Attualità
Il sindaco De Donno: “Così cambierò Tricase”

ERA IL 21 FEBBRAIO 2018 QUANDO VENNE GIU’ L’ACAIT
Il prossimo 21 febbraio ricorreranno cinque anni dal crollo che ha devastato l’Acait a Tricase. Della situazione dell’ex tabacchificio, di altri temi di attualità e del futuro di Tricase ne abbiamo parlato con il sindaco Antonio De Donno.
«Per Acait abbiamo presentato al Bando del Dipartimento per le politiche di coesione un progetto da 12 milioni di euro che si è piazzato al 44° posto a livello nazionale. Un progetto complesso che prevede un centro di ricerca per alimentazione e salute, uno studio a cura del prof. Giancarlo Logroscino per prevenire l’invecchiamento e le malattie neurodegenerative, la realizzazione di una rete di imprese locali e nazionali, chiamate a dialogare tra loro per creare nuove startup.
Nelle intenzioni del vecchio Governo il finanziamento avrebbe coperto i progetti fino al 45° posto della graduatoria. Poi, però, è caduto l’esecutivo Letta e, con il nuovo Governo, non sappiamo che fine farà quella progettazione. Nell’incertezza abbiamo riaperto il dialogo con la Regione con cui stringere un accordo di programma ad una cifra inferiore, come previsto prima della partecipazione al bando nazionale. Intanto, dal finanziamento di 5 milioni ottenuto per la Rigenerazione Urbana, abbiamo stralciato 1,5 milioni per il complesso Acait».
Cosa ci farete con quei soldi?
«Il capannone utilizzato per i vaccini anticovid ospiterà gli uffici comunali di Anagrafe e Tributi e, forse, pure i Servizi sociali, per i quali stiamo valutando anche l’ipotesi dei vicini locali, già ristrutturati, sottostanti la sede della Polizia Locale. Quegli ambienti ora sono a disposizione dell’Ambito per il progetto antiviolenza. Vedremo. Nel capannone nuovo, che sarà pronto tra un mese o due, trasferiremo l’ufficio tecnico. Con lo spostamento degli uffici, intanto, libereremo Palazzo Gallone e il Convento dei Domenicani che saranno restituiti al loro ruolo di contenitori culturali. Stiamo sistemando tutta l’area verde e, dal capannone grande, crollato cinque anni fa, stiamo provvedendo a smaltire tutto l’amianto per poi ricostruire la parte crollata. A lavori finiti, con il bando del Dipartimento di Coesione, se faranno scorrere la graduatoria, o mediante l’accordo di programma con la Regione, valuteremo i progetti in ballo da tempo».
Era in piedi anche un contenzioso con l’azienda che aveva installato i pannelli fotovoltaici prima del crollo…
«Abbiamo parlato con la ditta in questione e tracciato la via per un accordo».
È vero, come sostiene una voce che circola in paese, che dovrete risarcirli di una cifra compresa tra 60 e 70mila euro?
«Quando chiuderemo la vicenda ne riparleremo».
DIRIGENTI SI CAMBIA!
Sin dal suo insediamento ha sempre sostenuto che, per avere una marcia in più, è necessario riorganizzare la macchina amministrativa quindi uffici e direzione dei settori. A che punto siamo?
«Con i concorsi abbiamo dato forza agli uffici e se, dopo il Bilancio, avremo nuova capacità occupazionale, assumeremo ancora, attingendo dalle graduatorie.
Ad oggi con l’ingresso di una trentina di nuovi lavoratori, tutti brillanti, si respira aria nuova con una differente energia. Intanto, abbiamo approvato in giunta la nuova geografia dei settori, aggiungendo, ad esempio, “Cultura” che prima era incardinato sotto “Servizi sociali” e “Tributi”. Abbiamo diviso l’Ufficio Tecnico in tre settori diversi: “Lavori pubblici”, “Urbanistica” e “Ambiente e cimiteri”, ognuno con proprio dirigente (prima era tutto in capo all’in. Vito Ferramosca, Ndr) e proprio personale».
CENTRO STORICO
Con gli 1,5 milioni stralciati di cui sopra, il progetto parrebbe quello di far… esplodere il centro storico.
«Quei soldi saranno utilizzati per il rifacimento delle strade in stile via Thaon De Revel («a proposito non risponde al vero che quella strada tornerà ad essere a doppio senso. Invertiremo invece il senso di marcia di via Toti, tra piazza Principessa e piazza Cappuccini»). Rifaremo piazza Sant’Andrea a Caprarica; scenderemo lungo via V. Emanuele dove sistemeremo i marciapiedi; arriveremo in piazza Santa Lucia, dove elimineremo quel simil rondò che gira intorno alla chiesa («quello spazio sarà basolato e interdetto alle auto»), invertendo il senso di via Monterosso, che oggi conduce da via Thaon de Revel alla piazza.
Procederemo su via Cadorna, fino al Calvario, sempre come su via Thaon de Revel. Poi ,da piazza dei Caduti, stesso lavoro su via Fr.lli Allatini che diventerà a senso unico fino a Largo Ciardo (bar del Popolo), anch’esso ribasolato, così come via Stella d’Italia. Stesso discorso per via Marina Serra, scendendo da piazza Pisanelli, e per tutte le viuzze intorno».
Una serie di sensi unici e l’allargamento della ZTL che riportano alla madre di tutti i problemi. Dove si parcheggerà?
«Abbiamo individuato delle aree intorno al centro storico, come quella di fronte al Liceo “Comi” che è di proprietà comunale, o come nella zona “Donna Maria” anche se bisogna valutare come fare con il vincolo dato dal rischio idrogeologico. Si potrebbe realizzare un parcheggio stagionale e, nel momento in cui le previsioni annunceranno potenziali rischi, lo si potrebbe chiudere temporaneamente».
Sempre per il centro storico avete ereditato dalla precedente amministrazione un finanziamento di 1,4 milioni di euro per sistemare piazza Pisanelli, via Tempio, via San Demetrio. E i lavori?
«Già affidati. Avevamo chiesto di iniziare da via San Demetrio con l’intento di completarla prima dell’estate. Invece, siccome quella strada dovrà essere basolata ci siamo dovuti fermare per… carenza di basoli sul mercato. In epoca di Pnrr accade anche questo! Ci hanno detto che avremo la possibilità di acquistarli tra settembre e ottobre. I lavori inizieranno in via Tempio, poi piazza Pisanelli. Ci si fermerà per consentire la fruibilità durante la stagione estiva e, subito dopo, si completerà il tutto con via san Demetrio».
PD MAL DI PANCIA
Nello scorso autunno dal locale circolo del Partito Democratico è partita una neanche troppo velata richiesta di rimpasto in giunta. Tutto passato?
«Mi hanno consegnato un documento nel quale si facevano una serie di riflessioni. Si ribadiva la voglia di contribuire alla buona riuscita dell’amministrazione e, per questo, si riteneva necessario mettere mano ad alcune deleghe. Cosa sulla quale stavamo già ragionando, pensando anche di dare delle deleghe ad alcuni consiglieri comunali per aiutare la giunta e, eventualmente, di rimodulare alcune deleghe anche in seno alla giunta. Ho fatto sapere al Pd che quella era la strada che avremmo perseguito. Vedremo se tra uno, due o tre mesi.
L’idea, del resto, era già condivisa da tutta la maggioranza. Uscire in questo modo, però, ha rischiato solo di complicare le cose. Si poteva risolvere il tutto senza prove di forza che dessero all’esterno l’impressione, errata, che nella maggioranza non vi fosse possibilità di dialogo e capacità di trovare una soluzione. Ciò ha creato un po’ di fraintendimenti ed è circolata la “fake” che il Pd volesse lasciare la maggioranza».
Ipotizzata anche una rovinosa caduta dell’Amministrazione…
«Cè chi ha voglia di cimentarsi in questi giochi. Noi siamo qui per servire la città. Tricase merita rispetto e bisogna andare oltre le mire e i desiderata personali e dei partiti. Abbiamo preso un impegno preciso con la cittadinanza e credo che lo stiamo onorando. In poco più di due anni abbiamo avuto accesso a milioni di euro. Tra rigenerazione urbana, Contratto Istituzionale di Sviluppo sulle marine, relamping (il project financing presentato da Enel che ridarà luce all’impianto di pubblica illuminazione – led, nuovi punti luce, illuminazione artistica di Palazzo Gallone e dei castelli, semafori intelligenti, parcheggi fotovoltaici, ecc., NdR), ed altri progetti che stiamo portando avanti, come il rifacimento degli ingressi, la città cambierà volto. Stiamo portando avanti un disegno che prevede la riqualifica di tutte le lottizzazioni nelle zone di completamento di proprietà del Comune rimaste abbandonate. L’intento è di organizzare spazi per momenti di svago, sport, relax. Vorremmo fare in modo che ogni quartiere abbia la sua zona attrezzata, così come sta già avvenendo in Zona Draghi».
PUG
State scommettendo forte sulla realizzazione del PUG, strumento di cui Tricase non è mai stata in grado di dotarsi. Non a caso, ancor oggi, ci si basa un Piano di Fabbricazione del 1974.
«Abbiamo formalmente dato avvio allo studio. In brevissimo tempo organizzeremo una serie di incontri alla presenza dell’Arch. Alessandro Benevolo (Coordinatore Gruppo Progettazione Pug), prima con i progettisti e poi invitando i cittadini per illustrare la nostra linea.
Lo sviluppo deve essere organizzato in base agli abitanti, la crescita demografica, ecc. In un primo momento è stata presentata una richiesta di 2.600 nuove abitazioni a fronte delle 1.300 che, invece, ci spettano. Dovremo rientrare nei parametri, riportando alla destinazione originale tutte quelle lottizzazioni ferme da anni e che nessuno vuole portare a termine. Stiamo poi effettuando uno studio nelle zone di campagna comprese tra Tricase e le frazioni e tra lo stesso Capoluogo e le Marine, per valutare l’opportunità di riabilitare le pajare e altre costruzioni preesistenti, con delle idee innovative che consentano a chiunque di trasformarne la destinazione urbanistica, metterle a frutto e alimentare il concetto di albergo diffuso a noi tanto caro».
Vogliamo fare un nodo al fazzoletto, stile Striscia la Notizia, sul Pug?
«I tempi sono maturi ed abbiamo cognizione di causa dell’impronta che vogliamo dare. Puntiamo all’adozione entro il prossimo Natale, al massimo nei primi mesi del 2024».
CITTADELLA SPORTIVA
«Stiamo lavorando per la cittadella sportiva. Abbiamo appena ripulito il vecchio palazzetto che è “riapparso” come per magia. Fatto il punto su eventuali finanziamenti sia in ambito sportivo che culturale con i Vetrici del Credito Sportivo. Sempre in zona “Campo Verde” sistemato l’incrocio dei Vigili del Fuoco grazie anche alla Provincia, installato l’impianto semaforico e organizzato un nuovo piccolo parcheggio. Ancora in corso i lavori per il rifacimento delle strade».
RETE FOGNARIA
È in ballo la realizzazione della rete fognaria e idrica in quelle zone che ne sono ancora sprovviste, frazioni e marine in particolare.
«In più occasioni abbiamo evidenziato ad Acquedotto Pugliese le carenze di cui soffriamo con decine di chilometri di reti mancanti. Abbiamo avuto rassicurazioni in merito. I primi lavori sono previsti a Depressa e Lucugnano e in una parte di Tricase. Stiamo affrontando il problema della necessaria pompa di sollevamento a Marina Serra. Puntiamo di giungere, sia in direzione sud che da Tricase Porto in direzione Andrano, fino ai confini dell’abitato. Senza dimenticare la necessità impellente di dotare di acqua e fogna tutta la Zona Industriale».
IL MILIONE DIMENTICATO
Avete cambiato il modo di gestire il verde cittadino. Vuole spiegare?
«Abbiamo scorporato i bandi tra sfalcio e arredo verde. Prima veniva appaltato tutto ad una ditta. Oggi abbiamo separato i canali riuscendo a anche a risparmiare. Nel biennio 2019-20 sono stati spesi quasi 400mila euro fra affidamento del verde e gestione delle piazze. Nel frattempo abbiamo individuato una risorsa di cui, non so perché, nessuno era a conoscenza.
Nel piano economico e finanziario della Tari vi erano delle risorse accantonate che potevano essere utilizzate solo per alcune cose, tra cui pulizia e sfalcio. Mai utilizzato questo fondo è cresciuto fino ad oltre un milione, fermo lì, a disposizione. Eppure negli anni abbiamo speso un sacco di soldi per lo sfalcio e avremmo potuto farlo con quei fondi. Da oggi e per i prossimi due lustri, comunque, il Comune non dovrà più impegnare centomila euro l’anno per lo sfalcio che potrà essere effettuato dalla stessa ditta che si occupa dei rifiuti».
ALLAGAMENTI E RISTORI
In merito all’eccezionale evento atmosferico che ha colpito Tricase nello scorso ottobre, creando danni soprattutto (ma non solo) in Zona Lama?
«Abbiamo stanziato una somma e daremo un contributo a chi ha subito danni. Ci confronteremo con l’autorità idrica pugliese per capire cosa fare nell’immediato («vorremmo creare nelle zone a rischio alcune trincee drenanti») per calmierare il rischio. È già in programma una riunione con Asset per capire, invece, cosa fare per risolvere in maniera definitiva la questione».
MACCHINA DEL TEMPO
Se avesse la possibilità di tornare indietro di 30 mesi, portandosi dietro l’esperienza vissuta, si ricandiderebbe?
«Chi gestisce la cosa pubblica deve sentire dentro l’amore per la sua città e la necessità di sacrificarsi. Ho compreso tante cose che prima, da semplice cittadino, non potevo cogliere fino in fondo. Confermo che è una delle sfide più appaganti: poter contribuire alla vita della propria città e al benessere dei propri concittadini è una delle più belle esperienze che una persona possa vivere. Lo rifarei cento volte».
OLC E LA ZONA INDUSTRIALE
La Olc azienda di Specchia che ha acquistato il complesso della ex Adelchi lamenta ostracismo da parte di questa amministrazione ai suoi progetti. Qual è la vostra posizione?
«È fondamentale sgombrare il campo dalla idea fuorviante, quella cioè che si tratta di una posizione preconcetta dell’amministrazione e degli uffici comunali. Nei limiti di ciò che deve essere autorizzato non negheremo nulla.
Ciò che non è lecito farsi non verrà autorizzato, come è giusto che sia. Gli uffici rispondono secondo le norme non certo perché la mattina qualcuno si è alzato col piede sinistro. Vi sono una serie di problemi.
Loro vorrebbero far aprire due punti commerciali a degli imprenditori cinesi in zona industriale. La Legge prevede la copertura di un 10% della proprietà come punto di rivendita ma, evidentemente, di quei prodotti realizzati all’interno dell’opificio.
Mi spiego meglio: se sei un forno, puoi vendere il pane che produci, se serramenti, infissi, ecc.. Vedremo: noi ci atterremo esclusivamente alla legge e ai regolamenti».
E alle sentenze: «Attendiamo il pronunciamento del Tar sulla questione e soltanto dopo la decisione dei giudici saremo, eventualmente, in grado di riprogrammare il tutto. Da parte nostra massima disponibilità».
Giuseppe Cerfeda
Attualità
Xylella, mezzo milione al GAL Capo di Leuca
Il GAL finanzierà interventi mirati alla riqualificazione del paesaggio attraverso la realizzazione di nuovi impianti di olivo o di altre specie arboree resistenti alla xylella

Il presidente del GAL Capo di Leuca Antonio Ciriolo ha firmato la convenzione integrativa tra Regione Puglia e GAL per l’attuazione del progetto “Sistema integrato per il rilancio paesaggistico ed economico dei territori colpiti da Xylella fastidiosa”.
Il progetto vede coinvolti diversi GAL della Puglia (capofila il Gal Terra d’Arneo) ed è finanziato ai sensi dell’art. 17 del Decreto Interministeriale 06/03/2020 n. 2484 “Piano straordinario per la Rigenerazione Olivicola della Puglia”.
La dotazione finanziaria assegnata al Gal Capo Di Leuca è pari a 500mila euro.
Il GAL finanzierà interventi mirati alla riqualificazione del paesaggio attraverso la realizzazione di nuovi impianti di olivo o di altre specie arboree resistenti alla Xylella.
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Attualità
Il segno della partecipazione civica degli studenti del “Don Tonino Bello” di Tricase nel porto di Leuca
Asoc Awards 2025: al Team “Leucasia”, con il progetto Porta d’Oriente, il secondo posto assoluto a livello nazionale e il premio ASOC – Insight Senato della Repubblica. La dirigente scolastica Anna Lena Manca: «Una grande lezione di educazione civica»

Agli studenti dell’indirizzo artistico dell’IISS Don Tonino Bello di Tricase, classificatisi secondi a livello nazionale con il loro “Porta d’Oriente”, è stato conferito il prestigioso premio ASOC – Insight Senato della Repubblica grazie al monitoraggio civico del progetto sul ripristino delle strutture portuali di Leuca.
Alla dodicesima edizione di A Scuola di OpenCoesione, hanno partecipato 94 team da tutta Italia.
Quest’anno gli Asoc Awards si svolgeranno il 9 maggio a Napoli, presso il Campus Universitario di San Giovanni a Teduccio.
Tra i premiati anche gli studenti dell’Istituto Don Tonino Bello di Tricase che hanno progettato il design di una pietra d’inciampo da inserire nella pavimentazione per lasciare memoria del loro passaggio e per contribuire all’abbellimento del porto.
I ragazzi del “Don Tonino Bello”, riuniti nel team Leucasia (foto in alto), hanno deciso di accendere i riflettori realizzando con “A Scuola di OpenCoesione”, il monitoraggio civico di un progetto cruciale per il territorio: il ripristino delle strutture portuali di Marina di Leuca (Castrignano del Capo), finanziato con oltre 8 milioni di euro della politica di coesione.
Gli studenti, nel corso dell’anno scolastico 2022-2023, hanno analizzato l’impatto degli interventi di ricostruzione e potenziamento del porto, gravemente danneggiato da una violenta mareggiata nell’inverno del 2008.
Un monitoraggio che ha assunto un particolare valore in un luogo tanto affascinante quanto vulnerabile, esposto a tempeste di forte intensità a causa della sua particolare esposizione a due mari, l’Adriatico e lo Ionio.
La scelta del nome non è stata casuale per il team: «Abbiamo pensato molto al nome, volevamo che rappresentasse il territorio “de finibus terrae” del progetto scelto per il monitoraggio».
L’idea è stata di una delle studentesse del gruppo, Elena Fersurella, che conosce bene la leggenda della sirena Leucàsia, dal cui nome deriva quello della città di Leuca: «La sirena protegge ancora la città e il suo porto, una sua scultura è situata infatti su un promontorio, rivolta verso il faro. Il fascino di questa storia ci ha coinvolto, non potevamo non assumere il nome della sirena».
Gli studenti non si sono limitati a raccontare e analizzare l’andamento dei lavori, ma hanno voluto lasciare un segno concreto del loro impegno, un simbolo che potesse rimanere nel tempo, proprio come la leggenda della sirena.
«Durante la visita di monitoraggio», racconta lo studente Paolo Carluccio, «i referenti del progetto ci hanno anticipato che un ulteriore finanziamento sarebbe stato destinato a migliorare l’estetica del porto di Leuca. Tra i lavori è stata prevista anche la pavimentazione delle zone calpestabili; abbiamo allora pensato di mettere a disposizione le nostre abilità artistiche progettando, con l’aiuto dei docenti di grafica, una pietra d’inciampo da inserire nella pavimentazione che lasciasse memoria del nostro passaggio e contribuisse all’abbellimento del porto».
Come la sirena vegliava sul mare, il team ha scelto di vegliare sulle sorti del porto, simbolo identitario del territorio e snodo strategico per il traffico marittimo.
Gli studenti hanno analizzato il progetto come veri reporter, raccogliendo dati e informazioni sul luogo dei lavori e intervistando i soggetti responsabili, puntando l’attenzione non solo sulla verifica della tempistica di erogazione dei fondi e il rispetto delle scadenze, ma anche sull’impatto ambientale e l’aumento del potenziale attrattivo di Santa Maria di Leuca.
«Siamo stati coinvolti in maniera sempre crescente», racconta una delle studentesse del team, Rebecca Gravante, «eravamo all’inizio molto scettici rispetto alla nostra capacità di portare avanti il monitoraggio, poi siamo diventati sempre più curiosi di capire cosa si nasconda dietro ai cambiamenti del nostro territorio, di cui spesso siamo spettatori passivi. Siamo così diventati soggetti attivi e abbiamo fatto chiarezza non solo sulle procedure di finanziamento dei progetti pubblici, ma anche sulle politiche cittadine mirate a proteggere e a rafforzare le potenzialità del nostro territorio».
I risultati del loro monitoraggio rivelano che i lavori hanno ricostruito quanto distrutto dalle mareggiate e potenziato la resistenza del porto.
Il team Leucasia ha avanzato anche proposte innovative per il futuro dell’infrastruttura.
Una delle idee più significative riguarda il riutilizzo di tre imbarcazioni sequestrate agli scafisti che oggi giacciono in stato di abbandono.
Gli studenti hanno proposto di restaurarle e metterle a disposizione di associazioni no-profit o circoli nautici, coinvolgendo anche altri istituti scolastici locali in progetti di alternanza scuola-lavoro.
Grazie a questa esperienza, i ragazzi dell’IISS Don Tonino Bello hanno dimostrato che il monitoraggio civico non è solo un esercizio didattico di osservazione e raccolta dati, ma un modo concreto per prendersi cura del proprio territorio, che potrà lasciare un segno indelebile del loro impegno per il futuro di Santa Maria di Leuca.
«GRANDE OPPORTUNITÀ PER I RAGAZZI»
«Siamo molto felici per ilrisultato raggiunto dai nostri ragazzi che si sono occupati anche quest’anno di ASOS monitorare civicamente i fondi che sono arrivati dalla nostra grande Europa», trattiene a stento l’orgoglio, la dirigente scolastica Anna Lena Manca, «è una grande opportunità per i ragazzi perché sentano l’Europa sempre come una grande madre, vicina alle necessità dei ragazzi e di chi studia dei territori. Una grande lezione di educazione civica».
«Saremo a Napoli il 9 maggio per la cerimonia di premiazione», conclude Anna Lena Manca, «e vi racconteremo compreso la visita al Senato della Repubblica»
IL TEAM VINCENTE
Il Team Leucasia è composto da: Ilia Bello di Otranto, Gioele Conte di Poggiardo, Emma Leone di Sanarica, Sara Monteduro di San Cassiano, Sofia Rizzo di Minervino (1A-Art); Anna Ferrarese di Marittima, Giorgia Domenica Maglie di Montesano, Emanuele Eliseo Manco di Depressa, Chiara Zaffarano di Marittima (1B-Art); Francesca Barbieri e Artemisia Mastria di Castiglione d’Otranto, Aurora Coladomenico di Botrugno, Antonio Luigi D’Amico e Sofia Rita D’Amico di Tricase, Teresa Morciano – Tiggiano (2A-Art);
Elena De Siena di Specchia, Amina Gonzalez di Montesano Salentino, Miriam Panico di Castiglione d’Otranto (2B-Art); Bruno Casarano di Poggiardo, Noemi Ianni di Depressa; Clelia Rizzo di Otranto, Micol Stelluti di Ruffano, Edoardo Urso di Poggiardo (3AA-3AG).
Il progetto è stato curato interamente dalle classi del liceo artistico coordinate dalla professoresse Giovanna Stifanelli e Lucia Lanciano.
I ragazzi della 3APA che hanno collaborato al montaggio del video con il prof. B. Micolano sono: Giulia Calabrese, Lorenzo Orlando e Federica Sammali.
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Attualità
La storia del Teatro di Nardò nei ricordi di un ultracentenario
«Una lira per il loggione, la manovella di Aurelio, Chabernot, il veglione». In una lettera il quasi 103enne Arturo Presta ripercorre la vita del “comunale”

«Tanti saluti dai miei 103 anni. Arturo».
Uno dei neretini più longevi e conosciuti, fisicamente lontano dalla sua città natale, ma ad essa legato in eterno, scrive su una vecchia macchina da scrivere una lettera sul Teatro comunale e sulla sua storia e la rende pubblica per il tramite dell’amico di famiglia Enrico Ciarfera.
Arturo Presta, 102 anni (compirà 103 ad agosto), milanese d’adozione, firma di fatto una dichiarazione d’amore al suo luogo del cuore, attraverso righe colme di ricordi e di nostalgia, che inevitabilmente scuoteranno la memoria dei più anziani.
La scintilla è il volume 150 anni di storia del Teatro a Nardò, scritto da Marcello Gaballo e Andrea Barone, che raccontano il lungo cammino del Teatro comunale e dell’attività di questo luogo, il cui punto di partenza è individuato dagli autori nel giorno 3 febbraio 1872, quando il sindaco Giovan Battista De Michele propose per primo la costruzione di un teatro (che in realtà vedrà la luce qualche anno più tardi e fu inaugurato nel 1909).
«In verità», esordisce Arturo Presta, «la notizia è di quelle che meritano tanto di… “cappello”. Il nostro Teatro Comunale compie 150 anni. Per noi neritini è motivo di legittimo orgoglio festeggiare la nobile costruzione concepita e realizzata (mi pare) dall’architetto Quintino Tarantino. Personalmente, la notizia ha suscitato in me, repentinamente, un’ondata di ricordi, di fierezza, di gratitudine, di affetto, per questo “palazzone” che un tempo mi vide ragazzino in sandali tutto teso in curiosità cinematografiche. Con una lira si “saliva” in loggione. Ma, a volte, i risicati 70 centesimi di cui si disponeva non bastavano. Ecco, quindi, entrava in scena il buon Giordano Buja (bigliettaio serale) che, con la rituale “scòppula”, faceva entrare ugualmente. Un giorno mi bloccò e mi disse: “Senti un po’…mi hanno detto che tu sei bravo a disegnare, ce la faresti a usare un pennello per dipingere, alla buona, su fogli di carta le “facce” di Charlot, Stanlio e Ollio, Ridolini etc…, ne dovremmo fare manifesti da affiggere nelle vie cittadine. Accettai subito. Mi promise, come compenso, l’accesso “gratis” al cinema in qualsiasi serata. Quella volta me la cavai bene».
Dai ricordi più personali a quelli collettivi, relativi alle rappresentazioni che il Teatro ospitò nel secolo scorso.
«Mio padre, spesso, accennava a una lodevole attività del Teatro Comunale, che non era stata soltanto “cinematografica” ma anche teatrale. Il suo palcoscenico aveva ospitato delle Compagnie di “Varietà”, di Operette, come il “Paese dei Campanelli”, “Cin-ci-là”, “Madama di Tebe”, “la vedova allegra”, molto gradite dalla popolazione. Ricordo la Compagnia “ZA-BUM” e le mirabolanti performances del noto illusionista Chabernot, che si esibì per varie settimane di seguito. Imperversarono anche i film di Cow Boys con Tom Mix e soci. Andavamo in delirio quando, verso il finale, scoppiava il famoso “Arrivano i nostri!».
Poi, ancora, qualche episodio della sua vita, che inevitabilmente si intreccia con la vita del Teatro.
«Nel 1940, a 18 anni, la Regia Marina mi arruolò assegnandomi compiti infermieristici, che svolsi con umana dedizione. Il congedo (1946) mi restituì alla mia amata Nardò, ai miei familiari. Ritrovai con commozione una certa atmosfera a me cara. Le strette vie, gli odori, i “pittàci”, le comari vicine di casa. Riabbracciai, con lo sguardo, l’imponente “palazzo” del Teatro Comunale. Mi ricordai del solerte Aurelio, quello che ogni sera, “proiettava” a “manovella” le pellicole (come chiamavano le bobine dei film). Nel Febbraio del 1947, una circostanza mi consentì di “riallacciare” il mio rapporto col Teatro Comunale. Un incaricato del Comune mi contattò, proponendomi la realizzazione di un “addobbo” artistico-carnevalesco del Teatro, per l’organizzando “Veglione”. Operazione scaramantica per dimenticare la recente dolorosa parentesi bellica. Fui lieto di accettare dando uno “scrollone” alla mia fantasia. Comprai grandi fogli di carta da imballaggio, colori in polvere (non erano ancora in tubetto), colla di pesce, barattoli vari … e iniziai ad abbozzare un qualcosa di orientale, di esotico, un paesaggio cinese su carta a fondo giallo. Da quell’insieme di segni, di pennellate, ne venne fuori tutto un luminoso mondo di fiori di pesco, di uccelli e zampilli di fontane. Quella decorazione in carta ebbe, la sera del Veglione, un notevole successo. D’allora sono trascorsi 78 anni (anno 1947) e oggi siamo qui, per augurare affettuosamente lunga vita al Teatro Comunale di Nardò, che tocca la meta dei 150 anni. Congratulazioni e un sincero elogio all’Amministrazione cittadina che, nel tempo, ha tenuto il Teatro Comunale in dignitose condizioni, sotto ogni aspetto, ogni funzione. Tanti saluti dai miei 103 anni. Arturo».
Arturo Presta, lucidissimo e prodigo di citazioni di fatti e persone, regala dunque a Nardò e ai neretini un piccolo ed emozionante diario sulla vita del Teatro comunale, uno dei luoghi più belli e amati da generazioni di concittadini.
Artuto nasce a Nardò nel 1922 in una famiglia di artigiani, studia solfeggio e clarinetto e sin da giovanissimo manifesta una certa inclinazione per il disegno e l’arte figurativa.
A diciotto anni si arruola nella Marina come infermiere e viene spedito al fronte per la Seconda guerra mondiale.
Al ritorno a Nardò fa il dattilografo, ma nel 1948 entra nella Pubblica Sicurezza prestando servizio in Questura a Milano (qui, tra le altre cose, redige identikit nella scientifica). Dopo 24 anni, si congeda dalla Polizia e viene assunto nell’ufficio “propaganda” di un’azienda farmaceutica.
Nel frattempo, consegue il diploma di “Disegnatore di figurini di moda”.
Va in pensione nel 1985, dedicandosi alla musica, alla poesia, alle letture e anche a… matite e pennarelli.
Qualche anno fa ha raccolto in un volume i suoi disegni che riproducono alcuni storici personaggi di Nardò.
Pur avendo a lungo vissuto a Milano, trascorre tutte le estati a Santa Maria al Bagno.
Ad agosto 2022 ha compiuto 100 anni e l’amministrazione comunale gli ha donato una targa ricordo consegnata dalla vicesindaco Maria Grazia Sodero (foto in alto).
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- Una vecchia foto di Arturo Presta
- La prima parte dell lettera di Arturo Presta
- La seconda parte della lettera con i ricordi dell’ultracentenario neretino
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