Connect with us

Attualità

Tricase, Liceo Comi: a proposito di Licei

In questo periodo, assisto ad uno spettacolo raccapricciante, della disinformazione, della scorrettezza, della lotta senza quartiere tra scuole, inclini ad affidare il proprio Valore alla diminutio di quello altrui, a contorsionismi e improbabili Opzioni, fantasiosamente denominate, fuori ordinamento.

Pubblicato

il

Riceviamo e pubblichiamo anche la lettera della Preside Cazzato del Liceo Comi, sempre di Tricase, che entra nell’agone della discussione per dare la sua “pacata riflessione”.


Egregio Direttore, sono Antonella Cazzato, Preside del Liceo Comi di Tricase e le scrivo a proposito di bizzarre pubblicazioni e puntualizzazioni che sono comparse sulla testata da lei diretta, a responsabilità piena e totale di chi le ha sottoscritte (leggi quileggi qui). Sono toccata,  mio malgrado, da  diatribe che non fanno onore a nessuno. Dunque spero di dare un contributo di pacata riflessione sul peso specifico delle parole che, nel nostro ruolo, utilizziamo, sui contesti e sulle modalità con cui le esprimiamo. Dirigo il Liceo Comi da pochi mesi, e vi sto lavorando con entusiasmo e passione. Oggi sono costretta ad abbandonare il silenzioso impegno e comunicare pubblicamente  profondo disagio e disappunto per ciò che avviene anche, ma non solo, per il tramite del suo giornale.


In questo periodo, assisto ad uno spettacolo raccapricciante, della disinformazione, della scorrettezza, della lotta senza quartiere tra scuole, inclini ad affidare il proprio Valore alla diminutio di quello altrui, a contorsionismi e improbabili Opzioni, fantasiosamente denominate, fuori ordinamento. Un generale impazzimento e smarrimento del senso della misura induce queste istituzioni ad incomprensibili  acrobazie, che ragazzi e famiglie ben  poco orientano e moltissimo disorientano. Tuttavia, ho scelto e chiesto al Liceo Comi un altro stile, che non passa da queste logiche.

Siamo i responsabili del  servizio formativo per antonomasia: la scuola pubblica. Diversamente da altro, il nostro status istituzionale e giuridico a valenza esterna non è materia di imprenditoria creativa. Esistono, fino ad abrogazione, degli Ordinamenti che istituiscono e regolamentano i Profili degli Istituti scolastici di secondo grado, li denominano, li denotano nell’impianto dei curricoli e connotano nei margini di autonomia, senza possibilità di interpretazioni fantasiose a proprio beneficio e/o altrui danno. Per questo motivo, Direttore, mi asterrò da ogni puntualizzazione identitaria sul Liceo Comi, semplicemente perché non è necessaria. I nostri  giovani studenti ci guardano severi, spesso più alti di noi e di noi parlano. Il Liceo Statale Comi ha svolto lo scorso 20 gennaio un Convegno pubblico, ripercorrendo un glorioso passato nel quale, come Istituto Magistrale, non poco ha contribuito al  progresso di tutto il territorio, con la possibilità per molti cittadini di studiare, insegnare, cambiare il proprio destino e incidere sul tessuto socio-culturale della città. Quell’istituto ha cessato la sua esistenza nel 1997, dopo 50 anni. Oggi il Liceo Comi, la più antica scuola superiore di Tricase, è una scuola inclusiva, con quattro  importanti indirizzi liceali, Liceo Scientifico-Opzione Scienze Applicate, Liceo Linguistico, Liceo Delle Scienze Umane, Liceo Delle Scienze Umane-Opzione Economico-sociale. Un quinto richiesto indirizzo, il Liceo Sportivo, ha il parere favorevole della provincia, ma non ha avuto il placet regionale: dunque l’unico Liceo Sportivo in provincia è a Lecce. I Licei non abbisognano di alcuna patente o certificazione di autenticità, sono regolamentati dal D.M. 89/2010, rientrano nel piano regionale, che è ora di rispettare.  I 4 Licei del Comi  sono sostanziati dal lavoro silenzioso mio e di persone che si prendono cura con elevata professionalità dei ragazzi e che qui pubblicamente ringrazio. Sono i nostri 4 Licei una bella realtà formativa che, con orgoglio,  mi onoro di Dirigere, nel massimo rispetto per tutte le altre realtà da essa diverse. Grazie.


Prof.ssa AntonellaCazzato – Preside Liceo Statale  “Girolamo Comi” -Tricase


Attualità

A Taviano, Pellegrino contro Stefanelli: i 32 nomi delle due liste

Pubblicato

il

A Taviano sarà sfida a due il prossimo 25 e 26 maggio in occasione delle amministrative che decideranno chi prenderà il posto dell’ex Giuseppe Tanisi, la cui esperienza si è conclusa prematuramente ad inizio 2025.

Radici e Futuro Taviano” candida a sindaco Francesco Pellegrino, già vicesindaco in occasione del primo mandato da primo cittadino di Tanisi (lo sostengono gli ex gruppi consiliari di Per la Città, Taviano Futura e Taviano Libera).

Candidati con lui al consiglio:

Sabrina Burlizzi,

Vito D’Argento,

Omar Del Rosario,

Gianni Fonseca,

Emanuela Garofalo,

Erika Leone,

Antonino Manni,

Daniela Meneleo,

Alessandra Mercutello,

Giorgia Montunato,

Silvia Palamà,

Stefano Piccinno,

Carlo Deodato Portaccio,

Paola Ria,

Germano Santacroce,

Marco Stefano.

È stata vicesindaca dell’ultimo mandato di Giuseppe Tanisi invece la candidata sindaca della lista “Taviano Guarda Avanti”, Serena Stefanelli.

Con lei:

Giuseppe Tanisi,

Antonella Previtero,

Paola Cornacchia,

Francesco Lezzi,

Salvatore Rainò,

Alessio Inguscio,

Massimo Mosticchio,

Chiara Minerva,

Lucy D’Ingiullo,

Martina Mauramati,

Mariassunta Garzia,

Simona Armida,

Marco Carluccio,

Elisa Ferocino,

Silvio Spiri,

Lucia Chetta.

Continua a Leggere

Attualità

Tossico e invasivo: nell’Adriatico spunta il pesce palla argenteo

È pericoloso: ecco come comportarsi. Punto 1: non imitare i giapponesi, che praticano una sorta di ‘roulette russa’ alimentare

Pubblicato

il

Il pesce palla argenteo invade l’Adriatico: allarme per la salute e l’ecosistema

Il pesce palla argenteo (Lagocephalus sceleratus), una specie marina altamente tossica e invasiva, è stato recentemente avvistato nel Mar Adriatico, segnando la sua presenza più settentrionale mai registrata nel Mediterraneo.

La cattura di un esemplare lungo oltre mezzo metro nella baia di Medulin, in Istria, ha destato preoccupazione tra pescatori e biologi marini.

Caratteristiche e pericolosità

Originario delle acque tropicali dell’Oceano Indiano e del Mar Rosso, il pesce palla argenteo è entrato nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez, un fenomeno noto come migrazione lessepsiana. Questa specie è nota per la presenza di tetrodotossina, una neurotossina estremamente potente contenuta in organi come fegato, gonadi, pelle e intestino. Anche una piccola quantità può causare gravi intossicazioni e, in alcuni casi, la morte. La tossina resiste alle alte temperature, rendendo il consumo del pesce pericoloso anche dopo la cottura. 

Oltre alla sua tossicità, il pesce palla argenteo possiede una bocca dotata di denti robusti, capaci di esercitare una forza impressionante. È anche una specie piuttosto territoriale, pronta a difendere i suoi spazi dagli invasori. In altre zone del Mediterraneo sono stati segnalati episodi di morsi ai bagnanti, con conseguenze mediche rilevanti. 

Impatto sull’ecosistema

La presenza del pesce palla argenteo rappresenta una minaccia significativa per l’ecosistema marino. Si nutre di una vasta gamma di organismi, tra cui molluschi e crostacei, alterando l’equilibrio della catena alimentare. Inoltre, è noto per danneggiare le reti da pesca, aggravando le difficoltà della pesca artigianale. 

Raccomandazioni per pescatori e bagnanti

Non consumare: evitare assolutamente di mangiare il pesce palla argenteo, anche se cotto. Manipolazione: in caso di cattura accidentale, maneggiare con estrema cautela e utilizzare guanti protettivi. Segnalazione: riportare immediatamente l’avvistamento alle autorità marittime o agli enti di ricerca locali.

Informazione: diffondere la conoscenza di questa specie tra comunità di pescatori e bagnanti per prevenire incidenti.

La diffusione del pesce palla argenteo nel Mar Adriatico è un segnale d’allarme che richiede attenzione e collaborazione tra cittadini, pescatori e istituzioni per proteggere la salute pubblica e preservare l’equilibrio degli ecosistemi marini.

La ‘roulette russa’ alimentare giapponese

In Giappone ci preparano il fugu, una delicatezza da brivido. Una “roulette russa alimentare” che va preparata da chef che hanno studiato 1 anno solo per servire questo piatto.  Il segreto è lasciare quel tanto di veleno sufficiente a dare un po’ di euforia, ma niente piu’.

Se mangi questo pesce palla, mangi la tetrodotossina, un veleno micidiale, derivato dai batteri che vivono nelle alghe che lui mangia. A quel punto non hai scampo.

Continua a Leggere

Attualità

Le scarpe con cui il Papa è stato sepolto vengono da Miggiano

Francesco ha voluto che fossero quelle che indossava tutti i giorni: al suo funerale, gli occhi del mondo su quel prodotto dell’artigianalità salentina

Pubblicato

il

Miggiano e tutto il Salento entrano nella storia di Papa Francesco, in uno dei momenti più solenni e commoventi della Chiesa cattolica.

Oggi, in occasione dei funerali del Santo Padre, il mondo intero ha posato lo sguardo su un dettaglio carico di significato: le scarpe con cui Papa Francesco ha scelto di essere sepolto.

Il Pontefice infatti ha espresso il desidero di portare con sé nell’aldilà le sue umili scarpe di tutti i giorni. Ecco infatti che nelle foto che hanno fatto il giro del mondo si scorge quel paio di scarpe nere, consumate dall’utilizzo.

Un dettaglio che per il Salento ha un valore enorme, perché quelle scarpe sono nate a Miggiano.

Ne dà notizia il Comune in una nota in cui spiega che sono state realizzate nell’aprile 2024 dal Laboratorio Ortopedico Bello srl. Opera dei fratelli Vittorio e Giuseppe Bello (che negli anni hanno sempre recapitato di persona al Santo Padre il loro prodotto), le calzature ortopediche sono testimonianza di dedizione e di mani esperte che, nel silenzio dei laboratori, hanno creato qualcosa di infinitamente prezioso.

Il Comune di Miggiano ha espresso con orgoglio questo sentimento in una nota ufficiale:

“Papa Francesco porta con sé un pezzo di Miggiano e così ci sentiamo a lui ancor più vicini. La Comunità di Miggiano è onorata di aver offerto al Pontefice il pregio del proprio artigianato locale.”

Non si tratta solo di un onore per Miggiano, ma di un vero tributo all’intero Salento, terra di saperi antichi, di mani sapienti, di tradizione artigiana che riesce ancora a parlare al mondo con la lingua della qualità e della cura.

In un’epoca di globalizzazione e produzione industriale di massa, il fatto che il Papa abbia scelto — per il momento più intimo e sacro della sua esistenza terrena — delle scarpe fatte a mano in un piccolo comune salentino, ha un significato immenso. È la consacrazione di un modo di lavorare autentico, umano, profondamente radicato nella nostra identità.

Oggi le immagini del Santo Padre, vestito con la semplicità che l’ha sempre contraddistinto, e calzato con quelle scarpe di Miggiano, hanno fatto il giro del mondo.

Continua a Leggere
Pubblicità
Pubblicità

Più Letti