Attualità
«Tricase Porto resta inaccessibile a disabili»
I consiglieri di opposizione del Cantiere Civico riportano «l’amarezza di quelle famiglie che aspettano risposte a legittime richieste avanzate sul tema dell’accessibilità»

Una nota del Cantiere Civico a firma dei consiglieri di opposizione Carmine Zocco, Gianluca Errico e Giacomo Elia, che in contraltare al successo della manifestazione Porto Rubino riporta «l’amarezza di quelle famiglie che, ormai da diverse settimane, aspettano risposte a legittime richieste avanzate sul tema dell’accessibilità a Tricase Porto».
Il Cantiere civico fa «un passo indietro nel tempo per raccontare chi sono gli attori di questa triste vicenda e come in tema di diritti fondamentali Tricase abbia ancora tanto da imparare, ma soprattutto da realizzare. Nell’ambito dei servizi estivi molte famiglie di persone diversamente abili», accusano dal Cantiere Civico, «hanno lamentato, già dalla scorsa estate, la totale assenza di interesse da parte dell’amministrazione per i loro bisogni. Le continue sollecitazioni mosse dai diretti interessati agli esponenti della Giunta non hanno sortito, infatti, alcun effetto nel tempo».
I consiglieri di opposizione ricordano come «Cantiere Civico, nel corso del consiglio comunale del 17 giugno scorso, si è fatto portavoce dei disagi che questi cittadini sono costretti a subire e che impediscono loro la piena fruibilità delle nostre marine:
– L’assenza di un iter definito che permetta l’accesso all’area portuale. Con le precedenti amministrazioni vi era la possibilità, per gli aventi diritto, di accedere alla zona antistante il locale “Bolina”, di sostare negli stalli predisposti e permettere ai ragazzi di raggiungere la zona dell’agente per refrigerarsi.
– La mancanza di uno spazio ad esclusivo utilizzo di persone diversamente abili e dei loro care giver;
– L’indisponibilità a predisporre in qualsiasi zona del Porto un’area attrezzata per facilitare la discesa in mare, anche solo tramite l’installazione di una pedana e la messa a disposizione delle sedie “Job” donate da “Rotary Club”»
Ad oggi, secondo il Cantiere «l’unico passo avanti consiste nell’assegnazione di un pass che consente l’accesso alla zona antistante la Capitaneria solo per il transito provvisorio e non per la sosta. Sui restanti temi, a distanza di settimane, tutto tace. Anche la soluzione dell’accesso all’area portuale tramite pass, in realtà, altro non è che una magra consolazione, e mette in luce la grande difficoltà di dialogo fra l’amministrazione e la Capitaneria».
«L’importante tema della conquista di un diritto fondamentale», il j’accuse dai banchi dell’opposizione, «è diventato una patata bollente che maggioranza e Capitaneria si scambiano per sfuggire alle proprie responsabilità. Nel frattempo, però, l’estate passa, e queste famiglie si chiedono come sia possibile scegliere di non venire incontro a queste esigenze, mentre si consente il transito di tir e la presenza di centinaia di persone per un concerto proprio nell’area in questione. A questo punto è logico pensare che chi ha la responsabilità e la possibilità di risolvere determinati problemi sceglie di non occuparsene. E non sente nemmeno il dovere di spiegare a queste famiglie quali siano le motivazioni che impediscono la risposta positiva a un bisogno primario».
«Esiste un progetto regionale, cofinanziato dal “Rotary Club”», ricordano i consiglieri di opposizione, «che prevede la creazione di un lido per diversamente abili nella zona Rotonda, attualmente bloccato, e che sarebbe di facile realizzazione per diversi fattori. Innanzitutto in quella zona è consentita la balneazione, e la naturale predisposizione della scogliera consente un continuo ricambio d’acqua. L’area del parcheggio, per la sua ampiezza, si presta ad ospitare gli stalli per la sosta dei veicoli di queste famiglie, senza causare alcun disagio ai diportisti che ad oggi hanno l’esclusività di accesso e sosta.
La vicinanza dei servizi igienici e la presenza di stanze da destinare a spogliatoio risolverebbe, inoltre, un altro problema sollevato da questi cittadini».
Ad oggi, denunciano, «questo progetto risulta bloccato, e ci si chiede, alla luce di quanto sin qui raccontato, quali siano i reali motivi che spingono le forze interessate a non impegnarsi attivamente per raggiungere questi obiettivi».
«La speranza e la fiducia dei cittadini non può essere disillusa, in particolar modo quando di parla di diritti. Chi deve e può assumersi delle responsabilità in questo senso, deve farlo. La totale mancanza di dialogo fra amministrazione e Capitaneria», insistono, «sta irrimediabilmente danneggiando e vanificando anni di lotte per la conquista di diritti, lotte che in altre città della nostra Provincia hanno già dato i loro frutti».
«Chi in passato ha parlato di “Tricase faro del Capo di Leuca”», concludono Zocco, Errico ed elia, «si impegni oggi, in maniera seria, a portare luce in questa situazione oscura e, soprattutto, nella vita di queste persone. Perché il tema, questa volta, non è solo politico, ma anche e soprattutto morale».
Attualità
A Taviano, Pellegrino contro Stefanelli: i 32 nomi delle due liste

A Taviano sarà sfida a due il prossimo 25 e 26 maggio in occasione delle amministrative che decideranno chi prenderà il posto dell’ex Giuseppe Tanisi, la cui esperienza si è conclusa prematuramente ad inizio 2025.
“Radici e Futuro Taviano” candida a sindaco Francesco Pellegrino, già vicesindaco in occasione del primo mandato da primo cittadino di Tanisi (lo sostengono gli ex gruppi consiliari di Per la Città, Taviano Futura e Taviano Libera).
Candidati con lui al consiglio:
Sabrina Burlizzi,
Vito D’Argento,
Omar Del Rosario,
Gianni Fonseca,
Emanuela Garofalo,
Erika Leone,
Antonino Manni,
Daniela Meneleo,
Alessandra Mercutello,
Giorgia Montunato,
Silvia Palamà,
Stefano Piccinno,
Carlo Deodato Portaccio,
Paola Ria,
Germano Santacroce,
Marco Stefano.
È stata vicesindaca dell’ultimo mandato di Giuseppe Tanisi invece la candidata sindaca della lista “Taviano Guarda Avanti”, Serena Stefanelli.
Con lei:
Giuseppe Tanisi,
Antonella Previtero,
Paola Cornacchia,
Francesco Lezzi,
Salvatore Rainò,
Alessio Inguscio,
Massimo Mosticchio,
Chiara Minerva,
Lucy D’Ingiullo,
Martina Mauramati,
Mariassunta Garzia,
Simona Armida,
Marco Carluccio,
Elisa Ferocino,
Silvio Spiri,
Lucia Chetta.
Attualità
Tossico e invasivo: nell’Adriatico spunta il pesce palla argenteo
È pericoloso: ecco come comportarsi. Punto 1: non imitare i giapponesi, che praticano una sorta di ‘roulette russa’ alimentare

Il pesce palla argenteo invade l’Adriatico: allarme per la salute e l’ecosistema
Il pesce palla argenteo (Lagocephalus sceleratus), una specie marina altamente tossica e invasiva, è stato recentemente avvistato nel Mar Adriatico, segnando la sua presenza più settentrionale mai registrata nel Mediterraneo.
La cattura di un esemplare lungo oltre mezzo metro nella baia di Medulin, in Istria, ha destato preoccupazione tra pescatori e biologi marini.
Caratteristiche e pericolosità
Originario delle acque tropicali dell’Oceano Indiano e del Mar Rosso, il pesce palla argenteo è entrato nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez, un fenomeno noto come migrazione lessepsiana. Questa specie è nota per la presenza di tetrodotossina, una neurotossina estremamente potente contenuta in organi come fegato, gonadi, pelle e intestino. Anche una piccola quantità può causare gravi intossicazioni e, in alcuni casi, la morte. La tossina resiste alle alte temperature, rendendo il consumo del pesce pericoloso anche dopo la cottura.
Oltre alla sua tossicità, il pesce palla argenteo possiede una bocca dotata di denti robusti, capaci di esercitare una forza impressionante. È anche una specie piuttosto territoriale, pronta a difendere i suoi spazi dagli invasori. In altre zone del Mediterraneo sono stati segnalati episodi di morsi ai bagnanti, con conseguenze mediche rilevanti.
Impatto sull’ecosistema
La presenza del pesce palla argenteo rappresenta una minaccia significativa per l’ecosistema marino. Si nutre di una vasta gamma di organismi, tra cui molluschi e crostacei, alterando l’equilibrio della catena alimentare. Inoltre, è noto per danneggiare le reti da pesca, aggravando le difficoltà della pesca artigianale.
Raccomandazioni per pescatori e bagnanti
Non consumare: evitare assolutamente di mangiare il pesce palla argenteo, anche se cotto. Manipolazione: in caso di cattura accidentale, maneggiare con estrema cautela e utilizzare guanti protettivi. Segnalazione: riportare immediatamente l’avvistamento alle autorità marittime o agli enti di ricerca locali.
Informazione: diffondere la conoscenza di questa specie tra comunità di pescatori e bagnanti per prevenire incidenti.
La diffusione del pesce palla argenteo nel Mar Adriatico è un segnale d’allarme che richiede attenzione e collaborazione tra cittadini, pescatori e istituzioni per proteggere la salute pubblica e preservare l’equilibrio degli ecosistemi marini.
La ‘roulette russa’ alimentare giapponese
In Giappone ci preparano il fugu, una delicatezza da brivido. Una “roulette russa alimentare” che va preparata da chef che hanno studiato 1 anno solo per servire questo piatto. Il segreto è lasciare quel tanto di veleno sufficiente a dare un po’ di euforia, ma niente piu’.
Se mangi questo pesce palla, mangi la tetrodotossina, un veleno micidiale, derivato dai batteri che vivono nelle alghe che lui mangia. A quel punto non hai scampo.
Attualità
Le scarpe con cui il Papa è stato sepolto vengono da Miggiano
Francesco ha voluto che fossero quelle che indossava tutti i giorni: al suo funerale, gli occhi del mondo su quel prodotto dell’artigianalità salentina

Miggiano e tutto il Salento entrano nella storia di Papa Francesco, in uno dei momenti più solenni e commoventi della Chiesa cattolica.
Oggi, in occasione dei funerali del Santo Padre, il mondo intero ha posato lo sguardo su un dettaglio carico di significato: le scarpe con cui Papa Francesco ha scelto di essere sepolto.
Il Pontefice infatti ha espresso il desidero di portare con sé nell’aldilà le sue umili scarpe di tutti i giorni. Ecco infatti che nelle foto che hanno fatto il giro del mondo si scorge quel paio di scarpe nere, consumate dall’utilizzo.

Un dettaglio che per il Salento ha un valore enorme, perché quelle scarpe sono nate a Miggiano.
Ne dà notizia il Comune in una nota in cui spiega che sono state realizzate nell’aprile 2024 dal Laboratorio Ortopedico Bello srl. Opera dei fratelli Vittorio e Giuseppe Bello (che negli anni hanno sempre recapitato di persona al Santo Padre il loro prodotto), le calzature ortopediche sono testimonianza di dedizione e di mani esperte che, nel silenzio dei laboratori, hanno creato qualcosa di infinitamente prezioso.
Il Comune di Miggiano ha espresso con orgoglio questo sentimento in una nota ufficiale:
“Papa Francesco porta con sé un pezzo di Miggiano e così ci sentiamo a lui ancor più vicini. La Comunità di Miggiano è onorata di aver offerto al Pontefice il pregio del proprio artigianato locale.”
Non si tratta solo di un onore per Miggiano, ma di un vero tributo all’intero Salento, terra di saperi antichi, di mani sapienti, di tradizione artigiana che riesce ancora a parlare al mondo con la lingua della qualità e della cura.
In un’epoca di globalizzazione e produzione industriale di massa, il fatto che il Papa abbia scelto — per il momento più intimo e sacro della sua esistenza terrena — delle scarpe fatte a mano in un piccolo comune salentino, ha un significato immenso. È la consacrazione di un modo di lavorare autentico, umano, profondamente radicato nella nostra identità.
Oggi le immagini del Santo Padre, vestito con la semplicità che l’ha sempre contraddistinto, e calzato con quelle scarpe di Miggiano, hanno fatto il giro del mondo.
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