Cronaca
Autovelox: scatta la multa per due decimi di km/h
Multa da guinness dei primati all’autovelox di Trepuzzi. Il superamento irrisorio del limite imposto, se rilevato con il solo ausilio degli strumenti elettronici non integra una condotta colposa del conducente. Giovanni D’Agata (Sportello dei Diritti): «L’ente accertatore prenda atto di quanto accaduto e provveda all’annullamento del verbale con il ricorso amministrativo senza che il malcapitato debba rivolgersi al giudice di pace sborsando anche il costo del contributo unificato che è praticamente prossimo a quello dell’intero verbale se pagato nei cinque giorni»
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Qualche anno fa, citando l’onnipresente Giulio Andreotti, si diceva che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.
Quanto sta accadendo con gli autovelox e gli altri strumenti che restano utili se adoperati nel modo giusto per l’incolumità di chi viaggia in auto, alimenta il sospetto che oltre a limitare la velocità siano pensati per ripulire le tasche degli automobilisti.
Dopo l’episodio sulla Gallipoli – Lecce che vi abbiamo riportato qualche giorno fa, con un verbale per un decimo di chilometro più del lecito al netto della famosa tolleranza, la storia si ripete.
E si può parlare di guinness da primati per un automobilista leccese che è stato sanzionato lungo la strada S.S. 613 Lecce – Brindisi , perché pizzicato dall’autovelox fissato al km 23+700 , in direzione Brindisi per soli 0,2 decimi di chilometro.
La regola vuole che dalla velocità rilevata dall’apparecchiatura (autovelox, telelaser, tutor) bisogna sottrarre il 5% con un minimo di 5 km/h.
Se dopo aver effettuato questa operazione il risultato sarà superiore al limite, scatta la multa. Altrimenti, l’automobilista è salvo.
È la famosa tolleranza, prevista dall’articolo 345 del Regolamento di esecuzione del Codice della Strada, dove si legge: “È disposto che per gli accertamenti della velocità, qualunque sia l’apparecchiatura utilizzata, al valore rilevato sia applicata una riduzione pari al 5% con un minimo di 5 km/h”.
Nella pratica, una rilevazione di 76 km/h diventa, ai fini dell’eventuale violazione e delle relative sanzioni, 70,20 km/h (-5 km/h).
Storicamente, le misurazioni sono effettuate all’unità di km/h.
Con l’evoluzione tecnologica, però, sono state imposte misurazioni più raffinate.
Insomma, anche se si sta sulla pubblica via sembra quasi essere proiettati in competizioni automobilistiche dove si viaggia sul filo dei millesimi solo che qui, nei controlli della velocità siamo ancora rimasti, non si sa ancora per quanto a questo punto, al controllo dei decimali.
Dunque si tratta di accertamento effettuato solo con l’ausilio di un’apparecchiatura elettronica, e considerato il superamento del limite, poco al di sopra di quello imposto, l’automobilista non è in grado, anche usando la normale diligenza richiesta per la condotta di guida, di verificare il rispetto del limite al “centesimo”, perché condizionato inevitabilmente ad alcuni parametri empirici esterni, (l’esatta caratura del tachigrafo, il pedale dell’acceleratore ecc.) che impediscono la verifica simultanea e certa della velocità effettiva, senza che tutto ciò comporti un aumento dei pericoli per la sicurezza stradale e tenuto conto della presumibile volontà del conducente di attenersi alle prescrizioni del codice della strada in tema di velocità. Ebbene, questo famigerato apparecchio ha “multato” un cittadino perché “eccedeva di km/h 0,2 decimi il limite imposto” di 110 km/h .
La Corte di Cassazione ha ricordato con ordinanza 3698/2019 che nessuna multa va elevata nei confronti di chi supera di poco il limite.
L’augurio, evidenzia, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è che «l’ente accertatore prenda atto di quanto accaduto e provveda all’annullamento del verbale con il ricorso amministrativo senza che il malcapitato debba rivolgersi al giudice di pace sborsando anche il costo del contributo unificato che è praticamente prossimo a quello dell’intero verbale se pagato nei cinque giorni».
Cronaca
Abusivismo, sigilli a Salve
Controlli nel basso Salento dei carabinieri forestali: costruzione e strada abusive in zona a vincolo paesaggistico. Due denunce e sequestro del cantiere. Ricognizioni preventive effettuate con elicottero
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Il contrasto all’ abusivismo edilizio nel basso Salento, avviato con le diverse fasi dell’operazione “Another Brick” nell’aprile 2024 dai Carabinieri Forestali, prosegue incessantemente, grazie anche alle possibilità di ricognizione georeferenziata offerte dai nuovi elicotteri dell’Arma, gli AW-169, dotati di strumentazione di ultima generazione, particolarmente adattata al controllo del territorio (telecamere, sensori, display ad alta definizione).
Con gli aeromobili in dotazione al 6° Nucleo elicotteri, di stanza a Bari-Palese, viene scandagliato il territorio, concentrando l’attenzione, in particolare, sulle zone sottoposte a vincolo paesaggistico, su parchi e riserve naturali, regionali e statali, sui siti della rete ecologica europea “Natura 2000” (Siti di Importanza Comunitaria e Zone di Protezione Speciale), con finalità principale la tutela ambientale di un comprensorio tanto pregevole qual è la provincia di Lecce, pertanto così attrattiva per turisti italiani e stranieri, ma al contempo fragile e sensibile per i numerosi tentativi di sfruttamento abusivo.
L’ ultimo intervento ha riguardato i Carabinieri Forestali del Nucleo di Tricase, in agro di Salve (contrada “Brufichi”).
Dopo le prime ricognizioni in volo, le successive verifiche hanno permesso di accertare la presenza di un cantiere aperto per la realizzazione di un fabbricato del volume di circa 35 metri cubi, con uno stradone di accesso lungo 130 metri circa.
Il tutto senza alcun titolo abilitativo anche perché, trattandosi di un’area compresa nel Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (tematismo dei “Prati e pascoli naturali”, ove è fatto divieto assoluto di rimozione della vegetazione), la necessaria autorizzazione paesaggistica non sarebbe comunque mai stata rilasciata.
Il permesso di costruire, relativo all’ampliamento volumetrico, risultava di fatto integrato con una segnalazione certificata di inizio attività, senza tuttavia contemplare l’aspetto paesaggistico.
I forestali hanno sottoposto il cantiere a sequestro preventivo e denunciato alla Procura della Repubblica di Lecce il proprietario ed il direttore dei lavori.
Ai due sono stati contestati i reati per interventi edilizi in area tutelata con titolo abilitativo in difetto di autorizzazione paesaggistica.
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Corsano
Stalking, lesioni e maltrattamenti, condannato caporalmaggiore
Il 48enne di Corsano, in servizio a Lecce, ha patteggiato davanti al giudice monocratico la pena a due anni e sei mesi
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Un uomo di Corsano condannato per stalking, lesioni e maltrattamenti ai danni della ex convivente.
L’uomo, caporalmaggiore dell’esercito, 48 anni, in servizio a Lecce, ha patteggiato davanti al giudice monocratico Marco Mauro Marangio una condanna a due anni e sei mesi.
Le angherie avevano avuto inizio qunado la donna aveva deciso di troncare la relazione.
Il militare era anche recidivo.
Infatti, era già stato condannato per lesioni ai danni di una sua altra ex compagna.
Il 48enne è agli arresti dall’ottobre scorso, dopo la denuncia sporta ai carabinieri dalla ex.
In seguito all’ennesima aggressione subita, che l’aveva costretta a fare ricorso alle cure dei sanitari del pronto soccorso dell’ospedale di Scorrano, la vittima ha deciso di raccontare tutto ai carabinieri.
Nonostante la denuncia, però, il caporalmaggiore avrebbe continuato nella sua condotta persecutoria.
Intanto il ministero della Difesa ha sospeso il militare dal servizio e avviato le partiche per il suo licenziamento.
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Cronaca
Rissa nella notte a Ruffano
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Rissa nella notte a Ruffano con il coinvolgimento di un nutrito gruppo di persone.
L’episodio si è verificato in piazzetta Mons. Fiorito, attorno all’una. Protagonisti due gruppi di giovani che stavano trascorrendo la serata all’aperto.
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A scatenare la violenza sarebbero state delle attenzioni di troppo rivolte da qualcuno nei confronti di una donna.
In pochi attimi, dalle parole si è passati ai fatti ed i due gruppi, una ventina di persone in totale dall’età compresa tra i 20 ed i 30 anni, si sarebbero ritrovate nella zuffa.
Dai residenti in zona è partita una chiamata ai numeri d’emergenza. Sul posto sono accorsi i carabinieri, ma al loro arrivo i due gruppi si erano dileguati. Sul luogo le tracce della colluttazione, anche delle macchie di sangue. Nessuno si sarebbe recato nei vicini ospedali e, di conseguenza, nessuno al momento è stato identificato, ma si indaga sull’accaduto.
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