Attualità
Spiare WhatsApp conoscendo il numero: è davvero possibile farlo?

Come spiare WhatsApp conoscendo solo il numero: cosa devi sapere
A oggi chi è che comunica con il prossimo senza utilizzare WhatsApp, ovvero l’applicazione di messaggistica istantanea più popolare in circolazione’ Probabilmente nessuno ed è proprio per questo che in moltissimi si chiedono se è possibile spiare WhatsApp conoscendo il numero di telefono e quello soltanto. Cerchiamo di scoprirlo insieme in questo articolo!
Spiare conversazioni WhatsApp solo con il numero: possibile?
Meglio essere chiari fin da subito: no, le conversazioni WhatsApp sono tropo difficili da ottenere avendo come unica risorsa il numero di telefono. Questo perché le conversazioni WhatsApp sono si collegate a un numero di telefono ma contenenti anche file multimediali sono informaticamente pesanti: per poterle scoprire è necessario usare un’applicazione per il monitoraggio!
Come spiare WhatsApp in maniera efficace
Come abbiamo visto spiare messaggi WhatsApp conoscendo il numero non è di fatto possibile, per correre ai ripari in queste situazioni la soluzione è rappresentata da applicazioni come mSpy. Questo genere di applicazioni, infatti, una volta installate permette di avere accesso non solo alle conversazioni di WhatsApp ma anche a un grandissimo numero di altre informazioni.
Facciamo un esempio: al posto di far spiare line conversazioni WhatsApp solo con il numero mSpy, una volta installato, permette di accedere anche a tutti quanti i file multimediali che sono stati scambiati all’interno di quelle conversazioni; immagini, video, GIF, registrazioni audio e foto vengono catalogati all’interno di un comodo database con tutte le informazioni del caso.
Questo non è tutto: mSpy non trova soluzione soltanto a quelli che si chiedono come spiare WhatsApp solo con il numero, bensì permette di monitorare la posizione geografica della persona, di sapere cosa fa sui social network, di che siti web visita, chi chiama e così via: tutto quello che puoi desiderare sapere raccolto da una singola applicazione!
Si possono tracciare smartphone in maniera gratuita?
Da un punto di vista prettamente tecnico si, ci sono delle risposte positive a domande tipo “come spiare WhatsApp conoscendo solo il numero gratis” ma è necessario avere elle competenze informatiche di rilievo dalla propria. Senza strumenti dedicati è necessario avere inventiva e pazienza; possiamo riassumere le tecniche utilizzabili in 3 filoni:
- Collegare l’account WhatsApp a un dispositivo di propria proprietà, da utilizzare per guardare quando si preferisce le conversazioni
- Utilizzare un vecchio backup delle conversazioni WhatsApp che si vogliono monitorare per leggere le conversazioni a cui si è interessati
- Utilizzare un’applicazione per il monitoraggio; di questo abbiamo già ampiamente parlato sopra.
Nel primo caso, ad esempio, possiamo sfruttare a nostro vantaggio WhatsApp Web, ovvero la web app dell’applicazione di messaggistica. WhatsApp Web si può collegare a un qualsiasi dispositivo attraverso un utilizzo saggio dei QR code, cosa che sostanzialmente ci permette di leggere da un altro PC o un altro smartphone il contenuto di un’account.
Il problema è che WhatsApp Web notifica il principale utilizzatore dell’account dell’avvenuta sincronizzazione tra esso e un nuovo dispositivo; questo può far salire immediatamente qualche dubbio su cosa stia succedendo all’account, portando semplicemente alla nascita di sospetto che sarebbero evitabili con un’applicazione per il monitoraggio.
Sia i telefoni Android che i telefoni Apple tendono ad avere sistemi automatizzati per l’archiviazione dei dati; Google Drive e iCloud ne sono perfetti esempi! In questi caso se si riesce ad accedere a questi servizi è possibile scaricare in locale i database utilizzati da WhatsApp per creare i backup, utilizzandoli come base sul proprio dispositivo.
In questo modo è si possibile leggere i messaggi ma purtroppo non si possono leggere davvero tutti i messaggi. I backup vengono realizzati automaticamente con cadenza regolare che però non è istantanea; questo significa che nel migliore dei casi si possono leggere messaggi inviati una settimana prima, cosa che potrebbe non essere abbastanza per le proprie necessità.
Conclusioni
Abbiamo visto con dovizia di dettagli di come hackerare WhatsApp conoscendo solo il numero sia una cosa praticamente impossibile. Nel migliore dei casi la scelta migliore da portare avanti è una e una soltanto: sfruttare a proprio vantaggio le potenzialità delle applicazioni per il monitoraggio, così da avere un quadro completo di ciò che una persona fa con il suo smartphone.
Attualità
Tossico e invasivo: nell’Adriatico spunta il pesce palla argenteo
È pericoloso: ecco come comportarsi. Punto 1: non imitare i giapponesi, che praticano una sorta di ‘roulette russa’ alimentare

Il pesce palla argenteo invade l’Adriatico: allarme per la salute e l’ecosistema
Il pesce palla argenteo (Lagocephalus sceleratus), una specie marina altamente tossica e invasiva, è stato recentemente avvistato nel Mar Adriatico, segnando la sua presenza più settentrionale mai registrata nel Mediterraneo.
La cattura di un esemplare lungo oltre mezzo metro nella baia di Medulin, in Istria, ha destato preoccupazione tra pescatori e biologi marini.
Caratteristiche e pericolosità
Originario delle acque tropicali dell’Oceano Indiano e del Mar Rosso, il pesce palla argenteo è entrato nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez, un fenomeno noto come migrazione lessepsiana. Questa specie è nota per la presenza di tetrodotossina, una neurotossina estremamente potente contenuta in organi come fegato, gonadi, pelle e intestino. Anche una piccola quantità può causare gravi intossicazioni e, in alcuni casi, la morte. La tossina resiste alle alte temperature, rendendo il consumo del pesce pericoloso anche dopo la cottura.
Oltre alla sua tossicità, il pesce palla argenteo possiede una bocca dotata di denti robusti, capaci di esercitare una forza impressionante. È anche una specie piuttosto territoriale, pronta a difendere i suoi spazi dagli invasori. In altre zone del Mediterraneo sono stati segnalati episodi di morsi ai bagnanti, con conseguenze mediche rilevanti.
Impatto sull’ecosistema
La presenza del pesce palla argenteo rappresenta una minaccia significativa per l’ecosistema marino. Si nutre di una vasta gamma di organismi, tra cui molluschi e crostacei, alterando l’equilibrio della catena alimentare. Inoltre, è noto per danneggiare le reti da pesca, aggravando le difficoltà della pesca artigianale.
Raccomandazioni per pescatori e bagnanti
Non consumare: evitare assolutamente di mangiare il pesce palla argenteo, anche se cotto. Manipolazione: in caso di cattura accidentale, maneggiare con estrema cautela e utilizzare guanti protettivi. Segnalazione: riportare immediatamente l’avvistamento alle autorità marittime o agli enti di ricerca locali.
Informazione: diffondere la conoscenza di questa specie tra comunità di pescatori e bagnanti per prevenire incidenti.
La diffusione del pesce palla argenteo nel Mar Adriatico è un segnale d’allarme che richiede attenzione e collaborazione tra cittadini, pescatori e istituzioni per proteggere la salute pubblica e preservare l’equilibrio degli ecosistemi marini.
La ‘roulette russa’ alimentare giapponese
In Giappone ci preparano il fugu, una delicatezza da brivido. Una “roulette russa alimentare” che va preparata da chef che hanno studiato 1 anno solo per servire questo piatto. Il segreto è lasciare quel tanto di veleno sufficiente a dare un po’ di euforia, ma niente piu’.
Se mangi questo pesce palla, mangi la tetrodotossina, un veleno micidiale, derivato dai batteri che vivono nelle alghe che lui mangia. A quel punto non hai scampo.
Attualità
Le scarpe con cui il Papa è stato sepolto vengono da Miggiano
Francesco ha voluto che fossero quelle che indossava tutti i giorni: al suo funerale, gli occhi del mondo su quel prodotto dell’artigianalità salentina

Miggiano e tutto il Salento entrano nella storia di Papa Francesco, in uno dei momenti più solenni e commoventi della Chiesa cattolica.
Oggi, in occasione dei funerali del Santo Padre, il mondo intero ha posato lo sguardo su un dettaglio carico di significato: le scarpe con cui Papa Francesco ha scelto di essere sepolto.
Il Pontefice infatti ha espresso il desidero di portare con sé nell’aldilà le sue umili scarpe di tutti i giorni. Ecco infatti che nelle foto che hanno fatto il giro del mondo si scorge quel paio di scarpe nere, consumate dall’utilizzo.

Un dettaglio che per il Salento ha un valore enorme, perché quelle scarpe sono nate a Miggiano.
Ne dà notizia il Comune in una nota in cui spiega che sono state realizzate nell’aprile 2024 dal Laboratorio Ortopedico Bello srl. Opera dei fratelli Vittorio e Giuseppe Bello (che negli anni hanno sempre recapitato di persona al Santo Padre il loro prodotto), le calzature ortopediche sono testimonianza di dedizione e di mani esperte che, nel silenzio dei laboratori, hanno creato qualcosa di infinitamente prezioso.
Il Comune di Miggiano ha espresso con orgoglio questo sentimento in una nota ufficiale:
“Papa Francesco porta con sé un pezzo di Miggiano e così ci sentiamo a lui ancor più vicini. La Comunità di Miggiano è onorata di aver offerto al Pontefice il pregio del proprio artigianato locale.”
Non si tratta solo di un onore per Miggiano, ma di un vero tributo all’intero Salento, terra di saperi antichi, di mani sapienti, di tradizione artigiana che riesce ancora a parlare al mondo con la lingua della qualità e della cura.
In un’epoca di globalizzazione e produzione industriale di massa, il fatto che il Papa abbia scelto — per il momento più intimo e sacro della sua esistenza terrena — delle scarpe fatte a mano in un piccolo comune salentino, ha un significato immenso. È la consacrazione di un modo di lavorare autentico, umano, profondamente radicato nella nostra identità.
Oggi le immagini del Santo Padre, vestito con la semplicità che l’ha sempre contraddistinto, e calzato con quelle scarpe di Miggiano, hanno fatto il giro del mondo.
Alessano
Fine settimana Plastic Free. L’Onda Blu anche in Salento
Dando concretezza agli insegnamenti di Papa Francesco, gli appuntamenti in Salento: sabato 26 aprile ad Alessano, Surano, Vernole; domenica 27 aprile a Castro, Lecce, Melendugno, Minervino di Lecce, Spongano, Taviano, Taurisano

“Buttare via la plastica in mare è criminale, questo uccide la terra. Dobbiamo tutelare la biodiversità, dobbiamo prenderci cura del Creato”.
L’insegnamento di Papa Francesco sarà messo in pratica questo fine settimana dai volontari di Plastic Free Onlus, l’associazione impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento legato all’abuso di plastica.
I 222 appuntamenti di pulizia e sensibilizzazione ambientale in programma in tutta Italia sabato 26 e domenica 27 aprile saranno preceduti da un minuto di silenzio, in rispetto del lutto nazionale per la morte del Pontefice.
L’onda blu degli oltre 10mila volontari Plastic Free celebrerà così la 55esima edizione dell’Earth Day, la Giornata della Terra indetta dalle Nazioni Unite per sensibilizzare la popolazione mondiale sulle condizioni in cui versa il nostro Pianeta e su cosa poter fare per salvaguardarlo. L’obiettivo è ripulire l’ambiente, rimuovendo 100mila chili di plastica e rifiuti, e invitare tutti ad una maggiore consapevolezza dell’impatto dei propri comportamenti quotidiani.
Anche la Puglia sarà protagonista con ben 27 appuntamenti coordinati dal referente regionale Luigi Schifano: sabato 26 aprile a Castellana Grotte, Mola di Bari, Putignano(BA), Francavilla Fontana (BR), Alessano, Surano, Vernole (LE), Crispiano (TA) e domenica 27 aprile ad Acquaviva delle Fonti, Gioia del Colle, Gravina in Puglia, Molfetta, Polignano a Mare, Rutigliano, Santeramo in Colle (BA), Brindisi, Ceglie Messapica, Fasano (BR), Rodi Garganico(FG), Castro, Lecce, Melendugno, Minervino di Lecce, Spongano, Taviano, Taurisano (LE), Castellaneta (TA).
“Agire concretamente mettendoci passione, energia e amore per la terra. Con questo spirito – dichiara Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free Onlus – grazie al coordinamento dei nostri 1.200 referenti territoriali, entreremo in azione nei parchi delle città, lungo gli argini di fiumi e laghi, sulle spiagge delle località costiere e nei piccoli borghi italiani. Lo faremo coinvolgendo chiunque abbia a cuore il destino del Pianeta: per partecipare sarà sufficiente iscriversi gratuitamente www.plasticfreeonlus.it”.
Le attività si svolgeranno con il supporto di Treedom, BCorp italiana e sustainability partner dell’iniziativa. La collaborazione permetterà anche di piantare alberi a sostegno delle attività ambientali di Plastic Free Onlus, che ad oggi ha coinvolto oltre 260mila volontari, raccolto 4,4 milioni di chili di rifiuti, e realizzato più di 7.800 appuntamenti di pulizia ambientale. Solo in Piemonte, da inizio anno, si sono svolti 92 appuntamenti coinvolgendo circa 1.250 persone e rimuovendo oltre 13.000 chili di plastica e rifiuti. Sensibilizzati, inoltre, 2.700 studenti e 800 cittadini.
Per scoprire tutti gli appuntamenti e partecipare: www.plasticfreeonlus.it.
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