non specializzati di prodotti vari non alimentari.


Dopo il commercio, la ristorazione con 19 imprese; nel manifatturiero operano 6 imprese, di cui 4 confezionano capi di abbigliamento e due operano nel settore tessile.


Tutte sono micro imprese, la metà (124 imprese) ha un solo addetto, 92 si collocano nella fascia da 2 a 5 addetti, le restanti non superano i 20 addetti e 9 non hanno nessun dipendente.


In totale le 246 imprese individuali hanno 556 addetti di cui 404 nel commercio e 116 nella ristorazione. Non si dispone della nazionalità degli addetti.

Le prime 5 imprese gestite da cinesi insediatesi nella provincia di Lecce risalgono agli anni ’90; nella prima decade degli anni 2000 se ne registrano 64. Il flusso più consistente risale negli anni 2010-2019, anni in cui si iscrivono 154 imprese; dal 2020 in poi sono appena 23 le imprese registratesi, il flusso quindi sembrerebbe assestatosi.


Le 340 imprese gestite da imprenditori cinesi rappresentano appena lo 0,4% delle imprese registrate e non hanno, quindi, incidenza sul totale della struttura imprenditoriale salentina, che conta 76.429 imprese alla data del 31 marzo.


Anche in relazione agli addetti, pari a 556, la loro incidenza è quasi nulla e rappresenta lo 0,8% degli addetti complessivi delle imprese individuali salentine che ammontano a 69.623.


In relazione al fatturato non si hanno dati disponibili in quanto, come prima evidenziato, le persone giuridiche non hanno uno stato di nascita per cui non è possibile disporre dei bilanci delle società di capitale i cui amministratori sono di origine cinese (solo le società di capitale hanno l’obbligo di deposito del documento contabile).


Per quanto riguarda la presenza di imprenditori cinesi nei singoli Comuni è il capoluogo salentino che detiene il record con 72 imprese individuali, seguito da Casarano e Cavallino con 11 e Galatina, Nardò e Tricase con 10 imprese ciascuno.


Dato a margine: nella nostra provincia l’etnia maggiormente presente tra gli imprenditori extracomunitari è quella senegalese con 1.422 imprenditori, seguita da quella marocchina (718): i cinesi si collocano al 6° posto.


 


Attualità

“Cari giovani, costruiamo libertà: non cediamo alla mafia”

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un nostro giovane lettore, Michele Cojocaru.

“L’impegno contro la mafia, non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza”. Queste le parole di Paolo Borsellino, che tengo sempre a mente.
Se dovessi scrivere una lettera ai giovani al tempo di oggi, scriverei così:

Cari giovani del mio tempo, sono Michele, ho 20 anni, vengo dalla provincia di Lecce. Nel mio paese, tanti giovani come noi sono caduti nelle mani della malavita. Tanti fumano, molti spacciano, alcuni hanno addirittura pistole con loro.

Vedendo questo scrivo a voi, giovani della mia generazione, non abbiate paura di denunciare questi fatti: la società di oggi conta su di noi.
Vorrei tanto, insieme a tutti voi, richiamare lo Stato italiano, per ricordargli ancora una volta di stare dalla nostra parte.

Cari giovani e care giovani, costruiamo insieme la società la nostra società. Il futuro non deve essere la droga, non devono essere le armi. Ma un futuro di pace, in cui possiamo dire ai
nostri figli: tutto questo lo abbiamo fatto per voi.

La mafia distrugge, la mafia uccide, la mafia vieta di sognare.

Anche nel Salento c’è la mafia.
Anche nella provincia di Lecce c’è la mafia, ma è una mafia silenziosa, che agisce senza fare rumore.

Non diamogliela vinta, costruiamo libertà: coraggio, insieme ce la faremo.

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Attualità

Porto Cesareo resta Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo

Confermata la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche

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L’Area Marina Protetta Porto Cesareo si conferma un’Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo (ASPIM), aggiudicandosi ancora una volta la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche.

La conferma della certificazione ASPIM è giunta al termine di una tre giorni di lavori sul campo da parte della commissione internazionale composta da Leonardo Tunesi, rappresentante del Focal Point, Robert Turk e Rais Chedly esperti internazionali, Antonio Terlizzi, esperto nazionale e dal direttore dell’AMP Porto Cesareo Paolo D’Ambrosio.

L’iter per ottenere il riconoscimento come da regolamento è passato dall’attivazione di attività di studio scientifico sistematico e di monitoraggio degli habitat, che consentono di stilare gli elenchi delle specie di flora e fauna necessari per definire il grado di biodiversità del sito.

«Lo status viene mantenuto attraverso il costante monitoraggio e salvaguardia delle specie individuate negli elenchi, ed essere ASPIM aumenta la nostra responsabilità di controllo dell’ambiente, allo scopo di salvaguardare le specie e gli habitat in cui esse vivono e si riproducono», hanno affermato soddisfatti i massimi responsabili di AMP Porto Cesareo.

Il riconoscimento dello status di ASPIM viene rilasciato dal Regional Activity Centre for  Specially Protected Area (RAC-SPA), con sede a Tunisi, organismo creato nel 1995 fra i Paesi che hannostipulato nel 1976 la Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo dall’inquinamento.

È questo centro che definisce e mantiene la lista delle ASPIM, vagliando nuove domande e promuovendo le aree protette meritevoli del riconoscimento.

Le aree marine protette italiane che detengono lo status di ASPIM sono attualmente 10.

Quattro in Sardegna tra cui Capo Carbonara, Capo Caccia-Isola Piana, Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre e Tavolara-Punta Coda Cavallo.

A livello nazionale figurano poi Portofino (prima AMP italiana ad aver ottenuto il riconoscimento, nel 2005), Miramare, Plemmirio, Punta Campanella.

Per il Salento, Porto Cesareo e Torre Guaceto.

Direttore e Presidente dell’AMP esprimono la loro soddisfazione per questo «ulteriore traguardo raggiunto, a conclusione di quest’anno, che conferma le altissime performance dell’AMP Porto Cesareo, la quale si posiziona non solo tra le prime a livello Nazionale, ma anche nell’élite delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea»

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Fitto vicepresidente Commissione Ue, arriva il via libera

La situazione si è sbloccata ieri sera con il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti. Ma i Verdi non ci stanno e i Socialisti si spaccano. Il presidente della Camera del Commercio di Lecce, Mario Vadrucci: «Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini e aiuterà le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti»

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Alla fine, Raffaele Fitto ce l’ha fatta.

Dopo lunghi giorni di attesa, polemiche a non finire e qualche ironia social, dopo il suo intervento in un inglese non proprio fluente, è arrivato il via libera alla nomina del politico salentino.

I coordinatori delle commissioni Affari regionali dell’Eurocamera, con il quorum dei due terzi, hanno dato l’ok alla nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione con delega alla Coesione.

Allo stesso tempo le commissioni Affari Economici, Industria e Ambiente hanno dato l’ok definitivo alla nomina della spagnola Teresa Ribera.

Il voto finale previsto mercoledì 27 novembre, in seno alla plenaria della Commissione europea.

L’accordo, formalizzato nella serata di ieri, ha sbloccato il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti su Fitto, mentre Ribera ha ricevuto il sostegno anche di Verdi e Sinistra.

Non sono mancate, però, le critiche: i Verdi hanno accusato il PPE di minare la trasparenza e i principi democratici, mentre il gruppo Socialista si è spaccato, con delegazioni di paesi come Germania e Francia contrarie all’intesa.

Per molti la nomina di Fitto è inopportuna perché «rappresenta un partito contro lo Stato di diritto, l’ambiente e l’integrazione europea».

Il presidente della Camera del Commercio di Lecce Mario Vadrucci si compolimenta: «Da Italiani e soprattutto da salentini siamo particolarmente soddisfatti di come si è conclusa la vicenda connessa con il completamento della Commissione Europea, che vede Raffaele Fitto meritatamente nominato nel prestigioso incarico di vicepresidente esecutivo dell’organismo che regge politicamente e concretamente le sorti dell’Unione Europea».

«Le attestazioni di stima che, in questi giorni, da più parti politiche, sono state espresse sulla figura di Raffaele Fitto, èprosegue il presidente della Cammera del Commercio leccese, «ci fanno ben sperare in vista di un lavoro nei settori delicati cui è stato chiamato, quelli delle Riforme e della Coesione, che guardano al futuro ed alla crescita della parte meno sviluppata dei Paesi Europei».

«Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini salentine e, nel suo impegno politico per favorire la coesione europea», conclude Mario Vadrucci, «cercherà di fare gli interessi dell’Italia, aiutando anche le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti».

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