Alessano
“Avete permesso che avvelenassero indisturbati mezzo Salento”
Il procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone striglia gli amministratori che avrebbero dovuto controllare: “Politica, impresa e profitti a danno della gente: per il popolo salentino una morte annunciata”

Grazie alla trascrizione integrale di Salute Salento riportiamo gli stralci più importanti dell’appassionato intervento del sostituto procuratore della Repubblica, Elsa Valeria Mignone che presso il Polo didattico della Asl, alla presenza dei sindaci, ha illustrato la situazione del Salento vittima di “operatori spregiudicati”, che hanno potuto operare indisturbati per la “disattenzione e la complicità di alcuni amministratori che avrebbero dovuto controllare”.
“Sono contenta”, ha detto il Magistrato, “che quello che per lungo tempo è stato un allarme isolato della Procura della Repubblica e di pochi medici attenti a quello che avveniva sul territorio sia ormai condiviso. Ma vi dico anche oggi non c’è niente di immutato rispetto a quello che esisteva 20 anni fa. Mi sembra assurdo che oggi ci sia questo allarme diffuso perché il mio indagato principale da 20 anni (Gianluigi Rosafio) ci viene a dire che nella discarica di Burgesi sono stati scaricati 600 fusti. Io vi invito ad essere attenti”, ha detto rivolgendosi in particolar modo agli amministratori, “a prestare al territorio quell’attenzione che non è stata prestata per 25 anni. Scusate se ribadisco questo concetto: quello che c’è nella discarica Burgesi è noto da 25 anni. Da 25 anni la magistratura che in questo caso ancora una volta, consentitemi, ha esercitato un ruolo di supplenza rispetto a quello che doveva essere un ordinario controllo, ha accertato che quella discarica non veniva ben coltivata. Le discariche non ben coltivate è difficile poi che siano sanate. Uso questo termine, come un organismo. Un organismo che venga trattato male, che non venga curato nel corso della vita, in vecchiaia decade in maniera piuttosto rapida ed è difficile che possa in qualche modo essere sanato. Una discarica non coltivata bene è una discarica che continuerà a produrre danni all’infinito. E mi sembra strano che proprio nel momento in cui dovevano essere pagati dei costi per la caratterizzazione del rifiuto e per la bonifica di una discarica mal coltivata il problema passi sulla collettività. Mi sembra strano che vi siano degli introiti per gli imprenditori che hanno sfruttato le discariche per 20 – 25 – 30 anni e al momento in cui devono pagare una parte dei costi, questi passino sulla collettività. Scusate, ma non c’è un contratto per la discarica? Qual è il contratto? Il Comune di Ugento ha stilato un contratto? Sono problemi che la magistratura non sa come gestire. Può fotografare lo stato di quella discarica ormai abbandonata da 20 anni dove ci sono presenza di ceneri radioattive, di ceneri importanti, ma non può imporre le bonifiche. Nel momento in cui doveva essere bonificata è subentrato un contratto rispetto a quello precedente e la bonifica è passata in carico alla collettività. Anzitutto io vorrei capire questo arcano. Com’è che i profitti siano delle imprese che gestiscono la discarica e i costi gravano sulla collettività?”.
“Disattenzione quando non complicità…”
Valeria Mignone non le manda certo a dire: “Sulla discarica di Burgesi l’imprenditore, a 30 anni di distanza dell’accertamento dei fatti, dice che sono sepolti 600 fusti contenenti Pcb. Questa è una questione generalizzata come è generalizzata la frequenza sul nostro territorio di discariche che non sono state monitorate. La Procura lanciava il suo grido d’allarme per le ordinanze contingibili e urgenti degli anni ’90, grido di allarme rimasto inascoltato”, chiaro al riferimento ai primi cittadini del territorio, “ed ora in che cosa si è trasformato? In una minaccia seria per il territorio. Perché non c’è solo la Burgesi. Non dimenticate le discariche sotterrate sulla strada statale 275. Non è che la Burgesi produce il cancro e le altre non ne producano. Soprattutto perché abbiamo dimostrato che in quelle discariche non ci sono rifiuti assimilabili agli urbani, ma rifiuti speciali provenienti dalle industrie calzaturiere. Abbiamo le etichette delle industrie. Le discariche tombate che continuano a lavorare. Ci stiamo tanto focalizzando sulla Burgesi, ma il nostro territorio siede su una serie di discariche sotterranee. Il fatto che siano state scoperte queste sulla 275 è solo perché sono andata a controllare il percorso della 275. Quindi c’è stato un controllo penetrante e abbiamo scoperto che c’erano queste discariche sotterrate . Ma questo non vuol dire che siano le uniche. Perché? Perché c’è stata disattenzione. Quando non diciamo una complicità. Perché ciascun amministratore, deve sapere che cosa c’è sul suo territorio. Ci sono stati fondi europei per la bonifica delle discariche. Ma le nostre non sono state neanche denunciate. Finalmente ci accorgiamo di non avere avuto per 30 anni attenzione sul territorio”.
Sotto la 275 “collanti, vernici… c’è di tutto!”
Poi il monito agli amministratori: “Ogni sindaco deve sapere che fine hanno fatto quelle discariche che per anni sono state mantenute in piedi con ordinanze contigibili e urgenti. È necessario un vero e proprio lavoro di emersione per questi fenomeni… sotterrati. Quando gli operai lavoravano nel fotovoltaico su una delle discariche che era sulla 275 (l’unica che è stata messa in sicurezza perché l’impresa del fotovoltaico ha un interesse a sfruttare l’area e quindi a metterla in sicurezza)”, ha raccontato, “pensavano che sotto ci fosse l’inferno. Perché mentre lavoravano usciva il calore dei rifiuti che producono gas, biogas, con il percolato che scende nella falda. E che percolato è? Non di rifiuti solidi urbani o assimilabili, ma di collanti, vernici… c’è di tutto!”.
Conflittualità fra eccessivo profitto dell’impresa e tutela dell’ambiente
Poi il Magistrato ha puntato il dito su “quella zona rossa (un’area compresa tra Galatina e Maglie) dove dovrebbe essere la ricaduta famosissima, forse anche dell’Ilva e quant’altro”. E utilizzando l’esempio dell’Ilva di Taranto chiarisce il suo pensiero totalmente condivisibile: “La contrapposizione non è fra posti di lavoro e tutela della salute, ma fra eccessivo profitto degli imprenditori e salute: l’eccessivo arricchimento dei Riva ha prodotto il cancro. Dare posti di lavoro non significa che gli operai devono ammalarsi perché non vengono adeguati gli impianti, perché non c’è prevenzione, anche interna dell’azienda. Quello che voglio dire è che l’impresa non spende nella prevenzione degli infortuni sul lavoro, non spende per garantire una migliore qualità dell’aria, per garantire che quelle misure legislativamente previste a protezione dell’ambiente siano adottate”. Quindi “la conflittualità è fra eccessivo profitto dell’impresa e tutela dell’ambiente”.
“Cementifici, calcifici e quant’altro privi delle strumentazioni per la misurazione delle emissioni”
La Mignone ha fotografato l’attuale situazione del Salento: “Ho cercato di valutare le emissioni sul territorio e ho chiesto alla sezione di Pg della Forestale di farmi fare un monitoraggio degli insediamenti produttivi. Ce ne sono una miriade. Il nostro inquinamento non è tanto quello di grossi impianti, ma di una serie di piccoli impianti sparsi sul territorio. Un esempio: le centrali a biomasse, i sindaci dicono sì, ben vengano. Bene, tutte le centrali a biomasse che hanno formato oggetto di indagine della Procura con consulenza, vanno a digestato (sottoprodotto di rifiuti pericolosi e speciali, Ndr), cioè bruciano rifiuti. Quelle centrali a biomasse che vi mettete sul territorio, cari sindaci, sono insediamenti produttivi che però sono andati in Scia e in valutazione di impatto ambientale. Chi controlla? È possibile che il controllo sia riservato solo alla Magistratura? Ogni cosa che interviene sul vostro territorio deve essere monitorata. E che cosa sono andata ad individuare in insediamenti tipo cementifici, calcifici e quant’altro? Che nessuno di questi ha le strumentazioni per la misurazione delle emissioni. Addirittura non hanno nemmeno le scale che consentano di accedere alla misurazione…”.
Il Magistrato ha richiamato ancora i sindaci a controllare: “Mi pare di poter dire che la gente nel Salento muore di cancro ma come facciamo a capire perché se le fonti del male non sono censite? Se non sappiamo cosa succede sul nostro territorio?”.
“I trasformatori dell’Enel dismessi venivano portati ad Ugento”
La Mignone è tornata sulla questione Burgesi, “per fare chiarezza una volta per tutte: esce fuori questo inquinatore e dice quello che era stato già accertato non solo nel 2000 sulla discarica Burgesi, ma nel corso di tutti questi anni. Sappiamo da tempo che nella Monteco c’è il Pcb. A poco interessa sapere se sia quel Pcb che abbiamo trovato proveniente dai fusti o sia invece proveniente dal materiale particellare solido che in quella discarica scaricarono con un documento falso di un chimico che aveva attestato trattarsi di rifiuto solido urbano. Quindi formalmente e non in maniera occultata la discarica si è preso tutto il rifiuto particellare solido, tutti i rifiuti della filtrazione della Sea Marconi, un’azienda che aveva il brevetto per la de-alogenazione dei trasformatori dell’Enel. Questo vuol dire che tutti i trasformatori dell’Enel che altro non sono che rifiuto, venivano portati ad Ugento, ripuliti con questo processo di de-alogenazione e reimmessi. Però la Regione, all’epoca, decise che quello era un impianto di trattamento di rifiuti (un trasformatore di cui l’Enel si disfaceva, e secondo la direttiva europea è un rifiuto). Quindi non si è voluto sapere cosa che cosa fece la Sea Marconi, fino a quando gli imprenditori soccombenti rispetto al monopolio di questo imprenditore cardine, non ci hanno detto: guardate che tutti i territori da Acquarica, Ugento e Presicce, sono impregnati di rifiuti di quei processi di de- alogenazione. Qual è la novità? Quindi abbiamo la prima sentenza del 2000. I rifiuti stavano nelle zone di Acquarica, Ugento, Presicce, nella discarica abbandonata di Burgesi e nella Monteco. Le imputazioni sono andate per la maggior parte prescritte; all’epoca queste erano contravvenzioni e per fare un processo di questo genere, con fior fiori di avvocati, ci abbiamo messo 4 anni di perizie e controperizie. Però sono stati condannati per il danneggiamento che hanno procurato a quei terreni che sono stati bonificati, almeno per tutto ciò che era all’esterno della discarica Burgesi”.
E perché non intervenire sulla discarica? “Perché significava andare ad operare sull’unica discarica all’interno della quale venivano trattati i rifiuti. Quindi era una discarica attiva; era la discarica al servizio di molti Comuni e chiuderla…”.
Tornando su “gola profonda-Rosafio” la Mignone ci è andata ancora giù pesante: “A proposito di questo imprenditore che oggi dice che nella Burgesi ci sono i rifiuti: effettuava attività di trasporto, intermediazione e smaltimento di rifiuti prodotti dall’impianto di Sea Marconi residuati dalla reazione di de alogenazione di materiale contenente Pcb, costituito da granulato. Prodotti della chimica fine e prodotti chimici non precisati altrimenti. In particolare materiale di infiltrazione contaminati da composti organici alogenati…”.
Ma nella discarica di Burgesi c’è dell’altro, “come confermano le indagini nei confronti di quell’imprenditore che ha inquinato il Salento e che oggi è ritenuto attendibile e viene a parlarci di reati ormai prescritti. All’improvviso i Sindaci che, attenzione, a questo signore hanno continuato a dare appalti, nonostante fosse oggetto di indagini della Magistratura, hanno consentito di continuare a smaltire rifiuti anche attraverso altre imprese, l’ultima delle quali la Lombardi Ecologica, che operava nelle discariche con gli uomini e con i mezzi dell’imprenditore che inquinava, nei cui confronti, nel frattempo, c’era una misura interdittiva antimafia!”.
“Se le amministrazioni non sono state sensibili a tutto questo”, continua nel suo j-accuse, “oggi non possiamo allarmarci perché abbiamo scoperto che nella discarica Burgesi c’è il Pcb. E nella Monteco di Ugento non ci troviamo solo Pcb. Il fatto che oggi il reato sia prescritto nei confronti di questo imprenditore-inquinatore non vuol dire che i reati non ci siano. Perché la Cassazione dice che il reato c’era e che in quei luoghi sono stati trattati rifiuti di tutti i tipi. Scarichi di rifiuti liquidi in aperta campagna e strade di pubblico transito, con smaltimento degli stessi all’interno della discarica Monteco di Ugento non autorizzata alla ricezione di rifiuti liquidi… effettuando prelievo dei reflui, talvolta pericolosi, da aggregamenti produttivi con successivo scarico degli stessi nella Monteco di Ugento: Mi chiedo dove fossero gli enti territoriali, dove fossero gli organi di controllo quando queste sentenze conclamavano questa realtà”.
“Costringiamo l’impresa a bonificare”
Poi il Magistrato si è rivolto ai sindaci per nulla tenera: “Oggi mi gridate al lupo, al lupo: non potete… è una morte annunciata quella del popolo salentino per la disattenzione del territorio. E allora non mi serve oggi andare a scavare nella discarica alla ricerca dei fusti. Ma che mi interessa? Mi interessa sapere come deve essere bonificata. Mi interessa quello che deve essere fatto dall’impresa. La caratterizzazione del rifiuto e la bonifica è ricompresa per legge. Costi quel che costi. Perché sono loro che hanno inquinatoe questo non può gravare sulla collettività. È inutile allarmarsi, sono 30 anni che c’è questa situazione. E non succede solo a Burgesi, succede su tutto il territorio”.
Altra sferzata ai sindaci: “Le amministrazioni si sveglino, non può essere un compito delegato solo alla magistratura e alla Asl. La politica deve fare la sua parte, controllando quello che succede sul suo territorio. Non può gravare sulle spese della collettività quello che deve essere un risanamento, una bonifica contrattualmente prevista. Dopo di che se vogliono essere erogati fondi comunitari, regionali, ecc., per la bonifica…”
“Ci hanno tolto persino le oloturie!”
Per Valeria Mignone “ben venga il monitoraggio dei pozzi, che è l’unico modo per conoscere qual è lo stato attuale del territorio salentino, qualunque siano state le cause. L’unica cosa che emerge per migliorare lo stato del territorio salentino è la prevenzione. Che deve essere un’azione sinergica. Quindi andiamo certamente a vedere da dove vengono i danni, cerchiamo di capire, ma può essere che non vengano solo da lì. Se pensiamo di fermare la falesia che crolla al mare con un’ulteriore cementificazione e con altro carico urbanistico… Dalla Grecia, per esempio, l’intermediatore si è asservito alle imprese locali per rastrellare il nostro mare dalle oloturie. Non c’è più un oloturia nei nostri mari. Evidentemente perché anche in Grecia sanno che controlliamo poco il nostro Salento, anche in mare. In tutto l’Adriatico il fenomeno ha interessato solo le coste salentine. Ci vorranno 50 anni per ricostituire quell’humus. Questo significa che quel mare va verso l’eutrofizzazione perché le oloturie attivano un ricambio del mare. Vi sono paesi senza fogna ma continuiamo a costruire villaggi. Non siamo in grado di garantire che tutto questo carico urbanistico non vada poi va a finire in mare. Nessuno verifica che i pozzi delle fogne funzionino. Che i pozzi delle ville non siano stati sfondati. Certamente non può essere un monitoraggio della magistratura. Aumenta il carico urbanistico, la produttività e nel frattempo il mare va a morire.
Allora”, conclude, “svegliamoci e prestiamo attenzione al territorio e a quello che succede. Spendiamo in termini sanitari (le cure del cancro gravano sulla collettività) quello che risparmiamo in misure di attenzione sul territorio non costringendo al rispetto della legge e delle misure di protezione dell’ambiente”.
Alessano
Narrazioni di Terra d’Otranto partendo da… Torino
Aspettando Armonia: dal oggi a domenica parte dal Piemonte il lungo viaggio del festival salentino dedicato al tema “Leggere porta il tuo sguardo lontano”

Armonia, le Narrazioni in Terra d’Otranto quest’anno partono da lontano, addirittura da Torino.
Da oggi e fino a domenica anteprima a Torino del lungo viaggio dell’undicesima edizione del festival letterario, ideato e organizzato dalla Libreria Idrusa di Alessano e dall’associazione NarrAzioni, con la direzione artistica di Mario Desiati che propone incontri, presentazioni, appuntamenti inediti sul tema “Leggere porta il tuo sguardo lontano”.
Grazie alla sinergia con Comala e con Border Radio, il festival salentino approda dunque nel capoluogo piemontese. Stasera accoglierà Simone Torino, presente l’anno scorso a Lucugnano di Tricase come fresco vincitore del Premio Italo Calvino, con il suo romanzo d’esordio “Macaco”.
Nel week end lo spazio polifunzionale di Corso Francesco Ferrucci ospiterà anche due eventi di Armonia che apriranno il ricco programma di Primavera di Bellezza – piccolo festival resistente.
Protagonisti saranno l’attivista egiziano Patrick Zaki, già ospite a Leuca, con “Sogni e illusioni di libertà”, il giornalista Sigfrido Ranucci, autore e conduttore di Report su Rai 3, ancora in tour con il suo libro “La scelta”.
Da maggio in poi si dipanerà il programma con la dozzina del Premio Strega (dal 22 al 25 maggio a Presicce-Acquarica), il vincitore o la vincitrice del Premio Italo Calvino (sabato 14 e domenica 15 giugno a Lucugnano), l’ormai consueto appuntamento con Discorsi Mediterranei (il 18 luglio a Leuca).
Il Festival proseguirà poi per tutta l’estate con Armonia OFF quindi con presentazioni e incontri. Il programma è ancora in via di completamento e sarà annunciato nei prossimi giorni.
Gli ospiti già confermati sono: Edoardo Albinati, Sandrone Dazieri, Noemi Abe, Antonio Franchini, Maurizio Mannoni, Chiara Valerio, Paolo Giordano, Giulia Caminito, Gabriella Genisi, Nichi Vendola, Simone Torino, Viola Ardone, Teresa Ciabatti, Chiara Marchelli e Giorgia Lepore.
Si sa anche, che il Festival, toccherà oltre alle già citate località Patù, Alessano, Castrignano del Capo, Specchia e Tricase.
L’immagine del Festival è stata affidata all’autrice e illustratrice Fabiana Renzo che coltiva storie, macchie d’inchiostro, libri, terra e poesia, piccole cose meravigliose, si prende cura dell’azienda agricola Sante Le Muse di Salve, collabora con scuole e biblioteche, organizzando progetti di lettura e laboratori.
Nel suo libro “Il primo tremore di un mandorlo” (Musicaos), tra parole e disegni, racconta la storia di Agata che a Palazzo Comi scopre la vita e le opere del poeta che, con la sua parola chiave “Armonia”, ispira da sempre il festival. Armonia è la natura, i luoghi fisici e metafisici di Girolamo Comi, autore che, oltre che poeta è stato intellettuale, bibliofilo, amante del Salento; oggi la sua casa e i suoi libri rappresentano un simbolo non solo di Lucugnano e Tricase, ma di tutta la Puglia.
Proprio lo Spirito d’Armonia, dunque di bellezza, è il timone che guida i lettori e gli operatori culturali impegnati nella Terra d’Otranto.
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Alessano
Apre l’università “Unitelma – Sapienza” ad Alessano
Presso l’Auditorium Benedetto XVI il nuovo Polo Didattico, frutto di un’intesa tra la Diocesi di Ugento – S.M. di Leuca e l’Università “La Sapienza” di Roma

di Don Luca De Santis
Presso l’Auditorium Benedetto XVI di Alessano il nuovo Polo Didattico “Unitelma- Sapienza”. Un’università telematica a servizio dei giovani che vogliono intraprendere un indirizzo accademico e per chi, pur svolgendo un’attività lavorativa, desidera migliorare il proprio livello professionale all’interno della propria impresa oppure avviare un percorso specialistico che in precedenza non ha potuto realizzare.
Il nuovo Polo didattico verrà inaugurato venerdì 30 maggio. L’offerta formativa del Polo, oltre a dei percorsi di laurea, contempla l’opportunità di accedere a dei corsi di formazione, scuole di alta formazione e master.
Il nuovo Polo è figlio di un’intesa tra la Diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca e l’Università “La Sapienza” di Roma.
PERCHÉ ISTITUIRE UN POLO DIDATTICO NEL TERRITORIO ?
Le motivazioni sono molteplici, provo a enumerarne alcune. Da circa un ventennio i territori periferici della nostra Regione subiscono il problema dell’emigrazione dei giovani studenti: i nostri ragazzi intraprendono il loro cammino universitario presso le grandi città, una volta terminato il percorso non ritornano presso i loro luoghi natii procurando il godimento delle loro specializzazioni ad altri contesti territoriali e nello stesso tempo avviando quel processo di spopolamento che ormai è sotto gli occhi di tutti.
Tale consapevolezza è sempre stata presente nelle ansie pastorali del nostro vescovo mons. Vito Angiuli, il quale in quindici anni di presenza in Diocesi, ha cercato di istituire sin da subito dei rapporti con gli studenti universitari presenti in tutte le sedi italiane.
Basti pensare che la Diocesi di Ugento conta una popolazione di circa 125mila abitanti e la sola Università Cattolica è frequentata da 100 giovani provenienti da questa parte di territorio, mentre gli studenti appartenenti alla provincia di Lecce che sono iscritti sempre presso la medesima sono oltre 2.000, di questi la maggioranza non eserciterà, né farà ritorno nel luogo che gli ha visti crescere.
La presenza di un Polo si coniuga con le numerose iniziative che in questi ultimi quindici anni hanno concretizzato lo sforzo pastorale del nostro Vescovo di animare ed elevare culturalmente il nostro territorio.
Perché ciò si concretizzi è necessaria soprattutto la presenza stabile di giovani specializzati e preparati, capaci di cogliere, approfondire e innovare gli importanti aspetti storici, sociali e culturali della loro zona d’appartenenza.
Infine, la presenza del Polo sul nostro territorio manifesta una risposta caritativa da parte della Chiesa locale nei confronti delle famiglie salentine.
Infatti, si ha l’opportunità di accedere a dei percorsi di studio garantiti dall’Università “La Sapienza” abbattendo dal punto di vista economico le spese delle famiglie: l’affitto di una stanza, la sussistenza in un’altra città e le altre possibili problematiche legate a questo aspetto.
L’università telematica “Unitelma-La Sapienza” è stata fondata a Roma nel 2004 ed è accreditata presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Miur).
La sua offerta formativa conta corsi di laurea in Economia, Giurisprudenza, Informatica, Archeologia e Psicologia.
Vi è l’opportunità di iscriversi a numerosi master di I e II livello insieme a corsi di formazione e all’Alta Scuola di Formazione approvati e tenuti dai professori dell’Università “La Sapienza”.
Le lezioni sono esclusivamente online, mentre gli esami si svolgeranno in presenza nella sede di Alessano.
Presso il nuovo Polo didattico sarà presente una Segreteria in grado di supportare lo studente alla scelta e al percorso di indirizzo di studio.
Una Segreteria composta da un Referente, un Tutor e un Segretario, raggiungibile durante i giorni lavorativi sia in presenza che con una mail o un numero telefonico dedicato.
La presenza di un Polo didattico permetterà anche l’organizzazione di master, convegni e seminari che aiutino a rispondere alle problematiche sociali del territorio interagendo con tutto il mondo associativo e istituzionale.
Per ulteriori info, sito internet unitelmasapienza.it.
Nei primi giorni di maggio saremo presso alcune scuole del territorio per presentare agli studenti il progetto, per poi inaugurare il nuovo Polo venerdì 30 maggio.
Il nuovo Polo Didattico ha sede in Alessano presso l’Auditorium Benedetto XVI, sulla Strada Statale 275.
Sarà attivo dal 1° giugno prossimo.
L’indirizzo mail è polo.lecce@unitelmasapienza.it
Alessano
Maglie – Leuca, zoom sul secondo lotto
Una passeggiata immaginaria lungo il secondo lotto del tratto sud della nuova Maglie -Leuca, pensato per uscire dai centri abitati di Montesano , Lucugnano, Alessano, Montesardo e Gagliano

di Lorenzo Zito
Corridoio plurimodale adriatico.
Tecnicamente, viene chiamata così la nuova Strada Statale 275 che, come abbiamo avuto modo di raccontarvi sugli scorsi numeri, sta iniziando a snodarsi, da nord verso sud, con il primo lotto (da Maglie a Montesano) che è già a tutti gli effetti un cantiere aperto.
Oggi faremo uno zoom sul secondo lotto, quello tra Andrano/Montesano e Santa Maria di Leuca.
L’ultimo passaggio burocratico di dominio pubblico a riguardo, poche settimane fa, ha visto i sindaci di Alessano, Corsano, Gagliano del Capo, Miggiano, Montesano Salentino, Specchia, Tiggiano e Tricase (i centri che saranno interessati dai lavori del secondo lotto) incontrarsi, assieme ad alcuni tecnici Anas, presso Palazzo Adorno a Lecce.
Un tavolo promosso dal presidente della Provincia, Stefano Minerva, per fare il punto sulle delibere di approvazione del progetto di fattibilità tecnico economica da parte dei singoli consigli comunali, in attesa di passare dalla progettazione esecutiva dell’opera al bando per l’assegnazione dei lavori.
L’idea, quindi, è quella di accompagnarvi in una passeggiata immaginaria lungo il nuovo tragitto lungo circa 19km che, secondo le previsioni, dal giorno in cui verrà cantierizzato (non prima di un anno e mezzo/due), richiederà circa 1350 giorni per essere portato a termine (poco più di 3 anni e mezzo).
Per una spesa, riferita ai soli lavori, di 140 milioni di euro.
CIÒ CHE NON È STATO
Brevemente ricordiamo che, dopo l’annullamento in autotutela da parte di Anas (nel 2016) della precedente gara (indetta nel 2009), furono prese in considerazione tre possibili alternative.
Scartate le prime due (dette Alternativa Est e Alternativa Ovest, con riferimento al lato da cui circumnavigare Tricase), fu scelta la cosiddetta Alternativa 3, che è quella che andiamo qui a illustrare, descritta dagli studi come quella con performance migliori dal punto di vista ambientale e funzionale, nonché per la sostenibilità dell’opera.
Va ricordato, inoltre, come il progetto inizialmente proposto da Anas prevedesse una statale a due corsie per senso di marcia (quindi quattro corsie) da Maglie sino a Leuca.
Soluzione che è stata conservata per il solo lotto nord e scartata per quello a sud, non solo per ridurne l’impatto ambientale ma anche per rispondere adeguatamente alla vera priorità dell’opera in questo tratto: portare il traffico verso il Capo di Leuca fuori dai centri abitati di Montesano, Lucugnano, Alessano, Montesardo e Gagliano, tutt’oggi tagliati in due dalla SS275.
Ultimo (ma non ultimo) l’elemento rifiuti: il nuovo progetto toglie Anas dall’imbarazzo delle discariche abusive emerse lungo il vecchio percorso tra Alessano e Tricase.
La scelta di allontanarsi da quelle aree ha un duplice effetto: da un lato scongiura il rischio di un sequestro dell’opera da parte della magistratura, dall’altro ha del tutto distolto i riflettori dal tema bonifica.
CIÒ CHE SARÀ
Eccoci allora al tracciato stradale che partirà, in direzione sud, dallo svincolo di Montesano-Andrano (nella mappa in basso in rosso).
Una lingua di asfalto con una carreggiata a due corsie, una per senso di marcia, costituita per il 71% circa da tratti in rilevato, per il 24,5% da tratti in trincea e per la restante parte, da opere in sottopasso (3.5%) e in sovrappasso con viadotti e ponti (0.4%).
22 curve, 28 rettifili, 9 intersezioni e 6 immissioni/diversioni per un percorso tecnicamente suddiviso in cinque tratti (che, come sta accadendo col primo lotto, non saranno realizzati all’unisono, ma con cantierizzazioni indipendenti, uno dopo l’altro).
Un dato interessante per gli amanti dei numeri, e non solo, ci arriva dallo studio dei volumi di traffico effettuato in fase di progettazione su alcuni punti nevralgici per la viabilità locale.
Eclatante il tratto di 275 tra Botrugno e San Cassiano, che in un totale di due ore (la somma dell’ora di punta mattutina e di quella serale) conta il transito di ben 2.300 mezzi. Interessante anche il rilievo della tangenziale di Tricase (“Cosimina”) dove nei 120 minuti più intensi passano più di 1.200 veicoli.
DA DOVE PASSA
Il rischio di appesantimento dei flussi sulla “Cosimina” è uno degli elementi che fecero cadere l’ipotesi dell’Alternativa Est (che avrebbe utilizzato proprio questa strada per il passaggio della nuova statale).
Ad oggi tuttavia, pur non inglobando il nuovo tracciato, è previsto che la tangenziale di Tricase venga raggiunta dalla Maglie-Leuca.
Va detto che la nuova opera smetterà, innanzitutto, di correre lungo quattro corsie già nel tratto finale del primo lotto.
A nord di Montesano, in prossimità di DFV, la strada si staccherà dal tracciato esistente, si ridurrà ad una corsia per senso di marcia ed eviterà l’abitato montesanese passandovi ad est, tra le campagne di Castiglione d’Otranto (vicino al campo sportivo) per arrivare ad un bivio.
Da un lato si continuerà a viaggiare per Leuca (lungo il secondo lotto), dall’altro partirà un braccio, anch’esso del tutto nuovo, destinata al traffico per e da Tricase.
Questa lingua di strada condurrà nella zona industriale tricasina, lasciandoci in località Serrafica, proprio alle porte della tangenziale Cosimina.
L’ultimo lembo del primo lotto, insomma, che porterà anche all’abitato di Montesano, sarà a lingua di serpente.
Ma questa è un’altra storia, chiamata “Lotto 1”.
SVINCOLO 1: LA ROTATORIA DI LUCUGNANO TORNA UTILE
Il secondo lotto conta 9 svincoli (numerati sulla mappa in alto) ed inizia ad est della stazione di Montesano-Miggiano-Specchia.
Si riallaccia subito al vecchio percorso, ricalcandolo fino alla mega rotatoria di Lucugnano.
Qui lo svincolo 1 (pianta in basso) sarà in adeguamento alle uscite esistenti: permetterà di entrare a Miggiano da via Padre Pio (A) e di raccordarsi alla viabilità della zona industriale tramite la famigerata (per dimensioni) rotatoria (B).
SVINCOLO 2: TRA LUCUGNANO E SPECCHIA
A questo punto il nuovo tracciato si discosta dal precedente: la 275 non prosegue più in direzione dell’area artigianale lucugnanese, ma si addentra nelle campagne.
La circumnavigazione della frazione avviene dal lato ovest, avvicinandosi ai capannoni calzaturieri della famiglia Sergio, in strada comunale Rivola, ed incrociando la Specchia-Tricase.
Proprio qui, in prossimità de “La Caiaffa”, sorge il secondo svincolo: “Lucugnano ovest”.
SVINCOLO 3: TRA L’AUDITORIUM E FILOGRANA
Lasciatasi alle spalle la terra di Girolamo Comi, la nuova 275 torna a calcare il vecchio tracciato prima di arrivare sul suolo di Alessano.
La statale si ricongiunge con la strada esistente, a poco più di cento metri dall’Auditorium Benedetto XVI, scavalca la strada vicinale Santa Caterina e ci conduce allo svincolo 3: sul già esistente incrocio con la SP 184, la strada del Gonfalone, lungo la quale si incontra anche il nuovo stabilimento calzaturiero di Antonio Sergio Filograna.
SVINCOLO 4: TRA LE CAVE IN DIREZIONE TIGGIANO
La nuova 275 cambia di nuovo rotta.
Stavolta, rispetto al vecchio tracciato, si spinge ad est, addentrandosi in zona Matine per non entrare più negli abitati di Alessano e Montesardo.
Lo svincolo 4 è quello di Tiggiano.
Sorgerà in zona Tagliate, lungo l’arco che la statale andrà a comporre con una carreggiata del tutto nuova.
L’uscita si collocherà a poche centinaia di metri in linea d’aria dalla stazione ferroviaria tiggianese.
SVINCOLO 5: ALESSANO – CORSANO E LA FERROVIA
Tra il quarto ed il quinto svincolo si snoda una trama stradale alquanto articolata, che conta anche la presenza dei binari ferroviari. Torna utile un ulteriore zoom sulla zona: pubblichiamo (in basso) il progetto dello svincolo 5, cui si arriva uscendo dal territorio di Tiggiano.
Qui la statale incrocerà la provinciale 80 Alessano-Corsano (C).
Per scongiurare l’intersezione coi binari verrà realizzato un sottopasso (D).
Per le uscite, quindi, sorgerà una viabilità ai lati della carreggiata.
Come mostra la mappa (la prima in alto), ci saranno due nuove rotatorie sulla Alessano-Corsano.
Quella ad est dell’attuale dosso convoglierà il traffico anche lungo la provinciale 188, la strada con cui il Capo di Leuca ha preso confidenza nel periodo del senso unico di marcia lungo via Regina Elena a Corsano.
Alla rotatoria ad ovest invece, lato Alessano, si aggancerà anche una nuova bretella (E), una lingua di asfalto che la metterà in comunicazione con il precedente svincolo, quello di Tiggiano.
SVINCOLO 6: CI PORTA DA DON TONINO
Rotolando verso sud, tangendo ma non toccando l’abitato corsanese, la nuova Maglie-Leuca entra in contatto con la provinciale 210.
È la strada che gli alessanesi percorrono per raggiungere la splendida Marina di Novaglie.
Lo svincolo 6, da cui inizia il quarto tratto di questo stralcio, si collocherà in aperta campagna ma molto vicino al cimitero di Alessano (quindi alla tomba di Don Tonino Bello, meta di considerevole turismo religioso); in prossimità della strada che si arrampica su Montesardo ed a pochi metri dall’incrocio con la Corsano-Gagliano, che sarà servito da una nuova e più sicura rotatoria.
SVINCOLO 7: TRA LA SUD SALENTO E LA STAZIONE DI GAGLIANO
Il percorso continua sinuoso attorno ai centri abitati, evitando San Dana (frazione di Gagliano) ed andando a ricalcare un pezzo del già esistente tracciato della sp81 tra Corsano e Gagliano.
In prossimità del curvone prima del distributore Apron, la provinciale diventerà per alcune centinaia di metri la nuova 275.
Salvo poi dividersi nuovamente con una virata ad ovest prima di Gagliano: la nuova carreggiata incrocerà ancora i binari, sfiorerà il calzaturificio Sud Salento e, avvicinandosi alla stazione di Gagliano, taglierà la vecchia 275.
Proprio da questo incrocio tra vecchio e nuovo prenderà vita lo svincolo 7 “Gagliano del Capo nord”.
SVINCOLO 8: CASTRIGNANO DEL CAPO (E PATÙ)
A questo punto la strada correrà tra l’abitato gaglianese e quello di castrignanese.
Sarà permesso uscire allo svincolo 8 “Castrignano del Capo”. Ci troveremo, in pratica, sulla sp 351: da un lato ci dirigeremo a Castrignano del Capo (o a Patù), dall’altro entreremo a Gagliano da sud (cimitero e nuovo Eurospin).
SVINCOLO 9: DE FINIBUS TERRAE
Non è finita: c’è il quinto ed ultimo tratto che, costeggiando Salignano con un’opera del tutto nuova e viaggiando a sinistra (ad ovest) del vecchio tracciato, ci condurrà all’ultimo svincolo, il numero 9: “Gagliano del Capo – sud”.
Siamo alle porte di Santa Maria di Leuca, il punto in cui già oggi la 275 si passa il testimone con un’altra statale, la 274 Gallipoli-Leuca.
È qui, con un adeguamento dell’intersezione esistente, ai confini della terra, che è attesa una delle opere più discusse della storia del Salento.
È qui che, si spera presto, termineremo di fantasticare su questo tracciato che immaginiamo da oltre 30 anni.
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