Connect with us

Attualità

Tricase e le case popolari: ‘Cronaca di abusi annunciati’

E l’Amministrazione locale? … quando non si rende complice nelle “assegnazioni”, volge lo sguardo, chiude gli occhi, copre le orecchie!

Pubblicato

il



Quello che riceviamo e pubblichiamo di seguito è l’ennesimo grido di dolore che urla giustizia. Giustizia sì, perché chi è già stato condannato dalla vita a sopportare rinunce e privazioni, a lottare quotidianamente per un tozzo di pane, chi, diligentemente, ha atteso che una folata di vento buono gli recapitasse un alito di serenità, oltre al danno non merita di subire la beffa.


Perché questa ‘didascalia’?, perché se è vero quello che leggiamo, e vi invitiamo a leggere nella missiva che abbiamo ricevuto in redazione, gli abusi e i soprusi sono tanti e tali da far rabbrividire; perché situazioni che sappiamo meritano attenzione continua, vengono spesso abbandonate al loro destino: un po’ come chi decide di educare i propri figli parcheggiandoli davanti alla TV perché si ha altro da fare, invece di seguire, comprendere, correggere e tutelare chi, secondo il metro della nostra secolarizzata società, bisognerebbe ‘formare, crescere ed inserire’.


Ed è allora che, dopo aver silenziato i bisogni della coscienza dell’anima, parte il liberi tutti!


Il film delle case popolari di Tricase non è un unicum, anzi. E’ una condanna allo spiedo che brucia sulla graticola delle colpe della ‘società civile’ e che, frequentemente, tutti, nessuno escluso (anche noi giornali), vedono, soppesano e dimenticano in un amen.


Quando si parla di alloggi occupati, di fittizie separazioni, di residenti non residenti, impianti volutamente danneggiati, di furti d’acqua, di vetri rotti, ed altre scorrerie, se si conoscono quanti ‘gestiscono allegramente’ e con poca coscienza il bene pubblico, perché non si interviene?


Cosa ci impedisce di accendere un faro sui ‘furbetti del mattone’ intervenendo e risolvendo senza indugio il problema?


Mi auguro che stavolta questa denuncia riceva il sostegno agognato, che chi preposto al controllo di tali urgenze, trovi il tempo ed il modo di intervenire, che non si debba, per l’ennesima volta, dare ragione alla saggezza popolare di mio nonno che davanti a questi scempi, bofonchiava: “Dopo ca ‘mprenene e monache mintene i purtuni te fierru!


Luigi Zito


RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO


Tricase case popolari = abusi!?


Il 01 dicembre 2020 sono stati consegnati a Tricase i primi 27 alloggi di edilizia residenziale popolare ai nuclei familiari risultati beneficiari della graduatoria approvata con determinazione n. 32 del 16 febbraio 2016.


Una delle assegnatarie, commossa, avrebbe esclamato: “Per la mia famiglia oggi è veramente una giornata di sole; abbiamo, finalmente, una casa!”.

Ad oscurare lo splendore solare, in men che non si dica, sono presto calate le tenebre: illuminazione esterna distrutta, pozzetti divelti, vetrate frantumate e muri imbrattati!


La nobiltà d’animo di chi gioisce per aver dato un tetto sotto cui dormire ai propri figli viene offuscata dalla persistente inciviltà di chi, oltreché abusivo, disprezza il bene comune.


Le occupazioni abusive, quando non sono state già sanate, vengono comunque ignorate da chi è deputato a compiere le opportune verifiche. E, quindi:


piuttosto che chiedere ed aspettare di essere inseriti in una graduatoria, meglio occuparli abusivamente gli alloggi perché standoci già dentro si hanno maggiori chances di rimanerci;


coniugi che inscenano fittizie separazioni personali per accrescere le possibilità di assegnazione, spesse volte, non di un solo alloggio bensì di due;


– assegnazioni effettuate a soggetti residenti da svariati anni all’estero e che ne traggono profitto dalla locazione a terzi;


– occupanti abusivi che deliberatamente e periodicamente danneggiano gli impianti sanitari per costringere l’Istituto ad intervenire ristrutturandoli (rectius, ammodernandoli)


– assegnatari i cui componenti del nucleo famigliare sono ormai percettori di reddito, ma morosi nel pagamento dell’utenza idrica (a danno degli altri assegnatari “diligenti”).


E l’Amministrazione locale? … quando non si rende complice nelle “assegnazioni”, volge lo sguardo, chiude gli occhi, copre le orecchie!





Attualità

Incendio d’auto: distrutta una Clio, si indaga

Pubblicato

il

In fiamme nella notte un’auto di proprietà di una società intestata ad un uomo di 64 anni.

E’ l’ennesimo incendio notturno di autovetture in Salento e si è verificato alle ore 02:34 circa della nottata tra sabato e domenica a Cavallino.

Nel rione Castromediano è intervenuta una squadra dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Lecce, in via Alberto Bertoli.

La macchina distrutta dalle lingue di fuoco è una Renault Clio grigia che era ferma in sosta sulla sede stradale.

Il lavoro del personale dei vigili del fuoco ha scongiurato il propagarsi dell’incendio e ulteriori danni a persone, cose o pericoli per la pubblica e privata incolumità.

Sul posto erano presenti i carabinieri della stazione di Cavallino. Le cause dell’evento sono in fase di accertamento.

Continua a Leggere

Attualità

Svolta in vista per la festa patronale di Taurisano

Una lettera al Vescovo segnala uno “stato d’agitazione” tra i cittadini per una decisione, a suo modo, storica: quella del parroco di escludere, dopo ben 148 anni, la ditta Parisi dall’allestimento delle luminarie per Santo Stefano

Pubblicato

il

Da “Il Gallo” cartaceo n.07 del 2025

a cura di Lor. Z.

La continuità nel segno della tradizione o il cambiamento in nome di una equa rotazione? È il bivio dinanzi al quale, a Taurisano, si pone la festa patronale di Santo Stefano. Una ricorrenza che si rinnova di anno in anno in nome di una fede lunga un millennio.

A sollevare oggi il dubbio è Antonio Montonato, presidente dell’Associazione Onlus “Idee Valori e Solidarietà”, che scrive al vescovo Mons. Vito Angiuli per attenzionare quella che, a suo dire, è una situazione che sta agitando gli animi dei miei concittadini.

Oggetto della missiva è la scelta, per la festa del prossimo agosto, di non incaricare la ditta Parisi dell’allestimento delle luminarie.

Quest’anno”, scrive Montonato a sua Eccellenza, “Don Gionatan (parroco della parrocchia della Trasfigurazione di N.S.G.C., NdR) ha escluso in modo dittatoriale la ditta Parisi, un’eccellenza locale che ha portato alla ribalta il nome della nostra Città a livello internazionale. La ditta Parisi”, continua la lettera, “dal 1876 (ossia per 148 anni) ha all’allestito nella nostra Città le strade e piazze del borgo, in onore del Santo Patrono Stefano, con devozione, lealtà e calore. Durante questi anni la ditta Parisi è stata più volte onorata di prestigiosi premi nazionali ed internazionali tra cui quello a Montecitorio”.

Una tradizione che, secondo Montonato, andrebbe rinnovata ad occhi chiusi, ma che “il parroco”, scrive, “vuole sconvolgere senza rispettare la storia secolare”.

L’argomento, rimbalzato anche sui social, è già oggetto di discussione in paese e, con tutta probabilità, è giunto alle porte della Diocesi già prima che Montonato mettesse mano al calamaio.

Ad ogni modo, il presidente di “Idee Valori e Solidarietà” adduce altre motivazioni a sostegno della sua tesi: “La festa patronale viene organizzata con le offerte libere dei cittadini, con gli sponsor offerti da attività commerciali ed artigianali locali e, da ultimo, con l’importante contributo economico, solitamente pari a 10mila euro, elargito dal Comune. Appare quindi insolito e discutibile il fatto che un parroco subentri nella gestione ed organizzazione della festa patronale, sostituendosi ai comitati costituiti ad hoc, arrivando a stravolgere le tradizioni locali, quelle tradizioni che si tramandavano di generazione in generazione”.

Ebbene è proprio qui che la matassa trova il suo bandolo: nelle funzioni del parroco in seno alle celebrazioni della festa patronale.

Tant’è che la Diocesi, cui abbiamo richiesto le ragioni di questa la scelta a suo modo storica, nel non ribattere a quanto sostenuto dal signor Montonato, risponde senza dare risposta. Ossia, rimanda al Regolamento diocesano per il Comitato Feste Religiose.

Il documento recita: “Presidente del Comitato è sempre il Parroco, che si avvale della consulenza del consiglio pastorale parrocchiale nel determinare quali feste celebrare, e nel dare gli orientamenti generali per lo svolgimento dei festeggiamenti esterni”. Allo stesso parroco spettano anche la nomina del presidente delegato; l’accoglimento della lista dei componenti il Comitato ed il compito di dare indirizzo circa il programma della festa.

Il ruolo assunto, nel caso specifico, da don Gionatan, quindi, appare tutt’altro che arbitrario, come la missiva inviata al vescovo vuol far intendere.

C’è tuttavia un passaggio che tiene aperta la discussione. Lo stesso regolamento diocesano specifica, al primo punto sull’argomento, che “il Comitato Feste è espressione della comunità parrocchiale. Quanto sta accadendo a Taurisano porta a chiederci se questo assunto, attorno alla festa di Santo Stefano, sia ancora osservato. Chiediamo a voi, quindi, di esprimervi, raccontandoci il vostro punto di vista. Scriveteci su WA al 371 37 37 310.

Continua a Leggere

Attualità

Caro biglietti: tornare in Salento ad aprile è un salasso

Per chi parte da Milano, treni sopra i 300 euro ed aerei oltre i 600

Pubblicato

il

Tanti ponti, tanti soldi. Un salasso le festività di questo mese di aprile per chi si vuole spostare. In particolar modo per coloro che vogliono fare rientro in Salento dal nord Italia.

Lo si evince da uno studio di Assoutenti sulle tariffe di aerei, treni e pullman, un report da cui emergono dati incredibili come quelli che seguono.

Imbarcandosi da Linate venerdì 18 aprile e tornando martedì 22 aprile, un biglietto per Brindisi costa oggi un minimo di 619 euro, più di un volo di andata e ritorno per New York nelle stesse date (da 571 euro con uno scalo). Servono poi almeno 518 euro per volare da Linate a Catania e ritorno, 499 euro per Palermo, 460 euro per Cagliari. Il volo di andata e ritorno da Genova a Catania, nelle stesse date, parte oggi da un minimo di 401 euro, e si spende più o meno lo stesso (398 euro) da Torino a Lamezia Terme.

Non va meglio a chi sta acquistando in questi giorni un biglietto del treno: per la tratta Milano-Reggio Calabria la spesa va da 104,4 (scegliendo collegamenti lenti) a 345 euro per quelli più veloci. Partendo invece da Torino (solo andata), si spende da un minimo di 195 euro, se si scelgono orari scomodi e soluzioni con lunghi tempi di percorrenza, a 360 euro per i collegamenti migliori. Si sfiorano 340 euro per andare da Genova a Lecce, 320 euro da Milano a Lecce, 311 euro da Torino a Lecce, 310 euro da Milano a Salerno.

Continua a Leggere
Pubblicità
Pubblicità

Più Letti