Connect with us

Cronaca

Ancora un positivo: scuola media di Lucugnano in DAD

Sospensione delle attività didattiche in presenza per tutte le classi della Scuola Secondaria di Primo Grado (sez. A – sez. B – sez. C). Il plesso sarà sottoposto a sanificazione

Pubblicato

il

Tricase continua a fare i conti con la pandemia che continua a creare disagi soprattutto nelle scuole.


Dopo la chiusura del plesso scolastico di scuola primaria “On. Codacci Pisanelli” (come ha precisato la dirigente scolastica Anna Maria Turco «il plesso scolastico chiuso per positività al COVID 19 di un’alunna è unicamente il plesso di scuola primaria “On. Codacci Pisanelli” e non anche il plesso “G. Pascoli”, che, oltre alla scuola secondaria di I grado, ospita quest’anno anche tre classi di scuola primaria, per le quali soltanto è stata disposta la DAD»), oggi registriamo la chiusura dell’ala della Scuola Secondaria di Primo Grado di Lucugnano facente capo all’Istituto comprensivo “Via Apulia”.


La dirigente scolastica Rina Mariano, dopo «le comunicazioni del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl conseguenti un caso confermato Covid19 per un alunno della classe prima C», interpellato il sindaco di Tricase Antonio De Donno e concordato un intervento di sanificazione per l’ala della media del plesso di Lucugnano, ha decretato «la sospensione delle attività didattiche in presenza per tutte le classi della Scuola Secondaria di Primo Grado (sez. A – sez. B – sez. C) fino a nuove disposizioni. In detto periodo le lezioni si svolgeranno in modalità a distanza secondo quanto previsto dal Piano Scolastico per la Didattica Digitale Integrata».

Inoltre «gli alunni della classe Prima C della scuola secondaria di 1° grado di Lucugnano e il personale scolastico individuati come contatti stretti rispetteranno le prescrizioni di isolamento fiduciario domiciliare con Sorveglianza Sanitaria presso il proprio domicilio a partire dal 3 febbraio 2021 e rispetteranno le disposizioni del Dipartimento di Prevenzione».


Casarano

Molestava donne malate, finto medico a processo

Si presentava alle ignare vittime come direttore sanitario, medico o primario, contattandole telefonicamente e richiedendo accertamenti… intimi. Il 42enne dovrà rispondere di tentata violenza sessuale, usurpazione di funzione pubblica e trattamento illecito dei dati

Pubblicato

il

Si spacciava per ginecologo e approfittava di donne fragili alle prese con malattie gravi.

Tra loro anche pazienti salentine.

Le indagini hanno ricostruito come il 42enne di origine napoletane, dopo aver hackerato i server di cliniche, laboratori analisi e ospedali, si sarebbe impossessato di diversi fascicoli, contenenti la storia clinica le diagnosi, gli interventi programmati e gli esiti degli esami di molte donne in cura.

Così si presentava alle ignare vittime come direttore sanitario, medico o primario, contattandole telefonicamente e richiedendo accertamenti… intimi.

Le riprendeva nude, tramite webcam e le induceva all’autoerotismo ponendo loro anche quesiti a sfondo sessuale.  Oppure chiedeva loro di inviare foto e video delle parti intime.

Le vittime appurate sono 18, sedici di loro della provincia di Lecce.

I fatti risalgono al periodo tra luglio e ottobre 2021.

Oggi si è svolta l’udienza preliminare del processo, durante la quale alcune delle vittime si sono costituite parte civile.

Nella prossima udienza, in programma per il 18 febbraio del 2025, i giudici decideranno se ammettere la loro istanza.

Intanto l’imputato ha chiesto il rito abbreviato, condizionato all’espletamento di una perizia psichiatrica.

Il 42enne dovrà rispondere di tentata violenza sessuale, usurpazione di funzione pubblica e trattamento illecito dei dati.

Le indagini furono avviate dopo la denuncia di una studentessa 24enne leccese.

In seguito, anche altre donne hanno trovato il coraggio di denunciare il falso medico.

📍 Segui il GalloLive News su WhatsApp 👉 clicca qui

 

Continua a Leggere

Attualità

Mille giorni di guerra nel cuore dell’Europa

Rischio assuefazione: a seguito dell’esposizione ripetuta, diretta o indiretta, al dolore ci si abitua, ma non è normale che si normalizzi l’orrore

Pubblicato

il

Ricorrenza da cifra tonda, ma non c’è da festeggiare.

Sono trascorsi mille giorni dall’inizio della guerra in Ucraina.

Secondo alcune stime, sarebbero morte durante il conflitto oltre un milione di persone.

Il rischio più grosso che corriamo è quello dell’assuefazione.

A seguito dell’esposizione ripetuta, diretta o indiretta, al dolore ci si abitua.

Basti pensare all’effetto dei primi notiziari sul Covid o sulla stessa guerra in Ucraina e a ciò che abbiamo porvato col passare del tempo o proviamo ora.

Non ci sentiamo più in balìa di mille emozioni o presi dalla sensazione imminente che qualcosa di brutto possa accadere da un momento all’altro anche a noi: abbiamo razionalizzato.

Questo avviene perché la nostra mente cerca di proteggerci dai traumi e ci distacca emotivamente dalla fonte di sofferenza, cercando un equilibrio, seppur precario.

Tuttavia, il rischio è di normalizzare cose gravi.

E non è normale che ogni giorno tra Medioriente ed Europa dell’Est muoiano civili, donne e bambini compresi, e il resto del mondo faccia spallucce.

Non è normale che si normalizzi l’orrore.

Oggi è il millesimo giorno di guerra nel cuore dell’Europa e, ogni giorno, vi è un lungo bollettino di bambini, donne e uomini che hanno pagato con la loro vita la follia di taluni.

Forse noi, in prima persona, non possiamo fare molto per fermare questo orrore ma, almeno, sforziamoci di non farlo passare per una cosa normale.

Giuseppe Cerfeda

📍 Segui il GalloLive News su WhatsApp 👉 clicca qui

Continua a Leggere

Cronaca

Ancora un doppio incendio d’auto a Taurisano

Due vetture distrutte dalle fiamme attorno alle 4:30. Si indaga

Pubblicato

il

È successo ancora: altre due auto sono state distrutte nottetempo dalle fiamme a Taurisano.

Un altro episodio di sospetto dopo a distanza di appena una settimana.

Poco prima dell’alba di oggi, attorno alle 4:30, si è reso necessario l’intervento del Distaccamento dei Vigili del Fuoco di Tricase per domare l’incendio che ha avvolto due auto parcheggiate in contrada Marasculi, periferia del paese, ad una distanza l’una dall’altra di pochi metri.

È la violenza del rogo ad insospettire: le macchine, una Fiat Bravo ed una Fiat Punto, sono andate completamente distrutte.

Lo scorso 11 novembre, sempre in orario notturno, furono date alle fiamme altre due vetture, in quel caso la distanza tra i due incendi era di circa un chilometro ma di pochi minuti sulla linea temporale.

Un fenomeno purtroppo non nuovo in paese su cui le forze dell’ordine indagano. Stanotte, sul posto, sono intervenuti i poliziotti del locale Commissariato.

Continua a Leggere
Pubblicità

Più Letti