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Attualità

Viviamo una stagione difficile

Dal conflitto russo-ucraino al rischio di una guerra mondiale,
dalle difficiltà economiche alla pandemia, fino ai probleni atavici che attanagliano il Salento

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A cura di Hervé Cavallera





Il mese di maggio si è aperto con una serie di problemi che coinvolgono il mondo, la nostra nazione, il Salento in un intreccio da non sottovalutare.





Il conflitto russo-ucraino innanzitutto. Il quale rischia sempre di più di trasformarsi in conflitto mondiale e le cui ripercussioni, di là dalla tragedia del popolo ucraino, si colgono altresì sulla economia di vari Paesi occidentali, in particolare sull’Italia che dal punto di vista energetico molto dipende dai gasdotti provenienti della Russia. E poi l’oscura presenza della pandemia, verso la quale, nonostante le recenti aperture, occorre comunque essere accorti e non esporsi, specialmente i più avanti nell’età, a possibili contagi.





Questi due aspetti, i quali caratterizzano l’anno 2022, generano poi nel loro interno altri problemi. Per restare all’Italia, le imminenti elezioni amministrative potranno consentire di individuare un orientamento generale della popolazione nei confronti di un governo in cui non mancano le divisioni interne e le contraddizioni.





Si dovrà soppesare il numero degli astensionisti, delle convergenze verso i partiti nazionali, come saranno significativi i risultati intorno ai quesiti referendari. Il problema di una attenta riforma della Giustizia è, infatti, di fondamentale importanza. Nel mentre il ministro della Pubblica Istruzione Bianchi si fa promotore di un decreto legge sul reclutamento e aggiornamento degli insegnanti piuttosto farraginoso e privo di un reale incremento economico nei confronti di stipendi ormai del tutto inadeguati.





Il discorso burocratico si sostituisce a quello educativo con non pochi danni sulla formazione dei ragazzi e degli adolescenti, oltre che a ripercuotersi sullo status dei docenti. Vi è poi da tener presente la recente sentenza della Corte Costituzionale sul doppio cognome del figlio, escludendo l’automatismo dell’imposizione del solo cognome paterno; sentenza che pone fine ad una usanza millenaria e solleva una serie indefinita di variabili. Si aggiunga la ventilata riforma del catasto con un conseguente aggravamento di tasse su una popolazione già stremata.





Per quanto riguarda poi la costa da Otranto a Leuca permane la questione del Parco eolico offshore che sfregia l’ineguagliabile bellezza del panorama, mentre il Salento non conosce ancora la presenza dell’alta velocità e le linee di collegamento sono sempre obsolete. Si pensi al fastidioso percorso Lecce-Taranto e all’annoso problema della strada statale Maglie-Leuca (la famigerata 275) di cui si continua a parlare e di cui si dà per certo che si farà, anche se il caso ci ricorda i versi sull’araba fenice: Che vi sia, ciascun lo dice; Dove sia, nessun lo sa.




Il tutto con l’inflazione che sale e il territorio che assiste ad un graduale spopolamento. Molti giovani partono per altre parti della Penisola e del mondo, e non rientrano. Il che genera una serie di problemi che tra l’altro riguardano la forza propulsiva del Salento. Né si riesce ancora a veramente integrare gli immigrati provenienti da altri Paesi, i quali costituiscono in moltissimi casi un corpo a sé stante con conseguenti difficoltà di vita dignitosa e serena.





Al contempo, il reddito di cittadinanza è divenuto fine a se stesso e non è servito a promuovere nuovi sbocchi lavorativi, provocando una ulteriore stagnazione della vita dei paesi.





Quello che intanto va imponendosi, in campo linguistico, economico e comportamentale, è una omologazione scaturita da un potere anonimo che si afferma per il tramite dei social e che manifesta il trionfo di una globalizzazione strettamente collegata al binomio tecnica-profitto di cui si servono le multinazionali.





E ci si vuole fermare qui. Tutto questo è stato ricordato non per il gusto di “fare la Cassandra”, ossia per illustrare degli eventi funesti, ma semplicemente per offrire, sia pure rapidamente, il quadro di una situazione generale da cui occorre venir fuori per il bene di tutti, e per uscire dalle difficoltà è necessario un impegno a diversi livelli. In primo luogo è essenziale che vi sia una reale Unione Europea, autonoma e indipendente, coesa spiritualmente nel suo interno e non semplicemente un mero accostamento economico di Stati divisi da interessi e tradizioni plurisecolari e quindi di fatto protesi a salvaguardare i propri interessi.





Si tratta insomma del discorso sul bene comune, sul quale in linea di principio si è di solito tutti d’accordo per poi non esserlo nei fatti. E tuttavia oggi più che mai, proprio nel momento in cui dominano il relativismo, la secolarizzazione, l’edonismo, l’omologazione, l’inutile frammentarietà dei punti di vista, diventa necessario riprendere il discorso sulle alte concezioni della vita e, se ciò non può essere promosso dall’alto, deve allora essere gradualmente sostenuto da tanti piccoli gruppi che interagiscano tra loro superando la propria particolarità per il conseguimento del bene collettivo.





Può essere un’utopia, ma indubbiamente è un percorso da compiere. Sarebbe opportuno che nel piccolo delle votazioni amministrative si tenesse conto di tutto questo.


Attualità

Giuggianello, ritrovate sepolture medievali

A Monte San Giovanni, sull’antica collina, “teatro” delle imprese di Ercole contro i Giganti Leuterni, emerse due delle sepolture di epoca medievale poste in prossimità dell’ingresso del piccolo monumento ipogeico

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L’antica collina, che secondo alcune fonti letterarie antiche fu sede delle imprese di Ercole contro i Giganti Leuterni, svela un altro tesoro archeologico, testimoniando la ricchezza della storia del territorio di Giuggianello, dalla preistoria all’età moderna.

Nel corso dei lavori di restauro e valorizzazione della chiesa rupestre di San Giovanni, nell’ambito del progetto “Chiese rupestri“, finanziato dalla Regione Puglia, sono emerse due delle sepolture di epoca medievale poste in prossimità dell’ingresso del piccolo monumento ipogeico, proprietà del Centro di Cultura Sociale e Ricerche di Giuggianello.

L’intervento, diretto dalla Soprintendenza (SABAP) di Brindisi e Lecce, ha messo in evidenza due tombe scavate nella roccia, contenenti i resti scheletrici di tre individui.

La prima sepoltura, occupata da un inumato di età compresa tra i 16 e i 20 anni, conteneva un unico oggetto di corredo, una tazza in ceramica, oltre ad alcune piccole vertebre di pesce, sparse tra il torace e il bacino.

Lo scavo della seconda tomba, invece, ha messo in luce un inumato di età adulta in posizione supina, associato alle ossa disarticolati di un altro scheletro, un individuo giovane, i cui resti furono accantonati, insieme ai frammenti di una brocca acroma, forse nel momento in cui occorreva dare spazio alla nuova e ultima sepoltura.

La forma della fossa, scavata nel banco di roccia tenera, è riconducibile al tipo antropomorfo e potrebbe ricordare alcuni esempi del XIII-XIV secolo indagati in vari contesti del Salento, tuttavia, per una definizione cronologica più precisa, si attendono ulteriori approfondimenti sui reperti associati e sui resti rinvenuti.

La piccola chiesa rupestre, comunque, è databile tra il X e la seconda metà del XII secolo in base, rispettivamente, al rinvenimento di un follis dell’epoca di Costantino VII (905-959) e dell’imperatrice Zoe (880 ca.-920), recuperato durante i lavori di svuotamento della cavità alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, e alle caratteristiche materiali e stilistiche dei pochi lacerti di affresco superstiti al suo interno.

Saranno proprio questi elementi pittorici di epoca bizantina l’oggetto dei prossimi interventi, attraverso azioni mirate di pulizia e restauro delle superfici che daranno nuova vita al repertorio iconografico del monumento.

Senza dubbio, gli ultimi ritrovamenti ampliano i dati in nostro possesso e confermano le tracce individuate nell’area a seguito di indagini non invasive preventivamente condotte a partire dal settembre 2023, restituendo la fisionomia di un luogo di culto medievale dedicato a San Giovanni, cui era associato un non vasto sepolcreto, che saranno un elemento costitutivo per la memoria identitaria della piccola comunità di Giuggianello fino ai nostri giorni.

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Lavoro, le opportunità in provincia di Lecce

Report settimanale di Arpal, 522 nuove assunzioni per inizio 2025. In cima il comparto turistico

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Il 2° Report settimanale elaborato dall’Ambito di Lecce racchiude 146 annunci di lavoro distribuiti in tutta la provincia per un totale di 522 nuove assunzioni previste per inizio 2025 in diversi settori.

Il comparto turistico è quello con maggiore opportunità e le aziende sono già all’opera per selezionare il personale per la stagione primaverile ed estiva: 158 posizioni aperte, concentrate prevalentemente lungo la costa ionica e nell’entroterra.

Segue il settore edile, con la richiesta di 73 lavoratori in tutta la provincia, tra cui operai, elettricisti, carpentieri, manovali e idraulici.

Il settore socio-sanitario registra sette annunci per 21 lavoratori, il comparto delle telecomunicazioni con 61 figure da assumere.

Segue il settore amministrativo e informatico con 50 figure ricercate.

Negli altri settori, 52 sono le figure professionali ricercate nel settore pedagogico e 24 nel settore commerciale.

Nel comparto agricoltura e ambiente si ricercano 9 risorse, nel TAC (tessile-abbigliamento-calzaturiero) ci sono 18 opportunità lavorative mentre si ricercano cinque lavoratori nel settore della lavorazione del legno.

Nel settore trasporti e riparazione veicoli si selezionano 11 lavoratori, il settore bellezza e benessere offre una posizione aperta, mentre per l’industria metalmeccanica sono richieste 5 figure.

Diverse opportunità lavorative anche per i beneficiari della Legge 68/99. Sono presenti tre posizioni aperte per persone con disabilità e quattro posizioni per iscritti nelle altre categorie protette.

La sezione tirocini, invece, offre cinque opportunità.

Ricca anche la proposta della rete Eures che contiene numerose opportunità di lavoro e formazione all’estero.

Si ricorda che le offerte, parimenti rivolte ad entrambi i sessi, sono pubblicate quotidianamente sul portale lavoroperte.regione.puglia.it, dal quale ci si può candidare direttamente tramite Spid.

Si consiglia di consultare costantemente la pagina Facebook “Centri Impiego Lecce e Provincia”, il portale Sintesi Lecce e i profili Google di ogni centro per l’impiego.

Gli uffici sono aperti al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 11.30, il martedì anche nel pomeriggio dalle 15 alle 16.30 e il giovedì pomeriggio su appuntamento.

CLICCA QUI PER LEGGERE IL 2° REPORT SETTIMANALE DI ARPAL (AMBITO DI LECCE) NELLA SUA VERSIONE INTEGRALE

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Attualità

I ricercatori di UniSalento tra i migliori al mondo

Sessanta di loro nella World’s Top 2% Scientists 2024 dalla Stanford University

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L’Università del Salento celebra un importante risultato a livello internazionale: ben 60 suoi ricercatori sono stati inclusi nella prestigiosa classifica globale World’s Top 2% Scientists 2024, sviluppata dalla Stanford University. Questa graduatoria, che identifica il 2% dei ricercatori più citati al mondo, rappresenta un riconoscimento di eccellenza per coloro che hanno raggiunto il massimo grado di produttività scientifica a livello globale.

L’elenco, aggiornato ad agosto 2024, si basa sulle informazioni bibliometriche disponibili nel database Scopus e include circa 200.000 studiosi selezionati tra 9 milioni di scienziati a livello mondiale. I criteri di selezione considerano parametri rigorosi e standardizzati, come il numero di citazioni, l’indice h, l’indice hm corretto per la co-paternità, le citazioni relative alle diverse posizioni di firma degli articoli e l’indicatore composito C-Score.

La classifica, realizzata dal team guidato dal Prof. John Ioannidis della Stanford University, in collaborazione con Elsevier e Scopus, copre 22 campi scientifici e 174 sottocampi, offrendo un quadro dettagliato della produttività scientifica a livello globale.

I ricercatori di UniSalento inseriti nella World’s Top 2% Scientists 2024

L’elenco dei 60 ricercatori che hanno ottenuto tale riconoscimento, inclusi alcuni in quiescenza, rappresenta un’importante testimonianza della qualità della ricerca condotta dall’ateneo salentino. In ordine alfabetico:

Aiello Maria Antonietta, Avanzini Giulio, Baglivo Cristina, Beccaria Matteo, Bilò Vittorio, Bucci Cecilia, Cafagna Donato, Calvaruso Giovanni, Cardinale Massimiliano, Cataldo Andrea, Catarinucci Luca, Cavaliere Pasquale, Chu Wenchang, Coluccia Angelo, Congedo Paolo Maria, Corallo Angelo, Cozzoli P. Davide, D’Amico Stefano, De Giorgi Maria Grazia, De Matteis Valeria, De Paolis Lucio Tommaso, Demitri Christian, Dimitri Rossana, Durante Fabrizio, Esposito Corcione Carola, Fascista Alessio, Ferramosca Alessandra, Frampton Paul H., Frigione Mariaenrica, Giangrande Adriana, Gigli Giuseppe, Grassi Giuseppe, Greco Antonio, Guido Gianluigi, Indrio Flavia, Laforgia Domenico, Lay-Ekuakille A., Lionello Piero, Lionetto Francesca, Maffezzoli Alfonso, Malitesta Cosimino, Manente Giovanni, Margherita Alessandro, Mele Giuseppe, Messina Arcangelo, Ndou Valentina, Nicassio Francesco, Perrone M. R., Piscitelli Prisco, Pizzi Simone, Reggiani Lino, Rinaldi Ross, Rossi Sergio, Salvadori Gianfausto, Sannino Alessandro, Scaraggi Michele, Stano Pasquale, Tarricone Luciano, Tornabene Francesco, Visconti Paolo.

Crescita costante

L’Università del Salento registra una crescita costante nel numero di ricercatori inclusi in questa prestigiosa classifica. Questo dato sottolinea il continuo impegno dell’ateneo nel promuovere l’eccellenza scientifica, la collaborazione internazionale e l’innovazione, consolidando il suo ruolo come punto di riferimento per la ricerca di alto livello.

Nella foto in alto il rettore Fabio Pollice

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