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Cronaca

Arresto cardiaco durante match di volley a Tricase

Uno spettatore è deceduto sugli spalti del palazzetto dello sport: vani i soccorsi

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Un malore improvviso è costato la vita questa sera ad un uomo presso il palazzetto dello sport di Tricase.





Era in corso il match di pallavolo tra Aurispa Links Per la Vita e Impavida Ortona quando uno spettatore di 67 anni si è sentito male sugli spalti.





I primi soccorsi, nella concitazione del momento, gli sono stati prestati da un medico fuori servizio, presente sul posto.





Poi, dopo una chiamata al 118, l’arrivo di un’ambulanza. Il personale medico accorso a bordo del mezzo è intervenuto mentre la gara, valevole per la settima giornata del campionato di A3, era stata interrotta.




Purtroppo il lavoro dei sanitari si è rivelato vano: l’uomo è deceduto a causa di un arresto cardiaco, tra lo sgomento dei presenti. La vittima è Giovanni Iezzi, conosciuto in paese per la sua attività di parafarmacista.









Sul posto anche i Carabinieri della Compagnia di Tricase.


Cronaca

Narcotraffico e riciclaggio, smantellata organizzazione criminale

Il sodalizio criminale aveva sviluppato non solo un’egemonia territoriale nel traffico degli stupefacenti ma anche un progressivo dominio sotto il profilo economico-finanziario attraverso l’acquisizione nel tempo di una serie di locali pubblici (pub e ristoranti) ed alcuni esercizi commerciali

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Su delega della Procura della Repubblica di Lecce – Direzione Distrettuale Antimafia, il Nucleo P.E.F. (G.I.C.O.) della Guardia di Finanza, il Servizio Centrale Investigativo sulla Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) e la Polizia di Stato – Squadra Mobile di Lecce, hanno eseguito nello stesso capoluogo e in alcuni comuni limitrofi, un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce di quanto provento dei reati di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

L’odierna operazione di servizio è la naturale prosecuzione di quella conclusasi il 20 novembre scorso nella quale erano state eseguite 35 ordinanze di custodia cautelare che vedevano tra i destinatari anche alcuni esponenti della criminalità organizzata locale, già condannati per aver fatto parte di un’organizzazione criminale di stampo mafioso, più nota come Sacra Corona Unita (clan Pepe – Briganti, Gruppo Penza), storicamente radicata nel capoluogo salentino, ma con ramificazioni in diversi centri della provincia.

Già in data 21 dicembre 2024, il Tribunale di Lecce – Sezione del Riesame confermava le misure custodiali in carcere e, a seguito di appello formulato dalla Procura della Repubblica, riconosceva la sussistenza del reato associativo di stampo mafioso.

Le indagini, nel loro complesso, avevano consentito di acquisire un solido impianto indiziario in ordine alla esistenza ed operatività di due associazioni, radicate nei comuni di Lecce e nel basso Salento, guidate rispettivamente da P.A.M. e G.S. la prima e da C.G e R.C. l’altra, tutti pregiudicati, dedite al traffico e commercio in forma strutturata ed organizzata di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti di diversa tipologia.

Il sodalizio criminale aveva sviluppato non solo un’egemonia territoriale nel traffico degli stupefacenti ma anche un progressivo dominio sotto il profilo economico-finanziario attraverso l’acquisizione nel tempo di una serie di locali pubblici (pub e ristoranti) ed alcuni esercizi commerciali nel territorio salentino, con la connivenza e fattiva collaborazione di un noto ex commercialista salentino e a tutt’oggi ristretto. Una pluralità di imprese, infatti, sotto forma di cooperative, risultavano formalmente affidate a soci e/o a soggetti prestanome ma in realtà erano asservite agli scopi del gruppo criminale per reinvestire il denaro di provenienza illecita (anche all’estero), e per garantire ai familiari degli associati assunzioni e retribuzioni, onde legittimare la provenienza (di facciata) dei guadagni. Ma in realtà nessuna attività lavorativa è stata riscontrata nel corso delle indagini.

In particolare, alle citate cooperative, giungevano per mano degli adepti somme di denaro contante di volta in volta versate sui rispettivi conti correnti societari (anche per diverse decine di migliaia di euro), da impiegarsi in un secondo momento per corrispondere gli stipendi (anche pari a 2.500 euro al mese) a mogli o parenti diretti dei soggetti detenuti ovvero da utilizzarsi per il sostentamento di quest’ultimi in carcere.

Somme di denaro contante venivano altresì elargite ad altre “imprese” compiacenti che, poi, provvedevano ad acquistare autovetture di lusso date in uso (di fatto) ai medesimi pregiudicati oppure ai familiari di questi.

Il professionista attinto dalla misura restrittiva provvedeva ad “amministrare” gli interessi economico-finanziari in prima persona, o attraverso teste di legno, offrendo la propria opera per trasferire all’estero ingenti somme di denaro con bonifici in partenza dalle solite società cooperative compiacenti, eludendo le normali procedure di controllo in materia antiriciclaggio.

All’esito delle attività di carattere economico – patrimoniale, con il provvedimento odierno vengono sottoposti a sequestro preventivo beni, denaro, società ed altre utilità di cui i soggetti indagati – molti dei quali tuttora ristretti –risultano avere la disponibilità, anche per interposta persona fisica o giuridica, che sono di valore sproporzionato al reddito dichiarato ai fini delle imposte sul reddito o alla propria attività economica.

Le attività odierne assestano un altro duro colpo alle organizzazioni criminali colpite dalle ordinanze del novembre scorso, privandole delle risorse finanziarie ed economiche acquisite illecitamente.

La strutturata attività di polizia economico-finanziaria condotta ha consentito di ricostruire il patrimonio di ciascun soggetto e di dimostrare la sproporzione rispetto alle fonti di reddito dichiarate.

Il contesto investigativo in questione si inquadra nel più ampio quadro delle azioni svolte dalla Procura della Repubblica di Lecce in totale sinergia istituzionale tra Guardia di Finanza, Polizia di Stato e Servizi Centrali di entrambe le forze di polizia, volte al contrasto della criminalità organizzata, anche sotto il profilo economico-finanziario, al fine di evitare i tentativi, sempre più frequenti e pericolosi, di inquinamento del tessuto sano imprenditoriale e dell’economia legale.

La diffusione del presente comunicato stampa è stata autorizzata in ottemperanza alle disposizioni del Decreto Legislativo n. 188/2021.

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Cronaca

Scontro auto-moto: codice rosso a Specchia

Ragazzo di 22 anni trasportato in ospedale: fratture, ma fortunatamente non in pericolo di vita

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Un uomo è rimasto ferito oggi in un incidente stradale avvenuto a Specchia.

Attorno alle ore 12 uno scontro si è verificato nel centro abitato, su corso Italia.

Protagonisti del sinistro una moto KTM 200 ed un’auto, una Fiat 500L.

Alla guida del mezzo a due ruote un ragazzo di 22 anni, finito contro la vettura.

Dopo l’impatto il giovane è rovinato sull’asfalto. Dal posto è partita subito una chiamata ai numeri d’emergenza, che ha fatto arrivare una ambulanza.

Il personale del 118, accorso da Tricase, ha prestato soccorso al centauro e lo ha traportato in codice rosso presso l’ospedale tricasino “Cardinale Panico”.

Qui è stato preso in carico dal personale medico. Fortunatamente non gravi le sue condizioni: avrebbe riportato delle fratture, ma non sarebbe in pericolo.

Illeso il conducente della 500L. La dinamica è in fase di ricostruzione.

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Cronaca

Estorsione, atti persecutori e droga: arrestati padre, figlia e compagna

È accaduto a Presicce-Acquarica dove i tre avevano minato la tranquillità della cittadina

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I carabinieri della Compagnia di Tricase hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali a carico di tre persone, due in carcere e una agli arresti domiciliari, ritenute responsabili di una serie di gravi reati, tra cui tentata estorsione, atti persecutori, danneggiamento con ordigno esplosivo e
violazioni in materia di sostanze stupefacenti.

Le misure restrittive sono il risultato di un’accurata e meticolosa indagine condotta dai carabinieri del Nucleo Operativo di Tricase, avviata alla fine di maggio 2024, a seguito di due atti intimidatori che avevano scosso Presicce-Acquarica.

Il primo episodio, avvenuto il 15 maggio, ha visto il posizionamento di un ordigno rudimentale, che fortunatamente non è esploso, davanti a un’attività commerciale.

Il secondo, avvenuto il 29 maggio, ha invece provocato ingenti danni alla struttura a causa della deflagrazione di un ordigno.

Grazie all’attività info-investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Lecce, i
Carabinieri sono riusciti a identificare un 59enne come mandante dei reati, realizzati in concorso con altre tre persone attualmente in fase di identificazione.

Le indagini hanno inoltre permesso di
attribuire allo stesso e alla figlia 35enne la responsabilità della tentata estorsione e degli atti
persecutori mirati a costringere la commerciante e il suo compagno, un medico del posto, a sublocare i locali dell’attività.

In aggiunta, le indagini hanno rivelato un traffico di sostanze stupefacenti che ha coinvolto anche la compagna del 59enne, una giovane di origini moldave.

I carabinieri hanno sequestrato diverse dosi
di cocaina, rivelando un ulteriore strato di criminalità che si cela dietro la facciata di una comunità tranquilla.

Al termine delle operazioni, in ottemperanza al provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, i tre sono stati arrestati.

Padre e figlia sono stati condotti presso la Casa Circondariale di Lecce, mentre la compagna è stata sottoposta agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.

Le indagini proseguono per identificare ulteriori complici e garantire la sicurezza della comunità
locale.

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