Attualità
Tricase, De Donno: «Superiamo insieme questo momento difficile»
Il sindaco affida in esclusiva a “il Gallo” le sue riflessioni dopo l’impasse seguita alle dimissioni del suo vice Andrea Ciardo e la sospensione delle attività politico amministrative di assessore e consiglieri del Pd

Il sindaco Antonio De Donno, restato in silenzio fino ad ora, ha accettato di affidare alle nostre colonne in esclusiva il suo punto di vista su quanto sta accadendo a Tricase, dopo le dimissioni del suo vice Andrea Ciardo e la sospensione delle attività politico amministrative di assessore e consiglieri del Pd.
«Comprensibile», la premessa, «che le dimissioni del vice sindaco creino un vulnus nella linearità dell’azione amministrativa oltre che nei rapporti personali, ma nel merito delle stesse mi limito a confermare parte delle sue dichiarazioni, e precisamente quelle relative al venir meno di un rapporto di fiducia che, più volte da parte mia rialimentato, è naufragato nelle dimissioni benché questo non fosse l’epilogo da me sperato ed auspicato».
Nonostante la nostra insistenza, il sindaco ribadisce che «sui valori che ci dividerebbero non commento, ritenendo che l’allusione sia più di contenuto giornalistico che sostanziale».
Il primo cittadino, però, ci tiene a sottolineare che «questa scelta non incrina da parte mia alcun rapporto con il Partito Democratico, la cui presenza in amministrazione ed in Consiglio è sempre stata proattiva e consequenziale all’impegno preso nei confronti della Città, e lo deve essere ancor di più oggi in maniera chiara, essenziale ed imprescindibile».
«Grave errore faremmo, infatti» , aggiunge De Donno, «se dovessimo giudicare il patto con la Città su singoli comportamenti o rapporti personali benché anche politici, e non invece sull’azione complessiva su cui una coalizione che ha preso l’impegno di lavorare per 5 anni per la Città vuole e deve essere giudicata. La politica amministrativa è arte nobile ma molto complessa, soprattutto a Tricase, e richiede sacrificio e sudore, dedizione e visione, ma soprattutto tanta, tanta, tanta pazienza».
«Comprendo, pur non condividendo», aggiunge il sindaco, «la presa di posizione del Partito Democratico. Comprendo innanzitutto le motivazioni dei Consiglieri, perché ne conosco bene intendimenti e spirito costruttivo. Non ho dato seguito al documento a me indirizzato, inizialmente riservato e poi reso pubblico a fine dello scorso anno, non per scarsa considerazione dei contenuti e delle richieste, ma perché non ne condividevo tempi e modi. Oggi i tempi sono maturi per fare insieme un resoconto di metà mandato sull’attività che tutti, nessuno escluso, abbiamo svolto».
Antonio De Donno poi ricorda che «abbiamo rinnovato la macchina amministrativa, definito settori e dirigenti, assunto personale, ottenuto finanziamenti copiosi, programmato attività, investito in infrastrutture, dato certezza alle procedure di ogni tipo, attivato sportelli e relazioni con ogni istituzione superiore, riattivato circuiti d’investimento privato, riportato Tricase all’attenzione culturale, mediatica e politica etc».
Ancora: «Sindaco troppo ottimista? I cittadini hanno il dovere di informarsi, e di giudicare i fatti. Ma avremo modo di farlo in pubblici confronti. Oggi abbiamo una strada obbligata da seguire, e lo dobbiamo a tutti coloro che si alzano la mattina, si rimboccano le maniche e si prendono le responsabilità quotidiane su figli, dipendenti, soggetti fragili, società tutta. La strada è dare certezza e solidità alla vita amministrativa. Al di là delle posizioni politiche o personali che devono trovare compensazione all’interno del mandato avuto e dell’impegno preso. Non penso di avere il dono dell’infallibilità, certamente abbiamo costruito insieme una strada da seguire ed abbiamo lavorato con sacrificio e condivisione, non per strategia politica ma per amore e dedizione alla Città. Ed i nostri principi sono diventati in Amministrazione metodo e sistema, pareti trasparenti e lavoro di squadra. Con noi solo chi non ha voluto ascoltare non ha ascoltato. Ed a queste poche ma sentite riflessioni mi affido per andare oltre questo momento difficile, che possiamo superare solo insieme, e lo dobbiamo fare celermente e definitivamente per rispetto dei cittadini tutti. E lo faremo, non ho alcun dubbio».
Giuseppe Cerfeda
Attualità
Incendio d’auto: distrutta una Clio, si indaga

In fiamme nella notte un’auto di proprietà di una società intestata ad un uomo di 64 anni.
E’ l’ennesimo incendio notturno di autovetture in Salento e si è verificato alle ore 02:34 circa della nottata tra sabato e domenica a Cavallino.
Nel rione Castromediano è intervenuta una squadra dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Lecce, in via Alberto Bertoli.
La macchina distrutta dalle lingue di fuoco è una Renault Clio grigia che era ferma in sosta sulla sede stradale.
Il lavoro del personale dei vigili del fuoco ha scongiurato il propagarsi dell’incendio e ulteriori danni a persone, cose o pericoli per la pubblica e privata incolumità.
Sul posto erano presenti i carabinieri della stazione di Cavallino. Le cause dell’evento sono in fase di accertamento.
Attualità
Svolta in vista per la festa patronale di Taurisano
Una lettera al Vescovo segnala uno “stato d’agitazione” tra i cittadini per una decisione, a suo modo, storica: quella del parroco di escludere, dopo ben 148 anni, la ditta Parisi dall’allestimento delle luminarie per Santo Stefano

Da “Il Gallo” cartaceo n.07 del 2025
a cura di Lor. Z.
La continuità nel segno della tradizione o il cambiamento in nome di una equa rotazione? È il bivio dinanzi al quale, a Taurisano, si pone la festa patronale di Santo Stefano. Una ricorrenza che si rinnova di anno in anno in nome di una fede lunga un millennio.
A sollevare oggi il dubbio è Antonio Montonato, presidente dell’Associazione Onlus “Idee Valori e Solidarietà”, che scrive al vescovo Mons. Vito Angiuli per attenzionare quella che, a suo dire, è “una situazione che sta agitando gli animi dei miei concittadini”.
Oggetto della missiva è la scelta, per la festa del prossimo agosto, di non incaricare la ditta Parisi dell’allestimento delle luminarie.
“Quest’anno”, scrive Montonato a sua Eccellenza, “Don Gionatan (parroco della parrocchia della Trasfigurazione di N.S.G.C., NdR) ha escluso in modo dittatoriale la ditta Parisi, un’eccellenza locale che ha portato alla ribalta il nome della nostra Città a livello internazionale. La ditta Parisi”, continua la lettera, “dal 1876 (ossia per 148 anni) ha all’allestito nella nostra Città le strade e piazze del borgo, in onore del Santo Patrono Stefano, con devozione, lealtà e calore. Durante questi anni la ditta Parisi è stata più volte onorata di prestigiosi premi nazionali ed internazionali tra cui quello a Montecitorio”.
Una tradizione che, secondo Montonato, andrebbe rinnovata ad occhi chiusi, ma che “il parroco”, scrive, “vuole sconvolgere senza rispettare la storia secolare”.
L’argomento, rimbalzato anche sui social, è già oggetto di discussione in paese e, con tutta probabilità, è giunto alle porte della Diocesi già prima che Montonato mettesse mano al calamaio.
Ad ogni modo, il presidente di “Idee Valori e Solidarietà” adduce altre motivazioni a sostegno della sua tesi: “La festa patronale viene organizzata con le offerte libere dei cittadini, con gli sponsor offerti da attività commerciali ed artigianali locali e, da ultimo, con l’importante contributo economico, solitamente pari a 10mila euro, elargito dal Comune. Appare quindi insolito e discutibile il fatto che un parroco subentri nella gestione ed organizzazione della festa patronale, sostituendosi ai comitati costituiti ad hoc, arrivando a stravolgere le tradizioni locali, quelle tradizioni che si tramandavano di generazione in generazione”.
Ebbene è proprio qui che la matassa trova il suo bandolo: nelle funzioni del parroco in seno alle celebrazioni della festa patronale.
Tant’è che la Diocesi, cui abbiamo richiesto le ragioni di questa la scelta a suo modo storica, nel non ribattere a quanto sostenuto dal signor Montonato, risponde senza dare risposta. Ossia, rimanda al Regolamento diocesano per il Comitato Feste Religiose.
Il documento recita: “Presidente del Comitato è sempre il Parroco, che si avvale della consulenza del consiglio pastorale parrocchiale nel determinare quali feste celebrare, e nel dare gli orientamenti generali per lo svolgimento dei festeggiamenti esterni”. Allo stesso parroco spettano anche la nomina del presidente delegato; l’accoglimento della lista dei componenti il Comitato ed il compito di dare indirizzo circa il programma della festa.
Il ruolo assunto, nel caso specifico, da don Gionatan, quindi, appare tutt’altro che arbitrario, come la missiva inviata al vescovo vuol far intendere.
C’è tuttavia un passaggio che tiene aperta la discussione. Lo stesso regolamento diocesano specifica, al primo punto sull’argomento, che “il Comitato Feste è espressione della comunità parrocchiale”. Quanto sta accadendo a Taurisano porta a chiederci se questo assunto, attorno alla festa di Santo Stefano, sia ancora osservato. Chiediamo a voi, quindi, di esprimervi, raccontandoci il vostro punto di vista. Scriveteci su WA al 371 37 37 310.
Attualità
Caro biglietti: tornare in Salento ad aprile è un salasso
Per chi parte da Milano, treni sopra i 300 euro ed aerei oltre i 600

Tanti ponti, tanti soldi. Un salasso le festività di questo mese di aprile per chi si vuole spostare. In particolar modo per coloro che vogliono fare rientro in Salento dal nord Italia.
Lo si evince da uno studio di Assoutenti sulle tariffe di aerei, treni e pullman, un report da cui emergono dati incredibili come quelli che seguono.
Imbarcandosi da Linate venerdì 18 aprile e tornando martedì 22 aprile, un biglietto per Brindisi costa oggi un minimo di 619 euro, più di un volo di andata e ritorno per New York nelle stesse date (da 571 euro con uno scalo). Servono poi almeno 518 euro per volare da Linate a Catania e ritorno, 499 euro per Palermo, 460 euro per Cagliari. Il volo di andata e ritorno da Genova a Catania, nelle stesse date, parte oggi da un minimo di 401 euro, e si spende più o meno lo stesso (398 euro) da Torino a Lamezia Terme.
Non va meglio a chi sta acquistando in questi giorni un biglietto del treno: per la tratta Milano-Reggio Calabria la spesa va da 104,4 (scegliendo collegamenti lenti) a 345 euro per quelli più veloci. Partendo invece da Torino (solo andata), si spende da un minimo di 195 euro, se si scelgono orari scomodi e soluzioni con lunghi tempi di percorrenza, a 360 euro per i collegamenti migliori. Si sfiorano 340 euro per andare da Genova a Lecce, 320 euro da Milano a Lecce, 311 euro da Torino a Lecce, 310 euro da Milano a Salerno.
-
Cronaca4 settimane fa
Arresto sindaci di Ruffano, Maglie e Sanarica: ecco come è andata
-
Corsano4 settimane fa
Corsano: bomba inesplosa, auto e camion incendiati
-
Cronaca4 settimane fa
Don Antonio Coluccia: «Droga welfare criminale. Anche nel Salento»
-
Alessano2 settimane fa
Maglie – Leuca, zoom sul secondo lotto
-
Alessano4 settimane fa
Scontro nel Capo di Leuca: coinvolti in sette
-
Alessano3 giorni fa
Apre l’università “Unitelma – Sapienza” ad Alessano
-
Cronaca3 settimane fa
Furti a Tricase, due arresti
-
Casarano3 settimane fa
Muore per un gelato a 16 anni. Ristoratore condannato